venerdì 31 ottobre 2014

LA CRITICA DEL VENERDI' /9

Immagine tratta da it.eurosport.yahoo.com e modificata su befunky.com
- L'ultimo minuto croce e delizia del turno di campionato: al 90' lo sciagurato intervento di Romagnoli regala il rigore vittoria all'Inter nel match contro la Samp, al 94' Antonini obbliga la Juve alla prima sconfitta in campionato, regalando orizzonti europei al Genoa, al 92' Higuain fallisce il rigore che poteva significare la svolta nel torneo del Napoli, costringendo i partenopei all'1-1 di Bergamo. Si sono spostati molti punti in pochi istanti: qualcuno più di altri potrebbe rimpiangere o ringraziare la zona Cesarini di questo turno a fine campionato.
- La Juve si è fermata a Genova. Come si fermò ad Atene e prima ancora a Madrid, sponda Atletico. Sono già 3 le sconfitte stagionali. In campo si paga meno aggressività e un minor ritmo tambureggiante, che si traducono in poca cattiveria sotto porta. Fuori dal campo, da quel che emerge da parole e atteggiamenti di Allegri nelle interviste, il tecnico livornese si sta mettendo sulla graticola da solo, auto-creandosi una pressione più interna che esterna. E' irrequieto il buon Max, insoddisfatto, sembra essere un po' in difficoltà, più di quanto in realtà sia. Per la corsa Scudetto, seppur pari, la Juve è ancora prima, ed è in piena corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions nonostante i due stop. Ci vuole calma e sangue freddo, e Allegri deve cominciare a trasmettere forza, consapevolezza e sicurezza anche fuori dal campo. 
- La bagarre per il terzo posto risente delle trasferte nel campo delle cosiddette "provinciali": Milan, Lazio e Napoli finiscono per impattare contro Cagliari, Verona e Atalanta. Al mega ingorgo per la zona Champions si sono aggiunte il Genoa di Gasp e la Fiorentina di Montella, che in casa sta trovando una discreta continuità.
- Empoli, Cesena, Chievo e Parma stanno passando un bruttissimo periodo. Tecnicamente e mentalmente. L'Empoli sta avendo momenti di blackout che rovinano partite alla portata, il Chievo ha cambiato allenatore senza risultati immediati, il Parma è assalito dalla rassegnazione e nelle prossime due gare incontrerà Inter e Juve. Discorso diverso per il Cesena: i ragazzi di Bisoli son gagliardi e combattivi, ma pagano pecche tecniche piuttosto grosse. La volontà, l'applicazione e la tattica difficilmente basterà in Serie A.

giovedì 30 ottobre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL GIOVEDI' /9

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Milan 1-1 (24'Ibarbo, 34'Bonaventura).
- Con il pareggio casalingo di ieri sera, possiamo dire che il Cagliari ha inanellato una buona serie di risultati e, soprattutto, prestazioni: dalla trasferta a San Siro contro l'Inter, passando dall'immeritata sconfitta di Verona, al pareggio interno con la Samp, alla vittoria a Empoli e ieri l'1-1 con il Milan. La chiave pare essere stata la consapevolezza della bontà del gioco offensivo derivata dalla goleada contro i nerazzurri: da lì in poi le trame di gioco sono state più convincenti, e si è giocato da squadra, con movimenti e combinazioni che rispecchiano le richieste di Zeman.
- E l'1-1 contro il Milan va pure stretto. Le occasioni avute dai rossoblu sono state nitide, oltre alla rete di Ibarbo (al solito in vetrina contro le grandi), in altre tre azioni si è messo un uomo solo davanti ad Abbiati, lo stesso colombiano, Sau e Farias sul finale. Si concretizza poco rispetto alle azioni create. Ma è un punto che fa morale e allontana a 3 punti la zona retrocessione.
- La difesa, contando l'avversario, ha sofferto poco. La rete di Bonaventura è arrivata da un tiro-cross che ha pescato Cragno impreparato. La sfera si è insaccata in maniera beffarda, e il giovane portiere toscano non ha fatto una gran figura. Per il resto ottimi Rossettini e Ceppitelli, con Balzano e Avelar sempre pronti a serrare le maglie difensive nel momento del bisogno.
- Conti strepitoso. Il rientro del Capitano è stato da incorniciare. Nonostante le 35 primavere ha svettato a centrocampo, di fisico e di tecnica. E' bene integrato anche lui nei nuovi schemi: basti osservare come, una volta ricevuta la palla, non la scarichi mai indietro, ma la passi sempre in profondità. 
- Per l'ennesima volta Balzano merita grandi elogi. Non ha ancora conquistato la copertina, come accaduto al suo opposto Avelar, ma sta fornendo prestazioni di grandissimo livello. Fa la fase difensiva e offensiva in maniera impeccabile: DeSciglio, terzino da Nazionale, da quella parte è stato preso spesso in mezzo dalle triangolazioni tra lui, Crisetig e Ibarbo, senza capirci molto.
- Un neo? Il solito enigma-Cossu. Un esterno d'attacco zemaniano, dovrebbe lanciarsi negli spazi o puntare il difensore e tirare, mentre il cagliaritano tende a lanciare gli altri, avanzare orizzontalmente e giocare lontano dalla porta. E' come se si giocasse con un attaccante in meno e un regista in più. Considerando che Ibarbo si è dimostrato tutto tranne che un goleador, alla lunga si potrebbe pagare la presenza nel trio offensivo di una sola punta vera, Marco Sau.

martedì 28 ottobre 2014

PRONOSTICANDO LA 9A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
SASSUOLO-EMPOLI: scontro salvezza in programma al Giglio di Reggio Emilia. I padroni di casa arrivano dalla vittoria di Parma, mentre i toscani dovranno dimostrare che lo scivolone contro il Cagliari è stato solo un episodio. Per il Fantacalcio, Berardi e Sansone da schierare assolutamente, così come Pucciarelli e Tonelli. 1 (2,20).
PALERMO-CHIEVO: la sagra della difesa allegra in scena al Barbera. Vazquez e Dybala hanno numeri, ma dovranno dimostrare anche concretezza sotto porta. I clivensi si preparano alla solita battaglia, attenzione a Lazarevic e Lopez. 1 (2,00).
CAGLIARI-MILAN: due 4-3-3 a confronto, Zeman contro Inzaghi. Il Cagliari in casa balbetta, il Milan dà il meglio quando viene attaccato. Pronostico non scontato, Sau è in formissima, Ibarbo contro le grandi si esalta, nel Milan occhio a El Shaarawy e ad Alex sugli angoli. X (3,40).
GENOA-JUVENTUS: i liguri sono in acque tranquille di classifica, e potranno giocare una gara spensierata. La Juventus a ritmo ridotto formato Allegri dovrà continuare la sua marcia senza perdere colpi. Bertolacci e Matri in grande spolvero nel Genoa, nei bianconeri puntiamo su Morata e Vidal. GOAL (1,90).
ROMA-CESENA: la squadra di Garcia torna all'Olimpico dopo la disfatta di Champions e affronta gli uomini di Bisoli, scottati dalla sconfitta contro l'Inter. Pronostico comunque a senso unico, Gervinho e Iturbe hanno troppa qualità per non emergere, nel Cesena in cerca di gloria Volta sugli angoli e Marilungo. 1 (1,20).
TORINO-PARMA: i granata in casa vorranno dare una svolta tranquilla al campionato, il Parma è nella bufera e perde ogni partita da un mese. Si sbloccherà Amauri e vedremo un bel El Kaddouri, nei crociati Cassano è in grande forma insieme a Josè Mauri, anche se i risultati non arrivano. 1 (2,00).
INTER-SAMPDORIA: Mazzarri e Mihajlovic ritrovano i loro rispettivi passati. Prevediamo una partita di lotta, con due squadre molto accorte. Probabilmente poche occasioni da rete. Hernanes è in forma, e Icardi potrebbe andare ancora in gol, nella Samp c'è un raffinato Soriano e un Okaka che non segna da troppo tempo. UNDER (1,75).
FIORENTINA-UDINESE: manca ancora la quadratura a questa Viola, vittima della pareggite e di poche reti realizzate. L'Udinese vola alta in classifica, ma in trasferta ha all'attivo una sola rete fatta in 3 partite. Insistete su Cuadrado e su Babacar tra i padroni di casa, nei friulani Thereau non tradisce, così come Widmer. 1 (1,75).
ATALANTA-NAPOLI: quello di Bergamo è un campo sempre indigesto per i partenopei. Colantuono ne sta perdendo troppe e potrebbe variare assetto tattico. Benitez prosegue dritto sulla sua strada. Nell'Atalanta Denis potrebbe sbloccarsi, occhio anche a Stendardo di testa; nel Napoli potrebbe essere la serata di Insigne e di Higuain. GOAL (1,78).
VERONA-LAZIO: il posticipo del giovedì vedrà di fronte un Verona che perde da 2 partite di fila e una Lazio che vince da 4. Ma il pronostico non è così scontato, perchè il Bentegodi è un fortino. Nell'Hellas Nico Lopez è da schierare, e anche Halfredsson, così come Mauri e Djordjevic nei biancoazzurri. GOAL (1,68).

lunedì 27 ottobre 2014

LA CRITICA DEL LUNEDI' /8

Immagine tratta da quotidiano.net e modificata su befunky.com
- Tornano ad essere tre i punti di vantaggio della Juve sulla Roma. I bianconeri trovano il solito avversario remissivo in Italia, e regolano per 2-0 il Palermo. I giallorossi impattano a Genova contro la Samp, giocando comunque un match propositivo. E' stato importante non affondare dopo la scoppola contro il Bayern. Il duello prosegue, dato che nessun altra squadra dopo 8 giornate si dimostra all'altezza della lotta scudetto.
- Dal terzo posto in poi c'è lotta agguerrita. Continua la sua bella marcia l'Udinese di Strama e DiNatale (copertina per lui), e così la Samp solidissima e ancora imbattuta di Mihajlovic. La Lazio e il Milan si stanno consolidando gara dopo gara. Pioli vince da 4 partite, gioca bene, poi una volta in vantaggio cerca di controllare i match senza affondare. Inzaghi sta mettendo un mattone alla volta, senza mai fare il passo più lungo della gamba. E conserva ancora la palma di miglior attacco con 17 reti.
- Le deluse e convalescenti di inizio stagione, Napoli e Inter, vincono entrambe contro Verona e Cesena. Sei gol fatti e il ritorno al gol Higuain sono le note liete in casa partenopea; l'obiettivo ora è dar seguito alla striscia di 5 risultati utili consecutivi. Sulla sponda nerazzurra si abbatte l'ultimatum di due partite di Thohir a Mazzarri. L'impressione è che, palesandosi questo dubbio della proprietà sull'allenatore, i giocatori possano nascondersi dietro al momento di difficoltà di Mazzarri, per mascherare le proprie lacune caratteriali e motivazionali.
- In una serie A povera di gioco e schemi offensivi, questo Cagliari ondivago di Zeman (leone fuori casa e piccolo piccolo al Sant'Elia) può dire la sua in chiave salvezza. Il coraggio di attaccare sta pagando, così come quello di vincere schierando un '93 (Crisetig), un '94 (Cragno) e un '96 (Donsah) dal primo minuto.
- Atalanta, Cesena e Palermo perdono e sono sull'orlo della zona B. Per il livello di gioco dimostrato sinora, probabilmente è una zona rossa meritata. L'Atalanta non segna (3 gol in 8 partite), il Cesena lotta ogni gara, ma è tecnicamente inferiore a tutti gli altri e il Palermo paga una difesa per nulla affidabile. Necessario un cambio di rotta per non crollare.
- Parma e Chievo continuano nel loro periodo-no. Preoccupanti le costanti amnesie difensive degli uomini di Donadoni, in caduta libera da 5 turni anche contro avversari teoricamente del proprio livello. Il Chievo si fa rimontare in casa dal Genoa, la cura Maran non ha avuto ancora effetti immediati, nonostante un primo tempo incoraggiante.

sabato 25 ottobre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /8

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Empoli-Cagliari 0-4 (31'Sau, 36'Avelar, 38'rig. Avelar, 47'pt Ekdal).
- Nuova clamorosa prestazione esterna del Cagliari: un quarto d'ora da sogno nella seconda metà della prima frazione annichilisce l'Empoli, che non perdeva da 5 gare. In trasferta il Cagliari sta andando alla grande, in pratica ha sbagliato solo la gara contro la Roma, ha pareggiato contro il Sassuolo, vinto contro Inter ed Empoli e perso immeritatamente contro il Verona. La squadra lontano dal Sant'Elia va per attaccare e vincere, non per difendersi. Cosa sconosciuta da anni a queste latitudini.
- La mentalità è stata la carta vincente. Sempre propositivi, sempre grintosi, bel pressing. Una sensazione: quando la squadra vede che gli schemi e le giocate funzionano, acquista fiducia e propone un bel calcio. E arrivano i gol in sequenza, così contro l'Inter, contro la Samp e oggi ad Empoli.
- Sau ha disputato un match grandioso. La sua migliore partita da inizio stagione, un gol da attaccante vero, quarta rete su otto apparizioni. Ha ritrovato movimenti e determinazione. Anche lui sta prendendo fiducia e i risultati sono evidenti.
- Avelar e Balzano liete sorprese. Il terzino brasiliano dimostra qualità balistiche tenute ben nascoste nel biennio passato e conquista la copertina con una doppietta. Assurdo ripensando all'ultimo giorno dello scorso mercato di gennaio, quando per un inghippo burocratico sfumò il trasferimento ormai concluso al Leeds. Balzano è molto più adatto a questo 4-3-3 rispetto a Pisano: è incisivo in fase offensiva e fa un gran pressing per recuperare il pallone.
- Donsah si conferma. E' l'erede di Nainggolan, un guerriero che tampona e riparte. Considerando che ha 18 anni ha fornito una prestazione da punto esclamativo. E' il miglior pressatore del centrocampo, e sa anche ripartire palla al piede. Grande acquisto.
- Una nota negativa? I "soliti" Cossu e Ibarbo. Il folletto cagliaritano oggi non è stato per nulla in partita, è chiaramente un trequartista che porta palla che mal si sposa con l'aggressione degli spazi. E la freccia colombiana ha mostrato leggeri miglioramenti nel gioco di squadra, ma si perde in cavolate e su giocate semplici. Non a caso è ancora a zero reti realizzate. E mercoledì sotto con il Milan.

PRONOSTICANDO L' 8A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
EMPOLI-CAGLIARI: tra Sarri e Zeman si preannuncia spettacolo. Due squadre propositive che però, su 7 gare ne hanno vinta solo una a testa. Il pronostico è incerto, Verdi e Vecino potrebbero trovare spazi interessanti sulla trequarti e Tonelli e Rugani pronti sugli angoli, nel Cagliari Sau si sta trasformando in killer d'area. GOAL (1,70).
PARMA-SASSUOLO: confronto tra le due squadre in coda al gruppo. Donadoni perde da 4 partite di fila, e ha una squadra che a Bergamo ha ballato tremendamente. DiFrancesco è rinfrancato dal pareggio contro la Juve, e se la giocherà apertamente. Nei gialloblù occhio a Cassano e DeCeglie, nei neroverdi brillerà Berardi, assieme a Zaza. GOAL (1,78).
SAMPDORIA-ROMA: i blucerchiati sono ancora imbattuti, ma vengono dalla partita sprecata a Cagliari. La Roma ha le ossa rotte dall'1-7 contro il Bayern, ma nella ripresa ha avuto accenni di reazione. Il pronostico pende dalla parte giallorossa, con pochi gol. Può emergere Pjanic, assieme a Gervinho, nella Samp sono in forma Gabbiadini e Okaka. UNDER (1,75).
UDINESE-ATALANTA: partita complessa tra i due allenatori romani Stramaccioni e Colantuono. Sarà una sfida maschia, con DiNatale e Denis possibili apriscatole. Non si vedrà un grande spettacolo, pericoli sui calci piazzati: puntiamo sul pareggio. X (3,30).
JUVENTUS-PALERMO: la Juve tornerà a giocare contro squadre che pensano prima a difendere che a offendere. E la difesa del Palermo è stata sinora balneare. Pronostico a senso unico, ma occhio comunque alla coppia Vazquez-Dybala, nella Juve è tempo dei gol di Morata e Llorente. 1 (1,22).
CHIEVO-GENOA: esordio di Maran sulla panchina gialloblù, Gasp vuole rifarsi dal pareggio contro l'Empoli. Il Genoa potrebbe approfittare del momento nero dei veronesi, e prendersi i tre punti: Pinilla e Lestienne faranno a fetta la tremolante difesa avversaria. Nel Chievo potrebbe emergere Schelotto nel nuovo 4-4-2. 2 (3,00).
NAPOLI-VERONA: Benitez sembra svogliato e rassegnato, ma in casa contro il Verona non può fallire per restare in zona Champions. Mandorlini segna poco (7 gol in 7 partite) e dovrà inventarsi qualcosa per strappare punti al SanPaolo. Higuain e Callejon sono da schierare, così come Toni e Jankovic sulla sponda veronese. 1 (1,45).
LAZIO-TORINO: i ragazzi di Pioli hanno preso il via, ma anche il Torino ha trovato continuità. Potrebbe farsi sentire il peso dell'Europa League sui granata. Djordjevic e Candreva sono in forma strepitosa, così come Quagliarella. E la Lazio gioca un calcio discreto. 1 (1,83).
CESENA-INTER: si preannuncia una partita non spettacolare, muscolare, con molto affollamento a centrocampo. Ma la tecnica degli avanti nerazzurri dovrebbe fare la differenza. E' tempo per Icardi e Palacio di andare a segno, in caso di fortino romagnolo, Volta e Cascione potrebbero essere delle sorprese. 2 (1,65).
MILAN-FIORENTINA: gli elogi ad Inzaghi troveranno un banco di prova importante, quello della Fiorentina. Da parte sua Montella deve dare una svolta a un campionato grigio. Potrebbe essere il trampolino per entrambe: sarà la partita di El Shaarawy e Cuadrado (è ora che riprenda a fare il fenomeno). X (3,30).

martedì 21 ottobre 2014

PERDERE PER CRESCERE

Immagine tratta da lettera43.it
Dal sogno all'incubo, il passaggio è stato davvero breve, lo spazio di una trentina di minuti al fischio d'inizio. Di sicuro questa rimarrà una pagina amara nella storia europea della Roma e del calcio italiano, come accaduto del resto con tutti i tonfi pesanti delle nostre portabandiere in passato. Da qui, però, a iniziare con i soliti disfattismi e con i titoloni catastrofici tipici dei giornalisti nostrani, mi sembra che sia decisamente eccessivo.
E' vero, i giallorossi oggi sono usciti tremendamente ridimensionati e bastonati dal confronto con una delle migliori formazioni europee, il Bayern Monaco di Guardiola. E' vero, la stessa serie A con i suoi massimi dirigenti e organismi deve farsi qualche domanda se la formazione che ha espresso, a mio modo di vedere, il miglior calcio nella penisola dall'inizio della stagione è sembrata una provinciale al cospetto dei potenti del Continente. Tutto vero, ma come da tutte le sconfitte non bisogna abbattersi o andar giù pesante con le critiche, al contrario è molto più costruttivo incassare il colpo e trarre nuova energia per migliorare e andare avanti nel calcio che conta. Mi sembra piuttosto evidente stasera i tedeschi abbiano giocato la partita perfetta o quasi, mentre al contrario la Roma è sprofondata in un vortice negativo che l'ha trascinata sempre più in basso. I veri valori non sono certamente questi, non ci stanno sei gol tra le due squadre, devono esserne consapevoli tutti, in primis Garcia e i suoi ragazzi, che stanno portando avanti un processo importante di crescita e qualità. Non dimentichiamo poi che solo qualche settimana fa tutti incensavano i giallorossi per l'ottimo pareggio conquistato a Manchester contro il City, che teoricamente è un'altra potenza del calcio europeo, per di più con il vantaggio del fattore campo. Totti e compagni hanno cercato di riproporre lo stesso spirito questa sera, non hanno fatto barricate davanti ad una corazzata ma hanno cercato comunque di giocare il loro calcio. E' andata male, e dieci minuti di completo blackout hanno aumentato le dimensioni della sconfitta, ma l'idea era ed è giusta.
Non è snaturando il proprio gioco che si fa strada in Europa, le italiane vincenti hanno sempre avuto un'idea di calcio che hanno portato avanti fino alla fine, magari passando per sconfitte dolorose prima di centrare grandi obiettivi. I margini di miglioramento ci sono e sono evidenti, ma la base è altrettanto solida, ed è quindi giusto imparare la lezione, chinare il capo e andare avanti per questa strada.  E' da queste considerazioni che la Roma dovrà ripartire in Europa, ed è quella la mentalità che deve avere anche la Juventus, uscita anche lei sconfitta nel confronto con quella che è in teoria la più forte del suo gruppo, e chiamata domani ad un'importante risposta in Grecia. Anche i bianconeri devono dare un segnale forte, dimostrare all'Europa che non sono forti solo in Italia, che sono degni di tornare davvero tra le big del continente. C'è bisogno di questo, perché è vero che il nostro campionato non è più quello ricco, spettacolare e vincente di una volta, ma forse è proprio da esempi di gioco e programmazione che si può tornare ad ottenere risultati.
Tra l'altro, c'è un precedente che potrebbe essere esemplare più di tante altre parole: nel 2007, la Roma subì un altro pesante 7-1, in casa del Manchester United di Rooney e Cristiano Ronaldo, anche in quel caso esagerato e bugiardo per il reale valore delle due squadre. I ragazzi di Ferguson sebravano destinati a spazzar via chiunque, ma al turno seguente si trovarono di fronte il Milan, e tutti si ricordano chi fu a vincere e, a fine anno, ad alzare al cielo la Coppa dalle grandi orecchie...

lunedì 20 ottobre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /7

Immagine tratta da daringtodo.com e modificata su befunky.com
- Allegri legge male la gara contro il Sassuolo: il 4-3-3 proposto nella ripresa dal tecnico livornese è il momento chiave, in negativo, del match. Nel momento in cui i neroverdi padroni di casa crollano fisicamente, alla Juve mancano le certezze di posizioni e movimenti del suo solito 3-5-2, e va in confusione. Risultato: 1-1 e Roma tritatutto che si avvicina a -1.
- Salta la prima panca, Corini al Chievo. Ok, han perso male, dopo mezz'ora erano già sotto di 3 gol a Roma, ma si giocava contro una squadra di un altro pianeta. E' pretestuoso esonerarlo per una sconfitta all'Olimpico, tanto valeva cacciarlo prima della sosta, dando a Maran due settimane in più per ambientarsi con la rosa a disposizione. Negli ultimi 3 anni il Chievo ha sempre cambiato allenatore a campionato in corso, Campedelli sta prendendo la via del mangia-allenatori. Non arrivare a mangiare il pandoro sta diventando un'abitudine. Comunque, tutto molto strano, specie perchè solo questa estate Corini aveva firmato un triennale.
- Inter e Napoli. La partita è stata indecente per 79', con due squadre timide che parevano aver paura di segnare. Poi scatta qualcosa, e la sarabanda di gol è servita. Finisce addirittura 2-2. Le difese qualcosa di inguardabile, la sagra della perdita delle marcature. Finisce con un pareggino-brodino che lascia entrambe le squadre sulla graticola. Da notare come sui 28 giocatori entrati in campo, gli italiani siano stati solo due: Ranocchia e Insigne. 
- Lazio, Atalanta e Torino puntellano la classifica con i tre punti. Laziali e granata stanno trovando continuità e buone trame di gioco, specie nel caso dei biancocelesti nel primo tempo di Firenze. I bergamaschi vincono all'ultimo respiro contro il Parma, ma potrebbe essere la classica vittoria che dà tranquillità a giocatori e ambiente.
- Il Milan va. E va in contropiede. Subisce parecchio (il referto conterà 22 tiri, 8 in porta per il Verona e solo 12, 5 in porta, per i rossoneri), ma quando lancia i suoi nelle ripartenze è micidiale. La natura della creatura di Inzaghi è questa: chiudersi e ripartire. Quando prova a fare la partita, si incarta. 
- La Fiorentina continua a non convincere. Perde in casa, approccia la gara nel modo sbagliato, regala il primo tempo alla Lazio. Montella non sta riuscendo a trovare qualcosa di diverso, la squadra sembra giocare troppo lontano dalla porta, anche Babacar dà il meglio di sè rientrando e tirando dal limite dell'area. Domenica ha fatto il 59% di possesso per 2 soli tiri in porta. Molti ricami, poca concretezza, e le 5 reti in 7 partite sono lì a dimostrarlo.

domenica 19 ottobre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /7

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Cagliari-Sampdoria 2-2 (28'Gabbiadini, 39'Obiang, 59'rig.Avelar, 77'Sau).
- Qua bisogna giocare con gli avversari in inferiorità numerica per fare punti: due giornate fa contro l'Inter, e oggi con la Samp. Senza l'episodio del rigore e conseguente doppia ammonizione a Cacciatore, la partita sarebbe stata irrecuperabile. Si era sullo 0-2 e la Samp aveva sfiorato più volte il terzo gol che avrebbe significato il tracollo completo. 
- La rimonta è avvenuta con Donsah e Caio Rangel in campo, due ragazzi del 1996. Freschezza, determinazione e aria nuova sul terreno di gioco. I due, dati i 18 anni anagrafici, hanno impressionato: Donsah è grintoso e compatto, e da una sua imbeccata è nata l'azione del rigore; Caio Rangel ha movimentato l'out mancino con finte e dribbling, e ha aperto lo spazio per Avelar nell'azione della rete di Sau.
- Cossu e Ibarbo più passano le gare e meno sembrano adatti al tridente di Zeman. Cossu al solito non gioca male, ma porta troppo palla, non si inserisce negli spazi e quando potrebbe tirare, cerca improbabili passaggi centrali. Spostato nei tre di centrocampo, è sembrato più a suo agio, contribuendo al giro palla. Ibarbo è un oggetto misterioso: ondivago, insolente, scostante. Si incaponisce in dribbling solitari. Gioca da solo. Si procura il rigore e quindi salva la prestazione, ma deve migliorare e capire. Sembra il classico studente talentuoso che non ascolta i professori. 
- Ennesimo gol subito, da polli, su calcio piazzato. Esce male Cragno, la difesa sbatte sugli elementi doriani in fuorigioco che rientrano per far blocco, Pisano si perde Gabbiadini, e la frittata è fatta. Obiang poi pesca il jolly da fuori, in un gol molto simile a quello di Boakye con l'Atalanta, sempre al Sant'Elia. Sintomo che non si è ancora imparato ad uscire sull'uomo al limite dell'area, per impedirgli il tiro. Male male.
- Conti in panca, Cossu che non si integra nel tridente, Pisano che rende meno di Balzano: forse la vecchia guardia non sta digerendo bene questo modo di giocare. Non è un caso che Zeman renda bene con squadre completamente nuove. E' una sensazione, ma con i ragazzini Caio Rangel e Donsah si è respirata un'aria diversa. Dei "vecchi" gli unici ben integrati sembrano Avelar e Ekdal, a partite alterne Sau. Oggi è andata bene, ma dietro ci sono solo 3 squadre, troveremo questo benedetto amalgama in tempi brevi?

sabato 18 ottobre 2014

PRONOSTICANDO LA 7A GIORNATA

Immagine tratta da Snai.it
ROMA-CHIEVO: la Roma vuole riscattare la discussa sconfitta patita allo Juventus Stadium, e il Chievo ha una striscia non felice di un pareggio e tre gare perse. Il pronostico pende dalla parte giallorossa, con Ljajic e Destro sugli scudi. In caso di difesa ad oltranza clivense, giusto puntare su Frey (dirimpettaio di Cole) e Dainelli. 1 (1,30).
SASSUOLO-JUVENTUS: DiFrancesco, ultimo, cambia modulo e passa al 3-4-3 e spera in una gara coraggiosa. Allegri, dalla sua, viaggia a vele spiegate. Berardi e Zaza vorranno mettere in mostra qualche numero dei loro, ma la forma di Tevez e l'atteso ritorno al gol di Llorente non lasceranno scampo. 2 (1,42).
FIORENTINA-LAZIO: i viola di Montella sono imbattuti da 5 gare, Pioli e i suoi sono reduci da due vittorie consecutive. Le premesse per un bel match ci sono tutte, Cuadrado e Babacar da una parte, DeVrij (per qualche colpo di testa) e Mauri sono gli uomini su cui puntare per questa gara dall'esito incerto. GOAL (1,85).
ATALANTA-PARMA: due squadre partite con ambizioni più alte dei 4 e 3 punti raccolti sinora. I bergamaschi perdono da 4 gare, gli emiliani da 3. Si salvi chi può. D'Alessandro e Denis sfrutteranno le debolezze difensive avversarie, Cassano e Lodi guideranno il Parma verso un risultato positivo. X (3,15).
CAGLIARI-SAMPDORIA: i sardi avranno i centrali difensivi fuori, la Samp ha una difesa di ferro ed è ancora imbattuta. Da Zeman ci si può attendere di tutto. Ma la sensazione è quella di una gara aperta, con i due tridenti che si daranno battaglia. Sau e Balzano potranno far male, così come Okaka e Eder tra i blucerchiati. OVER (1,90).
VERONA-MILAN: due squadre appaiate al quinto posto a 11 punti. Mandorlini sta ottenendo tanti punti, nonostante un gioco più pratico che spettacolare. Inzaghi cerca ancora la quadratura dello schema, sperando di prendere meno imbarcate difensive. Ionita e Toni scalpitano nell'Hellas, ElShaarawy ha molta rabbia e potrebbe essere decisivo, con Abate in ottima forma. 2 (2,25).
PALERMO-CESENA: Iachini è reduce da due brutte imbarcate, Bisoli con la politica dei piccoli passi ha strappato molti risultati inaspettati. Vazquez e Dybala da schierare a occhi chiusi, nel Cesena l'ex Brienza e Volta (in avanti per gli angoli) sono gli uomini su cui puntare. OVER (2,05).
TORINO-UDINESE: il Toro balbetta ancora, l'Udinese è lanciata nelle zone nobili della classifica. Potrebbe arrivare la tanto sospirata prima vittoria casalinga per i granata, con Amauri e Quagliarella decisivi, nell'Udinese Thereau e Kone in cerca del colpaccio. 1 (2,30).
INTER-NAPOLI: bella gatta da pelare per Mazzarri, dopo i due larghi k.o. contro Cagliari e Fiorentina. Benitez soffre ancora, ma ha trovato un accenno di continuità. Psicologicamente il Napoli è avvantaggiato. Arriveranno molti gol. Icardi e Palacio sugli scudi tra i nerazzurri, e i soliti Higuain e Callejon tra i partenopei. OVER (1,92).
GENOA-EMPOLI: i liguri sono difficilmente decifrabili in questo avvio di stagione, l'Empoli non perde da 4 partite e sta raccogliendo applausi ovunque. Antonelli e Matri sono indiziati per una bella gara tra i rossoblu, Pucciarelli e Vecino tra gli azzurri. 1 (2,15).

venerdì 17 ottobre 2014

SOMMERSI DALLE CHIACCHIERE

Immagine tratta da educalcio.it e modificata su befunky.com
Help.
Sommersi dalle chiacchiere. Dalle parole, dalle dichiarazioni. E' un'ondata inarrestabile. 
Balotelli che accusa Prandelli di non essere un vero uomo, e dà ragione a Conte sulla sua non convocazione, poi De Sanctis che indica come il "Sistema Juve" sia imbattibile, appoggiandosi alle dichiarazioni di Totti, che aveva suggerito ai bianconeri di giocare un torneo a parte, dato lo smaccato favoritismo arbitrale. E ancora la moglie di Andrea Agnelli, che a sua volta invitava Totti a emigrare, con Buffon che indicava la strada del "non inveire contro il direttore di gara", mentre su Twitter Bonucci invitava i romanisti a "sciacquarsi la bocca". E Garcia che si accorgeva che l'area di rigore della Juve è di 17 metri, mentre Allegri scopriva come la Juve avesse tutti contro.
Basta!
E' una gara a chi la spara più grossa, a chi riesce a ottenere il titolone in prima pagina. Tutti fomentati da televisioni e giornali che altro non aspettano che sbattere a otto colonne polemiche, liti a distanza e frasi ad effetto.
Tutto è distruttivo, bianco o nero (senza riferimenti alla Juventus), di qua o di là. L'obiettività è da tempo accantonata a favore di una continua "guerra tra poveri", che al solito fa sempre il gioco dei ricchi.
Come al tempo dei romani (senza riferimento ai romanisti), con l'Imperatore bello tronfio in tribuna che si divertiva a veder scannare tra di loro i gladiatori.
Insomma, quello che succede la domenica sul terreno di gioco oramai è diventato solo un pretesto per poi parlare, polemizzare e avere altro materiale su cui scontrarsi e fomentare odi e rivalità per i successivi giorni della settimana.
Ogni evento in campo è finalizzato allo scoop. Un infortunio fa già partire il toto sostituto sul mercato, una larga sconfitta reca sempre in fondo all'articolo l'insinuazione del prossimo esonero e i nomi dei sostituti (anche senza avere avuto imbeccate certe). Un'espulsione o un'ammonizione in più per un giocatore in diffida, manda già all'erta i complottisti.
E i gesti tecnici sono usa e getta. Sono belli da rivedere e da consumare entro 4-5 ore da quando accadono, poi stop, e via al più redditizio vociare indistinto di giocatori, ex giocatori, espertoni e dirigenti fomentati da giornalisti con la bava alla bocca.
E l'amore verso il calcio si trasforma in una tensione continua, in un contrapporsi esasperato e nauseante. 
Così è troppo. Siamo sommersi dalle chiacchiere. 
Più campo, meno polemiche. Più gesti tecnici, meno interviste.
Magari si venderà qualche copia in meno, ma si crescerà una generazione più interessata al divertimento in campo, che all'odio, alle polemiche e alle contrapposizioni fuori dal rettangolo di gioco.

lunedì 13 ottobre 2014

UN MAZZARRI PICCOLO PICCOLO

Immagine tratta da meltybuzz.it e modificata su befunky.com
Il curriculum di Walter Mazzarri parla chiaro, mai un esonero in tredici stagioni da allenatore. Ottimi risultati raggiunti con le squadre guidate: dalla promozione in A con il Livorno, al trittico di salvezze con la Reggina (di cui una con la zavorra del -11), al biennio alla Sampdoria dove "mata" Cassano e ottiene un 6° posto da qualificazione europea, ai successi napoletani, quattro anni in cui la squadra fa il salto di qualità, stazionando sempre nei primissimi posti di classifica, cominciando a ottenere buoni risultati anche in Europa.
Ma ora Mazzarri è in crisi. Forse la prima crisi della sua (ottima) carriera. Con l'Inter il feeling è stato traballante sin dal principio, il 5° posto della stagione scorsa è stato un risultato onesto, considerato il valore della squadra, ma non ha soddisfatto appieno. 
E l'esordio di questo campionato parla di 8 punti in 6 partite e due brutte sconfitte, larghe, con Cagliari in casa e Fiorentina fuori. 
Ha un po' perso la bussola, Mazzarri. La rosa messagli a disposizione dal duo Thohir-Ausilio è oggettivamente migliore dell'anno passato, ma manca di gioco e, soprattutto, convinzione nei propri mezzi.
E qui sta la difficoltà dell'allenatore. Trasferire la propria mentalità ai calciatori, che non dovrebbero sciogliersi come neve al sole alle prime difficoltà. 
WM è fragile. Come psicologia e motivazione. 
E' celebre il suo modo di "piangere" sempre e comunque sulle decisioni arbitrali, e il costante autoincensamento della sua carriera, del suo passato, della sua gavetta e delle sue origini.
E questo, paradossalmente, non è sintomo di forza ed egocentrismo, ma piuttosto di una certa insicurezza. Spiego meglio: Mazzarri ha sempre bisogno del riconoscimento "esterno" del suo lavoro, come una sorta di pacca sulle spalle per ricordargli che è bravo. E da qui trae la sua forza: si motiva, e motiva tutti quelli che ha attorno. Spesso per ammettere le sue sconfitte o tanti pareggi, ha invocato le decisioni arbitrali che hanno cambiato l'esito di una gara. E così quando gli si domanda se sia o meno un allenatore da "grande", comincia a sciorinare il suo curriculum, con i miracoli reggini su tutti. 
Per trovare gli stimoli, ha bisogno che tutti quelli attorno a lui gli dicano che è bravo, che fa miracoli, che fa sempre il meglio possibile. 
E probabilmente il corto circuito interista, ora, sta in queste pieghe. Una nuova dirigenza che non l'ha mai sostenuto "a priori", ma che ha pensato, e forse sta pensando tuttora, anche di sostituirlo. E WM sta soffrendo questa situazione, trasmettendo tali sensazioni ai calciatori. Che manifestano insicurezza e vanno nel pallone alle prime difficoltà.
Calciatori che, per inciso, dato il basso livello di questa Serie A, possono ancora disputare un'ottima annata, se convinti e ben guidati. 
Ora la critica sta cominciando a farlo friggere, sui giornali si legge di Zenga, di Mancini, di Thohir che chiama Moratti per un parere, e Mazzarri deve avere il colpo di reni decisivo, credere in se stesso e nel suo lavoro, senza bisogno di riconoscimenti esterni, e dare una scossa a questa stagione e alla sua carriera. Sennò rimarrà un allenatore di basso profilo, un Mazzarri piccolo piccolo.

domenica 12 ottobre 2014

F1 DIARY - 16, SOCHI, GARA

Immagine tratta da fia.com
I primi quattro in griglia di partenza sono stati i primi quattro alla bandiera a scacchi, in rigoroso ordine.
Si direbbe gara noiosa. E difatti gara noiosa è stata.
Unico momento saliente è stata la partenza, con Rosberg che affianca Hamilton, lo sopravanza, ma va lungo, lunghissimo alla prima curva, spiattellando le gomme. E sosta ai box al giro 2 per montare degli pneumatici che dureranno tutta la gara, 52 giri. 
Tra il suo secondo posto in prova e il secondo in gara, ci sono sorpassi in serie che lo fanno riemergere dall'ultimo posto alla piazza d'onore con quell'astronave chiamata Mercedes.
Hamilton ha vinto a mani basse, mai forzando e arrivando comodamente primo. Il Mondiale sta prendendo la sua strada, +17, vittoria consecutiva numero 4, con Nico in difficoltà più mentalmente che cronometro alla mano.
Mercedes già matematicamente campione tra i costruttori, con 3 gare d'anticipo.
La stella a tre punte è imbattibile, ha una velocità in rettilineo pazzesca. Rosberg ha passato tutti con una facilità disarmante. E' un dominio destinato a durare a lungo, non ci sarà Alonso, Vettel o Honda che tenga. Dietro possono rimescolarsi uomini e motori, ma qua abbiamo una caparra già sul tavolo per aggiudicarsi quantomeno il 2015 in tranquillità. Un vantaggio tecnico e motoristico imbarazzante. Da 25-30 secondi sugli avversari a ogni appuntamento.
Gara noiosa si diceva, partenza a parte, quasi nessun sorpasso.
Emblema di questo trend è la Ferrari. Classica gara di questo 2014: dopo la partenza, cala il buio. La Rossa che transita al primo giro, sino a fine corsa non riesce a piazzare un sorpasso. Si accoda a trenino alle varie McLaren, Williams, ToroRosso, RedBull e di spunti velocistici o di trazione per sferrare l'attacco, manco l'ombra. Potrebbe guidarla anche Gig Robot d'Acciaio, che non sorpasserebbe ugualmente.
Alonso fa 6°, grazie allo scatto allo start, e Raikkonen 9°, a causa dell'intruppamento che lo penalizza alla prima curva. Poi, per entrambi, gara piatta.
Ma Alonso dove andrà? Lui vuole vincere, dice. E' il suo obiettivo. Ma di macchine in pista che possono vincere, attualmente, ce n'è solo una. E si chiama Mercedes. Che ha sotto contratto Rosberg e Hamilton per il 2015. E' quantomeno strano che Nando stia aspettando così tanto ad annunciare il suo futuro lontano da Maranello. Un futuro alla McLaren Honda sarebbe un'incognita, e non vincente da subito. Che si fermi una stagione, o si parcheggi dagli "amici" in Lotus, con un accordo già in tasca con Mercedes per il 2016? Chissà.
Intanto, brava alla Mercedes e #ForzaJules.

sabato 11 ottobre 2014

F1 DIARY - 16, SOCHI, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Motorsport is dangerous. The show must go on.
La conferenza stampa della Fia post Suzuka possiamo riassumerla così: il motorsport è pericoloso. Lo show deve andare avanti. 
Charlie Whiting, chiamato a chiarire la dinamica dell'incidente di Jules Bianchi, al fine di appurare eventuali responsabilità del direttore di gara Charlie Whiting (sì, si è auto-giudicato), ha spiegato come le procedure siano state eseguite correttamente in quel di Suzuka. E ha raccontato di come l'incidente sia avvenuto per pura sfortuna.
Perchè Bianchi non ha alzato troppo il piede alla vista delle bandiere gialle ed è andato fuori.
Peccato che, piccolo particolare, Bianchi poi si sia schiantato contro una gru. 
Una gru di 7 tonnellate nel recinto della pista, nella via di fuga. Trovare un mezzo del genere con la gara non neutralizzata, e dunque messa in sicurezza, non è sfortuna. 
Bianchi aveva tutto il diritto di scivolare in un aquaplaning, aveva tutto il diritto di fare un errore (ammesso sia avvenuto), e finire nella via di fuga. 
Ma trattare la presenza di quella gru là, in quel momento, come un meteorite è assurdo. Inconcepibile. Inaccettabile.
E i piloti son tornati in pista, senza alcuna modifica immediata alle procedure. Senza alcuna protezione assorbi-urto ai mezzi di recupero, senza nessuna zona a limitatore inserito in presenza di bandiere gialle. 
Insomma, sono in pista alle stesse condizioni di Suzuka. Ovvero, il meteorite potrebbe accadere di nuovo. Ma nessuno ci pensa. "Valuteremo", "vedremo", "in futuro", "dalla prossima gara", "dal prossimo anno". Situazione eccezionalmente sfortunata, è stata giudicata così. Quindi niente è cambiato a Sochi. E bisogna sperare fili tutto liscio. 
Strana pista quella russa. Con le gomme che invece di degradarsi, miglioravano con il passare dei giri. Si prende la pole Hamilton, ormai in vista mondiale e in stato di grazia. Rosberg è 2° in griglia, 2° in campionato e 2° mentalmente, data l'abbacchiatura sfigopendula mostrata in conferenza stampa. Lodi per Bottas, 3° e autore di un tentativo "impiccato" all'ultimissimo giro da applausi, finito con un errorino, ma pieno di grinta. Splende Button 4°, che sarebbe un peccato appiedare per il 2015, e il gioiellino locale Kvyat. Una quinta posizione da punto esclamativo la sua, il ragazzo del '94 ha talento a palate. La Rossa fa un 7° con Alonso e un 8° con Raikkonen (dopo la penalizzazione di Magnussen), finalmente divisi da soli 62 millesimi. La macchina è quel che è, arriverà quarta in classifica costruttori, e pace. Seb Vettel, il promesso sposo in rosso, è 10°, plafonato volutamente sulle prestazioni del Cavallino. E Massa invece mette sull'asfalto, al solito, il massimo, ovvero il massimo della sfortuna possibile, accusando un guasto alla power unit che lo farà scattare 18°.
Pronostico per domani? Come partono, arrivano, Ham, Rosberg e Bottas. Dal quarto in poi ci saranno bei trenini e gara di gruppo.

#ForzaJules e #KeepFightingMichael. E' un 2014 maledetto, perchè certi termini medici stanno diventando troppo familiari per una generazione di piloti e di tifosi che mai aveva conosciuto il buio così da vicino. Forza ragazzi.
Immagine tratta da news.superscommesse.it

martedì 7 ottobre 2014

#ForzaJules

Immagine tratta da autosprint.corrieredellosport.it e modificata su befunky.com
Mi si blocca la penna. Mi si bloccano i pensieri.
Tra moto e auto, di queste situazioni ne ho purtroppo vissute più di una.
E mi rendo sempre più conto che, al di là di simpatie e antipatie sportive, a questi piloti vuoi bene. E’ come se ci fosse una sorta di comunione “familiare” tra chi ama questi sport e i ragazzi che vanno in pista. E se succede qualcosa a loro, resti colpito. Ti incazzi, sei svuotato, sconcertato.
Perdi sempre un po’ di più la parte “bambina” di te che giocava con le macchinine, che guardava il mondo con innocenza. Non capisci.
Sale la tristezza, la preoccupazione. Jules è un ragazzo, un pilota forte, e non puoi pensare che stia male.
Per un incidente del genere. Perchè questo è il peggior incubo possibile per chi guida in un circuito. Quando vedo le gru a bordo pista in azione, il mio primo pensiero è sempre quello di sperare che nessuno abbia guasti allo sterzo, ai freni, o alla vettura in genere. E parimenti quando vedo i commissari entrare in pista, attraversandola come dei pazzi. Sono situazioni migliorabili, sia in situazioni estreme di bagnato, ma anche in situazioni di asciutto.
Non ha senso avere ostacoli in pista. Siano esse gru, commissari, altre vetture o detriti. E’ il peggiore evento possibile, non contemplabile da crash test o studi a tavolino.
Bisogna fare qualcosa alla svelta. Lo dobbiamo a quei ragazzi. Quei ragazzi che tra pochi giorni saranno ancora in pista a Sochi. Che non dovranno, innaturalmente, pensare alla paura. E che dovranno sperare, e fidarsi, degli stessi capi che hanno compartecipato all’accidente di Suzuka.
Perchè recentemente abbiamo sfiorato il disastro più volte, con la Sauber di Sutil ferma in rettilineo in Germania, la jeep davanti a Vettel nel 2013. 
Senza fare nulla, sottolineando sorridendo come fosse “andata bene”, e cullandoci in quei vent’anni senza eventi funesti.
E poi arriva la batosta.

sabato 4 ottobre 2014

PRONOSTICANDO LA 6A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
VERONA-CAGLIARI: il Verona in casa costruisce le sue fortune, ma il Cagliari di Zeman i suoi 4 punti li ha fatti tutti in trasferta. Due 4-3-3 a confronto, ci si aspetta un discreto numero di gol. Probabilmente i gialloblù colpiranno in contropiede. Attenti a Nico Lopez e Toni da una parte, a Ibarbo e Sau tra i sardi. GOAL (1,60).
MILAN-CHIEVO: il Milan può e deve solo vincere. Torna all'antico con il 4-3-3, ma con un Bonaventura in più nel terzetto di centrocampo, esperimento interessante. Di contro il Chievo, che mira a ripetere l'impresa di Napoli: Bardi scalda i guanti. Torres e Bonaventura osservati speciali, ma anche l'ex Birsa. 1 (1,45).
EMPOLI-PALERMO: due squadre che han fatto incetta di complimenti e pacche sulle spalle, ma ancora a quota zero vittorie. L'Empoli gioca bene, il Palermo non sfigura: i problemi nascono dalle rispettive difese. Occhio a Tavano e Verdi, tra i rosanero Vazquez è sempre da schierare. GOAL (1,80).
LAZIO-SASSUOLO: con la vittoria larga di Palermo, la Lazio avrà preso il via? Il Sassuolo ritrova Berardi e spera anche il gol, che latita da ormai quattro giornate. Puntiamo sui biancocelesti, si sbloccherà Keita (finalmente) e si confermerà Djordjevic. Negli emiliani attenzione proprio a Berardi e a Zaza, che sentendo odore di convocazione potrebbero approfittare delle defezioni laziali in difesa. 1 (1,53).
PARMA-GENOA: dove c'è Parma c'è gol in questo inizio stagionale. Bella scoperta Josè Mauri e bene Cassano, ma la difesa fa acqua. Il Genoa ancora non gioca come vorrebbe. E se segnasse Belfodil (a secco da una vita)? Tra i liguri, puntate su Perotti, raffinato dribblomane. 1 (1,95).
SAMPDORIA-ATALANTA: la Samp vola, e sta macinando risultati e punti. L'Atalanta ha segnato solo al Cagliari nelle prime 5 partite. Okaka cercherà il gol per incuriosire Conte, Sportiello è pronto a farsi notare nuovamente. Possibili outsider Eder e Boakye. 1 (1,95).
UDINESE-CESENA: l'Udinese è solida, sa come e cosa fare, il Cesena lotta e in attacco è leggerino. Strama ha la coppia Thereau-Kone in gran forma, Bisoli si coprirà e chiederà a Marilungo e Brienza il miracolo. 1 (1,55).
JUVENTUS-ROMA: il big match della stagione. Niente turnover: in campo i migliori. Una vittoria sarebbe fondamentale per entrambe, specie a livello psicologico. La Juve vince in casa da 21 partite. Potrebbe uscire un pareggio con poche reti. Ed emergeranno Buffon e Chiellini da una parte, Manolas e Nainggolan dall'altra. X (3,50).
FIORENTINA-INTER: bella gatta da pelare questa partita sia per Montella che per Mazzarri, una sconfitta potrebbe surriscaldare i rispettivi ambienti. E consegnarci una gara contratta. Cuadrado tornerà ad essere decisivo? Nell'attesa schieratelo titolare. Vidic sarà in versione top o flop? Meglio puntare su D'Ambrosio e Icardi. UNDER (1,73).
NAPOLI-TORINO: strana giornata questa, che fa incontrare le due reduci di Champions tra loro, così come le quattro reduci dall'Europa League. Qui il Napoli dovrebbe confermare le ultime due vittorie, puntate su Higuain e Callejon, nel Toro segna solo Quagliarella, per la legge dei grandi numeri, schierate El Kaddouri. 1 (1,55).

F1 DIARY - 15, SUZUKA, QUALIFICHE

Immagine tratta da formula1.com
Il tifone Phanfone si scatena 24 ore prima del previsto in Giappone. Tifone mediatico: tutti in attesa della mossa della Ferrari, di Alonso, di Vettel, e il comunicato lo fa la Red Bull.
Forse indispettita da tutti questi rumors, le lattine decidono di prendere tutti in contropiede e sparigliano le carte: ciao ciao ai 4 Mondiali di Ditino Seb e benvenuto a Dani Kvyat. Line-up piloti del 2015 Ricciardo-Kvyat, coppia che dà un senso al programma giovani della Red Bull. I due avranno nome simile (Daniel e Dani) e parlano entrambi italiano. Strana cosa.
Quindi Vettel cambia. Ma non può dire dove andrà, anche se fatica a trattenere i sorrisi quando gli si parla della Ferrari. Che è il suo sogno da quando, ancora bimbo, girava sulla pista di Kerpen del suo idolo, Michael Schumacher. Che gli avrà spiegato due o tre cosine sul significato di vincere con la Ferrari, rispetto al vincere altrove. 
Andrà a sostituire Nando, il cui amore con la Rossa è in crisi da un biennio pieno. Le ragioni della crisi non sono tanto le questioni di pista, ma piuttosto l'ingombrante presenza di due primedonne. Una è la Ferrari e l'altra è proprio il pilota asturiano. La macchina più sognata dai piloti, con più tifosi al mondo, e uno dei migliori driver del mondo che non vanno d'accordo. Strana cosa.
E Alonso fa quasi tenerezza quando dichiara che sarà lui a poter decidere il suo futuro, e scegliere il come, il dove e il quando. Tutto questo per il suo grande lavoro compiuto in F1. Si, ok. Ma sa di quelli che gli dai la pacca sulla spalla e gli dici: "Si, va bene, è come dici tu". 
Non è che abbia tutta queste possibilità di scegliere dove andare, la Red Bull gli ha risposto picche, e parimenti la Mercedes. La Ferrari l'ha scaricato. Rimane la McLaren, Le Mans o il divano. Non è che sia una scelta tra caviale e tartufo. Se è il migliore pilota sulla scena, come sostengono in molti, com'è che solo la McLaren lo vuole? Strana cosa.
E poi, ha lasciato la Renault a fine 2006 dopo aver annunciato già a inizio stagione di aver firmato per la McLaren, quindi va in McLaren, trova Hamilton e svela la Spy Story inguaiando il team (azzerati punti nei costruttori e 100 milioni di dollari di multa), e fugge ancora in Renault dalla porta di servizio. Qui nel 2008 si trova inconsapevolmente in mezzo al caso Singapore che costa la radiazione a Briatore e Symonds. Nel 2009 firma con la Ferrari, con il munifico sponsor Santander che si accolla la penale per rescindere il contratto di Raikkonen, pur di vestirlo di rosso. E cinque anni dopo, anche la Ferrari lo lascia a piedi. Qualche frasetta di troppo qua e là. Poco uomo squadra, lo "scemi/geni" via radio e il desiderio di una Red Bull come regalo di compleanno, gli apici negativi del rapporto. Mondiali vinti zero. Da otto anni Alonso insegue l'iride, che gli sfugge sistematicamente. E da otto anni, dove va, accadono casini, liti e scandali. Strana cosa.
Nando poi non manca di definire alla sua altezza solamente Hamilton, snobbando Vettel, che considera un quadricampione solo per meriti della macchina. E a Maranello lo rimpiazzano proprio con lui. Altra strana cosa.
Ah, ma c'è anche un Gp. Qualifiche inutili, domani il tifone vero spazzerà tutto e tutti. Quindi la griglia sarà una situazione momentanea in attesa delle Safety Car. Le Mercedes volerebbero anche sulla neve, ma occhio sotto l'acqua a Ricciardo e Seb.

giovedì 2 ottobre 2014

IL DIFETTO DELL'ESPERIENZA

Immagine tratta da canalejuve.it e modificata su befunky.com
La Juventus ha pensato troppo, la Roma ha giocato. 
E' qui la differenza tra la sconfitta bianconera in casa dell'Atletico Madrid e il brillante pareggio esterno giallorosso con il Manchester City. La squadra di Allegri ha tenuto palla, in modo ridondante e con scopi prettamente difensivi. Come svelato dal mister livornese, è stata una mossa studiata per tenere lontani gli avversari e controllare meglio le loro ripartenze. La Roma ha cercato di proporre in Europa il proprio gioco, il proprio marchio di fabbrica.
La Juventus è stata impaurita, la Roma è stata sfrontata.
Un possesso della sfera del 61% ha prodotto zero tiri in porta, e si è costruita la partita sul timore della forza degli avversari. Così la Vecchia Signora ha snaturato un po' il suo essere dominante che caratterizza il suo triennale monologo in Italia. Stavolta era lei ad aver paura, e non gli avversari, come normalmente succede. La Roma, ritrovatasi in svantaggio dopo soli 4', ha macinato le sue classiche giocate, accettando, seppur in trasferta di mostrarsi a viso aperto.
La Juventus ha basato il suo gioco sugli altri, la Roma su se stessa.
L'Atletico Madrid campione della Liga e vicecampione della Champions è una squadra difficile da affrontare, scorbutica, fallosa, indemoniata. E la Juve ha pensato prima a limitare i pregi degli avversari piuttosto che a esaltare i propri. La Roma invece ha giocato come sa, nel tipico stile che le ha insegnato Garcia. E con la forza dei suoi schemi è andata a sorprendere un Manchester City che è apparso spesso in apprensione.
La Juve in Europa è stata troppo "italiana", la Roma più "europea".
Ha ragione Arrigo Sacchi quando fa notare ad Allegri come la Juventus sembrava esser entrata in campo per il pari. E la risposta di Max non è stata convincente, ammettendo di fatto di aver preparato la gara sul miglior modo di contenere i colchoneros. Non è abituata la Juve a scendere in campo per limitare gli altri, alla vecchia maniera "italiana", e si è visto. 0 tiri in porta e ha perso. La Roma, di contro, quando si trova di fronte una squadra che prova a giocarsi la partita e non a chiudersi in area a riccio, mostra ancor di più il suo bel calcio. E Gervinho diventa devastante. L'eterno Totti può inventare più liberamente, e Pjanic può creare gioco senza marcature soffocanti. In Europa, Atletico Madrid a parte, tutti giocano a viso aperto. Per questo la Roma in queste due partite del girone è apparsa scintillante. Come e più che in campionato.
E forse la Juve (e anche Allegri) ha avuto il limite dell'esperienza, di averne avute troppe deludenti in Europa negli ultimi anni, e la Roma il vantaggio dell'inesperienza, del non aver nulla da perdere. Anche da qui si può partire per spiegare il diverso atteggiamento delle due uniche big italiane nell'Europa che conta.