venerdì 28 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE NONA GIORNATA

Immagine tratta da focuscalcio.it
Si è giocata anche la seconda semifinale della Confederations Cup, che ha visto purtroppo la sconfitta ai rigori degli azzurri contro la Spagna. Vediamo nel dettaglio il nostro giudizio sulla partita, con le pagelle degli italiani e degli spagnoli, le tattiche e le consuete curiosità.
ITALIA
Tattica: Cambio di modulo e di passo per l’Italia. Difesa a tre e maggiore densità a centrocampo, che unita ad una ritrovata forma fisica blocca la temibile mediana spagnola e spaventa più volte, soprattutto nel primo tempo, i campioni d’Europa e del Mondo. Partita giocata alla grande, la lotteria dei rigori non ci premia, ma la reazione di carattere c’è stata.
Buffon: Incredibile a dirsi, ma il capitano azzurro vive una serata relativamente tranquilla. Non è sicurissimo nel respingere il tiro di Xavi, e ai rigori ne intuisce pochi e non ne prende nessuno. Voto 6.
Barzagli: Non è in forma e si vede dal modo in cui si fa scappare Torres in una delle poche azioni pericolose della Spagna. Sostituito all’intervallo, non è quello ammirato in stagione. Voto 5,5.
Montolivo: Entra e si piazza al fianco di Pirlo, aiutandolo nella costruzione del gioco. A volte è impreciso, ma svolge bene il suo compito e segna il suo rigore. Voto 6.
Bonucci: Prima centrale, poi esterno destro della fatica a tre, gioca una partita discreta, meglio di sicuro rispetto alla gara con il Brasile. Il rigore sbagliato però pesa in maniera decisiva sulla sua partita. Voto 5,5.
Chiellini: Con la difesa a tre si trova davvero a suo agio, copre bene e non lascia mai scappare le punte spagnole. E’ il meno fine della difesa con i piedi, ma per fisico e senso della posizione è il migliore. Voto 6,5.
Maggio: Da terzino sembra un pesce fuor d’acqua, come esterno di centrocampo è tutta un’altra musica. E’ il più pericoloso dei nostri, si vede respingere da Casillas due grandi occasioni, sulla seconda poteva fare meglio. Voto 6,5.
De Rossi (il migliore): Prima supporto di Pirlo, poi centrale di difesa per necessità. Come un anno scorso fa una gran partita contro la Spagna, copre e aiuta a far ripartire l’azione. Segna anche il suo rigore. Voto 7.
Pirlo: Recuperato a tempo di record dai suoi problemi fisici, fa qualche bella giocata ma non è al suo meglio. Rimane comunque il riferimento del centrocampo azzurro, e dal dischetto è freddo e preciso. Voto 6.
Giaccherini: Quello atterrato in Brasile è davvero un giocatore decisivo. Da un gran pallone a Maggio, corre tanto sulla sua fascia e colpisce un palo clamoroso. Il migliore della spedizione finora. Voto 6,5.
Candreva: Schierato titolare da Prandelli, ripaga la sua fiducia con una partita di qualità e di sostanza. Crea molti problemi alla difesa spagnola, e inaugura la serie dei rigori con un bel cucchiaio. Voto 6,5.
Marchisio: Meglio rispetto alle partite precedenti, si muove di più sfruttando gli spazi e in un inserimento sfiora anche la rete. Resta comunque un giocatore in affanno rispetto ad altre occasioni. Voto 6.
Aquilani: Non lascia particolari segni dal suo ingresso in campo, svolge il compitino e ha il merito di realizzare il suo rigore. Voto 6.
Gilardino (il peggiore): Non è Balotelli e si vede, purtroppo per l’Italia. Lotta e si batte con grinta, per carità, ma non riesce mai a pungere davvero la difesa avversaria, bruciandosi la sua chance. Voto 5.
Giovinco: Rigore a parte, dal suo ingresso non si vede molto, stritolato com’è dai due rocciosi centrali avversari. Voto 6.
Prandelli: Cambia modulo per scelta e uomini per necessità, i suoi lo ripagano con una grande partita, rimangono dubbi sulla scelta di portare solo due prime punte in Brasile. Voto 6,5.
SPAGNA
Tattica:
Nonostante l’assenza di Fabregas, non al meglio, Del Bosque ripropone il modulo con due esterni offensivi e sceglie Torres come riferimento d’area. I suoi rischiano di affondare nel primo tempo, con qualche buon innesto la partita rimane equilibrata, poi i rigori gli danno ragione.
I migliori:
-Sarà un caso, ma dall’ingresso in campo di Jesus Navas la musica cambia sulle fasce. Veloce e sgusciante, crea molto più di Silva costringendo ad un maggior lavoro i difensori azzurri. Ha anche il merito di realizzare il rigore che manda la Spagna in finale contro il Brasile. Voto 6,5.
-L’annata a Madrid è stata molto travagliata, ma Del Bosque continua a dargli fiducia e Casillas lo ripaga con una prestazione solida e sicura. Respinge alla meglio le due conclusioni di Maggio, risultando decisivo per il successo della sua squadra, anche se non para nemmeno un rigore. Voto 6,5.
-Dopo tanti anni passati come esterno destro, Sergio Ramos conferma a tutti che il suo ruolo migliore è quello di centrale difensivo. In coppia con Piqué tiene benissimo Gilardino e in generale chiude molto meglio del compagno di reparto sugli assalti italiani. In più segna un gran rigore. Voto 6,5.
I peggiori:
-Dopo essere rimasto spesso in panchina, Silva ha avuto la grande occasione di partire titolare vista l’assenza di Fabregas. Non ha sfruttato minimamente l’occasione, spingendo pochissimo e risultando quasi inesistente. Il suo sostituto Jesus Navas ha stravinto il confronto con lui. Voto 5.
-Lo si dice già da qualche tempo, il punto debole di questa Spagna è il terzino destro Arbeloa. In difficoltà contro Giaccherini, viene spesso saltato dall’esterno azzurro e non riesce mai a spingere in modo continuo. Facile pensare che il suo posto in Nazionale sia uno dei meno sicuri. Voto 5.
-L’anno scorso fece un partitone contro gli azzurri, stavolta invece Jordi Alba è sembrato un giocatore molto più normale. Bravo in fase di spinta, soffre tremendamente quella difensiva, che non è poco per un terzino. Lascia due volte Maggio contro Casillas, per sua fortuna l’azzurro non ne approfitta. Voto 5,5.
Del Bosque: Da fiducia a Silva e Torres e conferma il modulo che è ormai il marchio di fabbrica spagnolo. Indovina il cambio inserendo Navas e finisce la partita giocando con Martinez come “falso nueve”. Qualche crepa nella squadra che ha vinto tutto si vede, ma la vittoria alla fine è ancora sua. Voto 6.
Curiosità: Una volta gli spagnoli avevano una sorta di complesso d’inferiorità verso l’Italia, adesso sembra l’opposto. Una sola vittoria negli ultimi nove scontri con gli iberici, a fronte di cinque pari e tre sconfitte. In competizioni ufficiali non battiamo la Spagna dal 1994, 2-1 nei Quarti di Finale del Mondiale americano.



giovedì 27 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE OTTAVA GIORNATA

Immagine tratta da kazzdetroit.wordpress.com
Si è disputata ieri la prima delle due semifinali, quella che ha visto di fronte i padroni di casa del Brasile e i loro storici rivali dell'Uruguay. Ecco la nostra opinione sulla partita e sui migliori e peggiori in campo dei due schieramenti.
BRASILE
Tattica: Squadra e tattica vincenti non si cambiano, e allora Scolari punta ancora sugli stessi undici delle tre partite precedenti e sul suo modulo offensivo. Soffre più del previsto con una difesa clamorosamente imprecisa, ma grazie ad un ritrovato Julio Cesar e a un Paulinho super ispirato strappa la qualificazione alla finale.
I migliori:
-Il lancio che porta alla rete del vantaggio e il colpo di testa che vale la vittoria. Si riassume in queste due giocate la serata di grazia di Paulinho, che torna dopo un infortunio e sfodera una prestazione straordinaria. Talento e qualità per tutta la partita, un vero peccato non vederlo in Italia come speravamo. Voto 7,5.
-Lo avevano dato per vecchio e per finito, ma Julio Cesar ha dimostrato di avere più vite come i gatti. E sembra proprio un felino quando vola a respingere il rigore di Forlan che poteva cambiare la sua sfida. Tornato titolare con pieno merito della Seleçao, vuole arrivare al Mondiale da protagonista. Voto 7.
-Per una volta non riesce a segnare, ma il pericolo numero 1 per la difesa uruguaiana è sempre lui, Neymar. Svaria su tutto il fronte d'attacco, è decisivo sul gol del vantaggio e mette sulla testa di Paulinho il pallone della vittoria. Unico neo, i troppi tuffi appena viene toccato: come lo tratteranno difensori e arbitri europei? Voto 7.
I peggiori:
-Se nelle precedenti occasioni aveva sorpreso per l'incredibile concentrazione e la solidità in difesa, stavolta David Luiz si rivela l'anello debole della squadra carioca. Condizionato dal naso fratturato, procura il rigore e non riesce a dare mai sicurezza al reparto, soffrendo le accelerazioni delle punte avversarie. Voto 5.
-Sembra quasi incredibile, ma per una volta anche Thiago Silva finisce dietro la lavagna dei cattivi. Solitamente preciso e impeccabile, stavolta il capitano verdeoro appare quasi spaesato, va in difficoltà già nel primo tempo, e nella ripresa combina la frittata consentendo a Cavani di pareggiare. Irriconoscibile. Voto 5.
-Dal soprannome è colui che dovrebbe spaccare in due le difese, invece Hulk finisce per essere praticamente inoffensivo. Evidentemente a disagio nel modulo di Scolari, si vede poco e quando lo fa non riesce a concretizzare. Con la sua sostituzione le cose migliorano per il Brasile, sarà un caso? Voto 5.
URUGUAY
Tattica: Contro un'avversaria che fa del possesso palla la sua arma vincente, Tabarez propone una formazione molto coperta, che attende e poi prova a far male ripartendo in contropiede. L'Uruguay gioca una buona partita, ma ha il demerito di sprecare alcune occasioni importanti che potevano cambiare la sfida.
I migliori:
-Anche in questa partita non sembrava nelle sue migliori condizioni, poi finalmente Cavani ha trovato il modo di lasciare il segno realizzando il gol del momentaneo pareggio. E' il più pericoloso della linea avanzata e si rende pericoloso anche in altre occasioni, tornando finalmente il Matador visto a Napoli. Voto 7.
-Contro uno degli attacchi più forti del torneo, Godin sfodera una bella prestazione, fatta di tanta solidità, fatica e qualche bella chiusura. Arcigno e duro, riesce a limitare al massimo Fred, tenendo saldo il reparto in coppia con il capitano Lugano. Sul gol subito alla fine le responsabilità non sono certo sue. Voto 6,5.
-Oltre che nella Lazio, adesso Alvaro Gonzalez sta diventando un elemento sempre più importante anche nella sua Nazionale. Schierato nel centrocampo a tre, fa un gran lavoro insieme ai compagni di reparto e ingaggia una personale battaglia con Neymar, che gli manda persino un bacio di scherno. Voto 6,5.
I peggiori:
-Probabilmente questa notte avrà rivisto nei suoi incubi quel rigore sbagliato che poteva cambiare la partita. Forlan per una volta è l'uomo in meno dei suoi, e aggiunge al suo errore dal dischetto una prestazione piuttosto incolore, non riuscendo mai ad essere pericoloso in attacco. Gara da dimenticare per lui. Voto 5.
-Il gol della vittoria brasiliana rimarrà a lungo sulla coscienza di Caceres, che si lascia scappare l'avversario con enorme ingenuità. In generale non è una bella partita quella del difensore juventino, che soffre molto le avanzate di Marcelo e non riesce mai a spingere con continuità sulla sua fascia. Voto 5,5.
-E' vero che il lavoro di copertura che è costretto a fare insieme a Cavani è estenuante, però Suarez non riesce mai a lasciare un segno sulla partita. Poco propositivo, sotto porta sembra sempre perdere lucidità e quando ha l'occasione giusta si fa fermare da Julio Cesar. Voto 5,5.
Curiosità: Ricorreva ieri il decennale della scomparsa di Marc Vivien Foé, centrocampista camerunense deceduto ad appena 28 anni per un arresto cardiaco. Curiosamente la sua morte era avvenuta proprio durante una semifinale di Confederations Cup, quella tra il suo Camerun e la Colombia, nel 2003.

lunedì 24 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE SETTIMA GIORNATA

Immagine tratta da sport.sky.it
Con gli incontri tra Spagna e Nigeria e tra Uruguay e Tahiti si chiude ufficialmente la prima fase di questa Confederations Cup e vengono definite le semifinali: la prima sarà tutta sudamericana tra Brasile e Uruguay, la seconda vedrà i nostri azzurri di fronte alla Spagna. Vediamo qual è il nostro giudizio su queste ultime partite del gruppo B.
SPAGNA
Tattica: Dopo la passeggiata con robusto turnover contro Tahiti, Del Bosque ripropone la formazione che considera quella titolare, cambiando solo il portiere. Non convince molto la fiducia a Soldado, ma nel complesso la Spagna soffre poco e chiude con autorità questo primo girone e si prepara al match contro gli azzurri.
Il migliore: Si gioca a lungo la palma del migliore con Sua Maestà Iniesta, e alla fine il secondo gol personale consegna la vittoria a Jordi Alba. Irresistibile a sinistra, fa l'ala più che il terzino a tratti, e taglia con facilità la difesa nigeriana. Una doppietta prestigiosa e una conferma a livelli sempre più alti. Voto 7,5.
Il peggiore: Con l'Uruguay era andato a segno giocando bene, stavolta Soldado stecca clamorosamente la sua occasione. Preferito a due bomber come Torres e Villa, forse soffre troppo la pressione e fallisce almeno due gol, abbattendosi sempre di più nel corso della gara e rassegnandosi probabilmente alla panchina. Voto 5.
NIGERIA
Tattica: Il tecnico Keshi dice di credere nei miracoli, così non cambia modulo e prova a giocarsela contro i quotati spagnoli. Le fasce funzionano meglio ma l'attacco è troppo leggero e impreciso, inoltre la difesa si rivela perforabile e poco attenta sui fuorigioco. Africani eliminati, ma con buoni prospetti per il futuro.
Il migliore: Al cospetto di due signori come Xavi e Iniesta, Mba non mostra nessun timore e gioca una partita di grande personalità. Riesce a farsi vedere più volte nel primo tempo, soprattutto con percussioni centrali, poi cede la stanchezza e lascia il campo, ma lo fa a testa alta. Voto 6,5.
Il peggiore: I compagni lottano e cercano di creare qualcosa, ma Ideye Brown fa di tutto per mandare all'aria i loro sforzi. Terribilmente impreciso e indeciso nel momento decisivo, vanifica i suoi movimenti tenendo sempre il pallone un attimo di troppo e facendosi recuperare dagli avversari. Voto 5.
Curiosità: Con la rete di oggi, Fernando Torres diventa il terzo miglior marcatore di sempre nella storia della Confederations Cup con 8 reti, una in meno del brasiliano Ronaldinho e del messicano Blanco. Per lui cinque gol in questa competizione e tre nella precedente, tutte contro la Nuova Zelanda.
URUGUAY
Tattica: Mancava solo l'aritmetica alla qualificazione, così Tabarez opta per un turnover massiccio e risparmia i suoi titolari in vista del durissimo incrocio col Brasile. Partita facile ma che lascia qualche strascico, come la prova opaca di Ramirez e il mancato utilizzo di Cavani: ritrovare il gol non avrebbe giovato al centravanti?
Il migliore: Un paio di stagioni fa sembrava un fenomeno pronto ad esplodere, poi infortuni e brutte prestazioni lo hanno limitato. Oggi Abel Hernandez torna prepotentemente alla ribalta, segnando quattro reti e mettendo in mostra tutto il repertorio di un attaccante. Il futuro può essere ancora suo. Voto 8.
Il peggiore: L'avversario è il più morbido del girone, eppure Scotti riesce nell'impresa di lasciare il segno in negativo in pochi minuti. Prima si fa parare un rigore dal portiere tahitiano, poi rimedia un'espulsione ingenua e più che evitabile lasciando i suoi in 10 per tutto il secondo tempo. Davvero una pessima serata per lui. Voto 4,5.
TAHITI
Tattica: Al terzo e ultimo incontro di quello che è stato un vero e proprio sogno, il tecnico di Tahiti mantiene il suo modulo difensivo e sceglie il terzo portiere in tre incontri. La sconfitta arriva, ed è ancora una volta molto pesante, ma gli applausi e l'affetto del pubblico sono tutti per gli isolani, vera favola del torneo.
Il migliore: Raccoglie otto palloni in fondo al sacco, eppure Meriel probabilmente esce dal campo più soddisfatto di tutti. Non ha grandi colpe sulle reti subite, grandi invece sono i suoi meriti sul rigore parato a Scotti, anche se rischia di trasformare il gesto in una clamorosa e a quel punto immeritata autorete. Voto 6,5.
Il peggiore: Già contro la Spagna si era meritato la poco onorevole palma di peggiore in campo. Ludivion non riesce a far meglio contro l'Uruguay, anzi fa anche peggio aggiungendo ai tanti errori tecnici e di piazzamento un'espulsione che gli fa chiudere in modo pessimo questa Confederations Cup. Voto 4.
Curiosità: Oltre che per i gol subiti, Tahiti sarà ricordata anche per un altro curioso primato: dei 23 giocatori in rosa, quattro sono parenti. Si tratta dei fratelli Jonathan, Alvin e Lorenzo Tehau e del loro cugino Teaonui Tehau. Dei quattro, Jonathan è stato l'unico sempre titolare, mentre Teaonui ha giocato meno di tutti, circa 40 minuti.

domenica 23 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE SESTA GIORNATA

Immagine tratta da vivoazzurro.it
Si conclude il girone A della Confederations Cup con la sfida stellare tra i nostri azzurri e i padroni di casa del Brasile e l'altro incontro, ormai inutile per la classifica, tra Messico e Giappone. Vediamo qual è il nostro giudizio sull'Italia e in generale sulle due partite.
ITALIA
Buffon: Se la difesa prende troppi gol stavolta non si può dire che il portiere non sia colpevole. Impreciso sul gol di Neymar e sul secondo di Fred, dopo alcune buone parate nel primo tempo. Voto 5,5.
Abate: Non inizia bene la partita, timido e in difficoltà contro Marcelo. Quando migliora un po' subisce l'intervento killer di Neymar e deve dire addio a partita e Confederations. Voto 5,5.
Maggio: Entra a freddo ma fa vedere di non avere paura. Tiene bene la fascia e di testa in mischia sfiora il gol del 3-3 centrando in pieno la traversa. Voto 6.
Bonucci (il peggiore): Sostituisce Barzagli ma non riesce a fare meglio di lui, anzi. Perennemente fuori posizione, scavalcato dal lancio del 3-1, non riesce a dare sicurezza al reparto. Voto 5.
Chiellini: Il gol gli da mezzo voto in più, ma anche la sua prestazione non è sufficiente. Bruciato da Fred, in difficoltà contro gli attaccanti brasiliani, usa l'esperienza ma non basta. Voto 5,5.
De Sciglio: Riscatta la prestazione opaca contro il Giappone giocando con personalità e tenendo bene la sua fascia, unico neo lascia da solo Dante in occasione del primo gol. Voto 6.
Aquilani: C'è poco da fare, in Nazionale non riesce proprio ad essere protagonista. Partita in sofferenza, sbaglia molti palloni e non fa girare a dovere la squadra. Inevitabilmente bocciato. Voto 5.
Montolivo: Non convince come vice di Pirlo, sbaglia anche lui passaggi facili e soffre sul pressing degli avversari. Sostituito per un colpo alla testa, senza di lui paradossalmente le cose migliorano. Voto 5,5.
Giaccherini (il migliore): Entra e segna il gol del momentaneo pareggio con un gran diagonale. Ci mette l'anima e si rivela ancora una volta il migliore dell'Italia, meritandosi forse la maglia da titolare contro la Spagna. Voto 6,5.
Candreva: Buona partita per il trequartista azzurro, che tiene bene Marcelo e fa un gran lavoro sulla fascia destra. E' più in condizione di alcuni compagni, meriterebbe più spazio. Voto 6.
Diamanti: Dopo due gare in panchina ha finalmente l'occasione di mettersi in mostra, per di più contro il Brasile. Fallisce la missione, non riesce mai ad entrare nel vivo del gioco e ad incidere sulla gara. Voto 5,5.
El Shaarawy: Subentra a Diamanti e non riesce a fare meglio di lui. Dal suo ingresso in campo non si fa mai vedere, confermando di non essere al meglio e di non essere lo stesso di inizio stagione. Voto 5,5.
Marchisio: Prima esterno avanzato, poi interno di centrocampo, gioca comunque al di sotto dei suoi livelli. Resta l'impressione di un giocatore stanco e lontano dalla miglior condizione. Voto 5,5.
Balotelli: Sempre solo là davanti, cerca di fare qualcosa ma non riesce ad incidere come in altre partite. L'assist di tacco per Giaccherini però è da applausi a scena aperta. Voto 6.
Prandelli: Cerca una soluzione all'assenza di Pirlo e cambia modulo, ma non ha le risposte sperate. Il primo tempo in sofferenza e la difesa troppo perforabile sono due delle cose da rivedere nella squadra. Voto 5,5.
BRASILE
Tattica: Scolari continua sulla sua strada, con una squadra offensiva e puntando tutto sulla classe di Neymar. Il primo tempo è molto positivo e il Brasile va meritatamente in vantaggio, nella ripresa soffre di più ma riesce ugualmente a strappare la vittoria. Anche se lentamente, sta costruendo la squadra per il Mondiale.
Il migliore: Dopo esser stato lontano dalla Nazionale per quattro anni, Fred sta ricompensando la fiducia ricevuta da Scolari con buone prestazioni. Contro gli azzurri costringe Buffon alla respinta sul primo gol e poi lo batte due volte, con fisico e intelligenza. L'attaccante giusto per questo Brasile potrebbe essere lui. Voto 7.
Il peggiore: Sembra quasi che vogliamo infierire, ma il peggiore resta sempre lui: Oscar. Un tacco per Neymar e nulla più in un'altra partita anonima, la terza su tre in questa Confederations. Scolari continua a puntare su di lui, i risultati non lo premiano, non sarebbe meglio affidarsi a Lucas? Voto 5.
Curiosità: Con oggi sono quasi trentun'anni che l'Italia non batte il Brasile. Negli ultimi sette incontri due pareggi e cinque sconfitte, di cui una ai rigori nella finale del Mondiale 1994. L'ultima vittoria, dolcissima, risale al 5 luglio 1982, il leggendario 3-2 con tripletta di Paolo Rossi che aprì la strada al terzo mondiale azzurro.
MESSICO
Tattica: In una gara inutile per il passaggio del turno, De la Torre conferma il 4-4-2 schierato contro il Brasile cambiando alcuni uomini ma puntando sulle sue stelle in attacco. La risposta è positiva, la vittoria arriva ed è più netta di quanto dica il punteggio, resta l'impressione di una squadra in crescita ma ancora incompleta.
Il migliore: Dopo una gara da spettatore contro i verdeoro, Javier Hernandez torna a farsi vedere con una doppietta e una partita di grande sostanza. Dopo un primo tempo abulico, si sveglia nella ripresa mostrando freddezza e grande qualità. Unico neo, il rigore sbagliato che gli nega la tripletta. Voto 7.
Il peggiore: Il tecnico gli concede una maglia da titolare, ma Raul Jimenez non sfrutta l'occasione. Tanta corsa per tutta la partita, ma non riesce mai a rendersi utile o pericoloso, rimanendo spesso fuori dal gioco. E' un attaccante giovane, avrà altre occasioni per rifarsi in futuro. Voto 5,5.
GIAPPONE
Tattica: Dopo l'eliminazione, Zaccheroni prova a cambiare qualcosa in difesa e ad ottenere la vittoria dell'onore puntando sullo stesso modulo. La squadra gioca un primo tempo ordinato, poi si scioglie e va incontro alla terza sconfitta su tre, ma per l'impegno e la gran gara contro l'Italia merita comunque applausi.
Il migliore: Ancora una buona prestazione per Okazaki, che si conferma dopo la bella prova con l'Italia. Attaccante mobile e volenteroso, segna una primo gol di tacco ma gli viene ingiustamente annullato, poi ne fa un secondo (irregolare) e gli viene convalidato. Di gran lunga il migliore dei suoi. Voto 6.
Il peggiore: Rispetto alla sfida con l'Italia sono in molti i giocatori al di sotto della sufficienza, su tutti spicca probabilmente Maeda. Dovrebbe essere il centravanti della squadra, si rivela tutto fuorché utile alla squadra. Poco movimento, mai pericoloso, davvero un pesce fuor d'acqua. Voto 5.
Curiosità: Strano a dirsi, eppure Messico e Giappone saranno due delle protagoniste della Copa America 2015. Entrambe le squadre sono state invitate a prender parte alla competizione, come già accaduto nel 1999. I nipponici dovevano esserci già nel 2011, ma rinunciarono a causa dello tsunami e furono sostituiti dalla Costa Rica.

venerdì 21 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE QUINTA GIORNATA

Immagine tratta da cronacaoggi.it
Si completa anche la seconda giornata del gruppo B, con la sfida tra i campioni spagnoli e i modesti tahitiani e il match ben più combattuto tra Nigeria e Uruguay. Questo è il nostro giudizio.
SPAGNA
Tattica: In vista di impegni ben più difficili, il tecnico Del Bosque decide di rivoluzionare la squadra inserendo 10 "riserve", anche se la formazione schierata farebbe ugualmente paura a molti. Partita facile facile, occasione buona per questi giocatori per mettersi in mostra e cercare di stravolgere le gerarchie.
Il migliore: Un poker per riscattare qualche annata troppo altalenante e con più ombre che luci. Fernando Torres torna il mattatore di qualche anno fa, facendo a fette con irrisoria facilità la difesa avversaria e mostrando che il fiuto del gol non l'ha perso. Mezzo voto in meno per il rigore sbagliato. Voto 7,5.
Il peggiore: Difficile indicare un peggiore in campo dopo una partita vinta 10 a 0. Diciamo che ci si aspettava qualcosa in più da Cazorla, reduce da una bella stagione nell'Arsenal. L'esterno spagnolo si limita al compitino senza mai eccellere e prende anche un giallo evitabile per proteste. Fa il compitino e nulla più. Voto 6.
TAHITI
Tattica: Contro i Campioni del Mondo e d'Europa in carica, il tecnico Etaeta ripropone una difesa a cinque e una sola punta, puntando a prenderne il meno possibile. Fare fuorigioco a metà campo si rivela un vero e proprio suicidio, ma nonostante la goleada subita la sua squadra riceve applausi e simpatia dal Maracanà.
Il migliore: Se proprio dobbiamo salvare qualcuno nella disastrosa prova dei tahitiani, indichiamo il giocatore con maggior tasso tecnico, ovvero Vahirua. E' l'unico che prova a creare qualcosa e ad inventare per i compagni, ma non trova assistenza e finisce per sparire nel secondo tempo. Voto 6.
Il peggiore: Tutta la linea difensiva si è dimostrata ancora una volta imbarazzante, e più di tutti ci è sembrato in difficoltà Ludivion. Impreciso oltre misura sull'uso del fuorigioco, saltato spesso e con facilità irrisoria dagli attaccanti spagnoli, non ricorderà questa partita come la migliore della sua carriera. Voto 4,5.
Curiosità: La partita di oggi entra di diritto nella storia della Confederations Cup, perché fa registrare il maggior scarto tra due squadre e contemporaneamente eguaglia il record di gol segnati in una singola partita, realizzato da Brasile e Arabia Saudita nelle semifinali del 1999 (8-2 in favore dei carioca).
URUGUAY
Tattica: Dopo la sconfitta contro la Spagna all'esordio, Tabarez decide di cambiare modulo, schiera la difesa a 3 e inserisce Forlan aumentando il peso offensivo della squadra. Soffre un po' la corsa dei nigeriani, e gli avanti non rendono come vorrebbe, ma alla fine ottiene una vittoria meritata che vale di fatto la semifinale.
Il migliore: Nel giorno della sua centesima partita in Nazionale, Forlan si rivela l'uomo decisivo realizzando il gol che di fatto qualifica l'Uruguay al turno successivo. A questo unisce una prestazione fatta di movimento e grande presenza in attacco ma anche in fase di copertura. Passano gli anni, la classe resta. Voto 7.
Il peggiore: A vederlo in campo, sembra che sia rimasto a Napoli e abbia mandato in Brasile il gemello scarso. Cavani non riesce proprio a sbloccarsi in questa Confederations, fallisce gol che in altri contesti segnerebbe ad occhi chiusi, e in generale appare nervoso e poco sicuro. Irriconoscibile. Voto 5.
NIGERIA
Tattica: Rispetto alla sfida facile con Tahiti, mister Keshi mantiene lo stesso modulo con due esterni offensivi e un centrocampo a tre, cambiando solo alcuni uomini. La sua squadra però pecca tremendamente di qualità in mezzo al campo e in attacco fatica a rendersi pericolosa contro la solida difesa uruguaiana.
Il migliore: Il gol e tanto altro al servizio della squadra. John Obi Mikel non porta il numero 10 per caso, anche se la tecnica non è quella di un fantasista di sicuro è il giocatore di maggior talento tra gli africani. Lotta e cerca di costruire le azioni pericolose della sua formazione, ma non trova il giusto sostegno. Voto 6,5.
Il peggiore: Già con la modesta Tahiti aveva mostrato qualche limite, contro l'Uruguay è stato il giocatore più in difficoltà. Ambrose non è mai a suo agio, soffre terribilmente la presenza di Forlan e Rodriguez dalle sue parti e non riesce mai a coprire in modo adeguato, rivelandosi l'anello debole della difesa. Voto 5.
Curiosità: La rete realizzata contro l'Uruguay è una vera e propria rarità per John Obi Mikel, che non ha mai avuto il vizio del gol. Pensate che in Nazionale è appena il quarto in 50 partite, mentre nel Chelsea non ha mai segnato in campionato, limitandosi a due segnature in FA Cup nel lontano 2006-07.

giovedì 20 giugno 2013

IMBATTIBILE SIENA

Immagine tratta da gonews.it
Chiamatela anche l'invincibile. Sono ormai sette anni che la stagione si conclude con la stessa scena: gli avversari che piangono e si disperano, e Siena al centro del campo che alza al cielo l'ennesimo scudetto. Anche quest'anno è finita così, nonostante lo scetticismo e i dubbi che avevano accompagnato la stagione dei toscani, nonostante il ridimensionamento del budget e la partenza di tanti giocatori importanti.
La bravura del nuovo allenatore Luca Banchi, una vita come secondo di Pianigiani e ora per la prima volta al timone della squadra, è stata quella di mischiare bene l'esperienza dei "superstiti" del gruppo precedente con il talento e la voglia di vincere dei nuovi arrivati. Impegnata su più fronti, Siena è sembrata a tratti inadeguata per vincere il confronto con rivali agguerrite e che erano apparse superiori durante la stagione. Ma i toscani hanno nove vite, anche quando sembrano morti sanno sempre trovare nuove energie ed affidarsi ad un protagonista diverso se una delle stelle non è in giornata. La Coppa Italia aveva già dimostrato che Siena restava una squadra temibile anche senza i campioni delle stagioni precedenti: pur partendo da sfavorita, aveva sconfitto prima Sassari e poi Varese, le squadre che stavano dominando la stagione regolare, aggiudicandosi il primo trofeo della stagione. Si era detto allora che i senesi erano più esperti e abituati degli altri a giocarsi tutto nella partita secca, e che in una serie di playoff non sarebbe stata la stessa storia. Il calo fisico inevitabile, causato dall'impegno in contemporanea in campionato ed Eurolega, aveva alimentato le voci di quanti credevano che fosse davvero arrivata la fine del dominio dei biancoverdi in Italia. Invece, pur eliminata dolorosamente dalla più prestigiosa competizione europea per club, Siena ne ha approfittato per recuperare le energie, ritrovare la forma e la concentrazione migliore e giocarsi tutto nei playoff scudetto.
Il primo segno di riscossa l'hanno lanciato contro Milano, dopo essere stati sotto 2-0 e 3-2 e aver rischiato seriamente un'eliminazione precoce: espugnando il campo avversario in gara 7 e aggiudicandosi la serie, i toscani hanno ribadito che non era così facile buttarli fuori. Contro Varese in semifinale è arrivata la seconda dimostrazione di forza dei senesi, che sono andati sul 3-1, hanno subito la rimonta avversaria perdendo gara 6 in casa con un canestro beffardo a 62 centesimi di secondo dalla fine, ma hanno vinto la sfida decisiva ancora in trasferta chiudendo la serie e guadagnandosi la finale. Qui si è compiuto l'ultimo capolavoro, contro Roma, a cui è stata imposta la superiorità fisica e la maggiore abilità nel gestire gli ultimi decisivi possessi, che ha consentito di vincere in cinque partite la serie e conquistare quello che è il settimo scudetto consecutivo, record assoluto per il Campionato Italiano di basket. Tanti i giocatori meritevoli di una citazione per l'impegno e l'impatto nelle varie serie, ma tre nomi spiccano su tutti gli altri: Bobby Brown, David Moss e Daniel Hackett. Il primo, l'abbiamo già detto più volte, non è sicuramente Bo McCalebb o Terrell McIntyre, non eccelle forse come playmaker, ma ha tanti punti nelle mani, e sa prendersi le sue responsabilità nei momenti caldi delle partite, riuscendo in un attimo a trasformarsi da oggetto misterioso ad uomo decisivo; il secondo è una delle anime di Siena, difensivamente ormai è uno dei migliori se non il migliore in Italia, ha una grande intelligenza cestistica e se è anche in giornata con il tiro da 3 è un'arma fondamentale nell'attacco senese; il terzo, al suo primo palcoscenico importante, è stato a lungo l'uomo decisivo nei playoff, prendendo spesso in mano la squadra nei momenti di difficoltà e mostrando una maturità incredibile, che gli è valsa il titolo di MVP della Finale, che va ad aggiungersi a quello già vinto in Coppa Italia, entrambi meritatissimi.
Condottiero e artefice della vittoria è, indubbiamente, anche l'allenatore Luca Banchi, che ha raccolto una difficile eredità ed è riuscito nonostante tutto a ripetere il prestigioso double Scudetto-Coppa Italia, convincendo anche i più scettici delle sue capacità. Partito con una rosa ridimensionata e molto scetticismo, ha saputo correggere in corsa la rotta mantenendo sempre alta la concentrazione della squadra e confermando alcuni principi fondamentali della gestione precedente, come la difesa dura e la capacità di giocare per creare tiri aperti per il giocatore meglio piazzato. Le scommesse Hackett e Brown si sono rivelate vincenti, il gruppo storico con Moss e gli italiani Carraretto e Ress ha fatto il suo, il resto della rosa è riuscito a turno a fare la sua parte, e così si è costruito l'ennesimo trionfo della gestione Minucci. Ieri è scattata ancora una volta la festa nella città del Palio, mai sazia di successi e di vittorie, e che ha visto nello sport un riscatto dopo un'annata difficile e tante polemiche che non hanno nulla a che fare con lo sport. Permettetemi di concludere facendo un appunto al comportamento pessimo dei tifosi, o presunti tali, di alcune squadre, che non hanno saputo accettare il verdetto del campo reagendo in modo violento e a volte incomprensibile, come a Varese quando hanno sommerso di oggetti e insulti i senesi, e anche ieri a Roma purtroppo si è avuto qualche momento difficile, anche se poi la premiazione si è svolta nella massima tranquillità. Considerando i problemi finanziari e l'evidente calo di qualità a cui va incontro il nostro basket, sarebbe bello che almeno lo spirito sportivo rimanesse inalterato e che certe scene non si vedessero più nei palazzetti italiani. Sarebbe quello il primo passo per rilanciare un movimento che ha grande bisogno di aria nuova, e che merita decisamente un seguito e una visibilità maggiori. Adesso iniziano le vacanze estive, ma tutti aspettiamo con ansia l'inizio di una nuova, entusiasmante stagione, e vediamo se si confermerà ancora il finale di questi ultimi anni: Siena vince, e tutti gli altri stanno a guardare.

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE QUARTA GIORNATA

Immagine tratta da giornalettismo.com
Arriva la seconda giornata di incontri nel gruppo A, con la sfida tra i padroni di casa del Brasile e il Messico e i nostri azzurri che se la sono vista con il Giappone di Zaccheroni. Ecco i nostri voti, come sempre con un occhio di riguardo per la partita dell'Italia.
ITALIA
Buffon: Punito oltre misura in occasione del rigore, non può fare nulla sugli altri gol. Con un paio di buoni interventi tiene in piedi la squadra quando rischia di affondare. Voto 6.
Maggio: Lanciato titolare da Prandelli, non sfrutta a dovere l'occasione, soffrendo tremendamente Kagawa e spingendo poco. Il ruolo di terzino non fa proprio per lui. Voto 5.
Abate: Entra e fa un po' meglio del suo compagno di reparto. Voto 5,5.
Barzagli: Altra serata difficile per il centrale italiano, messo in crisi come tutti i difensori azzurri dai veloci avversari. Se la cava con esperienza in alcune situazioni ma non basta. Voto 5,5.
Chiellini: Spostato con eccessiva facilità da Kagawa in occasione del raddoppio nipponico, appare più volte in difficoltà contro gli ostici avversari. Deve migliorare come tutta la difesa. Voto 5,5.
De Sciglio (il peggiore): Dopo gli elogi della partita precedente, un brutto passo indietro per lui. Sbaglia il retropassaggio costringendo Buffon al fallo da rigore e soffre gli avversari tutta la partita. Dottor Jekyll e Mister Hyde. Voto 5.
De Rossi: Segna il gol che riapre la partita, fa legna in mezzo al campo e innesca l'azione del definitivo vantaggio. Pur non giocando la sua miglior partita fa la differenza. Ammonito, salterà il Brasile. Voto 6,5.
Pirlo: Rispetto alla sfida con il Messico sembra che in campo ci sia il suo gemello scarso. Sbaglia passaggi anche elementari e non riesce mai a far cambiare passo alla squadra. Voto 5,5.
Montolivo: Aiuta poco e male Pirlo in fase di impostazione, non riesce a dare ordine al centrocampo. Si perde Okazaki in occasione del pareggio giapponese, in generale non è la sua serata. Voto 5.
Aquilani: Sostituisce Marchisio in tutti i sensi, compreso il pessimo rendimento in campo. Spaesato e fuori posizione, sostituito per scelta tecnica dopo mezz'ora di nulla. Voto 5.
Giovinco: Da sempre l'idea di essere un po' troppo leggero per questo livello, ma si procura il generoso rigore del pari e segna il gol che decide la sfida, oltre a rendersi pericoloso in altre occasioni. Voto 6,5.
Giaccherini (il migliore): Inizia in sordina, poi come contro il Messico cresce e si rivela importante. Palo a fine primo tempo, nella ripresa costringe all'autogol Uchida e non molla un pallone. Caparbio. Voto 6,5.
Marchisio: Entra e non si vede molto, ma indovina il corridoio giusto per mandare in rete Giovinco. Voto 6.
Balotelli: Passo indietro rispetto alla prestazione precedente. Assistito poco e male dalla squadra, si perde a volte in dribbling e giocate eccessive. Il gol su rigore conferma la sua infallibilità dal dischetto. Voto 6.
Prandelli: Riesce a riprendere per i capelli e vincere una partita che sembrava persa, e che forse meritavamo di perdere. Questo modulo continua a non convincere, dovrà rivedere qualcosa contro il Brasile e in futuro. Voto 5,5.
GIAPPONE
Tattica: Dopo la batosta contro il Brasile, Zac decide di inserire Maeda come punta allargando Okazaki sulla destra. Ottiene un'ottima risposta dai suoi, che in attacco e in fase di palleggio a tratti danno lezione di calcio al centrocampo azzurro. Paga una difesa non all'altezza, ma alla fine gli applausi meritati sono tutti per i nipponici.
Il migliore: In settimana era stato aspramente criticato in patria, così Kagawa decide di zittire tutti con una prestazione fantastica. Segna il secondo gol e fa letteralmente ammattire Maggio con le sue giocate e la sua tecnica. Lui e Honda in coppia sembrano davvero i protagonisti di un noto anime giapponese sul calcio. Voto 7,5.
Il peggiore: L'autogol lo segna Uchida, ma l'errore è tutto del suo collega Yoshida, che commette un'ingenuità incredibile facendosi rubare palla da Giaccherini. Discontinua la prova del centrale nipponico, che quando viene attaccato va spesso in enorme difficoltà. Voto 5,5.
Curiosità: Terzo confronto e seconda vittoria per gli azzurri contro il Giappone, entrambe ottenute in campo neutro. L'altro successo risale al 1936, quando durante le Olimpiadi di Berlino l'Italia di Pozzo si impose con un sonoro 8-0. Finì pari invece la sfida in terra nipponica del 2002, con Doni a rimontare l'iniziale svantaggio.
BRASILE
Tattica: Squadra che vince non si cambia, dice il detto, e Scolari lo segue alla lettera. Mantenuto il modulo con pochi giocatori difensivi e molto talento offensivo, anche se con il Messico soffre di più rispetto alla sfida con il Giappone. Non convincono Oscar e Hulk, mentre Neymar è già un idolo della torcida.
Il migliore: Dicono che la sua crescita negli ultimi anni sia rallentata, eppure Neymar continua a regalare numeri incredibili. Tecnica sopraffina, sblocca la gara con un gran gol e poi la chiude con uno splendido assist per Jo. Per i difensori messicani è un vero incubo, aspettiamo tutti di vederlo in coppia con Messi. Voto 7,5.
Il peggiore: Da promessa per il futuro si sta trasformando in una sorta di oggetto misterioso. Oscar non convince nel ruolo di interno di centrocampo, fatica a trovare la posizione giusta e non entra mai nel vivo del gioco. Deve cambiare passo al più presto, Hernanes è già pronto a prendere il suo posto. Voto 5.
MESSICO
Tattica: Il tecnico De la Torre, sempre più in bilico, rispetto al match con l'Italia avanza un po' la posizione di Dos Santos e avanza Flores come esterno di centrocampo per coprire meglio. Anche stavolta gli va male, l'attacco combina poco e la difesa soffre le accelerazioni del Brasile, che sostanzialmente controlla la partita.
Il migliore: Forse stimolato dal palcoscenico internazionale, forse dalle sue origini (il padre è brasiliano), Giovani Dos Santos si conferma il migliore dei suoi anche contro i verdeoro. Prova a creare qualcosa e a coinvolgere i compagni, ma ancora una volta non è assistito e finisce per predicare nel nulla. Voto 6,5.
Il peggiore: Contro l'Italia era riuscito a farsi vedere segnando un rigore, stavolta Javier Hernandez non lascia mai il segno nella partita. Unico riferimento offensivo dei compagni, il Chicharito non si vede praticamente mai, annullato da David Luiz e Thiago Silva. Sfigura a confronto con Dos Santos. Voto 5.
Curiosità: Quella tra Brasile e Messico è una delle sfide che più si sono ripetute nella Confederations Cup. Questo è il quarto confronto tra le due squadre, il bilancio ora è di due vittorie a testa, l'ultimo incontro si era verificato nel 2005 in Germania, durante il girone: avevano vinto i messicani grazie ad un gol di Borgetti.

martedì 18 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE TERZA GIORNATA

Immagine tratta da mondopallone.it
Le partite del gruppo B chiudono ufficialmente la prima giornata di questa Confederations Cup 2013. In campo il big match tra Spagna e Uruguay e il meno allettante scontro tra Nigeria e Tahiti. Questo è il nostro giudizio sulle due partite.
SPAGNA
Tattica: Il modulo della Spagna, ormai, è sempre lo stesso da sette anni ad oggi: palla bassa, tanti tocchi di palla per controllare il ritmo e poi improvvise accelerazioni per colpire. Con Soldado si torna ad impiegare una vera punta centrale, il tasso tecnico superiore fa la differenza, in una vittoria molto più netta del risultato.
Il migliore: Non è un caso che sia stato proprio lui a regalare alle Furie Rosse il loro primo titolo mondiale. Iniesta se è in serata è il miglior centrocampista del Mondo, contro i mediani uruguayani fa quello che vuole, è in tutte le azioni pericolose e sfiora anche la marcatura personale. Dominante. Voto 7,5.
Il peggiore: Come si fa a trovare un peggiore in una partita così? Dovendo fare un nome, diciamo Arbeloa, ma senza particolari demeriti per il terzino del Real. Diciamo che paga la minore attività rispetto al compagno di reparto Jordi Alba, ma la sufficienza la merita ugualmente. Voto 6.
URUGUAY
Tattica: Contro i maestri del palleggio spagnoli, Tabarez si affida alla grinta dei suoi giocatori e ad un 4-4-2 che dovrebbe sfruttare l'estro di Ramirez e Rodriguez. Non va come sperava, proprio sulle fasce i suoi vengono dominati in lungo e in largo, rischiando un passivo ben più pesante dell'1-2 finale.
Il migliore: Il voto di sufficienza viene ottenuto solo per lo splendido gol realizzato nel finale. Suarez è senza dubbio il giocatore di maggior classe dell'Uruguay alla pari con Cavani, e lo dimostra sfruttando uno dei pochi palloni utili. La riscossa della squadra deve partire da lui. Voto 6.
Il peggiore: Tutto il centrocampo della Celeste naufraga amaramente, il simbolo forse delle difficoltà è Gargano, sballottato a destra e sinistra dal palleggio spagnolo. Impreciso, incapace di opporsi all'avversario, esce dalla gara frastornato e stremato. Sottotono insomma, come tutta la squadra. Voto 4,5.
Curiosità: Con la rete di ieri, Suarez è arrivato a quota 33 centri con la maglia dell'Uruguay, eguagliando il primato che appartiene al suo compagno di squadra Forlan. La differenza sono le presenze e l'età: 99 per Forlan, 34 anni, contro le 65 di Suarez, che di anni invece ne ha appena 26.
NIGERIA
Tattica: Contro un avversario non certo irresistibile, gli africani optano per un modulo spregiudicato, con due esterni molto offensivi a sostegno dell'unica punta e una spinta continua sulle fasce. Partita facile facile, qualche amnesia difensiva di troppo, che contro Spagna e Uruguay non saranno permesse.
Il migliore: La tripletta rende merito alla prestazione di Oduamadi, che fa letteralmente a fette la difesa tahitiana, non certo impenetrabile di suo. Veloce e tecnico, l'esterno di scuola Milan può usare questa vetrina per compiere il definitivo salto di qualità e, magari, guadagnarsi la fiducia di Allegri. Voto 7,5.
Il peggiore: Diciamoci la verità, concedere un gol ai modesti tahitiani è segno di scarsa concentrazione e di qualche imprecisione. La difesa nigeriana non è certo perfetta, in particolare Omeruo soffre tutta la gara i modesti attaccanti avversari. Continuando così contro Cavani e Soldado saranno dolori... Voto 5.
TAHITI
Tattica: Difficile parlare di tattica per la Nazionale oceanica, che cerca soprattutto di divertirsi e disputare con dignità il torneo. Difesa a cinque, quattro centrocampisti e una sola punta, con pochi giocatori di livello accettabile. La goleada arriva lo stesso, ma la soddisfazione del gol segnato è uno spot per il calcio.
Il migliore: E' grazie ad un suo gol che Tahiti per la prima volta nella sua storia disputa un torneo calcistico importante. Chong Hue ha deciso la finale di Coppa d'Oceania del 2012, è un attaccante con buoni movimenti e nel primo tempo sfiora anche il gol. E' lui il migliore dei suoi a conti fatti. Voto 6.
Il peggiore: Difficile giudicare una prova imbarazzante come quella della difesa tahitiana, alla fine la somma di errori consegna al portiere Samin la poco invidiabile palma di peggiore in campo. Incredibile la papera sul terzo gol, commette molte altre imprecisioni e non da mai segni di sicurezza ai compagni. Voto 4.
Curiosità: Questa è solo la prima partita di Vahirua con la sua Nazionale. Trentatré anni, una vita passata giocando in Francia, aveva sempre rifiutato le convocazioni per risparmiarsi i lunghi e faticosi viaggi transoceanici. Un'occasione come la Confederations Cup, però, non poteva certo farsela scappare.

lunedì 17 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE SECONDA GIORNATA

Immagine tratta da asportsnews.com
Seconda giornata del torneo ospitato dal Brasile e che funge da antipasto per i Mondiali dello scorso anno. Sono scesi in campo gli azzurri contro il Messico, diamo le pagelle di ognuno dei giocatori italiani e un giudizio sui loro avversari.
ITALIA
Buffon: Ordinaria amministrazione per il capitano azzurro, sfiora il tiro di Guardado quanto basta per mandarlo sulla traversa, incolpevole sul gol e quasi inoperoso in seguito. Voto 6.
Abate: Sembra quasi frenato a tratti, spinge poco e soffre molto la velocità di Dos Santos, ci si aspetta qualcosa di meglio da lui. Voto 5,5.
Barzagli (il peggiore): Vederlo sbagliare fa davvero notizia, e oggi l'errore è stato davvero grossolano. Si fa sorprendere da Dos Santos, lo stende e rischia anche il rosso, macchiando una partita per il resto normale. Voto 5.
Chiellini: Forse condizionato dal compagno di reparto, non mostra sempre grande sicurezza, ma in generale si disimpegna bene e tiene a bada Hernandez con fisico ed esperienza. Voto 6.
De Sciglio: Una delle sorprese positive della serata. Non ha paura, spinge in modo piuttosto continuo sulla fascia e a conti fatti è il migliore della difesa. Voto 6,5.
De Rossi: Il suo ruolo naturale è un altro, e si vede. Da interno destro fatica a trovare posizione e tempi, non riuscendo mai a incidere sulla partita. In generale strappa la sufficienza. Voto 6.
Pirlo (il migliore): Nel giorno delle 100 presenze azzurre, dirige la squadra con la solita maestria. Sua la punizione che sblocca il match, in generale gestisce tempi e palloni da maestro, per di più in un tempio del calcio come il Maracanà. Immortale. Voto 7,5.
Montolivo: Buona partita del milanista, che aiuta Pirlo nella gestione della palla e finisce in crescendo. Si mangia un gol a inizio ripresa, un errore che per fortuna non pesa sul risultato finale. Voto 6.
Marchisio: Si gioca con Barzagli la palma di peggiore in campo. Fuori dal gioco e fuori dalla condizione, non è nel suo ruolo e in generale non lo si vede mai. Da rivedere. Voto 5.
Cerci: Entra e si piazza a destra, provando a cambiare la gara con le sue accelerazioni. Fa meglio di Marchisio, e non ci voleva molto. Voto 6.
Giaccherini: Corre e lotta per due, anche se paga a volte con la lucidità e non indovina sempre i movimenti. Meglio da esterno che da seconda punta, cresce nel secondo tempo. Voto 6,5. (Aquilani s.v.).
Balotelli: Molto attivo in tutta la partita, fa a sportellate, prende botte e cerca più volte il gol. Dopo parate ed errori di precisioni, segna la rete decisiva e più che meritata. Voto 7. (Gilardino s.v.).
Prandelli: Il nuovo modulo funziona solo a tratti, meglio con due esterni a supporto dell'unica punta. Da rivedere alcuni giocatori, un po' appannati e fuori condizione, ma l'esordio è positivo. Voto 6,5.
MESSICO
Tattica: De la Torre punta su Javier Hernandez unica punta, tre giocatori tecnici e veloci alle sue spalle e una difesa esperta e fisica. Gli va male un po' ovunque: rigore a parte, l'attacco non incide molto, e dietro soffre Balotelli e la velocità azzurra. Qualcosa andrà sicuramente rivisto nelle prossime partite.
Il migliore: Una volta nel vivaio del Barcellone, oltre a quello di Messi, si faceva anche il suo nome. Giovani Dos Santos entra con classe nelle azioni pericolose dei suoi e si procura il rigore del pari. Scompare un po' nella ripresa, confermandosi un talento non ancora esploso del tutto. Voto 6,5.
Il peggiore: Dovrebbe essere il baluardo e l'esempio della squadra, invece il capitano Rodriguez fa una pessima figura. Impreciso e goffo più di una volta, si fa superare da Balotelli nel gol decisivo e lo soffre tutta la partita. Davvero un esordio da dimenticare per l'esperto "Maza". Voto 5.
Curiosità: Prima vittoria in campo neutro per l'Italia contro il Messico, dopo due pareggi (1-1 nei Mondiali 1994 e 2002) e una sconfitta (1-2 in amichevole prima del Mondiale 2010). In generale, primo successo degli azzurri sui messicani dal 1993 (2-0 in amichevole a Genova, gol di Baggio e Maldini).

domenica 16 giugno 2013

CONFEDERATIONS CUP 2013: PAGELLE PRIMA GIORNATA

Immagine tratta da wikipedia.org
Oggi inauguriamo una nuova rubrica, come già fatto in occasione dei Campionati Europei dello scorso anno. Occhi puntati sulla Confederations Cup e sulle partite che vengono disputate, con i migliori e i peggiori in campo delle due squadre, un breve assaggio sulla tattica e qualche piccola curiosità. Partiamo con Brasile-Giappone, la gara che ha inaugurato il torneo.
BRASILE
Tattica: il calcio d'attacco è sempre stato un marchio di fabbrica dei carioca, Scolari non si sottrae alla tradizione e lancia una formazione spregiudicata, con tre punte, anche se Hulk e Neymar giocano larghi e Fred è il vero centravanti, e due rifinitori molto offensivi come Oscar e Paulinho, oltre a terzini aggressivi come Dani Alves e Marcelo. Con il Giappone funziona, da riprovare contro avversarie più quotate.
Migliori:
-Lo cercano in tanti, l'Inter lo sogna da mesi, e Paulinho continua ad alimentare le voci su di lui, giocando una  bella partita e mantenendo intatto il fiuto del gol, anche quando è costretto a fare il centrocampista e a sacrificarsi con tanto lavoro sporco. Talento emergente, vale davvero i soldi che chiede. Voto 7.
-Se il Brasile può permettersi così tanti attaccanti, lo deve sicuramente alla presenza di Thiago Silva al centro della difesa. Capitano di questa Seleçao, si conferma il difensore più forte al Mondo in questo momento, con una sicurezza e una decisione che spaventano letteralmente gli avversari. La roccia su cui si fondano le speranze di titolo mondiale per i verdeoro. Voto 6,5.
-L'uomo più atteso di questa nazionale brasiliana ha risposto subito presente. Neymar spazza via critiche e cattiverie con il gol che inaugura ufficialmente il torneo e fa sfregare le mani ai tifosi del Barcellona, che già sognano pensandolo in coppia con Messi. Non fa molto altro, ma è un campione con la giocata sempre pronta, può diventare davvero un fenomeno. Voto 6,5.
Peggiori:
-Difficile trovare un giocatore che non ha convinto in una vittoria così netta, eppure qualcuno c'è. Non convince ad esempio Hulk, sacrificato largo e lontano dalla porta, poco incisivo in tutta la gara, lento nel gioco. Dovrà cambiare presto passo, Lucas già bussa alla porta di Scolari per chiedere la maglia da titolare. Voto 5,5.
-Contro un attacco piuttosto leggero e a conti fatti mai pericoloso, ci si aspetta una sicurezza maggiore da Julio Cesar. E' anche colpa, a onor del vero, di questi nuovi palloni sempre più leggeri e imprevedibili, però il portierone ex-Inter non va mai deciso sui tiri da fuori degli asiatici. Ci ha abituato a partite ben diverse. Voto 5,5.
-Se l'avversario ti lascia spazio non puoi evitare di affondare, soprattutto se ti chiami Dani Alves. Invece il terzino del Barça sfigura nel confronto col dirimpettaio Marcelo, limitandosi a qualche sgroppata e poco altro. L'assist per Paulinho è l'unica cosa buona di una gara sufficiente e poco più. Voto 6.
GIAPPONE
Tattica: per nulla intimidito dal numero di attaccanti schierati dall'avversario, Zaccheroni mantiene il modulo con tre trequartisti alle spalle dell'unica punta Okazaki. L'organizzazione in campo è buona, però manca completamente peso al reparto offensivo, e il gol subito dopo tre minuti complica una gara già difficile di per sé. Da non sottovalutare comunque nei prossimi impegni.
Migliori:
-Tra i nipponici il più ispirato è sicuramente Honda, esterno offensivo già noto in Europa da qualche anno. Tecnico e veloce, cerca di trascinare i compagni di squadra e impegna con un paio di tiri la retroguardia brasiliana. Cala alla distanza, ma è un talento che può fare la differenza. Voto 6,5.
-Dura la vita se giochi a centrocampo e di fronte hai dei maestri del palleggio come i brasiliani, ma il capitano Hasebe non ha paura delle sfide e gioca a testa alta. Tecnico e abile in mezzo al campo, gioca una buona partita, sempre presente in aiuto dei compagni, come deve fare un leader. Voto 6.
-Entra a partita già decisa, eppure Maeda ha il merito di essere uno dei pochi a impegnare Julio Cesar e procurare qualche grattacapo alla difesa brasiliana. Giocatore esperto, fa meglio del giovane Kiyotake e si candida con prepotenza ad una maglia da titolare per il prossimo incontro. Voto 6.
Peggiori:
-E' vero che aveva di fronte un mostro come Thiago Silva e un altro cliente scomodo come David Luiz, però Okazaki non riesce a fare niente di buono in tutta la gara. Leggero e poco incisivo, spreca una delle poche occasioni buone, e per il resto non si vede mai. Male, può e deve dare di più. Voto 5.
-Non è la partita giusta per i giocatori offensivi della squadra nipponica, come il giovane trequartista Kiyotake. Gioca in Germania come Okazaki, e anche lui affonda davanti ai rocciosi centrali brasiliani, non riuscendo a fare nulla di buono. Contro Italia e Messico dovrà giocare in modo diverso. Voto 5.
-Se la sicurezza di una squadra inizia dal portiere, allora l'errore sul gol di Paulinho pesa come un macigno sulla partita di Kawashima. L'estremo difensore nipponico è incolpevole sugli altri due gol , ma il suo goffo intervento chiude una partita che si poteva ancora riaprire, e questo vale un voto negativo. Voto 5,5.
Curiosità: al terzo confronto in questa competizione, il Brasile riesce finalmente a battere il Giappone, contro cui aveva pareggiato due volte nei precedenti incontri. Nel 1999 la gara era finita 0-0, nel 2005 era arrivato un pirotecnico 2-2, con le firme prestigiose di Robinho e Ronaldinho che non erano bastate per il successo finale.

EL CABEZON

Immagine tratta da dnaindia.com e modificata su befunky.com
Di Froilan Gonzalez vengono alla mente due cose: la mitica foto in cui si notava il suo capoccione (Cabezon era infatti il suo soprannome) e perchè è stato il primo uomo a rendere vincente una Ferrari di F1.
Il Mondiale di F1 prese il via nel lontano 1950 e la Rossa più famosa d'Italia nelle sette gare in programma in quella stagione d'esordio, riuscì ad ottenere solo due secondi posti con Ascari e con la coppia Ascari-Serafini (allora era ammessa la guida condivisa).
Ma fu grazie al Cabezon che la Ferrari nel 1951 riuscì a segnare la sua prima pole position e la prima vittoria in un Gp.
Era il Gran Premio d'Inghilterra, che si svolgeva in uno dei circuiti storici della Formula 1, Silverstone. Al quinto Gp della stagione la Ferrari si schierava con Villoresi ed Ascari e Froilan Gonzalez, che rispetto ai compagni di marca presentava una vettura ed un motore meno recenti.
Si parla di una F1 pionieristica, le vetture partivano in fila per tre, ed il via era dato da un temerario che a bordo pista con una bandiera. 
In quel Gp d'Inghilterra al via erano in 20, e tra il primo e l'ultimo tempo cronometrato, ossia Gonzalez su Ferrari e Kelly su Alta Gp, vi erano la bellezza di 35 secondi!
Anche l'ordine d'arrivo che incoronò il Cabezon presentava distacchi colossali. Dopo 90 giri e la bellezza di 2 ore e 42 minuti di gara, il mitico Juan Manuel Fangio arrivò secondo a 51 secondi; mentre dal terzo in poi si parla in termini di giri in meno compiuti. Villoresi, terzo, arriva a 2 giri, Bonetto quarto a 3 giri, Parnell quinto a 5 giri e Sanesi sesto a 6 giri.
E tutto questo con vetture veramente pericolose, con calotte di pelle come caschi e occhialoni per salvaguardare gli occhi. A fine gara il viso dei piloti era nero per le polveri accumulate in pista. Che poi, le piste non erano piste come le conosciamo oggi, niente guard-rail o vie di fuga, balle di fieno per attutire le uscite di pista, che molto spesso erano sinonimo di disgrazie. Veri e propri eroi.
Froilan Gonzalez l'argentino non ha mai vinto un Mondiale, ha vinto la miseria di due Gp, sempre con la Ferrari e sempre a Silverstone (il secondo nel 1954), e ha segnato tre pole position, ma è entrato nella storia della F1 e della sua scuderia più prestigiosa con una firma indelebile.
In un modo che neppure lui, in quel lontano 14 Luglio 1951, avrebbe mai potuto immaginare. 
La strada per diventare il Mito Ferrari era ancora lontana altre 220 vittorie e 205 pole position.
Ma il primo nome di queste vittorie e pole position, è il suo. 
Froilan Gonzalez, detto Cabezon, 1922-2013.

STRATEGIE BIANCONERE


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Partiamo dalla porta: il numero 1 Gigi Buffon continuerà ad essere l’ultimo baluardo difensivo dei Bianconeri, in barba a chi lo ha definito “un pensionato”. Il suo vice come lo scorso anno Storari.
La difesa, dal primo giorno di Conte, è sempre stata a tre: Bonucci-Chiellini-Barzagli sono un ottimo mix di esperienza, sicurezza e tecnica. Le loro riserve non si sono sempre rivelate all’altezza, Lucio fu il fallimento dello scorso anno e Cacares non è propriamente un centrale. Serve una riserva su cui fare affidamento in campionato nei match pre-Champions: Ogbonna o Astori in pole, in terza battuta Ranocchia.
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Il centrocampo bianconero è diventato il punto di forza del ciclo-Conte. Pirlo è, forse, alla sua ultima stagione e la Juve ha già il suo sostituto in casa, Marrone. Vidal, Asamoah e Lichtsteiner sono confermati, scoppia la grana Marchisio con il Principino che ha chiesto un sostanzioso adeguamento per “sentirsi importante”. Su di lui rimangono vigili Utd, Monaco e PSG. Pogba, esploso lo scorso anno, aumenterà sicuramente il suo minutaggio. Giaccherini è stimatissimo da Conte, restano da verificare Padoin, Isla e Pepe.
L’attacco invece è il reparto che sicuramente verrà rivoluzionato.  Nessuno è sicuro di rimanere al 100%. Giovinco è ritenuto importante da Conte ma la tifoseria non lo ama, per Vucinic invece è il contrario e il montenegrino potrebbe trasferirsi all’estero per la sua ultima sfida importante. Si cerca di piazzare Matri e Quagliarella. Per il primo, in particolare, il Milan ha fatto un sondaggio ma non è disposta a pagare i 12-15 milioni chiesti dalla Juve, francamente troppi per il 29enne ex Cagliari.
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Sul fronte acquisti già confermato l’arrivo del basco Llorente. Si cercano due top players, tanti i nomi: da Jovetic a Suarez, da Tevez a Higuain. Al momento, senza cessioni, la Juve potrebbe permettersi al massimo uno di questi giocatori.
Jovetic è sicuramente un talento cristallino, la sua valutazione è di 30 milioni ma su di lui l’unica incertezza è l’integrità fisica. Il Real ha sparato alto per Higuain, affermando che forse non basterebbero 25 milioni per portarsi a casa l'argentino. Per quanto riguarda Tevez il duello è con il Milan che potrebbe vendere El Sharaawy e Boateng per avere un tesoretto da circa 60 milioni per almeno 3 colpi importanti tra cui l’argentino dei Citizens.