martedì 15 aprile 2014

L'UOMO DECISIVO NEL MOMENTO DECISIVO

Immagine tratta da tuttosport.it
Da sempre lo accusano di non segnare gol importanti, di non riuscire mai ad essere decisivo. Magari dopo la partita di ieri a Udine molti dei suoi critici dovranno rimangiarsi quanto detto, o almeno frenare i loro commenti.
Sebastian Giovinco è semplicemente fondamentale nella vittoria bianconera, per il gol che sblocca il match e per tutte le giocate importanti che regala durante la partita, non facendo pesare l'assenza di Tevez. E' solo il secondo gol in campionato per la Formica Atomica, l'altro l'aveva segnato al Milan, ed anche in quel caso aveva sbloccato una situazione di parità. Se la meritava questa soddisfazione personale, anche per quanto fatto vedere contro il Lione, e sarà molto soddisfatto di lui anche mister Conte, che l'ha difeso quando i tifosi lo fischiavano e, pur tenendolo spesso fuori, non ha mai smesso di stimolarlo e di considerarlo importante. Giovinco non è quello che a Parma è stato grande protagonista per un paio di anni, e continua a mancare di quel salto di qualità per meritare il titolo di campione, ma si impegna sempre e in maniera costante, e quando è in fiducia e in condizione può regalare partite come quella di ieri.
L'altra firma sul 2-0 finale la mette un giocatore ugualmente contestato a inizio anno, considerato inutile e inadatto alla squadra, e adesso insostituibile la davanti: Fernando Llorente. In campionato lo spagnolo è arrivato a 14 centri, spesso decisivi, lui e l'Apache insieme hanno superato i 30 gol, una statistica degna dei migliori Del Piero e Trezeguet. A due riferimenti importanti in attacco, si aggiunge una difesa che nonostante il turnover continua a funzionare, con Caceres sempre più importante dietro a non far rimpiangere Barzagli, e una condizione fisica che è ormai in netto miglioramento. Il distacco dalla Roma resta invariato, ma quello che poteva essere il test più pericoloso prima della sfida diretta all'Olimpico è superato a pieni voti.
La Juve espugna d'autorità il Friuli e batte una squadra che, pur lontana anni luce da quella che per due anni di fila ha ottenuto i preliminari di Champions, veniva da una condizione strepitosa, soprattutto tra le mura amiche. Le vittorie in campionato sono 28, una in più dello scorso campionato, i punti conquistati 87, con quel traguardo dei 100 che non è un miraggio, calendario alla mano. La vicinanza al successo si è vista nell'atteggiamento di Conte, nervoso più del solito a inizio partita e letteralmente scatenato al fischio dell'arbitro, come se avesse vinto una finale. Forse perché questa partita gli ha ricordato un'altra vittoria, ugualmente dolce e importante, ottenuta proprio a Udine 12 anni prima. Era il 5 maggio del 2002, e quel giorno la Juventus strappò clamorosamente lo scudetto all'Inter. All'epoca era ancora in campo, ma oggi come allora riesce a distinguere perfettamente i successi che possono essere decisivi all'interno di una stagione. Quello di ieri può decisamente rivelarsi uno di questi.

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