lunedì 30 giugno 2014

MONDIARIO DIA 19

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Diario Mondiale. Giorno 19.
E' la fame. La fame che fa la differenza. Lo spettacolo offerto da Colombia e Cile sabato, da Olanda e Messico, Costa Rica e Grecia domenica ci spiega che è la voglia di vincere questo Mondiale, di prenderlo come un'occasione unica nella vita, ciò che sta mettendo le ali a queste Nazionali. E non è un caso che nessuna di queste si sia mai issata sul tetto del mondo. Come non è un caso che le due peggiori squadre delle 8 viste sinora negli ottavi di finale siano state le uniche che un Mondiale lo hanno già vinto, il Brasile e l'Uruguay.
Poi c'è anche il fenomeno. Il fenomeno, quel giocatore che in partite di lotta ti piazza il colpo di classe e si vince da solo la partita. Sta succedendo in tantissime partite. Ieri l'Olanda ne ha avuti due. Sneijder che ha fatto una pessima partita e a due minuti dalla fine coglie il pareggio orange, e Robben, che al minuto 92 parte da centrocampo e se la va a vincere da solo. Imprendibile. E si procura (foto) il rigore della vittoria poi insaccato da Huntelaar.
Chi ha la fame e i fenomeni vincerà. E i fenomeni sono 3: Messi, Robben e James Rodriguez. Per continuità e capacità di essere decisivi. In ogni partita. 
In Costa Rica-Grecia c'era solo fame. E sonno. Il fenomeno lo faceva Christodoulopoulos del Bologna (il che è esemplificativo) e dall'altra parte Keylor Navas, portiere del Levante. Partita modesta modestissima sul piano tecnico, accesa su quello del pathos, belli i supplementari. E' passata la Costa Rica ai rigori, ma non avrà scampo contro l'Olanda. 
A chi si chiede come facesse la Costa Rica a essere arrivata là e l'Italia no, basta notare come gli azzurri non abbiano avuto nè fame e nè fenomeni. Ed è bastata la fame della Costa Rica per passare il turno, il remare nella stessa direzione, sentire che il Mondiale è l'occasione di una vita. Non un'altra partita per presunti campioni che non vedono l'ora di andare in vacanza.
Stasera le europee torneranno sugli scudi: le due squadre più squadre di tutti forse, Francia e Germania incontreranno rispettivamente Nigeria e Algeria. Non ci saranno sorprese, Francia-Nigeria 2-0 (Benzema, Giroud) e Germania-Algeria 3-0 (Muller, Muller, Kroos).

domenica 29 giugno 2014

MONDIARIO DIA 18

Immagine tratta dalla diretta di raisport.rai.it e modificata nei colori su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 18.
E dopo Aiutinho arrivò Culão. Filippone Scolari liquida la pratica Cile inserendo un nuovo talento del calcio brasiliano: tale Culão. E non potrebbe essere altrimenti, se trascini l'ottavo di finale giocato in casa contro il Cile ai supplementari, e il tuo avversario colpisce una traversa al 120' e sull'ultimissimo rigore della lotteria, il tiro di Jara si infrange sul palo.
Brasile ai quarti, tutti che piangono, da Scolari a Neymar a Julio Cesar, non per l'emozione, ma per la pena del gioco verdeoro proposto in questo Mondiale. 
La grande Seleçao ridotta a una squadra di lotta e di corsa, senza fantasia se non in Neymar. Niente tecnica sopraffina, niente giocate sorprendenti. Questo Brasile è scontato e fisico. Come centravanti ci sono baffino Fred e Jo, roba che cominci a chiederti se Paulinho del Livorno e Eder della Samp non sarebbero stati meglio. La fortuna ha assistito la squadra padrona di casa, il Cile ha tenuto botta dando battaglia sia sul piano fisico che tecnico (e non poteva essere altrimenti quando il tuo portiere si chiama Bravo e il difensore Mena). Esce dal torneo dopo aver battuto la Spagna e l'Australia, impattato con il Brasile, e perso con l'Olanda, insomma, a testa altissima. 
Il Brasile è schierato senza schemi, in modo illogico. Serve un 4-3-3 e l'inserimento di Hernanes a centrocampo è fondamentale per dare geometrie a un reparto terribilmente carente, sorretto da Luiz Gustavo, Paulinho e Fernandiho. Ma Filippone Scolari non lo vede. E probabilmente andrà avanti con i suoi mediocri 11 fino ad affondare, senza mai cambiare.
L'unica tattica convincente vista sinora è stato l'amuleto/rosario/portafortuna maneggiato durante la roulette dei rigori (foto).
La vera squadra brasiliana è la Colombia. Un grandissimo spettacolo per almeno un'ora, sino a quando, sul 2-0 il "Professor" Pekerman ha deciso di togliere tutte le fonti di gioco offensive della squadra per chiudersi in un catenaccio clamoroso per portare a casa il risultato.
James Rodriguez sugli scudi, ha proseguito nella sua sequenza di prestazioni straordinarie, due gol anche ieri sera, di cui uno pazzesco che lo issano, assieme a Robben, Messi e Neymar a stella assoluta di questi Mondiali. E la Colombia ha anche un gioco di squadra, come dimostra il secondo gol, e una facilità di corsa travolgente.
Sulle fasce è per distacco la migliore vista sinora: Zuniga e Armero corrono come mai gli abbiamo visto fare in Italia negli ultimi anni, e Cuadrado è un fenomeno totale tutto finte e accelerazioni. L'Uruguay era poca roba, grinta, falli e zero altro. Cavani sacrificato a fare il difensore aggiunto è il simbolo di una squadra mediocre. Con cui l'Italia ha perso.
Brasile-Colombia sarà un quarto di finale magnifico. Ma occhio, perchè il fùtbol bailado è quello colombiano.
Oggi altri due ottavi. L'Olanda faticherà ad avere la meglio sul Messico, e potrebbe svolgersi una partita sulla falsariga di Olanda-Cile, ossia con i messicani a fare gioco e gli olandesi micidiali in contropiede. Pronosticão: 1-0 con rete di Robben.
L'altro ottavo è Costa Rica-Grecia. A sorpresa potrebbe spuntarla la squadra ellenica, ma sarà una partita tecnicamente avara: due squadre femmine, probabilmente la spunterà chi tiene meglio fisicamente delle due. 0-0 e vittoria greca ai rigori.
Così parlo il Polpopolão.

sabato 28 giugno 2014

MONDIARIO DIA 17

Immagine tratta da Repubblica del 28/6/2014
Diario Mondiale. Giorno 17.
Riposo mondiale, e oggi si riparte con gli ottavi nella parte di tabellone dedicata alla Coppa America. Apriranno le danze, al solito, i padroni di casa del Brasile. Contro le furie rosse del Cile, Filippone Scolari farà sedere in panchina accanto a lui il sopravvalutato Paulinho e manderà in campo Fernandinho, mediano del Manchester City. Per il resto stessa formazione: sono 4 gare che l'allenatore brasiliano non cambia l'undici in campo, alla faccia di turnover o confusione. Scolari ha scelto i suoi 11 e con quelli o va avanti o affonda. Quantomeno, progetto tecnico-tattico ben chiaro. Cosa che suona assolutamente strana alle nostre latitudini italiane.
Schema il solito 4-2-3-1+1, ossia Aiutinho, che ricordiamo, ha assistito il Brasile in 2 apparizioni su 3. Il buon Cile è vittima sacrificale designata, che però venderà cara la pelle. 
Pronostichinho? Brasile-Cile 2-1 ai supplementari. Odore di rigorino o espulsioncina: in gol Sanchez, Fred, Willian.
Immagine tratta da corriere.it
Dall'altra parte la Colombia ci asfalterà l'Uruguay. Lo prenderà a morsi. Cuadrado lo farà ballare e il meraviglioso James Rodriguez lo azzannerà senza pietà. Non ci sono chances. Se Cuadrado dovesse avere una giornata-no (pressochè impossibile), ci penserà James Rodriguez oppure la freccia (sinora in ombra) Ibarbo. O si alzerà dalla panca Quintero. Nessuna possibilità per il brutto, bruttissimo Uruguay. Una squadra che non è arrivata a sommare dieci tiri in porta in tre partite. E che proviene (lo ammettiamo?) dal più brutto girone eliminatorio. O quantomeno, quello che ha prodotto il calcio peggiore. La Colombia mostrerà di avere più mordente e li spedirà a raggiungere il cannibale Suarez dopo pochi giorni. E pace.
4-0 netto. Cuadrado, Rodriguez, Ibarbo, Cuadrado e ciao Uruguay. Presenza degli uruguagi negli ottavi? Un mordi e fuggi. Alè.
Mentre in Italia abbiamo la conferma che, pur passando il girone, non si sarebbe andati da nessuna parte. Ancora Buffon parla al Corriere lanciandosi in un: "Largo ai vecchi", mentre Cassano risponde su Repubblica con un "Abbiamo vinto anche senza Buffon, volevano decidere tutto loro". Insomma, classico giochino italico del passarsi il cerino della colpa.
E la caccia a Balotelli è assurda. Se avessimo avuto 10 fenomeni, a fronte di un Balotelli, si sarebbero vinte 3 gare su 3 data la modestia degli avversari, e questo è palese.
Intanto sono tutti a casa, vecchi, giovani e Balotelli. Da due Mondiali consecutivi. Cercare la colpa del singolo è come quando il saggio indica la Luna e lo stolto guarda il dito. 

venerdì 27 giugno 2014

MONDIARIO DIA 16

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Diario Mondiale. Giorno 16.
Ci saluta la fase a gironi, 48 partite, la maggior parte divertenti, 136 reti, media di 2.8 a partita. Ieri hanno chiuso i gironi G e H, qualificando (secondo le previsioni) Germania e Usa da una parte e Belgio e Algeria dall'altra. I tedeschi vincono 1-0 con gli americani con la rete di Muller, la quarta, sempre più fenomeno da Mondiale. Il tiki-taken continua a funzionare bene, stavolta riesce a piegare la difesa ad oltranza a stelle e strisce su azione da calcio d'angolo, segno che il tiki-taken + panzer è un'ottima formula. Ora per i tedeschi ci sarà lo scoglio Algeria negli ottavi. I nordafricani riescono a impattare con la Russia di Capello e passano come secondi: hanno una buona tecnica e discrete folate offensive, ma contro la corazzata teutonica hanno pochissime chances. 
La rete del pareggio algerino di Slimani sugli sviluppi di un angolo è però viziata da un'uscita completamente sballata di Akinfeev, condizionata probabilmente dai laser (foto) provenienti dagli spalti che l'hanno disturbato durante la battuta del calcio piazzato. Ma gli arbitri, al solito, non si accorgono di nulla.
Da notare come i tecnici italiani Prandelli, Zaccheroni e Capello siano stati eliminati tutti al primo turno, con una sola vittoria all'attivo su 9 gare. Sommando anche le reti siamo a 6 totali (2 Italia, 2 Giappone, 2 Russia), segno che in un Mondiale dove trionfa chi segna, i mister di casa nostra non sono proprio all'avanguardia sugli schemi offensivi.
L'altro ottavo sarà Belgio-Usa. Il Belgio chiude con 3 vittorie su 3, ma vanno calibrate al netto di un girone tutt'altro che ostico (Algeria, Russia, Corea del Sud). Molti talenti, poco gioco. Anche gli Usa potranno metterli in difficoltà con il loro catenaccione pesante.
16 qualificate, metà sono del continente americano (Brasile, Cile, Colombia, Uruguay, Messico, Costa Rica, Argentina, Usa), sei le rappresentanti europee (Francia, Germania, Olanda, Grecia, Svizzera, Belgio), e due le africane (Algeria e Nigeria). 
Nomi pesanti europei hanno già lasciato il Brasile: Croazia, Spagna, Italia, Inghilterra, Portogallo. Segno che non è un Mondiale per europei, ma il vecchio continente grazie a incroci di tabellone potrà comunque portare due rappresentanti in semifinale, da una parte le favorite sono Germania e Francia e dall'altra l'Olanda.
Immagine tratta da gazzetta.it

giovedì 26 giugno 2014

MONDIARIO DIA 15

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Diario Mondiale. Giorno 15.
Loro Messi. Noi messi male. E' ufficiale, Leo si sta caricando sulle spalle il peso dell'Argentina. 4 gol in 3 partite, siamo al ritmo delle sue segnature nella Liga. Potrebbe essere il suo Mondiale, quello della consacrazione. Ha iniziato timido e anche un po' insicuro, poi le reti contro Bosnia e Iran gli hanno infuso la convinzione necessaria. 3-2 alla volenterosa Nigeria, che comunque passa il turno, in un girone tutt'altro di ferro che elimina le modeste Bosnia e Iran. Sottolineiamo però come la Bosnia possa recriminare per quel gol regolarissimo segnato da Dzeko contro gli africani, che le avrebbe consegnato la qualificazione. Vedendo nel dopopartita la foto dell'arbitro O'Leary abbracciato al portiere nigeriano Enyeama (immagine sopra, e non è un fotomontaggio), un po' di olezzo si avverte.
In serata a strappare la qualificazione è la Svizzera, con uno stellare Shaqiri (magistralmente sostenuto da Drmic), che autografa una tripletta da raccontare ai nipotini, nel 3-0 contro l'Honduras, unica squadra americana a sfigurare in questa sorta di Coppa America Bis. Sì, perchè basta dare uno sguardo alla parte alta del tabellone, dove in semifinale finirà una tra Brasile-Cile e Colombia-Uruguay.
Lo 0-0 tra Ecuador e Francia è bugiardo di un bellissimo spettacolo andato in scena al Maracanà di Rio: 31 tiri totali, di cui 20 scoccati verso lo specchio della porta. Migliore in campo il portiere ecuadoregno Dominguez. Bella la Francia delle riserve e ammirevole la determinazione dell'Ecuador nonostante i 10 uomini per 40 minuti.
Il tabellone, dicevamo.
E' tutto in discesa. Al netto di sorprese. Nella parte alta il Brasile ha la strada spianata per la semifinale (Brasile-Cile contro la vincente di Colombia-Uruguay), dove si scontrerà presumibilmente con la vincente di Francia-Germania (i francesi incontreranno la Nigeria e i tedeschi, se passeranno come primi, l'Algeria o la Russia). Nell'altra parte del tabellone sono Olanda e Argentina destinate allo scontro in semifinale. Difatti la risultante di Olanda-Messico e Costa Rica-Grecia si sfiderà con la vincente dell'incrocio tra Argentina-Svizzera e, probabilmente Usa-Belgio. Sempre che arbitri o risultati clamorosi non ci mettano del loro.
Pronosticopolpopol: Portogallo-Ghana 3-2 (Ronaldo, Ronaldo, Asamoah G., Nani, Mensah), Usa-Germania 1-2 (Ozil, Muller, Dempsey), Algeria-Russia 1-1 (Slimani, Dzagoev), Corea del Sud-Belgio 0-3 (Januzaj, Januzaj, De Bruyne).

mercoledì 25 giugno 2014

MONDIARIO DIA 14 / BUONANOTTE ALL'ITALIA

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Diario Mondiale. Giorno 14.
E' il punto di vista a fare la differenza. Non ha senso fare processi, bastano i numeri. I numeri raramente mentono. Gli azzurri nel 2006 hanno vinto il Mondiale, ma da quel trionfo a oggi tra Europei e Mondiali (con Donadoni, Lippi, Prandelli, segno che il problema non è l'allenatore) hanno collezionato 4 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte. Quattro vittorie su sedici gare (0,25), e in Brasile così è stato, si è vinta una partita su 3 e si è andati a casa. Negli ultimi due Mondiali abbiamo incontrato Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia, Inghilterra, Costa Rica e Uruguay e non si è passato il girone eliminatorio in entrambe le occasioni, con una sola vittoria all'attivo in due Campionati del Mondo. Quella con l'Inghilterra sembrava la regola, e invece era l'eccezione. E gli inglesi, da Italia '90 hanno raggiunto due volte i quarti di finale come miglior risultato, andava tarato anche questo parametro.
Nelle ultime 10 partite della gestione Prandelli, tra qualificazioni, amichevoli e partite dei Mondiali ne abbiamo vinta una. Una. E gli avversari sono stati Danimarca, Armenia, Germania, Nigeria, Spagna, Irlanda, Lussemburgo, Inghilterra, Costa Rica, Uruguay. Più della metà teoricamente abbordabili. Ma l'errore è stato aspettarsi qualcosa che non siamo. Semplicemente non siamo forti, non abbiamo un calcio forte, non abbiamo un calcio che ci distingue dagli altri. Ci sopravvalutiamo. Questa è la situazione attuale. Cruda, ma reale. La colpa principale di Prandelli è aver fatto solo una rete su azione in tre partite. Contro Costa Rica e Uruguay non si è mai tirato in porta, punto esclamativo su schemi inesistenti. 
Capitolo Balotelli, non ha deluso. Balotelli è semplicemente questo: un giocatore che su tre partite te ne fa una bene e due male, o una benino, una maluccio e una pessima. I numeri parlano anche per lui, 88 reti in 222 gare totali con le squadre di club, ovvero una media di uno ogni tre partite (0,39), e così ha fatto ai Mondiali. Poco più alta la media in Nazionale, 13 reti su 32 apparizioni (0,4), 1.2 ogni tre partite. Ma siamo là. E' nella sua media, lui è questo. Non quello che viene costruito su di lui. 
Allarghiamo la lente d'ingrandimento. Ultima vittoria Champions italiana nel 2010 (con l'Inter piena di stranieri), 4 anni fa. Quattro stagioni in cui Inter, Milan e Juve non sono andate più in là dei quarti. La Coppa Uefa/Europa League non si vince dal 1999, arrivando al massimo in semifinale. Sono 15 anni. Hanno un senso anche questi numeri. 
Qualcuno obietterà sul secondo posto agli Europei 2010, ma analizzando bene quella competizione, vedremo come gli azzurri di Prandelli abbiano raggiunto la medaglia d'argento vincendo solo una partita "di livello", contro la Germania. L'altra vittoria è stata ottenuta infatti contro l'Irlanda, si è pareggiato con Croazia, Spagna (girone), Inghilterra (nei quarti), e si è perso rovinosamente per 0-4 la finale. Anche lì 2 vittorie su 6 gare. Media di una ogni tre. Tutto torna.
Il calcio italiano è questo, da una vittoria su tre partite. Il cartellino rosso a Marchisio, era a tutto il movimento calcistico del nostro paese. 
E non abbiamo un gioco all'"italiana". C'è il tiki-taka, il tiki-taken, il calcio fisico, il contropiede. Noi nelle squadre di club e in nazionale non abbiamo un gioco distintivo. Non facciamo nulla di tutto questo, facciamo un minestrone confuso. E questo è preoccupante. E non saranno due dimissioni a farci ricominciare umilmente dalle basi, con umiltà, e sottolineiamo umiltà, da giocatori da formare, da schemi e tutto questo. Già oggi in Lega Calcio ci sarà battaglia per accaparrarsi due lire in più nei diritti tv, e buonanotte all'Italia. 

martedì 24 giugno 2014

MONDIARIO DIA 13

Immagini tratte da chud.com (a sx) e express.co.uk (a dx), modificate con Paint e befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 13.
Chiudono i battenti il Gruppo A e il Gruppo B. Escono i primi due ottavi di finale, che saranno Brasile-Cile e Olanda-Messico. Salutano la competizione Croazia, Camerun, Spagna e Australia. Ultime gare dei gironi al solito con una girandola di gol (14 in 4 gare), nella partita più interessante e decisiva, il Messico di Fred Flintstones Miguel Herrera pialla allegramente la Croazia (3-1), senza far nulla di eccezionale, eccetto aspettare per 72 minuti la cottura nel caldo di Recife dei croati, che crollano clamorosamente incassando tre reti in dieci minuti. Il fattore fisico si sta rivelando veramente penalizzante per le squadre europee, maggiormente per le più tecniche che tentano di imporre il proprio gioco contro quelle del continente americano. 
Astuta la mossa del maestro Van Gaal, che schiera un'Olanda da attesa in contropiede contro il Cile, non tenta di imporre il proprio gioco, ma aspetta che i cileni scoprano il fianco. Un 3-5-2 atipico quello degli orange, con il vecchio Dirk Kuyt a fare l'esterno sinistro e due velocisti come Robben e Lens in attacco pronti a essere innescati. il 2-0 finale è frutto di questa tattica, specie nell'azione del raddoppio. Attenzione all'Olanda: Robben è in una forma strepitosa, per distacco il miglior calciatore visto sinora e Van Gaal con 3 vittorie su 3 sta ben rispondendo alle critiche ricevute in patria per la difesa a 3 / a 5.
La vittoria del Brasile (4-1) non deve esaltare. Il Camerun è tatticamente la peggior squadra vista ai Mondiali, basta vedersi la rete dell'1-0 di Neymar, con una difesa piazzata come in terza categoria. E immancabile anche il dodicesimo uomo in campo, al minuto 49 riappare Aiutinho, l'unico in grado di far segnare baffetto Fred. Preoccupante piuttosto aver preso un gol dagli africani, l'unico realizzato in questa manifestazione, e il continuo ostracismo a Hernanes. Si congeda dal Mondiale finalmente con una vittoria la Spagna, con la vecchia guardia capitanata da Fernando Torres e David Villa che passeggia allegramente sui cangurotti australiani. Un 3-0 che sa di addio per molti protagonisti del ciclo vincente, Del Bosque compreso.
Oggi è il giorno dell'Italia. Considerando che con quella dell'Olanda salgono a 3 su 11 partite le vittorie delle squadre europee sulle americane, bisognerà fare molta attenzione. Il bottino europeo sulle americane è 3 vinte (una oltre il 90' della Svizzera sull'Ecuador) e un pari (il Portogallo al 95' contro gli Usa) e ben 7 sconfitte. L'Uruguay in sè a parte le due bocche di fuoco Cavani e Suarez è battibile, ma è necessario reggere fisicamente e usare il 3-5-2 in senso italico, in contropiede, lasciando ai sudamericani l'onere di fare la partita. Un dato curioso: l'Italia e l'Uruguay si sono già confrontate l'anno scorso in Confederation Cup, con un 2-2 e vittoria azzurra ai rigori, ma di quella gara è rimasto nulla. Prandelli schierò un 4-2-3-1 con ben 6 degli 11 in campo non convocati per questi Mondiali (Maggio, Astori, Montolivo, Diamanti, El Shaarawy, Gilardino), sembra una vita fa. 
Se l'Italia non dovesse passare il turno, Prandelli ha pronto un biglietto sola andata per il Costa Rica. 
Polpopol usato come pendolino: Costa Rica-Inghilterra 1-1 (Campbell, Sturridge), Italia-Uruguay 0-0, Grecia-Costa d'Avorio 0-3 (Bony, Yaya Tourè, Bony), Giappone-Colombia 0-2 (Ibarbo, Gutierrez).

lunedì 23 giugno 2014

MONDIARIO DIA 12

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Diario Mondiale. Giorno 12.
Gli Stati Uniti! Hanno sfiorato la qualificazione con un turno d'anticipo, in un girone di ferro con Germania, Portogallo e Ghana. Solo il pareggio del 2-2 al 95' di Varela ha rinviato tutto all'ultima giornata, pur mettendo gli americani in posizione di assoluto vantaggio per l'accesso agli ottavi. Hanno destato una grande impressione, perchè hanno massimizzato quello che hanno a disposizione. Sono compatti, super aggressivi, pressano e recuperano palla bene. In fase di possesso fanno giocate razionali, lineari e semplici. Una squadra nel vero senso della parola, forse la più squadra delle 32 in gara, conscia dei propri limiti. Un grosso merito va a mister Klinsmann, che guida la nazionale a stelle e strisce, pur avendo nessuna stella.
Il Portogallo ha 1 punto in 2 gare, occorrerà un miracolo a livello di differenza reti e di risultati incastrati. Ronaldo non riesce a vincere da solo le partite, causa forma non al top e compagni di squadra molto sgonfi. 
Nel pomeriggio nuovo successo negli ultimi minuti del Belgio, a farne le spese la Russia di Capello. Si conferma l'impressione dell'esordio: l'allenatore belga non è un fulmine di guerra e la squadra, seppur talentuosa, è sgangherata a livello di trame e di determinazione. Hazard decide di fare il Messi e si accende negli ultimi 5 minuti, risultando imprendibile e devastante, mettendo l'autografo nell'assist vincente a Origi. E' negli ottavi, ma deve cambiar passo. O allenatore. Capello sta facendo la figura di Zac. La scuola italiana degli allenatori non incide. Nè in Russia nè in Giappone. Un punto su due e speranze di qualificazione ridotte al lumicino.
Bello anche lo spettacolo della sfida tra Corea e Algeria, 2-4 per i nordafricani. L'Algeria si giocherà la qualificazione con la Russia nell'ultima gara, avendo due risultati su tre a disposizione.
Da oggi si chiudono i gironi. In campo Brasile, Olanda e quel che rimane della Spagna. Pronostichiamole con il Polpopol: Australia-Spagna 0-2 (Torres, Villa), Olanda-Cile 2-2 (Vargas, Robben, Vargas, Wijnaldum), Camerun-Brasile 0-3 (Neymar, Fred, Fred), Croazia-Messico 2-1 (DosSantos, Mandzukic, Mandzukic).

domenica 22 giugno 2014

MONDIARIO DIA 11

Immagine tratta da galeri12.uludagsozluk.com
Diario Mondiale. Giorno 11.
Se la sta caricando sulle spalle questa Argentina caracollante, imbolsita e inconcludente. Leo Messi al minuto 91 si sveglia dal suo torpore e vince la partita. Straordinario sinistro a giro che va a spegnere la gioia per uno straordinario (e meritato) 0-0 che sino a quel minuto aveva illuso tutto l'Iran. Sabella schiera il 4-3-3, ma non si segna. E fa specie, soprattutto perchè in attacco ha Messi, Aguero e Higuain, ovvero il meglio delle punte presenti in Spagna, Inghilterra e Italia. E' già la seconda partita autografata da Leo Messi, se continuerà su questa strada, acquistando fiducia e senza sonnecchiare costantemente, potrà essere finalmente il suo Mondiale. La prova definitiva. Imbarazzante però il livello di gioco dell'Albiceleste. L'Iran va elogiato perchè ha anche sfiorato il vantaggio in un paio di contropiedi, Queiroz avrà anche fallito allenando Real e Portogallo, ma tatticamente ha dimostrato di capirne molto di più rispetto alla media dei mister presenti in Brasile.
Tattica che è stata latitante nel bellissimo match tra Nigeria e Bosnia. Una marea di solisti, giocate personali a iosa invece di aperture scontate al compagno meglio piazzato. Una volta ogni tanto una partita così ci vuole. Grandissimi solisti i bosniaci, a forza di guardarsi allo specchio ignorando il concetto di squadra, son riusciti ad ottenere l'eliminazione dopo due partite. La Nigeria ha vinto 1-0 riscattando l'opaca prova contro l'Iran, dimostrando alcune discrete individualità (Emenike su tutti). Da riconoscere però l'ingiustizia di una rete regolarissima annullata a Dzeko sullo 0-0 e un palo dello stesso Edin al 91'.
La Germania impatta 2-2 contro il Ghana. Partita veramente bella. La Germania con il consueto tiki taken, scopre il suo lato debole, ovvero una difesa altissima che può diventare facilmente preda del contropiede avversario. E il Ghana va a nozze. Quindi girandola di occasioni per 90 minuti, con i panzer tedeschi fisicamente a terra nell'ultimo quarto d'ora. Klose segna la rete numero 15 ai Mondiali agguantando Ronaldo nella classifica di tutti i tempi, chapeau. Menzione di merito per "Er Mutanda" Muntari: ha giocato per circa mezz'ora con i pantaloncini abbassati sotto il sedere. Trovata pubblicitaria/mediatica o semplicemente nuovo modo per raffreddare il motore?
Partite di oggi stile Polpopol: Belgio-Russia 0-0, Corea del Sud-Algeria 2-1 (Park Chu-Young, Feghouli, Lee Chung-Yong), Usa-Portogallo 1-1 (Ronaldo, Zusi).

sabato 21 giugno 2014

MONDIARIO DIA 10

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Diario Mondiale. Giorno 10.
Italia-Costa Rica 0-1. Costa Rica qualificato matematicamente agli ottavi come prima, e Italia che ha due risultati su tre nello "spareggio" contro l'Uruguay.
Considerazioni sparse: -Italia sgonfia, a terra, fisicamente a pezzi. Alla faccia della "preparazione scientifica" e balle varie. Nell'ultimo quarto d'ora erano da sostituire in 5-6 buoni. -Problema difesa. La maledizione di Paletta: Chiellini pessima partita, tenta il rigore su Campbell e marca l'aria sulla rete decisiva di Ruiz. Abate non esce in marcatura su Diaz che crossa nella libertà più assoluta. E' un grosso tallone d'achille la difesa, a questo punto meglio giocare con lo schema e gli uomini Juve in tutto e per tutto, se non si trova una soluzione. -Thiago Morta. Inguardabile. Un cavallone lento, macchinoso, se serviva a dare peso alla mediana, un peso è stato. Una palla al piede. -Il cambio tattico del secondo tempo. La prima frazione si è chiusa in svantaggio, d'accordo, ma sui piedi di Balotelli due occasioni nitide sono capitate, con il 4-1-4-1. Cambiando in un 4-2-3-1 ci si è dati la zappa sui piedi. Sembrava un modulo improvvisato, mai provato. Senza uno straccio di gioco, se non affidarsi alle trovate dei singoli. Difatti zero tiri in porta. Era necessario insistere con lo schema iniziale, anche perchè sfruttava al meglio Pirlo, castrato nel ruolo di mediano nello schieramento della ripresa, dove non è stato mai messo in condizione di illuminare il gioco. Anche con Immobile non sarebbe cambiato nulla. -L'atteggiamento di Prandelli (allucinante) nelle interviste post-gara: "Mi aspettavo di più dai nuovi entrati, non abbiamo mai saltato l'uomo". Come stroncare in un colpo solo Insigne, Cassano e Cerci. Come se la colpa fosse stata loro. Si vada a vedere le prestazioni pessime di Thiago Morta o Abate o Chiellini, più che del trio mandato allo sbaraglio in campo nella ripresa. -E contro l'Uruguay saranno guai. Perchè una cosa si capisce da questo Mondiale: le squadre americane vanno a mille, sono schiacciasassi. Escludendo l'Honduras, vanno tutte bene, quantomeno nei risultati: Brasile, Argentina, Colombia, Costa Rica, Cile, Messico, Usa, Ecuador. E l'Uruguay dopo la sconfitta iniziale, appena ha incontrato una compagine europea ha vinto. C'è da pensare. L'unica sconfitta tra una europea e una americana (escludendo l'Honduras) è stata Ecuador-Svizzera 1-2 con vittoria rossocrociata al 93'.
Ieri poi la Francia ha passeggiato 5-2 sulla Svizzera, mostrando un 4-3-3 atipico, molto concreto e verticale. Ottima impressione, con un Benzema veramente al top. La attendiamo negli ottavi. Ma tra le prime 8 potrebbe arrivare in carrozza. Vince anche l'Ecuador contro la cenerentola Honduras, ma dovrà fare il miracolo contro la Francia nell'ultima gara per sperare nella qualificazione.
Oggi darà spettacolo il 4-3-3 dell'Argentina, che schianterà 5-0 l'Iran (2 Messi, Aguero, Di Maria, Higuain) e anche la Germania, che vincerà con il Ghana per 3-1 (Boateng K., Klose, Muller, Kroos). Infine Bosnia e Nigeria dovrebbe sancire la vittoria della tecnica europea sulla fisicità africana, 2-0 (Dzeko, Misimovic).

giovedì 19 giugno 2014

MONDIARIO DIA 8

Immagine tratta da panorama.it e modifica su befunky.com
Diario Mondiale. Giorno 8.
A casa. Con il tiki-taka nel sacco. La Spagna è crollata, defunta, seppellita. Dopo due Europei e un Mondiale vinti, la roja viene addirittura eliminata al primo turno, seguendo l'esempio dell'Italia di Lippi del 2010. Le furie rotte hanno pagato la mancanza di ritmo di gioco, e una rassegnazione evidente. Solo nella prima mezz'ora contro l'Olanda si è visto un barlume della vecchia Spagna, poi il buio. E ieri Del Bosque ci ha messo francamente del suo, con una panchina più forte degli undici schierati titolari. Pique, Fabregas, Xavi, Mata, Torres, Villa bocciati senza appello, quasi come ad ammettere che la sconfitta all'esordio non era un incidente di percorso, ma un vero e proprio k.o. generazionale.
Il Cile corre in contropiede e con buone trame, e vola agli ottavi con un Sanchez notevole.
Ottavi raggiunti anche per l'Olanda, che soffre e vince in rimonta 3-2 contro i volenterosi cangurotti australiani. Nelle difficoltà gli olandesi sono piaciuti. Hanno una coppia gol pazzesca, i più forti visti sinora e i più in forma, Arjen Robben e Robin Van Persie. E hanno un grande allenatore, Van Gaal, che a fine primo tempo trasforma il 3-5-2 in un 4-3-3 con l'ingresso di Depay che risulterà poi decisivo nel risultato finale. La difesa non è irreprensibile, nelle prime due partite è valsa la regola di fare un gol più degli avversari, c'è curiosità nel vedere cosa combineranno nella fase a scontri diretti.
Bella anche la Croazia che passeggia su un Camerun scandaloso. 4-0 netto, senza repliche, con un doppio Mandzukic e la coppia Modric-Rakitic spettacolare, assieme a un Perisic da corsa. Bella lotta tra croati e messicani per la qualificazione nell'ultima partita.
Gare di oggi. Colombia-Costa d'Avorio sarà una bellissima partita a tutta velocità, che vivrà sugli spunti di Cuadrado e Ibarbo da una parte e Gervinho e Kalou dall'altra. Diciamo 2-2 (Gervinho, Yaya Tourè, Cuadrado, Ibarbo). Per lo stesso girone, le due a quota 0, Giappone e Grecia si scontreranno per sperare ancora nella qualificazione. 2-0 per gli asiatici con Honda e Okazaki. Anche nel girone dell'Italia si incontreranno le due squadre ferme a zero: l'Uruguay e l'Inghilterra. Suarez tornerà ma non è al meglio, facile che la Celeste saluti già stasera, pronostichiamo un 1-0 per gli inglesi, con rete di Welbeck.
Polpopol, proteggici tu.

mercoledì 18 giugno 2014

MONDIARIO DIA 7

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Diario Mondiale. Giorno 7.
Ma dove vai se l'allenatore buono non ce l'hai. Ecco cosa accomuna le balbettanti e tremolanti prestazioni di ieri di Belgio e Brasile. Wilmots conferma le previsioni che lo vedevano come probabile carciofo seduto in panchina e riesce a presentare un undici insensato nel primo tempo contro l'Algeria. Fellaini, Mertens e Januzaj confinati in panchina, una squadra contratta, complessata, che passa meritatamente in svantaggio contro i nord-africani. Quantomeno riesce, in un raro barlume di lucidità, a far subentrare i primi due e i Diavoli Rossi riescono a ribaltare il match, vincendo due a uno proprio con Fellaini e Mertens che vanno a siglare le marcature decisive. Ma il Belgio (purtroppo) non farà molta strada. L'allenatore è limitante.
E così il "Brasile". Tra virgolette. Perchè di Brasile ha ben poco. Le fasce non fluidificano, i giocatori di talento puro latitano. Ha Dani Alves e Marcelo e non li include nel gioco, imbottigliandosi al centro. Presenta Luiz Gustavo e Paulinho titolari, tutt'altro che fulmini di guerra. E così pure i vari Hulk, Ramires, Oscar, Fred, Jo non troverebbero mai spazio nelle nazionali verdeoro degli ultimi anni. E Filippone Scolari ci mette del suo: facendo sedere Willian e Hernanes nuovamente in panchina. Specie il Profeta interista con la sua classe, la sua tecnica e visione di gioco è una spanna superiore a Luiz Gustavo e Paulinho. Oscar va a sprazzi, non è decisivo. L'unico reale brasiliano è Neymar, ma ci troviamo di fronte a un Brasile che dovrà cambiare marcia, forse anche modo di giocare e sicuramente uomini per riuscire ad andare avanti. Anche perchè negli ottavi si incontrerà facilmente con la Spagna, che se si sveglia un po' potrà creare grossi grattacapi a questa Seleçao.
Nella nottata italiana si sono incontrate Russia e Corea del Sud. 1-1, pari e patta. Aberrante la papera di Akinfeev, ma nè i russi che i coreani hanno destato una grande impressione. Squadre senza nè arte nè parte. 
In campo oggi i Campioni del Mondo della Spagna. Derby delle Furie Rosse, Spagna-Cile. Decisiva per la qualificazione degli iberici. Ci sarà la resurrezione. Il Cile è discreto, ma fa acqua in difesa, e il tiki-taka andrà a nozze. Sempre che non subentri l'ansia da prestazione stile Belgio di ieri. Pronostico? Un bel 3-1, Iniesta, Silva e Torres da una parte, ancora Sanchez dall'altra. L'Olanda di Van Gaal metterà al sicuro la qualificazione, e passeggerà sui volenterosi australiani. 4-0 con un doppio Van Persie, Blind e Robben. 
Mentre i censurabili camerunensi per giunta orfani di Eto'o si preparano a una magra figura contro la Croazia. 3-0 per i croati, due volte Mandzukic e Modric.
Così parlò il Polpopol. Alè.

martedì 17 giugno 2014

MONDIARIO DIA 6

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Diario Mondiale. Giorno 6.
Panzer. Tiki-taken. Germania spazza via tutto. Cristiano Ronaldo e il suo pessimo Portogallo. 4 gol senza punte di ruolo, rinunciando sia a Schweinsteiger che a Podolski che a Klose. Un attacco con Kroos, Gotze, Ozil e Muller che si scambiavano e fraseggiavano stile Guardiola. Il buon Thomas Muller che arriva a fare una tripletta e a qualcosa come 8 reti in 7 partite al Mondiale a soli 24 anni, notevolissimo.
Germania favorita, molto forte, un palleggio molto buono e grandi scambi sulla trequarti, il tutto condito da una fisicità prorompente.
Portogallo pessimo. C'è Ronaldo (non al meglio) e il nulla cosmico. Se poi Pepe con i capelli fa le stesse "pepate" di quando non li aveva, lasciando la squadraccia in 10 già nel primo tempo, allora le prospettive sono pessime.
In serata Ghana e Usa hanno completato il girone. Vittoria americana, con una squadra tecnicamente così e cosà ma compatta nel suo 4-4-2. Complimenti a Klinsmann (beccato a cantare l'inno americano!!!). Tutta grinta, fisicità e raddoppi sui portatori di palla avversari. Il Ghana era più tecnico, ma non ha per nulla convinto. Tatticamente messo malissimo. Che sia la volta buona per gli Stati Uniti per emergere? Bella lotta con il Portogallo sgangherato visto a Salvador.
Ieri anche Iran-Nigeria, una partita terribile. 0-0 nauseante tecnicamente e tatticamente. Velo pietoso. Passeranno Bosnia e Argentina in quel girone, senza sorprese.
Oggi atteso esordio del Belgio, contro l'Algeria. Lukaku, Hazard, De Bruyne, Mertens, Fellaini, Dembelè, Kompany guidano la Golden Age belga, il manico (mister Wilmots) non è dei migliori, ma la forza delle sue giovani stelle potrebbe essere più forte di un allenatore scarso.
Pronostico 3-0 (Lukaku, Hazard, Lukaku). Nello stesso girone Russia e Corea del Sud si incontreranno, esordio per Fabio Capello. Vinceranno i russi soffrendo, 1-0 con Kerzhakov.
E torna in campo anche il Brasile contro il Messico, confermati da Scolari i 12 scesi in campo contro la Croazia, gli 11 + Aiutinho. E' ora di dare una svolta e giocar bene, perchè il Messico è bello rognosetto. Vinceranno, 2-0 con Neymar e Fred. E senza Aiutinho, si spera.

lunedì 16 giugno 2014

SAN ANTONIO SPURS, UN TITOLO DA LEGGENDA

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Ci sono squadre che entrano di diritto nella storia del basket NBA, e che restano per tutta la vita nella memoria degli appassionati. Nessuno dimenticherà mai i Chicago Bulls di Michael Jordan, i Boston Celtics dominanti degli anni '60 e quelli altrettanto splendidi di Larry Bird negli anni '80, i loro storici rivali, i Los Angeles Lakers di Magic Johnson e dello Showtime. In questo novero di grandi squadre, di diritto, sono entrati anche i San Antonio Spurs di Gregg Popovich e Tim Duncan, ancor di più dopo la partita di questa notte, che li ha incoronati per la quinta volta Campioni NBA.
Quello dei texani è stato un vero e proprio trionfo, costruito mattone dopo mattone, e soprattutto puntando sempre e soprattutto sul gioco di squadra, vero mantra dei neroargento. Un gruppo che è stato assemblato con pazienza e oculatezza da quel maestro di Popovich e dal suo braccio destro, il general manager R. C. Buford, e che ha ancora il suo perno in un fenomeno come Tim Duncan. Leader silenzioso, almeno in apparenza, sempre sulla cresta dell'onda nonostante l'età non più verde, il caraibico ha segnato con il suo arrivo la svolta nella storia di San Antonio, perché dal suo approdo nella NBA nel 1997 gli Spurs non hanno mai mancato i playoff. Al suo fianco, sono arrivati altri campioni, che hanno saputo affermarsi con il lavoro e l'impegno costante, diventando delle autentiche star nonostante il parere non troppo entusiasta degli "esperti". L'argentino Manu Ginobili, cinquantasettesima scelta nel draft 1999, e il franco-belga Tony Parker, numero 27 nel 2001, sono un chiaro esempio della lungimiranza di Buford, ma si possono anche citare esempi recentissimi come Tiago Splitter, Patty Mills, Boris Diaw, Danny Green e Kahwi Leonard, autentica stella delle Finals 2014 e meritatamente eletto MVP, miglior giocatore.
Formato il gruppo, decisiva è stata la mano esperta di Gregg Popovich per creare l'amalgama giusta e sviluppare un gioco di squadra fantastico, molto europeo nella sua concezione, con un attacco armonioso e che fa affidamento sul contributo di tutti, e una difesa attenta e in grado di leggere i movimenti dell'avversario. Gli Spurs hanno letteralmente fatto scuola, tanto che molti allievi del tecnico texano sono andati ad allenare in altre squadre NBA, e nonostante il logorio fisico e anagrafico delle stelle è sempre bastato un nuovo innesto per ridare nuova linfa e tenere in alto la squadra. Dati per finiti già da molti anni, i neroargento sembravano aver prodotto la loro ultima scintilla l'anno scorso, quando arrivarono a pochi secondi dal successo nelle Finali NBA, perdendo in 7 gare contro i Miami Heat di Lebron James con tante recriminazioni.
Quello che sembrava il canto del cigno è stata invece la base per iniziare una nuova, incredibile cavalcata, con San Antonio capace di conquistare il miglior record nella stagione regolare e di fare ancora la differenza nei playoff, soffrendo ma imponendosi contro formazioni temibili come i Dallas Mavericks, i Portland Trail Blazers e gli Oklahoma City Thunders di Durant e Westbrook. In finale, come un anno fa, si sono trovati di fronte i Miami Heat di Lebron James, Dwayne Wade e Chris Bosh, in una rivincita più che mai interessante e dall'esito incerto delle Finali 2013. Invece, dopo una vittoria a testa e un sostanziale equilibrio, gli Spurs hanno improvvisamente alzato il livello del loro gioco, vincendo nettamente due partite a Miami, fino ad allora imbattuta in casa nei playoff, per poi chiudere la serie in casa propria, ottenendo così il quinto trionfo nella loro storia. Più che nei numeri, ha fatto impressione la capacità degli Spurs di giocare splendidamente di squadra, facendo a fette la difesa degli Heat e frustrando ogni tentativo di rimonta, fino all'apoteosi finale. 
In appendice, merita una grandissima nota di merito il nostro Marco Belinelli, primo italiano a fregiarsi del titolo di campione NBA, un risultato impensabile appena 10 anni fa. Il ragazzo di San Giovanni in Persiceto, sbarcato con qualche scetticismo in America e mai troppo considerato nelle prime stagioni, era già cresciuto tantissimo lo scorso anno con i Chicago Bulls, e in estate ha scelto San Antonio proprio per la sua voglia di vincere, rifiutando offerte più vantaggiose e minutaggi più elevati pur di coronare il suo sogno. Ha sofferto, vedendo ridursi i suoi minuti in campo man mano che i playoff andavano avanti, ma ogni volta che è stato chiamato in causa ha saputo farsi trovare pronto, segnando canestri pesanti e mostrando sempre l'atteggiamento giusto. Le sue lacrime sono il giusto premio alla forza di volontà, all'impegno e al sacrificio che gli hanno permesso, con merito, di indossare il prestigioso anello di campione NBA, un onore unico, possibile forse solo in un'orchestra perfetta come sono stati questi immortali e intramontabili Spurs.

MONDIARIO DIA 5

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Diario Mondiale. Giorno 5.
Altre sei pretendenti si sono svelate: Svizzera, Ecuador, Francia, Honduras, Argentina e Bosnia. La netta sensazione è che tra queste non si nasconda nè una sorpresa, nè una possibile vincitrice.
La Svizzera vince 2-1, ma ha balbettato e parecchio nonostante qualche discreta individualità, mentre l'Ecuador ha retto bene e non meritava la sconfitta. La Francia era ad andamiento lento contro l'Honduras: l'episodio del rigore ha salvato la baracca, con annessa espulsione dell'honduregno Palacios. Non hanno destato una grande impressione, nonostante il 3-0, Griezmann fuori dal vivo del gioco, Pogba buono ma non ottimo, Valbuena folletto che non ha fatto sfracelli. La sensazione è che dovrà far di più per riuscire a superare la tagliola degli scontri diretti. Benzema è stato autore di due gol e mezzo, dimostrando di essere al posto giusto nel momento giusto.
Capitolo Argentina, potremmo definirla la (Sa)bella addormentata. Schieramento incomprensibile dell'allenatore originario di Buenos Aires: un 3-5-2 iniziale che presentava qualcosa come sei difensori in campo tutti assieme. Terribile. Zabaleta, Campagnaro, Fernandez, Garay, Rojo e davanti a loro Mascherano, che da un triennio buono fa il difensore centrale. Primo tempo con la Bosnia terminato 1-0 a causa di un' autorete, ma brutto, il più brutto del Mondiale. Talmente brutto da spingere Sabella a fare due cambi al 46' anche se in vantaggio, con Higuain e Gago per un 4-3-3 che ha creato più azioni d'attacco del 3-5-2 iniziale. Finale 2-1, con l'attesissimo Messi che ha sonnecchiato per 65', mettendo a segno il raddoppio con una rete degna della sua classe purissima. E' bastato un lampo, ma per far emergere questa Argentina serviranno molti lampi, anzi qualche bel temporale e magari una virata sul 4-3-3.
Oggi in campo la mia favorita, la Germania di Ciccio Low, che proverà a schierare i panzer teutonici con il tiki-taken di stampo guardiolesco, con tanto di Ozil finto nueve. Staremo a vedere, Klose scalpita. Ma Schweinsteiger, Kroos, Muller, Ozil, Podolski, Schurrle (o Klose) son indice sicuro di bel gioco. Primo bel banco di prova, il Portogallo di Cristiano Ronaldo, Nani, Moutinho, Coentrao, Pepe e poco altro. Pronostico: 4-1 per la Germania (Kroos, Postiga, Kroos, Podolski, Klose). Giocheranno anche Iran-Nigeria 0-1 (Moses) e Ghana-Usa 2-2 (Boateng, Altidore, Asamoah Gyan, Altidore).

domenica 15 giugno 2014

MONDIARIO DIA 4

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Diario Mondiale. Giorno 4. 
E arrivò il giorno dell'Italia. Si è vinto, e pure bene. Per 70' una gran partita, Prandelli ha avuto le idee chiare nel momento giusto: il 4-1-4-1 era sensato, c'è qualcosina da mettere a punto, ma la prestazione è stata sontuosa.
Sontuosa perchè gli inglesi sono rivali forti, sicuramente più forti dell'Uruguay mestamente crollato sotto i colpi della sorpresa Costa Rica. Anzi, mò esagero: è una delle migliori nazionali inglesi viste negli ultimi anni. 
Il canovaccio del primo tempo è stato il preventivabile tiki-taka dell'Italia a dispetto del contropiede inglese. E così è stato 1-1, con rete sugli sviluppi di un angolo da parte di Marchisio e pareggio con tre passaggi per la ripartenza inglese con marcatura di Sturridge.
La ripresa è stata più a viso aperto, dopo il vantaggio firmato Balotelli, ci si è saputi difendere mostrando oltre al fioretto, anche la sciabola. 
E tutto questo nonostante Paletta, probabilmente sceso in campo da titolare data la facile associazione con i castelli di sabbia delle spiagge brasiliane. Troviamogli un secchiello brasiliano e lasciamolo in panchina. Ora, è assolutamente fuori forma e lontano parente del buon difensore del Parma, ma perchè preferirlo a Bonucci? O comunque anche a Ranocchia e, toh, pure ad Astori. Andiamo a naturalizzare un pericolo pubblico difensivo, come già si era intuito nelle ultime amichevoli. Mah. 
Il trio De Rossi- Pirlo- Verratti è spettacolare, passaggi di qualità e mai banali. Bene. A destra ottima prova di Candreva, sia in fase di cross che a livello difensivo. Marchisio a sinistra è servito più in fase di copertura che come appoggio offensivo. Si è manifestata la difficoltà di accelerare sulla trequarti per arrivare a innescare facilmente Balotelli. Mario ha avuto un giusto atteggiamento: è solo davanti, deve capire che può capitare di restare 15-20 minuti senza toccar palla, senza innervosirsi, e nelle poche occasioni buone non deve perdersi in leziosismi. E ieri ha interpretato bene il ruolo. 
Sulla destra la catena Darmian-Candreva ha sfondato, Rooney e Baines non li hanno mai tenuti. La chiave è stata là. Mentre Chiellini schierato terzino sinistro proprio no, è un centrale, e sicuramente un miglior centrale di Paletta. 
Quindi, tutto bene: eliminiamo il pelato dai capelli lunghi (Paletta) e inseriamo un terzino a sinistra (De Sciglio) o a destra (Abate), mettendo sull'out mancino Darmian, e siamo ok.
Nel girone l'Uruguay si candida come grande flop, d'altronde con nonno Lugano, e con Rios e Gargano centrali di centrocampo a far gioco, anche se hai Cavani e Suarez al 50% non vai da nessuna parte. Se gli inglesi non si perdono per strada, possono andar lontano.
Oggi in campo Svizzera-Ecuador, Francia-Honduras e Argentina-Bosnia. Quest'ultima la gara più interessante, curiosità per la seleccion, con Messi, Aguero, Di Maria e molti giocatori da squadra di metà classifica italiana.

AZZURRO MONDIALE: LE PAGELLE DI ITALIA-INGHILTERRA

Immagine tratta da maidirecalcio.com
Le formazioni: Nel caldo torrido di Manaus scendono in campo Italia e Inghilterra, nella prima sfida di un girone D che si annuncia più equilibrato del previsto dopo il successo della Costa Rica sull'Uruguay. Gli azzurri confermano la squadra annunciata da tempo, con quel modulo 4-1-3-1-1 così brutto da scrivere che si trasforma in 4-5-1 in fase difensiva, e l'unica novità di Sirigu titolare tra i pali per l'infortunio dell'ultima ora di capitan Buffon. Inglesi che confermano anche loro il 4-2-3-1 annunciato con una sola novità, ovvero la rinuncia a Lallana e l'inserimento di Sterling, con di fatto quattro giocatori d'attacco davanti e l'intenzione, almeno a parole, di fare la partita e mettere in costante difficoltà la difesa azzurra.
La chiave tattica: La mossa di Hodgson si rivela un clamoroso autogol, poiché la fascia sinistra inglese è terribilmente sguarnita, con Rooney poco utile in copertura e Darmian che, in spinta, crea un pericoloso 2 contro 1 insieme a Candreva. E' da quella parte, non a caso, che nasce il gol del definitivo vantaggio azzurro.
Italia: Esordio molto più positivo di quanto ipotizzato per il gruppo di Prandelli, che mantiene i suoi piani di gioco ed è brava a leggere i punti deboli dell'avversario per sfruttarli a suo vantaggio. Controllo del palleggio, verticalizzazioni e imbucate improvvise a sorprendere la difesa, raddoppi e spinta continua sulle fasce. Molto positiva la prova di Sirigu, che non fa rimpiangere Buffon e difende la porta azzurra con la sicurezza del veterano, bene anche Darmian a destra, una spina costante nel fianco della formazione britannica. Molto bravo Candreva, che parte da destra ed è ovunque, prende un palo e poi inventa la rete del 2-1, ottimo anche Marchisio che segna e corre per 90 minuti senza pause. Elogi anche per Balotelli, finalmente positivo come centravanti unico, per il gol e per il lavoro che fa in favore dei compagni, anche se a tratti appare troppo solo. Convince in parte la scelta di Pirlo e Verratti insieme, il secondo in particolare sembra un po' soffocato e non esprime al massimo il suo potenziale, discutibile anche la presenza di Chiellini esterno sinistro, vista l'evidente disabitudine dello juventino al ruolo. Meno felice di tutte la scelta di Paletta, in assoluto il vero anello debole della squadra, saltato spesso e con facilità dagli sguscianti attaccanti inglesi. In sintesi, Italia promossa ma con qualche materia da approfondire un po' meglio.
Voti: Sirigu 7; Darmian 7, Barzagli 6,5, Paletta 5, Chiellini 5,5; De Rossi 6; Candreva 7 (Parolo s.v.), Pirlo 7, Verratti 6 (T. Motta 6), Marchisio 7; Balotelli 6,5 (Immobile 6). Prandelli 6,5.
Inghilterra: In potenza, la squadra potrebbe essere una delle più forti in questo Mondiale, ma in campo mostra alcuni limiti preoccupanti, soprattutto in fase difensiva. Buona partenza, grande abilità quando si tratta di ripartire e puntare la difesa, ma grande ingenuità in copertura e troppi spazi concessi agli azzurri, soprattutto dal lato sinistro. Incerto il portiere Hart, gravemente insufficienti Cahill e Baines, sottotono anche Gerrard in mediana. Si salvano i peperini Sterling e Sturridge davanti, Rooney è meno appariscente e lucido del solito. Occorrerà qualche aggiustamento in quella che, contro l'Uruguay, sembra già una sfida da dentro e fuori.
Voti: Hart 5,5; Johnson 6, Jagielka 6, Cahill 5, Baines 5,5; Gerrard 5,5, Henderson 6 (Wilshere s.v.); Wellbeck 5,5 (Barkley 6), Sterling 7, Rooney 6; Sturridge 6,5 (Lallana s.v.). Hodgson 5,5.
Curiosità: Pur essendo due nobili del calcio mondiale, questa è appena la seconda volta che Inghilterra e Italia si incontrano in una Coppa del Mondo. L'unico precedente nel 1990, quando le formazioni si sfidarono per il terzo posto nel torneo: anche allora, vinse l'Italia 2-1, con reti di Roby Baggio, Platt e Totò Schillaci su rigore.

PAGELLE MONDIALI - TERZA PUNTATA

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Terza giornata di questi Mondiali brasiliani, e oltre al tanto atteso esordio dei nostri azzurri si sono giocate le partite del gruppo C, Colombia-Grecia nel pomeriggio e Costa d'Avorio-Giappone nella notte, e l'altra sfida del nostro girone tra Uruguay e Costa Rica. Vediamo i nostri giudizi su queste tre sfide.
COLOMBIA - GRECIA 3-0
Qui Colombia: Se qualcuno indicava i ragazzi di Pekerman tra le possibili sorprese del torneo, un motivo in effetti c'è. Nonostante l'assenza del bomber Falcao, i "cafeteros" si mangiano in un sol boccone la Grecia, mostrando solidità in difesa e un centrocampo tecnico, capace con le accelerazioni degli esterni di spaccare la partita. Migliore in campo per distacco James Rodriguez, autore del gol conclusivo a coronare una splendida sfida, mentre è dura trovare un peggiore. Forse Zuniga ha giocato sotto le attese, ma il terzino è reduce da un lungo infortunio, che giustifica la sua forma fisica precaria.
Qui Grecia: Non è stato un esordio memorabile per la squadra di Fernando Santos, nettamente sconfitta nel risultato e nel gioco dai sudamericani. La tattica difensiva è saltata presto per il gol subito a freddo, e così sono venute fuori la pochezza di un centrocampo lento e un attacco troppo leggero per pungere. Tra i pochi a salvarsi il difensore Torosidis, volenteroso in spinta e in copertura sulla fascia destra, mentre si è distinto in negativo Gekas, che ha sprecato una clamorosa palla gol che avrebbe potuto cambiare completamente l'esito della sfida.
Curiosità: Oggi sono scesi in campo il secondo e il terzo giocatore più anziano della competizione, vale a dire il trentottenne colombiano Yepes e il trentasettenne greco Karagounis. Curiosamente, la palma di "nonno" tra i convocati di questi Mondiali spetta ad un altro colombiano, il portiere Mondragon, classe 1971.
URUGUAY - COSTA RICA 1-3
Qui Uruguay: No Suarez no party. Tabarez ripresenta quasi gli stessi uomini che quattro anni fa lo portarono ad un incredibile quarto posto Mondiale, ma paga terribilmente l'assenza del "pistolero" del Liverpool. Squadra quadrata e solida come sempre nel primo tempo, clamorosamente disordinata e priva di idee nella ripresa, quando la situazione si è improvvisamente capovolta. Unica luce nel buio Cavani, che segna il gol dei suoi e cerca da solo di dare la scossa nel momento più difficile. Peggiore su tutti Stuani, schierato fuori ruolo a destra, lui che è una punta, letteralmente un pesce fuor d'acqua.
Qui Costa Rica: Il giorno del sorteggio, tutti pensavano di aver trovato la squadra materasso del girone. Invece i ragazzi di Pinto hanno dimostrato di potersela giocare con tutti, sono in gran forma e vanno in campo a mente libera. Non proprio irreprensibili in difesa, i centramericani hanno mostrato un atletismo dominante, buone individualità e una velocità letale nei contropiede che hanno ribaltato il risultato. Fondamentale la partita del baby fenomeno Joel Campbell, autore del pari e maturo per un grande club europeo, meno bene il compagno di reparto Bryan Ruiz, che paga l'emozione e una posizione troppo esterna per essere pericoloso.
Curiosità: L'esordio nel Mondiale porta fortuna alla Costa Rica, che ha vinto tre volte su quattro nella partita iniziale del torneo. Nel 1990 i centramericani batterono 1-0 la Scozia, nel 2002 superarono 2-0 la Cina. Solo nel 2006 furono battuti, per 4-2, dai padroni di casa della Germania.
COSTA D'AVORIO - GIAPPONE  2-1
Qui Costa d'Avorio: Un'ora di dominio ma con poche idee per i giovani "elefanti" di Lamouchi, poi il vecchio capobranco si alza dalla panchina e cambia la musica. Infilati alla prima occasione dai nipponici, gli africani hanno tenuto il controllo del match senza mai rendersi davvero pericolosi, almeno fino all'ingresso di Drogba, che ha aperto la difesa avversaria con la sua presenza, Merita una citazione il terzino Aurier, autore degli assist per entrambi i gol, poco o nulla invece da Kalou, in evidente calo dopo ottime stagioni e mai nel match.
Qui Giappone: L'organizzazione tattica ha fatto la differenza per un tempo, poi il peso offensivo degli avversari ha mandato in tilt gli uomini di Zaccheroni. Davanti c'è una buona dose di talento, dietro gli asiatici ballano troppo, e con Drogba in campo hanno concesso spazi letali agli ivoriani. Brilla la stella di Honda, che sembra il fratello forte di quello visto al Milan, con un gol e tante buone giocate. Male il centrale Morishige, anticipato secco su entrambe le reti subite, e poco sicuro in generale.
Curiosità: Al terzo tentativo, la Costa d'Avorio riesce finalmente ad esordire in un Mondiale con una vittoria. Nel 2006 gli "elefanti" erano stati sconfitti 2-1 dall'Argentina, nel 2010 il Portogallo li aveva bloccati sullo 0-0.

sabato 14 giugno 2014

MONDIARIO DIA 2/3

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Diario mondiale. Giorno 2/3.
Il Brasile con Aiutinho ha superato la coriacea Croazia, grazie a un arbitro nippo parecchio accondiscendente. Neymar graziato per una gomitata, Fred si procura un rigore letteralmente svenendo al primo soffio di vento e Oscar mette a segno la terza rete su azione viziata da un fallo di Luiz Gustavo. Deludenti i verdeoro, lenti e con poche idee. Luiz Gustavo e Paulinho, a cui aggiungiamo Hulk e Fred troverebbero difficilmente una maglia da titolare nelle nazionali brasiliane degli ultimi vent'anni. Il centrocampo croato con Rakitic, Modric e Kovacic era qualitativamente superiore alla Seleçao, roba che fa pensare. Il fattore casalingo conterà parecchio, specie se l'arbitraggio ne risentirà. 
Croazia e Messico si giocano la qualificazione nel Gruppo A. Bello il Messico, aggressivo e quadrato visto ieri contro uno sgangherato Camerun messo in campo in maniera pessima.
Spagna-Olanda 1-5: Van Gaal si dimostra un maestro di calcio. O quantomeno un allenatore che ha capito come sta andando attualmente in Europa: contro il tiki-taka basta difendersi bene, con molti uomini, avere un regista dal passaggio spettacolare (Sneijder) e due attaccanti molto forti (Van Persie e Robben). Questa è stata la chiave in molte partite di Champions (chiedere a Barcellona o Bayern Monaco) e probabilmente lo sarà anche in questo Mondiale.
Due parole su Robin Van Persie e Arjen Robben, campioni veri. Se segnano per il terzo Campionato del Mondo consecutivo, sono una garanzia. Nei momenti che contano, ci sono, sempre.
Il Cile, sempre nel gruppo B è stato spettacolare per un quarto d'ora contro gli australiani, insaccando il 2-0 già al minuto 13. Poi sono andati in vacanza, consentendo ai canguri di ben figurare nonostante il 3-1 finale. Bambola cilena specie in difesa: i nanerottoli sudamericani sono andati in difficoltà inaspettatamente. Buona notizia per la Spagna, qualora smaltisse in fretta la batosta orange. Prepariamoci a un Brasile-Spagna negli ottavi.
Oggi 4 partite, pronostichiamo: Colombia-Grecia 2-0 (Cuadrado, Bacca), Uruguay-Costa Rica 2-0 (Cavani, Cavani), Italia-Inghilterra 0-2 (Cahill, Jagielka), Costa d'Avorio-Giappone 2-3 (Gervinho, Kakitani, Kakitani, Drogba, Honda).
Esordio per l'Italia, Buffon malconcio, Paletta titolare, modulo brutto (4-1-3-1-1). Una marea di giocatori fuori ruolo, da Chiellini esterno di difesa, a Pirlo e Verratti playmaker con un uomo dietro, Marchisio esterno di centrocampo, con Candreva in appoggio alla punta. Sulla carta pochissime opportunità per trovare profondità, per innescare la punta.
Probabilmente se si è in difficoltà sarebbe stato giusto optare per il 3-5-2 di stampo juventino, ma tant'è. E' parecchio strana tutta questa fiducia e spavalderia degli inglesi, la cui rosa non sembra fortissima, ma la convinzione e la grinta potrebbero fare la differenza. Occhio ai calci piazzati. Probabilmente l'Italia vorrà fare il possesso palla, il tiki-taka, ma di questi tempi sarebbe meglio un bel catenaccio made in Italy, con i giocatori nei loro ruoli. Tempo per cambiare c'è e ce ne sarà, anche in caso di brutta figura. Uruguay e Costa Rica non sono corazzate.

PAGELLE MONDIALI - SECONDA PUNTATA

Immagine tratta da telegraph.co.uk
Seconda giornata di questi Mondiali 2014 in Brasile, subito un match "di cartello" tra Spagna e Olanda, remake della finale 2010, e altre due sfide comunque interessanti, Messico-Camerun e Cile-Australia. Questo è il nostro commento alle partite disputate.
MESSICO - CAMERUN 1-0
Qui Messico: Nonostante il diluvio e due reti annullate erroneamente per fuorigioco, gli uomini di Herrera la spuntano alla fine, mostrando una ritrovata convinzione e buone individualità. Il palleggio veloce dei messicani stordisce il Camerun, il portiere avversario e gli errori del guardalinee tengono il punteggio in parità fino a metà ripresa, poi arriva la rete che decide la sfida. Merito di Peralta, scelta azzeccatissima del tecnico, preferito al più blasonato Hernandez ma in grado di fare la differenza con la sua rete. Proprio il Chicharito è forse l'unico a deludere in parte, quando si mangia un 2-0 facile facile a porta vuota.
Qui Camerun: I "leoni indomabili" che negli anni 90 sembravano poter stupire il mondo sono un ricordo. Gli africani del tedesco Finke sono molto confusionari, timorosi e imprecisi in difesa, e la sconfitta poteva essere decisamente peggiore vista la differenza di valori in campo. Si salva il terzino Assou-Ekotto, che spinge con continuità e regala ad Eto'o uno dei pochi palloni buoni del match, non sfruttato dal bomber camerunense. Male a centrocampo Alex Song, che dovrebbe essere uno dei migliori e invece non lascia mai il segno, se non in negativo, sul match.
Curiosità: Due giocatori, uno per squadra, hanno festeggiato con questa presenza la partecipazione al quarto Mondiale della carriera. Da una parte Rafa Marquez, che esordì già da capitano nel 2002 in Giappone, dall'altra Samuel Eto'o, in campo diciassettenne (in teoria...) a Francia '98 contro l'Italia.
SPAGNA - OLANDA 1-5
Qui Spagna: Sono davvero questi i campioni del Mondo uscenti, i candidati ad uno storico bis? Un primo tempo discreto, con il vantaggio meritato e un paio di buone chance per raddoppiare sprecate, poi il crollo inesorabile, con una difesa inguardabile e un centrocampo soffocato, non in grado di giocare come sa. Difficile salvare qualcuno dei ragazzi di Del Bosque, forse solo Xabi Alonso può meritarsi una citazione per il gol realizzato, mentre abbondano i bocciati, su tutti i centrali Pique e Ramos, inguardabili nell'applicare il fuorigioco, e il portiere Casillas, che dimostra di aver sofferto tremendamente l'anno da riserva.
Qui Olanda: Una rivincita così non l'avrebbero immaginata neanche nei sogni migliori, gli orange. La tattica di Van Gaal sembrava un incredibile azzardo, si è rivelata tremendamente azzeccata. Difesa alta a soffocare i creatori di gioco spagnoli, terzini altissimi a spingere e lanciare per scavalcare la mediana, ottimi inserimenti davanti a eludere il fuorigioco. I migliori ovviamente Robben e Van Persie, simboli di questa squadra assetata di vendetta, che hanno scherzato la difesa iberica, da rivedere forse De Guzman, non al meglio fisicamente e sempre in difficoltà finché è rimasto in campo.
Curiosità: Questa è stata la quarta volta che le due finaliste di un mondiale si sono ritrovate contro anche nel successivo. I precedenti nel 1970 (Germania Ovest-Inghilterra), 1978 (Germania Ovest-Olanda) e 1990 (Germania-Argentina). Curiosamente, in ben tre occasioni compresa quella di oggi la squadra sconfitta in finale si è poi presa la rivincita...
CILE - AUSTRALIA 3-1
Qui Cile: Missione compiuta e tre punti in cassaforte, ma qualche patema di troppo per gli uomini di Sampaoli. Squadra che non convince in difesa e soffre più del dovuto con i modesti australiani, che restano in partita fino all'ultimo nonostante l'uno-due che avrebbe dovuto mandarli al tappeto. Il meglio i sudamericani lo danno davanti, con Valdivia e soprattutto Sanchez che si trovano alla grande e fanno impazzire i difensori avversari. Nel reparto arretrato, si distingue in negativo Medel, sovrastato da Cahill sull'1-2 e mai sicuro quando capita un pallone dalle sue parti.

Qui Australia: La qualificazione in un girone come questo sembrava già un miracolo, il campo ha confermato che i "socceroos" rischiano severe lezioni di calcio in questo Mondiale. Difesa imbarazzante, centrocampo lento e legnoso, si salvano solo la buona volontà e l'impegno costante degli uomini di Postecoglou. Palma di migliore indiscutibilmente a Tim Cahill, autore del gol e di una prova più che positiva nonostante l'età non più giovanissima, male invece il capitano Jedinak, falloso e in costante difficoltà contro i fantasiosi cileni.
Curiosità: Terzo Mondiale consecutivo per Cahill, trasformato in attaccante dopo una carriera da centrocampista. In tutte e tre le occasioni, l'ex giocatore dell'Everton ha segnato almeno una rete: 2 nel 2006 contro il Giappone, 1 nel 2010 contro la Serbia, e appunto 1 stanotte contro il Cile.