lunedì 29 settembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /5

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- Copertina per Zdenek Zeman. Vincere per 4-1 a San Siro contro l'Inter, guidando il Cagliari, non è impresa da tutti i giorni. Nel momento più inaspettato, gli undici rossoblù riescono a mettere in pratica i dettami tattici del boemo, e frantumano un'Inter ai minimi termini. Ciò che ha colpito di più è stato l'harakiri totale di Mazzarri dopo l'espulsione di Nagatomo sull'1-1. La squadra si è smarrita, la difesa a 4 d'emergenza è stata tagliata con un grissino da Ibarbo, Ekdal e Sau. Tatticamente sembrava uno scontro tra un Maestro e un allievo alle prime armi.
- Udinese e Samp viaggiano in terza e quarta posizione. Bella la partita di Udine, combattuta quella di Marassi. E sono sempre Strama e Miha a sorridere. Sugli scudi l'eterno Di Natale, già capocannoniere del campionato. Degni di nota in casa doriana Okaka, centravanti parecchio cresciuto, e Soriano, raffinata mezzala.
- Attenzione al Parma, ma in negativo. Una vinta e quattro perse. Una difesa fragilissima, da 14 gol subiti, che si perde le marcature in area che è un piacere. Sembra quasi una squadra inglese. Senza Paletta, Cassani e Biabiany fuori causa, Parolo, Amauri e Schelotto ceduti, gli emiliani in questa stagione stanno faticando parecchio. Urge ricompattarsi e cominciare a macinare punti.
- Il Milan è uscito malconcio da questo trittico di gare in una settimana. Una sconfitta contro la Juve difendendosi a pieno regime, e due deludenti pareggi contro le neopromosse Empoli e Cesena. C'è molto da lavorare, sulla fase difensiva in primis. Il Milan da contropiede visto sino al big match contro la Juve è piaciuto, poi i dettami presidenziali l'hanno richiamato a un atteggiamento più offensivo, e qua sono emerse tutte le lacune anche a livello di costruzione della manovra. E gli avversari erano Empoli e Cesena. 
- Juve e Roma viaggiano a braccetto. Sicure e decise, in vista della gara che le vedrà contrapposte domenica alle 18. Sono chiaramente le due migliori squadre viste fino ad ora, anche considerando la paura che incutono agli avversari.
- AAA Fiorentina cercasi. Un pareggio a Torino con Babacar imbeccato da una delizia di Bernardeschi, ma lo spettacolo latita. Montella deve dare la scossa a questa squadra, soprattutto sul piano del gioco, marchio distintivo del tecnico campano. 

domenica 28 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /5

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Inter-Cagliari 1-4 (10'Sau, 18'Osvaldo, 29'Ekdal, 34'Ekdal, 44'Ekdal)
- E' Natale? Pasqua? Che è successo? E' una resurrezione zemaniana. Il Cagliari vince bene per 4-1 a San Siro con un primo tempo da favola: il pressing alto ha funzionato, i tocchi e i movimenti offensivi sono stati finalmente pericolosi ed utili, e si è tirato in porta. 4 gol e un rigore sbagliato. 
- I dati testimoniano la grande partita rossoblu: 54% di possesso palla, 16 tiri e 7 in porta. Cossu e Ibarbo hanno giocato da attaccanti di Zeman: poco possesso orizzontale, palla spesso lanciata in avanti, molteplici dai e vai appoggiandosi a terzini e centrocampisti. Il famoso avanti-dietro-avanti, le triangolazioni veloci tanto predicate dal tecnico sono state magicamente applicate, e sono arrivate azioni a grappoli. E Sau ha tirato e non ha passato la gara a sbattere contro i difensori avversari.
- La squadra è apparsa sfrontata, attenta, rabbiosa. Favorito da un'Inter ai minimi termini, il centrocampo formato da Dessena-Crisetig-Ekdal ha spadroneggiato. Grazie al fisico e al pressing, con lo svedese autore addirittura di una tripletta, cosa mai vista a queste latitudini (84 partite e 3 gol totali in rossoblu sinora). Il trio si è completato a vicenda, Dessena pressava a tuttocampo, Crisetig è stato il regista-metronomo, Ekdal l'incursore che assisteva le folate offensive.
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- Balzano ha giocato benissimo. E' molto efficace nella fase difensiva quanto ficcante e utile allo sviluppo del gioco in quella offensiva. Da tempo mancava un terzino così. Non c'è paragone con Pisano. 
- La sensazione è che alla prima azione d'attacco la squadra abbia preso fiducia, e da lì abbia cominciato a sciorinare un calcio mai visto sinora. E' stato chiaramente un fatto mentale, si è trovata sempre più convinzione man mano che ci si rendeva conto che le azioni provate in allenamento riuscivano a essere pericolosissime anche in partita.
- Ora calma e gesso. Zeman è abbastanza navigato per tenere tutti con i piedi per terra. I giocatori stessi sono piuttosto esperti per capire che bisogna dar seguito a questa prestazione, partendo da sabato prossimo a Verona, in casa dell'Hellas.
- Nota di chiusura per Rossettini, Avelar, Dessena, Ekdal, Ibarbo, Sau e Cossu, ovvero i 7/11 di oggi reduci dall'anno passato. Non è facile cambiare mentalità, dopo anni mediocri in mano a Ficcadenti, Lopez e Pulga, e farlo in casa dell'Inter è stata una grande impresa. E questo 1-4 passerà alla storia.

sabato 27 settembre 2014

PRONOSTICANDO LA 5A GIORNATA

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ROMA-VERONA: sfida tra due imbattute. La Roma è intenzionata ad arrivare alla sfida contro la Juventus a punteggio pieno. Il Verona si chiuderà in difesa, ma difficilmente riuscirà a opporsi. Partita per Destro e Ljajic, possibile sorpresa Paredes. Nei veronesi il baby Gollini e Ionita in ottima forma. 1 (1,35).
ATALANTA-JUVENTUS: in quattro partite la Juve non ha mai subito gol, e l'Atalanta ha segnato solamente al Cagliari. Questo dato spiana la strada per i bianconeri e la loro coppia gol Tevez-Morata. Nell'Atalanta continuerà a ben figurare Sportiello, il Papu Gomez potrebbe essere una spina nel fianco. UNDER (1,73).
SASSUOLO-NAPOLI: il Sassuolo ha il peggiore attacco della Serie A, ma la difesa del Napoli è capace di resuscitare anche le punte più asfittiche. Se non dovesse vincere in terra emiliana, Benitez sarebbe veramente a rischio esonero. Higuain, Callejon e Mertens da schierare, ma anche Zaza. 2 (1,85).
CESENA-MILAN: il Milan cambia modulo e spera di non soffrire contro un'altra neopromossa. Ma il Cesena rispetto all'Empoli è meno tecnico, e il divario con i 4 avanti del Milan sarà decisivo. Potrebbe arrivare qualche rete da angolo, occhio a Alex e Torres. Menez pronto a fare a fette la difesa romagnola. Se il Cesena regge sarà un gran Leali. 2 (1,65).
CHIEVO-EMPOLI: i clivensi hanno 2 sconfitte su 2 in casa, l'Empoli è sull'onda dell'entusiasmo dei complimenti post-Milan. Potrebbe uscire una partita con molte reti, l'Empoli è piuttosto offensivo. C'è da dar fiducia a Verdi e Tavano tra gli azzurri, ma Lopez e Paloschi scalpitano. 2 (3,25).
INTER-CAGLIARI: l'Inter sprizza fiducia da tutti i pori. Il Cagliari è su faccina triste, lacrimuccia e depressione imminente. E la sfinge Zeman è sempre più incompresa dai suoi. Che non segnano mai. Partita ideale per gli inserimenti sulla trequarti di Hernanes e Kovacic, e per Osvaldo; nei sardi qualche spunto da Ibarbo e stop. OVER (1,63).
TORINO-FIORENTINA: due tra i peggiori attacchi a confronto. Due squadre che tengono parecchio palla e giocano orizzontale. Sarà una partita lenta e sonnecchiante? El Kaddouri possibile man of the match per i granata, e il solito Cuadrado (che si ritroverà a breve) e Babacar tra i viola. UNDER (1,63).
GENOA-SAMPDORIA: due squadre in gran forma che veleggiano alte in classifica. La Samp gioca meglio del Genoa, ma nel derby può uscire qualunque risultato. Sarà una bella partita, dove Gasp e Miha chiederanno ai loro uomini di fare un gol in più, piuttosto che difendersi. Ispirano Antonelli e Pinilla tra i grifoni e Okaka e Eder tra i blucerchiati. GOAL (1,87).
UDINESE-PARMA: la sorpresa dell'avvio di stagione contro la sorpresa di quella passata. L'Udinese ha preso gol solo contro la Juve, e in casa ha 2 vinte su 2. Occhio a Di Natale dopo il turno di riposo e a Kone, nei parmigiani si potrebbe confermare il giovane Mauri e il vecchietto Cassano. 1 (2,20).
PALERMO-LAZIO: entrambe le squadre ferme a 3, entrambe le squadre hanno sinora raccolto meno di quanto seminato. Diventa una gara delicata, la Lazio è lenta, e i rosanero potrebbero approfittarne con il trio terribile Vazquez-Dybala-Belotti, nei biancocelesti speranze su Mauri e sulla prima rete di Djordjevic. 1 (3,00).

giovedì 25 settembre 2014

LA CRITICA DEL VENERDI' /4

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- E ci eravamo dimenticati di Vidal, arrivato a 30 gol in Serie A in 99 presenze. La sua doppietta stende il Cesena e si riprende la scena. Ancora immacolata la voce reti subite, la Juventus viaggia spedita in testa, affiancata dalla Roma, corsara a Parma. Le terze (Inter, Samp e Verona) hanno già 4 punti di ritardo in 4 partite. Sembra già evidente la direzione che sta prendendo il Campionato per quanto riguarda la testa.
- Affoga il Napoli, incapace di condurre in porto una vittoria per 2-0 in casa contro il Palermo dopo 11 minuti. Benitez ha solo 4 punti, e in casa non ha ancora vinto. Il futuro si fa nebbioso, e i chiacchiericci su Mancini cominciano a farsi sempre più insistenti. Come il silenzio di DeLaurentiis un flop dopo l'altro.
- Che bello l'Empoli del primo tempo contro il Milan. Un calcio verticale, con difesa alta, coraggioso e propositivo. Due reti al Diavolo, originate da calcio piazzato, ma almeno altre 2-3 chiare occasioni da rete. Nel secondo tempo ha pagato inesperienza e tenuta atletica, ma il laboratorio Sarri, nonostante i 2 punti in graduatoria, ha buone chance di diventare una bella realtà di questa Serie A. Gioca bene anche il Palermo, che come l'Empoli ancora non vince una gara. Giocano bene e non vincono, bel problema.
- Mihajlovic e Mandorlini stanno ricalcando l'ottima stagione passata. Nonostante un ampio turnover la Samp affonda il Chievo giocando pure bene, segno che il mister tiene tutti sulla corda. E l'Hellas rimonta 2 gol al Genoa, restando imbattuta e recuperando una gara che si era fatta difficile.
- Chapeau per l'Udinese di Strama. Che sbanca l'Olimpico sponda laziale e fa 3 vittorie e 3 gare a porta imbattuta su 4 (l'unico match perso contro la Juve). Il tecnico non ha una rosa di primissimo piano e non è nuovo a partenze sprint. Resta da vedere la tenuta. Piccola nota di biasimo i 65' con undici stranieri in campo.
- La Fiorentina si sta afflosciando sui propri difetti. Ok le assenza di Rossi e Gomez (ormai croniche), ma il 73% di possesso palla contro il Sassuolo si traduce in 18 tiri, di cui però solo 2 nello specchio della porta. Forse un calcio più frizzante e verticale, a dispetto di uno compassato e di possesso, potrebbe rivitalizzare i Viola nel loro lento avvio di stagione (1 rete realizzata su 4 match).
- Zeman è ultimo. Meritatamente. Due dati: il Cagliari ha segnato solo una volta su azione (Sau a Sassuolo, perchè quello di ieri è un gol regalato da Padelli), mentre Sassuolo, Atalanta e Torino in 4 gare di campionato, hanno segnato solamente contro i sardi. Sintomo evidente che sta girando male. La mentalità e il calcio del boemo, veloce e di aggressione degli spazi, mal si adatta agli imborghesiti reduci rossoblu delle passate stagioni. Che si ostinano a toccare la palla mille volte, senza verticalizzare e lanciare negli spazi. Se la squadra e il boemo non si capiscono per nulla, sarà ancora più difficile capirsi dopo una lunga serie di sconfitte. Che continuerà.

mercoledì 24 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL GIOVEDI' /4

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Cagliari-Torino 1-2 (11'Cossu, 21'Glik, 29'Quagliarella)
- E ora siamo ultimi. Tre sconfitte consecutive e meritato ultimo posto in classifica in solitaria. E ora ci aspettano due trasferte, prima contro l'Inter di Mazzarri ancora imbattuta e che ha subito solo un gol sinora, e poi a Verona a far visita all'Hellas, che parimenti registra un bello 0 alla voce sconfitte. L'orizzonte è fosco.
- Non ci siamo totalmente. Non ci sono progressi. E in più la coperta è corta. Sull'1-2, dopo i sacrosanti cambi di Crisetig e Balzano in luogo di Joao Pedro e Pisano, Zeman non ha fatto più entrare nessuno. Nonostante negli ultimi 10-15 minuti la squadra fosse sulle gambe. Segnale che non c'è poi troppa fiducia in chi è rimasto seduto in panchina. Quella panchina che, scorrendo i nomi, mette tanta tristezza quanto il gioco messo in mostra sinora. Longo, Farias, Caio Rangel, Capello, Donsah, Dessena, Murru, Capuano e Benedetti non sono meglio di quelli andati in campo. E probabilmente se ne rende conto anche il boemo.
- Il gol di Cossu è di Padelli, che gli ha regalato il pallone. Ergo, su quattro partite, l'unica rete su azione è quella dell'esordio contro il Sassuolo. Nelle tre gare seguenti, c'è stato solo un rigore e questa rete "regalata", entrambe griffate Cossu. Non si segna. E' da scrivere a caratteri cubitali. E non segnare con Zeman in panca è strano, preoccupante, devastante. Anche perchè i "soliti" gol li subisci: oggi su angolo e punizione. E quindi devi fare un gol in più degli altri. Ma se non li fai, sono guai. Amari.
- Troppi tocchi: la palla non corre. Cossu, Ibarbo, Ekdal, Joao Pedro portano troppo la palla, perdendo tempi di gioco per lo scarico sui terzini accorrenti. Tre, quattro tocchi che fanno scattare e fermare i terzini in continuazione, non trovando mai il tempo giusto per inserirsi. Il centrocampo non recupera palla. Mai. Da quattro gare.
- Sau dov'è finito? Che fine ha fatto quel bel giocatore di due stagioni fa? Perchè proprio con il suo mentore Zeman non riesce a fare più nulla? Sbaglia i controlli di palla, i movimenti, non tira mai, sbatte contro i giganti avversari. E' involuto in maniera clamorosa. 
- Le scelte di Pisano e Joao Pedro sono state autolesioniste. Già nelle gare passate si era intuito che i due fossero tra quelli meno a loro agio con i nuovi schemi, e oggi abbiamo avuto la conferma. Il terzino sardo in difesa viene facilmente saltato, e in attacco è nullo: fa poco e lo fa sbagliando tutto ciò che può sbagliare. Joao Pedro va a velocità ridotta, portando palla in orizzontale, cercando inutili ricami che gli fanno perdere la sfera. E non si inserisce mai. I sostituti Balzano e Crisetig non fanno niente di straordinario, ma almeno non hanno regalato palla agli avversari.
- Si scricchiola forte. C'è la sensazione che la squadra abbia grossi limiti. Di interpreti e di mentalità. Perchè la squadra non capisce o non applica ciò che Zeman chiede? Ora è una crisalide accartocciata, ci sarà voglia e pazienza di trasformarla in una farfalla?

martedì 23 settembre 2014

PRONOSTICANDO LA 4A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
EMPOLI-MILAN: si prospetta una bella gara al Castellani. L'Empoli è sfrontato, e cerca di fare la partita, anche se sinora con Udinese, Roma e Cesena non si è vinto. Il Milan dovrà decidere se giocare in ripartenza o provare a comandare il gioco. Giocatori da tener d'occhio: Tavano tra gli azzurri, Poli e Torres tra i milanisti. 2 (1,85).
CAGLIARI-TORINO: due squadre sull'orlo della crisi. Il Cagliari sarà quello propositivo dell'Atalanta o quello abulico di Sassuolo e Roma? Al Torino manca solo il gol per sbloccarsi.Da notare come gli unici gol di Atalanta e Sassuolo in campionato, sono arrivati proprio contro i sardi. Ibarbo e Cossu potrebbero essere determinanti, nel Toro El Kaddouri e Larrondo. 1 (2,45).
FIORENTINA-SASSUOLO: nella crisi nuove opportunità, così si dice. Rossi e Gomez k.o., la buona stella non è di viola vestita. Ma potrebbero esplodere Bernardeschi e Babacar, e il Sassuolo potrebbe essere un buon test iniziale. Partita ideale per Cuadrado e per lo stesso Babacar nella Fiorentina, nel Sassuolo occhio a Taider e Sansone. 1 (1,45).
VERONA-GENOA: gli scaligeri hanno iniziato il campionato alla grande, il Genoa è stato un bel po' fortunato con Fiorentina e Lazio. Due squadre che non giocano però ancora ai loro livelli, potrebbe uscirne un pareggio. Gara per Toni-gol e per una capocciata da angolo di DiMaio. X (3,30).
INTER-ATALANTA: Mazzarri dovrà riequilibrare la media inglese, continuando a vincere in casa, dopo i pareggi esterni. Colantuono presenterà la solita Atalanta pragmatica e attenta. Difficilmente vedremo molti gol. Da schierare Osvaldo e Icardi da una parte, in odore di rigore, e Biava dall'altra, in caso che il fortino bergamasco riesca a tenere. UNDER (2,00).
JUVENTUS-CESENA: il 30 luglio in amichevole finì 0-0, e i cesenati firmerebbero in massa per bissare quel risultato. Si prevede un andamiento lento condito da possesso palla, risultato presto in ghiaccio e gestione delle energie nella ripresa. Pogba e Llorente attesi sotto rete, e nel Cesena, beh, se proprio siete costretti, Brienza. 1 (1,12).
NAPOLI-PALERMO: non si può perdere per sempre. A meno che Benitez continui con scelte di turnover francamente autolesioniste. Sulla carta, non dovrebbe esserci storia. Higuain e Mertens dovrebbero mettere a ferro e fuoco i siciliani, ma occhio a Vazquez e Dybala, tra le sorprese più liete di questo avvio di stagione. 1 (1,40).
PARMA-ROMA: il Parma è reduce dalla prima vittoria stagionale a Chievo, la Roma ha la porta ancora imbattuta e ruota i giocatori senza risentirne nel gioco e nei risultati. Nei padroni di casa occhio ai piedi buoni di Lodi e Cassano, nei giallorossi c'è Totti che buca il Parma spesso e volentieri, e Gervinho che, come Menez due gare fa, potrebbe far ammattire la difesa ducale. 2 (2,00).
SAMPDORIA-CHIEVO: Mihajlovic vuole sempre di più dei suoi, che raramente falliscono in casa. Il Chievo ha fornito prestazioni altalenanti sinora. Nonostante l'ampio turnover annunciato, puntiamo sui padroni di casa. Tra i marcatori possibili new entry: Bergessio e Sansone tra i blucerchiati, Schelotto o Birsa tra i clivensi. 1 (1,95).
LAZIO-UDINESE: un po' sfortunata la Lazio in queste giornate. L'Udinese potrebbe avere la pancia piena dopo la vittoria contro il Napoli. Si attendono i gol di Klose e Keita, ancora latitanti. In casa friulana, Muriel e Thereau potrebbero approfittare di qualche contropiede e delle assenze di Basta, DeVrij,Gentiletti e Radu (la difesa titolare) tra i padroni di casa. GOAL (1,75).

lunedì 22 settembre 2014

LA CRITICA DEL LUNEDI' /3

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- La copertina va al Verona, un Hellas di lotta di sofferenza, che dopo 3 gare è terzo in solitudine. Non fa le bollicine come la passata stagione, ma si difende in maniera veramente efficace, sfruttando tutta l'esperienza e la leadership di Rafa Marquez. La squadra non si è imbolsita, e dà battaglia su ogni pallone sprizzando umiltà da tutti i pori, nonostante un 2013/14 esaltante. E' anche matura nell'approfittare di una "Padellata" e di un rigore sbagliato dal Toro. Bravo Mandorlini, che a Verona ha trovato la sua dimensione.
- Juve e Roma viaggiano a braccetto, 9 punti, 0 gol subiti. Continuando la saga del "primo, non prenderle". Incontrano un Milan e un Cagliari ugualmente intimoriti psicologicamente dalla forza degli avversari. Quest'anno va così in Campionato. Gli avversari hanno paura, e bianconeri e giallorossi vanno sul velluto. La Roma sta vincendo anche con il turnover, la Juve pare un gradino più autoritaria e consapevole rispetto all'era Conte. Pare questo il merito di Allegri: la Vecchia Signora quest'anno sa di essere forte, e non ha bisogno di dimostrarlo correndo impazzita al 110%. Gestisce, subisce meno, si diverte. E tutto senza Pirlo, Barzagli e Vidal.
- Capitolo Milan. Pippo Inzaghi è uno che in carriera ha sempre vissuto per il gol, per segnare. Ma il suo Diavolo è senza punte, gioca con un tridente mascherato (El Shaarawy-Menez-Honda) e contro la Juve si è difeso senza pudore a tutto spiano. Nel suo Milan lui non avrebbe trovato spazio. E avrebbe detestato un tecnico così "difensivista". Come mai questa metamorfosi da tecnico? Ok la coscienza dei propri limiti e il voler giocare in contropiede, ma contro i rossoneri sembravano una squadra che si difendeva senza alcun piano a breve termine. Mal congegnate le ripartenze, si soffre moltissimo il centrocampo muscolare e poco creativo. Servirebbe un piede educato per lanciare le tre frecce offensive. Ora Pippo non deve perdere la bussola, nè farsi prendere dall'ansia. E continuare a costruire, e a crescere lui stesso, per osare ogni partita un po' di più.
- L'Inter in trasferta non vince. Pari a Torino e pari a Palermo. Le prime due fanno un Campionato a parte, quindi l'Inter è in media punti perfetta per il terzo posto. Niente allarmismi. Probabilmente si è risentito delle fatiche europee di giovedì, specie in alcuni uomini (Icardi e D'Ambrosio in primis). Nei nerazzurri è esploso Kovacic, per la gioia dell'ego di Mazzarri, ma allo stesso tempo Hernanes sembra vivere la parabola implosiva di Guarin. Il brasiliano, come il colombiano, è atteso partita dopo partita, e si sta dimostrando uno che "potrebbe, ma...". Peccato, perchè nelle prime stagioni italiane sembrava un giocatore veramente bravo. Ma si sa, i brasiliani all'improvviso diventano svogliati.  
- Benitez ricorda Tafazzi, l'autolesionista protagonista di Mai dire Gol di qualche anno fa. Il turnover non ha mai funzionato da quando siede sulla panchina del Napoli. Ieri presenta un terzetto dietro Higuain francamente impresentabile: Zuniga (fuori ruolo), Michu (un fantasma) e Insigne. 2 sconfitte con Chievo e Udinese su 3 gare. E capolinea in vista.
- Ventura e Zeman sono i decani della Serie A (66 e 67 anni) e viaggiano insieme sul fondo della classifica. In attesa di Cagliari-Torino di mercoledì. Potrebbe essere già un primo crocevia stagionale. Il problema è il gol: per il Toro sono 0 su 3 partite, con 2 rigori sbagliati e uno 0-0 in Europa League; per il Cagliari 1 rete su azione in 3 gare. I due predicano calma, ma a Torino già si sentono i primi fischi, e a Cagliari il boemo sta constatando che "i giocatori non lo capiscono". In bocca al lupo!

domenica 21 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /3

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Roma-Cagliari 2-0 (10'Destro, 12'Florenzi)
- Non è tanto la sconfitta, ma è il concetto. L'allenatore ha chiesto al Cagliari di andare e giocarsi la partita, anche di perderla e prender schiaffi, ma di giocarla. La squadra è entrata in campo e si è fatta piccola piccola, timorosa e rannicchiata. Quasi come se un destino incombesse su di lei, che fosse tutto già scritto. Non ci siamo.
- E il problema sollevato da Zeman nelle interviste, quello del "non capirsi" è piuttosto grosso. Significa che la squadra non recepisce le idee del tecnico. E l'unico gol su azione su tre partite è un bel campanello d'allarme. Se lo zoccolo duro non entra nell'ottica di idee che si deve attaccare sfrontatamente, qua saranno guai.
- In campo non si salva nessuno. Anche perchè dopo l'uno-due iniziale la Roma non ha infierito, si è riposata e ha controllato i piccoli rossoblu. E' diventata poco più di un'amichevole. E questo è triste. 
- Un tiro in porta. Venuto da Longo, forse il più sfrontato, anzi, l'unico sfrontato, dei cagliaritani. Ma vari ectoplasmi in campo. Pisano sbaglia il solito fuorigioco e si prende gol, come da anni gli accade. Rossettini non la guida la difesa, non decide se farla salire o andare indietro, e gli altri nell'indecisione vanno a nozze, come ha già fatto l'Atalanta. Ekdal vaga. Sau si nasconde. Dessena è fuori forma. Joao Pedro e Farias sono oggetti misteriosi. Il quadro è allarmante.
- Ci vuole tempo e va bene. Ma bisogna provarci. E' la mentalità il problema. E' un Cagliari schierato da Zeman, ma con la mentalità dei vari Arrigoni, Ficcadenti, Lopez, Pulga ed esperimenti vari. Con il Sassuolo ci si accontenta dell' 1-1 perchè si è in trasferta. Con l'Atalanta si fa i leoni e si attacca perchè si gioca in casa. A Roma si sa già che si perde, quindi si parte già ad handicap. Non va bene. E l'equilibrio diventa difficile da trovare. Non si può lasciare fuori tout-court la vecchia guardia, si creerebbe una frattura insanabile. Ma Zeman il meglio l'ha sempre dato con una squadra totalmente nuova. Cambiare la mentalità è dura, durissima. Quanto tempo ci vorrà? Mercoledì arriva al Sant'Elia il Torino, poi si va a San Siro dall'Inter. E intanto si è ultimi. Se si rema tutti dalla stessa parte essere ultimi alla 3a giornata è una barzelletta. Se più di uno non è convinto, la strada è in salita. Ripida, ripidissima.

F1 DIARY - 14, SINGAPORE, GARA

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Hamilton 25, Rosberg 0. E Lewis vola a +3 su Nico. 
E' solo l'affidabilità il tallone d'Achille di queste super Mercedes. Rosberg non riesce a partire, ha l'elettronica in panne. Cambia tre volanti, ma niente. Macchina che fa le bizze e mesto ritiro. Hamilton passeggia in pista, permettendosi anche il rischio di tenere le super soft dietro la Safety Car e facendo una sosta in più degli avversari.
Lo spettacolo promesso dalle serrate qualifiche svanisce. Sbadigli. Poche emozioni date dalla tattica. 
E trenini. Solo trenini. 
Con la Ferrari che nel 2014 nei trenini è sempre l'ultima della fila. Manca di trazione in uscita di curva e di velocità in rettilineo. Non si riesce a fare un sorpasso manco a pagarlo.
Chiedere ad Alonso, che chiude 4°, costretto ad accodarsi sia a Ricciardo (3°) con problemi al motore che a Vettel (2°) in crisi di gomme.
E chiedere a Raikkonen, che termina 8°, dopo una gara negli scarichi di Massa prima e di Bottas poi, grazie alla strategia modello kamikaze ideata dal muretto box che ha vanificato il 5° posto dopo la prima curva.
La Rossa ha anche un buon ritmo, tutto sommato, in queste ultime gare (Monza a parte). Ma riuscire a sopravanzare le Red Bull o le Williams senza defaillances di queste ultime non si riesce.
Ed è anche umiliante. Perchè Nando e Kimi fanno pure la figura di quelli scarsi, che non ci provano e che si accodano come taxisti alla stazione. 
La colpa non è loro.
E se l'anno prossimo la Mercedes, come si sussurra, avrà altri 50-60 cavalli in più nel motore, il futuro si preannuncia già da ora grigio, grigissimo.
Aggiungendo poi che probabilmente i top team schiereranno 3 vetture ciascuno, e chi lo vedrà più il podio?
Singapore è affascinante perchè in notturna, perchè si suda, perchè i fuochi d'artificio alla fine. Ma non è un circuito. Chi è più lento di 2/3 secondi riesce a tenersi dietro gli altri. Questo non è spettacolo. E' ostruzionismo puro.
Vabbè, comunque Hamilton è il nuovo leader di questa sinfonia Mercedes. Dopo il fattaccio ungherese, magicamente la sorte gli sta sorridendo. E magicamente Nico ha problemi di ogni sorta. Forse quell'episodio è stato realmente lo spartiacque stagionale. Rosberg ha capito chi comanda in Mercedes. E la classifica glielo sta spiegando.

sabato 20 settembre 2014

F1 DIARY - 14, SINGAPORE, QUALIFICHE

Immagine tratta da fia.com
Ma sì, le più belle qualifiche dell'anno! Tutti vicinissimi, tre sessioni in cui Red Bull, Williams e Ferrari si sono illuse di poter defenestrare finalmente le Mercedes.
E invece no. Alla fine la griglia è sempre quella. La solita solfa.
Due Mercedes, due Red Bull, Ferrari e Williams a mischiarsi. 
Alla fine è sempre la casa di Stoccarda a portarsi a casa la prima fila. Stavolta è Hamilton a beffare Rosberg per 7 millesimi. "Damn it!" (trad. "Dannazione!") sbotta Nico via radio appena saputo di essere stato beffato. 
Soliti sorrisetti e strettine di mano di cartone a fine prove. Domani botte vere, sin dalla prima curva. Rosberg non correrà da ragioniere, e se ci sarà la possibilità, renderà la vita dura a Lewis. 
Però gli altri ci sono. Il fenomeno Ricciardo è 3° a meno di due decimi e dichiara di voler puntare al bersaglio grosso. Ha un gran ritmo gara, è da tenere sott'occhio, perchè è uno che sa gestire bene le gomme. Poi quel sorriso con i riflettori splende che manco la pubblicità del dentifricio.
Il duo Vettel-Alonso è 4° e 5°, vicini vicini, come vorrebbero le voci di mercato che tanto fanno infuriare lo spagnolo. Tanto da sgridare pubblicamente la stampa italiana. Pare sceso dalle nuvole, sei alla Ferrari baby, la pressione fa parte del gioco! Nando vuole puntare al podio. Ma se non fa mirabilie al via, sarà tosta: superare chi sta davanti è un dramma da inizio anno per la Rossa, pure attivando il Drs. Anche perchè la Red Bull può mettere le ali e la Mercedes i cavalli.
Ferrari che aveva anche un Raikkonen in palla, in pallissima, per tutte le qualifiche. Kimi e Nando finalmente separati da un soffio, come nel progetto iniziale di Domenicali: 204 millesimi per il finlandese nella Q1, 31 per lo spagnolo in Q2, e meno di un decimo anche nel primo tentativo della Q3. Poi il motore di Raikkonen ha fatto le bizze e addio secondo run. Sarà 7°, con la magra consolazione della partenza dal lato pulito della pista. Ma per la prima volta è andato veramente bene anche nelle prove. "Tutte le volte che la macchina mi dà delle buone sensazioni, capitano dei problemi", il suo amaro commento. L'importante è che il pilota dimostri, come da qualche gara a questa parte, di aver trovato il feeling giusto con la macchina e il box. Che riesca a modificare in meglio gli assetti, e che stia vicino ai tempi di Alonso. Dimostrando di non essere bollito. 
Beh chi vince domani? Classica vittoria di Ricciardo, quello la sa lunga. Anzi, doppietta Red Bull con Vettel 2°. Con il sorrisone super di Ric che convincerà il tedesco a cambiare aria. E Alonso 3° davanti a Raikkonen. Per farlo stare tranquillo e rivendicare le sue vittorie di Pirro contro Kimi alle prime interviste possibili. Alè.

PRONOSTICANDO LA 3A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
CESENA-EMPOLI: direttamente dalla B dello scorso anno, ecco il match tra i romagnoli e i toscani. L'anno scorso in cadetteria uno 0-0 e un 1-0 casalingo dei cesenati. I padroni di casa tutti grinta e tattica, potrebbero rendere il Manuzzi un fortino. Marilungo e Tavano da tenere d'occhio. NO GOAL (1,80).
MILAN-JUVENTUS: il patron Berlusconi da buon portafortuna si è presentato nuovamente a Milanello. Basterà? Contropiede contro sicurezza da vittorie. Ma la difesa del Milan è bucherellata. Menez, Honda, Tevez in formissima. Occhio a Pogba. 2 (2,25).
CHIEVO-PARMA: il Parma sbanda, ha fuori Biabiany, Paletta e Cassani. In difesa fa acqua. Olezzo di crisi. Il Chievo può puntare al bersaglio grosso dopo la sorprendente vittoria di Napoli. Paloschi in odore di gol. 1 (2,70).
GENOA-LAZIO: i padroni di casa hanno avuto un inizio non semplice, contro Napoli e Fiorentina. I laziali sono reduci dalla vittoria contro il Cesena. Ma in casa il Genoa ha un gran gioco offensivo, e la Lazio da trasferta potrebbe patirlo oltremisura. Pinilla in rampa di lancio. 1 (2,80).
ROMA-CAGLIARI: partita a senso unico. Con una difesa alta e balbettante, affrontare la Roma di Garcia è un suicidio. Zeman si prepari a una sonora sconfitta. Outsider del gol Florenzi o Ljajic, ma anche Pjanic o nuovamente Nainggolan. 1 (1,30).
SASSUOLO-SAMPDORIA: la Samp di Mihajlovic e Okaka (in forma Nazionale) si sta confermando dopo l'ottima seconda parte della scorsa stagione. Il Sassuolo offensivo, in casa cercherà di farsi rispettare. N.Sansone e Eder, tra i due uno si sbloccherà! GOAL (1,73).
ATALANTA-FIORENTINA: in casa i bergamaschi sono stopacchiosi, la Viola cerca ancora il primo gol in campionato. Il pragmatismo di Colantuono di solito balbetta contro Montella. Con la Dea che tira poco in porta, fanta-occasione per Neto? UNDER (1,70).
UDINESE-NAPOLI: Strama contro Rafa. Potrebbe uscirne un match imprevedibile. L'Udinese pare però più provinciale e arroccata rispetto alle ultime stagioni. Puntiamo sulla rinascita partenopea, con super Mertens e il solito Callejon. 2 (2,25).
PALERMO-INTER: Iachini già traballa, nonostante due belle prestazioni contro Samp e Verona. Mazzarri ha la fiducia di tutti e viaggia con il vento in poppa. Ma il Barbera potrebbe essere indigesto come nel 2011 e nel 2013. Handanovic in odore di +1 di imbattibilità. UNDER (1,80).
TORINO-VERONA: si addensano le prime critiche sulla difficoltà di far gol del Toro. Il Verona è imbattuto, pur non giocando come l'anno passato. Ma i granata devono dar risposte e non rimanere impelagati nelle zone basse. Molinaro e Quagliarella da schierare. 1 (1,90).

giovedì 18 settembre 2014

L'ATTEGGIAMENTO DEGLI ALTRI

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Titoli festanti per l'Italia da Champions.
I nostri migliori prodotti calcistici da esportazione, il 3-5-2 della Juventus e il 4-3-3 della Roma, hanno furoreggiato contro Malmoe e Cska Mosca. 
Due belle vittorie, nette e parse addirittura facili, tanto semplici da consentire uno sguardo ottimistico sui prossimi impegni europei.
Finalmente il calcio italiano è tornato, si sussurra. 
Le nostre squadre sono forti, giocano bene, hanno l'atteggiamento giusto per questa Champions, aggiungono altri.
Beh, non avremo un gran livello medio, ma Juve e Roma hanno grandi giocatori, che in Europa sono tra i migliori, Tevez, Totti, Pirlo, Gervinho, sogghignano gli esperti.
La chiave di lettura del 2-0 bianconero e forse soprattutto del 5-1 giallorosso sta però negli avversari.
Non tanto nella loro forza, poichè era risaputo che non fossero tra le top del torneo (ma in anni passati si è toppato anche contro club meno blasonati, basti chiedere a Conte), quanto piuttosto nel loro atteggiamento.
Si faccia mente locale sulle ultime due gare di campionato di Juve e Roma, contro Udinese e Empoli. E si pensi a come il Malmoe e il Cska Mosca hanno affrontato le nostre squadre.
Udinese ed Empoli erano ad un passo dal catenaccio. Si entra in campo, ci si chiude, in 11 dietro la linea della palla, e si spera nella difesa "a muro" e in qualche sporadico contropiede condotto con 2-3 uomini non di più, per paura di scoprirsi.
Tutti dietro, densità a mille. Il che produce ritmi blandi e lunghi tratti di palleggio senza sbocco da parte delle big. 
In Europa no. Hai più spazio, le marcature sono meno serrate, e fioccano i colpi di tacco in area di Asamoah, le fughe a campo aperto di Gervinho.
In Champions le avversarie, essendo squadre abituate a vincere in patria, ti affrontano in maniera più "easy", più a viso aperto.
Permettono a Juve e Roma di giocare a ritmi più elevati, proprio in virtù del concetto del "giocarsi la partita". In Italia si parte sapendo già il canovaccio della gara, la squadra piccola si chiude, tutti a protezione della porta, e per segnare si fa una fatica incredibile. Il ritmo si rallenta, e il match spesso si fa soporifero. Tutto per evitare i 7-0 a San Siro del Sassuolo contro l'Inter o le celebri imbarcate della difesa di Zeman. Meglio catenaccio e magari si rimedia il punticino, che andare da "scavezzacollo" a cercare di giocarsela.
Non è tanto un problema di intensità o ritmo, quanto piuttosto dell'atteggiamento degli avversari. Ecco la chiave dei trionfi della prima giornata di Coppa.

martedì 16 settembre 2014

LA CRITICA DEL MARTEDI' /2

Immagine tratta da tuttocalcio24h.com e modificata su befunky.com
- Menez svetta nella 2a di campionato. In copertina va il suo gol di tacco, ma nella trasferta di Parma sciorina tutto il suo repertorio. Le domande sono due: 1) reggerà tutta la stagione, o vivrà di lampi come nel periodo romanista? 2) ma se questo Menez è lo stesso visto in Italia tra il 2008 e il 2011 e di colpo ci pare così forte, è merito della sua maturazione o della deriva tecnico-tattica della nostra Serie A?
- Primo non prenderle. In Italia va così. E non a caso Roma e Juve viaggiano a braccetto con 0 reti subite su due gare. E anche l'Inter è imbattuta e inviolata. Come ha notato Evra nel dopogara, rispetto alla sua esperienza inglese, in Italia si bada alla tattica a discapito dell'intensità. Roma e Juve spesso addormentano le partite una volta in vantaggio, sfruttando anche una sorta di soggezione psicologica che infondono sugli avversari. In Champions non potranno permettersi di giochicchiare senza piani a breve termine. Bisogna aumentare l'intensità. 
- Sempre relativamente alla diatriba tattica/intensità di gioco. Il modello deve essere l'Atletico Madrid. Aggressione e tattica perfetta. E come interpreti non sono richiesti fenomeni strapagati. Così si batte il Barcellona e il Real in campionato, si arriva in finale di Champions, e si batte di nuovo il Real sia in Supercoppa di Spagna che nella Liga al Bernabeu. Basta cambiare canale il sabato per notare come le partite di Premier e Liga si giochino a una velocità doppia rispetto alla nostra Serie A. Durante la Serie A puoi intavolare discorsi impegnativi, mandare sms o alzarti a prendere una birra, nelle partite degli altri campionati non puoi permettertelo. Dobbiamo lavorare sull'intensità, per essere competitivi in Europa. E l'Atletico dimostra che si può essere estremamente tattici correndo a 200 all'ora.
- Il Napoli sta per esplodere. Un'ondata di tiri rimbalza contro Bardi, e il Chievo compie l'impresa di giornata. E i malumori stanno venendo a galla, la tifoseria ha perso la pazienza, Benitez stesso pare non troppo convinto. Per lui tira un'aria stile Inter post-Mou, mercato insoddisfacente, primi risultati di stagione storti, e in più l'eliminazione dalla Champions. Giorni contati?
- Napoli, Fiorentina e Cagliari in casa tirano tanto in porta, ma non vincono. Partenopei e sardi perdono miseramente, la Viola impatta contro il Genoa. Fanno un figurone i tre portieri nostrani Bardi (Chievo), Perin (Genoa) e Sportiello (Atalanta). In gare del genere occorre analizzare a mente fredda e non fare drammi su sconfitte o pareggi. Sono le classiche gare che se giochi 10 volte così, 8 le vinci.
- Bene le milanesi. Per il Milan la prova del nove sarà la gara di sabato sera contro la Juve. I contropiedi pazzi con Honda, Menez e El Shaarawy (o Bonaventura) potranno creare imbarazzi ad Allegri? L'Inter deve mantenere equilibrio e continuità, Icardi-Osvaldo bella coppia, Kovacic sta sbocciando.
- Male male Parma e Toro, rivelazioni dell'anno passato. La squadra di Donadoni è lontana parente di quella della scorsa stagione: contro il Chievo domenica sarà importante non perdere ancora. Il gol subito da De Jong è abominevole. E così il Torino balbetta parecchio, messo completamente sotto dalla Samp. E da Okaka versione Caterpillar.

lunedì 15 settembre 2014

LA CRITICA ROSSOBLU DEL LUNEDI' /2

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su befunky.com
Cagliari-Atalanta 1-2 (4' Estigarribia, 67'Boakye, 85'Cossu rig.)
- In maniera opposta rispetto al pareggio contro il Sassuolo, qua si è giocato bene, ma si son raccolti zero punti. Polveri bagnate degli attaccanti, occasioni ce ne sono state, sfruttate malissimo.
- 19 tiri, 9 in porta e il 66% di possesso palla non sono valsi una rete su azione. Cossu e Farias han giocato benino, ma sia il sardo che il brasiliano in carriera son sempre stati poco prolifici e questa partita ha mostrato i loro limiti in fase di finalizzazione. 
- Ibarbo è l'arma in più della squadra. Entrato lui, l'Atalanta ha seriamente sbandato. Un rigore procurato, uno non concesso e accelerazioni e dribbling da estrarre dal cilindro all'improvviso. Il gioco d'attacco della squadra potrebbe sancire il suo salto di qualità.
- Se una critica dobbiamo muoverla a Zeman, la focalizziamo sul centrocampo nella ripresa. Dessena e Joao Pedro in luogo di Crisetig e Ekdal, hanno impoverito la manovra. Sanguinoso il pallone perso da Dessena per il momentaneo 0-2 di Boakye. Joao Pedro è parso più un tecnico giocoliere solista che un interprete di una squadra di calcio.
- Si è subito gol su 2 dei 3 tiri totali dell'Atalanta. Sulla prima rete è stato completamente errato il piazzamento: Estigarribia era solo sul secondo palo, e così Denis sul dischetto del rigore. Sul raddoppio, una volta persa palla, Dessena poteva fare il classico falletto tattico, oppure i difensori non rinculare impauriti consentendo il tiro a Boakye.
- Capitolo terzini. Balzano ha fatto un passo indietro, ha fatto bene la fase difensiva, non altrettanto quella offensiva. Avelar invece è andato bene, sfiorando anche la rete nel primo tempo su scarico di Ekdal.
- Cossu. Il sardo ha finalmente segnato dopo 32 mesi. Ha giocato bene, finte, dribbling e possesso palla. Però andiamo controcorrente. Un esterno di Zeman non gioca così. I ricami di Cossu han finito per rallentare l'azione d'attacco, ha giocato più come un trequartista largo, lanciando gli altri, quando dovrebbe essere lui ad essere lanciato. Così facendo gira troppo al largo dall'area di rigore.
- Obiettivi per Roma (domenica alle 15 Roma-Cagliari): cercare di registrare la difesa, perchè i campioni giallorossi con i buchi visti sinora andranno a nozze; provare il trio d'attacco inserendo Ibarbo; e magari pensare a dare più peso all'azione offensiva inserendo Longo nelle partite a venire. Con Sau a sinistra, Longo centrale e Ibarbo a destra.

sabato 13 settembre 2014

PRONOSTICANDO LA 2A GIORNATA

Immagine tratta da snai.it
EMPOLI-ROMA: i toscani per riscattare le ingenuità di Udine, la Roma per confermarsi dopo il brillante esordio. A favore degli azzurri di casa potrebbe esserci il turnover dei giallorossi in vista Champions, ma non facciamoci troppe illusioni. Destro vorrà festeggiare il matrimonio con il gol. 2 (1,87).

JUVENTUS-UDINESE: fuori Pirlo, Vidal e Chiellini, ci sono comunque tutte le premesse per continuare la striscia di vittorie casalinghe dell'anno scorso (19 su 19). Poche le speranze per Stramaccioni, se non aggrapparsi ai miracoli del sempiterno DiNatale. Llorente vorrà bagnare l'esordio in questa stagione con la rete. 1 (1,37).

SAMPDORIA-TORINO: dopo il deludente esordio, la Samp dovrà riscattarsi. Occhio a Okaka e Eder tra i blucerchiati. Nel Toro vedremo cosa farà Ventura, in vista dell'impegno di giovedì in Europa League. 1 (2,50).

CAGLIARI-ATALANTA: due squadre che hanno pareggiato all'esordio. L'Atalanta non ha destato una grande impressione, il Cagliari ha sbandato spesso in difesa contro il Sassuolo. Sant'Elia un po' più pieno del solito. Probabile marcatore: Marco Sau. Portieri al solito da evitare. GOAL (1,50).

FIORENTINA-GENOA: entrambe a zero. La Viola, orfana di Rossi, ce la metterà tutta per vincere. E per festeggiare l'atteso ritorno al gol di Gomez. Cuadrado dovrà fare la differenza. Gasperini cercherà di rendere la vita difficile, ma il suo Genoa da trasferta non è come quello in casa. 1 (1,57).

INTER-SASSUOLO: per Mazzarri solo un risultato possibile, la vittoria. Hernanes e Palacio potrebbero essere gli uomini chiave. Nel Sassuolo spauracchio Zaza, ma potrebbe essere Berardi a esaltarsi a San Siro. Con il Cagliari, gli emiliani sono crollati fisicamente nella ripresa. 1 (1,47).

LAZIO-CESENA: una non vittoria biancoceleste potrebbe aprire un'inaspettata crisi. Bisoli proporrà il solito Cesena da combattimento. Se la Lazio non segna subito, potrebbe rimanere impigliata in una partita più complessa delle apparenze. Se dobbiamo consigliare due uomini, Lulic da una parte e Brienza dall'altra. UNDER (1,80).

NAPOLI-CHIEVO: Benitez torna a Napoli dopo la vacanza, e spera di ritrovare la squadra spettacolare della scorsa stagione. Il Chievo in trasferta fa catenaccio, e così farà domenica. Partita perfetta per Higuain e Callejon. Garanzia Rafael in porta. OVER (1,75).

PARMA-MILAN: il Parma non sembra quello della passata stagione, il Milan cinico della prima giornata potrebbe approfittarne. Un'altra vittoria potrebbe accrescere l'entusiasmo rossonero, e demolire l'umore parmigiano. Attenzione all'esordio di Torres. Si può puntare su Menez. 2 (2,40).

VERONA-PALERMO: il Bentegodi è stato il fortino del Verona nella passata stagione. La rosa dei gialloblù pare tecnicamente superiore a quella dei siciliani. Si sbloccherà Luca Toni, c'è curiosità per la prima partita in A di Saviola. 1 (2,15).

mercoledì 10 settembre 2014

FAME, ZAZA E FANTOZZI

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Non si subiva gol da due partite di fila da un anno. Non si vincevano due gare in sequenza da un anno. E' questo il biglietto di presentazione di Conte in Nazionale. 
Un doppio 2-0 con Olanda e Norvegia. Qualificazioni all'Europeo iniziate con il piede giusto.
La Nazionale messa ieri in campo è stata la nazionale della fame e non della fama. 
Ranocchia, Astori, Darmian, Florenzi, Giaccherini, DeSciglio, Immobile, Zaza hanno tutti questa caratteristica. Magari sono poco reclamizzati, ma in campo stanno dando il 110%.
Tecnicamente non è stata una grande Italia. A un certo punto, a inizio ripresa diciamo, si notava che mancava qualche piedino un po' più educato della media per i passaggi e gli stop.
Ma si è sopperito con Conte. Scacchiera tattica perfetta. La Norvegia non ha mai tirato in porta, la squadra si è chiusa benissimo. Difesa perfetta. Azzurri aggressivi, di corsa, di lotta.
Gli undici in campo hanno dato l'anima, e ognuno di loro nelle interviste ha sottolineato il merito dell'allenatore. Ponendo come punto di rottura con il passato l'"entrare in campo e sapere esattamente cosa fare". 
Questo era evidente, ogni giocatore aveva il suo compito, chiaro, in fase di possesso e in quella di non possesso.
Belli i movimenti di Zaza e Immobile, i veli, i suggerimenti, tutte mosse simil-Juve provate e riprovate allo sfinimento. 
Son sembrati due giocatoroni. Zaza in particolare, senza proclami e a testa bassa, ha sciorinato un repertorio sconosciuto ai più. 
Il centrocampo avrebbe bisogno di qualche calciatore più tecnico, ma allo stesso tempo dedito al sacrificio. Pasqual è sembrato più incisivo di DeSciglio, con il suo piedino sinistro super educato che in passato ha fatto la gioia di Luca Toni. Dal suo piede infatti è arrivato il cross per il raddoppio di Bonucci. Unica pecca del Capitano della Fiorentina sta nella carta d'identità, che segna 32 primavere. Ma per il resto è forse il miglior crossatore della nostra Serie A. E negli incursori di mediana, si accetteranno volentieri suggerimenti dal Campionato. 
E' chiara poi la scelta dell'unico regista, equivoco tattico che in passato aveva dato qualche problema a Prandelli, facendo stagnare il gioco troppo dietro tra i vari Pirlo, DeRossi, Montolivo e Verratti. Cercare di usare più di uno di questi registi alla volta, potrà essere la nuova sfida di Conte. Assieme magari a quella di Candreva sull'out di destra, per una versione più offensiva del 3-5-2. 
Uno stimolo in più, per cercare continuamente di migliorarsi.
Chiosa per il mite Tavecchio, coraggiosamente presentatosi in tenuta secondo tragico Fantozzi all'intervista Rai. Film del 1976. Tanto per mostrare la sua anima "giovane". Chapeau. 

martedì 9 settembre 2014

LA LOGICA DEL CALCIO PIOMBA SULLA FERRARI

Immagine tratta da formula1.ferrari.com e modificata su befunky.com
"I risultati economici di Montezemolo sono molto buoni. Ma nel caso della Ferrari un manager deve essere valutato sia per i risultati industriali che per quelli sportivi. Luca ha ottenuto risultati industriali straordinari. Sul fronte sportivo sono sei anni che non vinciamo. Abbiamo i migliori piloti, due campioni del mondo, Alonso e Raikkonen, un box super. Non possiamo partire tra il 7° e il 13° posto".
Ecco i titoli di coda messi da Marchionne, amministratore delegato di Fiat, sul rapporto tra Ferrari e Montezemolo. Che dura(va) dal 1991.
Com'è noto, Fiat detiene il 90% della Rossa di Maranello, a fronte di un 10% appartenente a Piero Ferrari. Quindi decide lei.
Quello che la banda Marchionne-Elkann non capisce è che la logica calcistica non può essere applicata alla F1. Proprio no.
Perchè di teste rosse ne sono rotolate, e pure tante. Baldisserri, Dyer, Mazzola, Costa, Domenicali, Marmorini e cosa si è risolto? Niente. Si sta sprofondando sempre più.
E ora si è chiesto lo scalpo più prestigioso. Quello di Montezemolo.
Che, per inciso, avrà sbagliato un po' negli ultimi anni (in primis a non utilizzare il diritto di veto sui regolamenti limitanti test e modifiche alla power unit), ma che non si può trattare, sportivamente parlando, come l'ultimo dei fessi incapace di ottenere risultati.
Per riorganizzare la Ferrari in pista, nel 1991, chiamando Jean Todt al suo fianco, ci mise 3 anni a vincere il primo Gp. Ma da lì in poi fu un crescendo. Arrivò il Campionissimo, Michael Schumacher. Si tenne duro nelle difficoltà e si vinse. Primo Mondiale Costruttori nel 1999, primo Piloti nel 2000. E qualcosa come 8 titoli Costruttori, 6 titoli Piloti, 118 Gran Premi vinti in 23 anni. Più altri sette Mondiali Piloti persi all'ultima gara ('97, '98 e '06 con Schumi, '99 con Irvine, '08 con Massa, '10 e '12 con Alonso).
Non stiamo parlando di noccioline. Sono risultati importanti. Riportare il Mondiale a Maranello dopo 21 anni è stata un'impresa. E in questi ultimi (funesti) sei anni, per tre volte ci si è giocati il Mondiale all'ultima corsa.
Non siamo nel calcio, che cambiando l'allenatore si ottiene la scossa e i ragazzi improvvisamente cominciano ad andare a mille.
Vediamo dominare una Mercedes che ha investito risorse ingenti nella F1 per vincere, ma che prima di riuscire a vincere con costanza è passata per 4 anni in cui è stata ridicolizzata e additata come esempio negativo.
In F1 bisogna programmare a lungo termine. E tutte le teste che sono rotolate e probabilmente rotoleranno non garantiranno risultati immediati. Ma piuttosto un'ansia da prestazione che potrà portare errori su errori, impazienza su impazienza. Per ricostruire la Gestione Sportiva ci vorrà tempo. Chiunque se ne assumerà la guida. 
La Juve degli Elkann ha dato il benservito ad Antonio Conte senza farsi troppi problemi e senza strapparsi i capelli, sottolinenando chi è a comandare. Allontanando il personaggio "scomodo" e troppo ingombrante.
E così sta accadendo in Ferrari. Gli Elkann e Marchionne stanno facendo capire chi comanda. Silurando un simbolo. Ma siamo sicuri che questa congiura ai danni di Montezemolo porterà la Ferrari subito al top? Per riorganizzare un team di F1 ci vuole esperienza nelle corse. Non logiche strettamente aziendali. Non esoneri in corsa.
Con gli esoneri in corsa, forse dopo il '96, il '97, il '98 e il '99, e un Mondiale Piloti che mancava dal '79, sarebbero stati cacciati tutti. Todt, Brawn e Schumi in primis. E addio al ciclo più vincente della Storia della F1. 

domenica 7 settembre 2014

F1 DIARY 13 - MONZA, GARA

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Il dubbio o la pressione.
Hamilton parte male, Rosberg lo infila facile, Lewis alla prima curva sfila 4°. Il destino della corsa pare segnato, a favore di Nico. Ma succede l'inaspettato.
Giro 9, circa 4 secondi di vantaggio su Massa e Ham, Rosberg va lungo alla prima variante ed è costretto a fare lo slalom per tornare in pista perdendo 2 secondi e mezzo.
Giro 29. Poche tornate dopo la sosta ai box, Nico ha la leadership, con Lewis a inseguire a un secondo e spiccioli. Stesso identico errore, bloccatina leggera, lungo, slalom, rientro in pista. Dietro a Hamilton. E a 4/5 secondi ci resta per tutta la gara, senza mai avvicinarsi.
Ecco. Rosberg è stato l'unico pilota a fare l'errorino + gincana seguente, nell'arco di tutta la gara. Strano. Non voglio urlare al "gomblottoooo", ma anche il poco entusiasmo all'arrivo di Lewis è sembrato quantomeno particolare.
Oppure è un fatto di pressione. E di reggere la pressione. E sia Lewis che Nico non sono fantastici sotto questo punto di vista. Hamilton ha cannato clamorosamente la partenza, e Nico ha commesso due errori identici che gli han sfilato dalle mani una gara che poteva solo perdere. Ma i due si detestano, è palese. E ci gusteremo il duello con piacere.
Ricciardo è tra i grandi.
Nuova conferma a Monza, nonostante un 5° posto all'apparenza misero. Alla fine dominio Mercedes a parte, questo 2014 lo ricorderemo per la sua prepotentissima ascesa. 3 vittorie e oggi scrive un'altra pagina di questo sport alla voce "Finta alla Ricciardo". Due sorpassi identici, su Perez e Sua Maestà Vettel. Finta all'esterno e infilata all'interno inaspettata. Chapeau. E' un Campione. Stop. 
Vettel è sull'orlo della depressione. Ma deve capire una cosa: il compagno di box è un Fenomeno vero. E non mettere in dubbio il proprio, di valore. Ricciardo non è uno qualunque che lo sta battendo. E' un pilota speciale.
Note a margine. 
Ci si sta accanendo su Magnussen e gli si appioppano penalità come fossero acqua fresca. E' il regolamento. E ok. Però pare che quando uno tenta il sorpasso, sto regolamento dica "prego si accomodi". E alla lunga diventa noioso. Non è uno sport da damerini. Sennò negli anni '80 si sarebbe dovuta riscrivere la classifica ad ogni arrivo.
Le Ferrari. Kaputt. Alonso motore in pappa e Kimi 9°. Prima del ritiro i due viaggiavano vicini e a braccetto verso la decima posizione. Le discussioni, sentite ancora oggi post-gara sul FenomeNando e l'addormentato Kimi, in una gara dove i due sarebbero finiti appaiati, sono patetiche. Per chi se lo fosse perso, un giro prima del ritiro dello spagnolo, Raikkonen aveva superato Alonso. Il problema è un altro ed è gigantesco. La macchina è ferma. Bisogna fare squadra e lavorare. Ora la Ferrari è la quarta squadra del campionato, dopo Mercedes, Red Bull e Williams. Nessuno fa miracoli, e fare la guerra su chi è più forte tra Fernando e Kimi quando si lotta per il nono posto, è imbarazzante. Stop.

sabato 6 settembre 2014

F1 DIARY - 13, MONZA, QUALIFICHE

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su befunky.com
Monza. Gara 1 d.c. Dove d.c. sta per dopo crash Rosberg-Hamilton di Spa. 
La pole se la cucca Lewis, dando 274 millesimi a Nico. Tra i due il gelo è evidente, appena scesi dalla super Mercedes per le foto di rito, non uno sguardo, non una parola, non un contatto fisico. E' guerra aperta. I rettilinei di Monza forniranno più di un'occasione per fare a pugni, dando per scontato che i due cercheranno di non fare papocchi alla prima chicane.
E tutte le qualifiche sono uno spot alla stella a tre punte. Mercedes piazza sei motori 1°, 2°, 3°, 4°, 5° e 6°, imbarazzando la concorrenza. 
Non c'è gara, hanno un motore ibrido spaziale. Il gioco delle coppie è servito, dietro i due litiganti ci sono Bottas e Massa, e Magnussen e Button, con una McLaren rinvigorita.
Il resto, bricioline. 
Alonso è 7° a 1 secondo e 3 decimi. Vettel e Ricciardo 8° e 9°. Raikkonen, al solito, è vittima dell'ansia da prestazione da qualifica e sprofonda 12° con due errorini nei due giri buoni in Q2. Partirà 11° per il penalty di Kvyat.
Per la Ferrari gara difficile, difficilissima. Non c'è lo spunto velocistico per poter passare i sei marziani Mercedes davanti. 
Immagine tratta da fia.com
Discutere ancora del deludente Kimi rispetto al fenomeNando Alonso non ha senso. Non ha senso semplicemente perchè parliamo di una lotta tra poveri, di uno standard fisso da 5° o 6° posto, di una Ferrari che deve recuperare. Testa bassa e tanto lavoro.
E non aiutano le parole di Briatore, manager proprio di Alonso, che definisce la Ferrari attuale "Una Ferrari B", ironizzando sul valore attuale della vettura di Maranello.
La Ferrari è la storia della F1. Si devono fare carte false per guidarla. Anche in stagioni deficitarie come l'attuale. E' un concetto semplice, chiaro. Da mettere al centro. La Ferrari non deve essere al servizio di questo o quel pilota. Anche se è un fenomeno. E mai derisa. 
Neppure se a Monza si partirà 7° e 11°. Perchè guidare la Ferrari deve essere un onore e un privilegio. Sempre.
Domani chi vince? Beh Hamilton, e da qui partirà per la sua rimonta Mondiale. Bottas 2° e Massa 3°. Rosberg? Misteriosamente attardato. 

venerdì 5 settembre 2014

PRANDELLI E' NUDO

Immagine tratta da tuttosport.com e modificata su befunky.com
E' bastata una partita amichevole. Sono bastati dieci minuti di Antonio Conte sulla panchina della Nazionale italiana. 
Prandelli è stato spazzato via, mostrato in tutti i suoi limiti tattici e caratteriali.
Ma Cesare che aveva capito dell'Italia che ha portato al naufragio in Brasile?
Sono bastati sei allenamenti di Conte. Lo si ami o lo si odi, la differenza è netta, palese, solare. La difesa ha giocato alta, altissima, aprendo il gioco sulle fasce che era un piacere, anticipando in ogni giocata gli avversari. I terzini fluidificavano: sulla linea d'attacco nelle azioni offensive, e ripiegamenti difensivi in quelle in cui la palla l'aveva l'Olanda. Le punte erano vicine e cercavano gli scambi stretti, sempre pronte ad eludere il fuorigioco in caso di lanci del difensore che impostava o del regista. Il centrocampo era composto da un regista, anima della squadra e da due incursori, pronti a supportare il gioco d'attacco e tornare indietro al momento del bisogno. E un approccio mentale diretta conseguenza della "fame" di chi era seduto in panchina.
Ognuno sapeva cosa fare. E l'ha fatto quasi a memoria. 
Rete di Immobile su lancio di Bonucci, 1-0. Replay con rigore e annessa espulsione di Martins Indi, nella fuga di Zaza su suggerimento di De Rossi, per il 2-0. Nei 10 minuti iniziali.
Semplice ed efficace. 
Poi controllo, pressing, tanta aggressività, un buon giro palla e Olanda non pervenuta, chiusa in difesa con la speranza di evitare la figuraccia.
Questa prestazione nient'altro è che una conferma della pochezza e della confusione del lavoro prandelliano prodotto nel ritiro di Mangaratiba.
Servivano pochi concetti, e chiari. Un giusto approccio e un'adeguata concentrazione. Un'organizzazione in cui ognuno sapeva esattamente cosa fare. Avere le idee chiare.
E invece no. Si cambiava modulo di continuo, i giocatori cambiavano ruolo da una partita all'altra. Non ci capivano nulla, basti ricordare le prestazioni indecorose di Thiago Motta o Paletta.
Il 3-5-2 era il modulo che andava per la maggiore in Campionato, il modulo di Conte, della Juve che ha fatto tris di Scudetti. Bisognava usare quello e replicarlo. L'ossatura base c'era: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Pirlo. E se vogliamo pure Ogbonna, Giaccherini, Giovinco e Quagliarella. Era tutto molto semplice. Studiarsi le gare della Juve e riproporle. E infatti Conte da qui è ripartito.
Prandelli ha osato e si è perso, e la prestazione azzurra di ieri sera, per giunta in amichevole, mette a nudo il suo fallimento tecnico-tattico prima di tutto. Le amichevoli di Prandelli erano quelle della svogliatezza, dell' 1-1 con il Lussemburgo, 0-0 e 0-2 con l'Irlanda, 2-2 con Haiti, 0-3 con la Russia, 0-1 con gli Usa, 0-1 con la Costa d'Avorio. Quelle dell'imbarazzo e delle scuse. Conte batte l'Olanda, terza ai Mondiali solo due mesi fa.
Ora si che Prandelli è nudo.