giovedì 24 aprile 2014

#CATENACCIO

Immagine tratta da tuttosport.com
E' una lezione che dovrebbe rimbombare in Italia, quella vista nelle semifinali di Champions League. Il Chelsea schiera una formazione accorta, si mette tutti dietro (con un pullman a due piani in area di rigore come hanno ironizzato in Spagna) e riesce a mantenere la porta inviolata nello 0-0 del Vicente Calderon, fortino dell'Atletico Madrid.
E così il Real, lascia fare la partita al Bayern, decidendo di aspettarli e colpire in contropiede, Modric ottimo regista pronto a lanciare gli avanti dei blancos. E l'1-0 di Benzema è servito, con una ripartenza che va perfettamente a segno. Con il tiki-taken tedesco che rimbalza sul muro difensivo madridista.
Non è un caso che i tecnici che hanno predisposto le partite difensive, abbiano ottenuto i risultati più soddisfacenti. Come non è casuale che sia Ancelotti che Mourinho abbiano trascorso un lungo periodo in Italia da allenatori.
Il punto è questo: il calcio italiano è sempre stato famoso per il gioco difensivo, il pressing e le ripartenze. Ma ora? Chi in Italia gioca questo tipo di calcio? Nessuno.
E' sparito il catenaccio in un periodo dove solo il catenaccio è un grado di beffare il gioco ossessionante di ritmo e possesso palla iniziato dal Barça e che si è diffuso in mezza Europa.
In Italia non si ha la resistenza atletica e il ritmo per giocare il tiki-taka, dunque si pratica una sorta di valzer lento che regala poche occasioni nella maggior parte dei match disputati in Serie A.
Ci si compiace di "aver tenuto il pallino del gioco", ma ciò che dà punti sono le reti fatte e subite, e non il possesso palla.
Il catenaccio e il contropiede non sono passati mai di moda. E farci rubare questo caratteristico modo italiano di giocare a calcio è da pivellini. Rincorriamo le big europee sul piano del possesso palla, in un momento dove il catenaccio torna di moda.
Qualcosa non quadra.

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne pensi?