sabato 12 luglio 2014

MONDIARIO DIA 31

Immagine tratta da it.eurosport.yahoo e modificata su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 31.
Il talento mancante. Le generazioni perdute. Viaggio nella crisi calcistica brasiliana.
Manca talento, manca fantasia, mancano bomber. Perchè il Brasile visto ai Mondiali di casa manca di numeri 9 e numeri 10? 
Quali le ragioni di questo flop del celebre "fùtbol bailado"?
Sono mancate due generazioni, quella dei campioncini inesplosi e quella dei campioni bolliti precocemente. I nomi e i piedi buoni c'erano, ci sono. Ma si son persi o si sono spenti troppo presto. Analizziamo i campioncini inesplosi: innanzitutto Pato. 24 anni, già una lunga carriera alle spalle. Esplode molto presto nel Milan, appena maggiorenne. Poi infortuni muscolari, a catena, diventa di cristallo, poi gira Corinthians e San Paolo segnando con il contagocce. Da almeno tre anni è sparito dai radar. Il posto di Fred poteva essere suo. O anche di Adriano, quell'Adriano Leite Ribeiro età 32, ma almeno 8 persi a recuperare se stesso. Carattere fragile, ha spesso ceduto ai vizi della tavola e al divertimento sfrenato. Bruciandosi il futuro calcistico: dopo i primi buoni anni all'Inter, il totale declino: San Paolo, Inter, Flamengo, Roma, Corinthians, Flamengo, Atl. Paranaense, collezionando licenziamenti e rescissioni a ripetizione. Anche lui sarebbe stato sicuramente un migliore centravanti di quelli visti nel Mondiale del Mineirazo. E Ganso? Ricordate quel numero 10 del Santos molto tecnico, arrivato a esser valutato sui 20-25 milioni qualche estate fa? Sparito, tra Santos e San Paolo, solo 8 presenze in Nazionale maggiore. A 24 anni è già una grande speranza inesplosa. Ma anche Leandro Damiao, a lungo trattato per cifre simili dal Napoli nello scorso mercato estivo: coetaneo di Ganso, ha pagato il fallimentare trasferimento al Santos. 18 presenze e 1 rete nell'anno del Mondiale. Escluso e disperso. E ancora, Sandro, 25 anni, da 4 anni al Tottenham senza mai esser titolare. Centrocampista centrale, pilastro delle Under 20 e delle Olimpiadi. Chi l'ha visto? Quest'altro invece non è molto conosciuto: Henrique, 23 anni, punta. Capocannoniere e Pallone d'Oro del Mondiale Under 20 del 2011. Da quella magica estate ha girovagato tra San Paolo, Granada, Recife e Botafogo con la miseria di 8 gol negli ultimi 3 anni. Kaputt. A proposito di Under 20. Rafael Sobis, attaccante di 29 anni che furoreggiava nelle Under verdeoro. Bruciato dal trasferimento al Betis prima e al Al Jazira (a soli 23 anni) dopo. E così Douglas Costa 23enne trequartista mancino, promettente, ma messo sinora ai margini dal trasferimento in Ucraina allo Shakthar a vent'anni. Vagner Love ne ha 30 di anni, ma da 7 non gioca più in Nazionale e tra Cska Mosca e Flamengo si è dedicato più all'arte amatoria che a quella calcistica. Elano (33) con l'approdo in Europa tra Shakhtar, City e Galatasaray si è ridimensionato. Felipe Melo ha solo 31 anni, ma non è mai esploso e infatti gioca in Turchia da un triennio. Daniel Carvalho invece era un punto di riferimento con i piedi educatissimi nelle giovanili della Seleçao, ma gli infortuni e il trasferimento in Russia gli hanno troncato la carriera. A 31 anni tira avanti nel Criciuma.
E la generazione dei campioni precocemente in pensione. Kakà: l'apice con il Pallone d'Oro 2007, il declino con il trasferimento al Real. Ora ha 32 anni, ma da almeno 5 è tornato "normale". E Ronaldinho? Ora 34enne, anche lui dal 2007 ha smesso di giocare ai suoi livelli. Dal Barcellona è passato al Milan, intemperanze varie lo han riportato in Brasile tra Flamengo e Atl.Mineiro. Fosse restato ad alti livelli e si fosse allenato sempre, in questo Brasile la 10 era alla sua portata. Robinho ha appena 30 anni, Real e Manchester City nei suoi trascorsi. Nel Milan è improvvisamente scomparso dopo la prima buona stagione, 11 gol in 3 anni e addio sogni di gloria. Luis Fabiano (33) ha chiuso con la Nazionale nel 2010, nonostante stia ancora segnando al San Paolo. 
Insomma, i talenti c'erano. Sono rimasti inesplosi, o sono sfiammati precocemente. E' mancato il mix tra questi giovani e quella generazione dei grandi vecchi. Nessuno di questi era convocabile, tutti quelli elencati vivacchiano a fine carriera vivendo della fama passata. 
Però gente come Miranda (dif., 29, Atl.Madrid), Felipe Luis (dif., 28, Atl.Madrid), Marquinhos (dif., 20, Psg) e soprattutto Coutinho (centr./att., 22, Liverpool), di sicuro non avrebbe sfigurato nel confronto con quelli che si giocheranno oggi la finalina per il terzo posto contro l'Olanda.
Pronostico: Brasile-Olanda 2-1 (Hernanes, Oscar, Robben). Immeritato.

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