domenica 30 settembre 2012

PRONOSTICANDO NUOVA STAGIONE VOL. 5

Immagine tratta da betsblog.it
Pronostici 6a giornata di SERIE A:

Udinese  -  Genoa  OVER 1,5  1,28
In verità è la partita dove potrebbero a sorpresa uscire gol e risultati improbabili, come magari una doppietta di Borriello. E poi c'è Guidolin in versione regali "Di Natale" in panchina...se proprio siamo nel dubbio evitiamola!

Atalanta  -  Torino  X  3,1
Qui un punto a testa dovrebbe star bene ad entrambi, e naturalmente i bergamaschi sono leggermente favoriti. Però il Toro dal canto suo ha fatto un buon punto anche a Genova, e in trasferta non lascia mai terreno facile agli avversari.

Bologna  -  Catania  OVER 1,5  1,33
Il turnover del Bologna nell'infrasettimanale ha fatto rifiatare pezzi importanti che avranno voglia di far valere i loro "Diamanti"! Il Catania delle due sarà la squadra rossoblu che soffrirà di più.

Cagliari  -  Pescara  1X  1,11
Per andare sul sicuro mettiamo una doppia chance a favore dei padroni di casa, che esordiscono finalmente con il pubblico a seguirli. Il Pescara non dovrebbe avere grandi stimoli dopo i preziosi punti ottenuti nelle scorse giornate.

Lazio  -  Siena  1  1,6
Klose e compagni non hanno continuità ma sembra sia il turno della vittoria per loro. I senesi non navigano nell'oro ma i tre punti contro il Bologna sono già stati una boccata d'ossigeno.

Palermo  -  Chievo  1  2,05
E' la quota che sorride di più quest'oggi, visto che in terra siciliana c'è solo da piangere. Occasione ghiotta per lasciare l'ultima posizione in classifica contro i clivensi che non danno certezze quest'anno.

Sampdoria  -  Napoli  PARI  1,8
Sfida quasi al vertice tra prima e seconda inseguitrice della capolista. Partita dal sapore del falso under o del semplice gol, quindi giochiamoci un pari!

Inter  -  Fiorentina  GOL  1,7
A San Siro in genere abbiamo visto sempre dei gol e spesso hanno segnato le squadre in trasferta. L'Inter però deve ancora trovare continuità e la prima vittoria in casa, ma non pensiamo che sarà l'"Aeroplanino" giusto...

Ci scusiamo del ritardo, ma per problemi tecnici non siamo stati in grado di postare prima i pronostici e abbiamo dovuto saltare il Pronosticando del turno infrasettimanale. Non riportiamo le nostre quote su Parma - Milan e Juventus - Roma, anche se possiamo dire che avevamo pensato ad un X2 per i rossoneri e a un 1 fisso per la capolista.

venerdì 28 settembre 2012

I SALTI NEL VUOTO

Immagine tratta da vip.it e modificata su Cartoonize.net
Era nell' aria da qualche tempo, ma stamani la bomba è deflagrata nella sua quasi totalità.
Il calderone delle trattative per le line-up 2013 del Mondiale di F1 non ha partorito il classico topolino, bensì una montagna. Gigantesca e inaspettata.
I rumors si rincorrevano, ed è stata la McLaren ad aprire le danze: la scuderia di Woking ha infatti annunciato l' ingaggio del 22enne Sergio Perez dalla Sauber, come compagno di team di Jenson Button dal 2013. 
Come naturale evoluzione, a un' ora di distanza, il comunicato Mercedes: Lewis Hamilton firma un triennale con la casa di Stoccarda, e l' anno prossimo affiancherà Nico Rosberg.
Contestualmente la Mercedes conferma un impegno consistente e a lungo termine in F1, nomina Niki Lauda in veste di Presidente -consigliere e ringrazia Michael Schumacher per i tre anni sotto le insegne della stella a tre punte.
E tutte le voci delle ultime ore davano però per scontate altre due cose, disattese.
Michael Schumacher avrebbe dovuto annunciare il secondo ritiro, cosa che non avviene, poichè nel comunicato del tedesco c'è solo un ringraziamento per il suo vecchio team e nessun riferimento al ritiro.
E la riconferma di Felipe Massa, dato da tutti vicino al rinnovo in rosso, da lui in primis.
Questi sono i fatti. 
Hamilton fa un salto nel vuoto, firma con una vettura non competitiva, che dopo 10 giri ridicolizza i propri piloti costringendoli alla classica gara del gambero grigio. La sua scelta è dettata in ottica 2014, quando con i motori turbo, si vocifera potrebbe cambiar tutto, e avere un team costruttore di propulsori alle spalle dovrebbe essere un grande vantaggio.
Immagine tratta da blog.20minutos.es e modificata su Cartoonize.net
La McLaren fa un salto nel vuoto, rinuncia a un fuoriclasse e affianca a Button, ottimo pilota ma non un top-driver, Sergio Perez, due volte secondo nel 2012 e ottimo prospetto per il futuro. Sembrerebbe un vago ridimensionamento, la squadra ricorda Coulthard-Raikkonen post ritiro di Hakkinen. Ora la McLaren ha la vettura migliore, ma per il 2013 non avrà uno dei tre piloti più forti, ovvero Hamilton, Alonso e Vettel. 
La Ferrari fa un salto nel vuoto, doppio se vogliamo. Ha scartato Perez considerandolo non pronto, e ora rischia che il messicano a bordo della McLaren possa far faville e mettere periodicamente il cappello dell' asino addosso a Domenicali e Montezemolo.
Ma il salto è doppio. Perchè la ventilata riconferma annuale di Massa, disastrosissimo nel 2012, e la dipartita di Perez, potrebbero essere giustificate solamente da un arrivo in chiave 2014 di Vettel. A meno che non si abbiano certezze in merito, il passaggio è rischioso. Già in questa stagione si rischia il 4° posto nella classifica costruttori, a fronte di un Alonso saldo leader della graduatoria piloti. Sorprende poi la lentezza della Ferrari, che sarà l' ultima dei top team ad annunciare i propri piloti. Segno che non c'è convinzione.
E c'è un salto nel vuoto per Michael Schumacher. C'è il salto nel vuoto di chi, di fatto dopo un rendimento non all' altezza, ma sempre in crescendo, non vuole appendere il casco al chiodo. C'è l' offerta Sauber, vettura a podio 2 volte quest' anno. E c'è l' ipotesi pensionamento definitivo. Schumacher dovrebbe chiedersi se è tornato per vincere o per divertirsi. Per divertirsi la Sauber sarebbe perfetta. Motori Ferrari, sede nella sua amata svizzera. Una sfida affascinante. 
Quasi quanto quella che si vocifera in queste ore, con più di una petizione e sondaggi su Internet. Occupare il sedile 2013 Ferrari, e lasciar il divertimento a Massa sulla Sauber. 
Considerando il rendimento di Massa, il discorso fila perfettamente. Massa ora ha 51 punti e Schumacher 43. Ma ci vorrebbe troppo coraggio, Montezemolo e Alonso preferiscono un secondo pilota demotivato e abbacchiato. E Schumacher sarà pure vecchio, miope, con la prostata in rivoluzione, ma mai demotivato con una tuta rossa addosso...

PAGELLARIO SERIE A: QUINTA GIORNATA

Immagine tratta da superscommesse.it
Turno infrasettimanale per il campionato, e anche per la nostra rubrica che sceglie i migliori e i peggiori in campo. Vediamo chi abbiamo selezionato per questa giornata.
I MIGLIORI
Vladimir Weiss Jr: Avevamo imparato a conoscerlo già un paio di anni fa, quando con i suoi connazionali della Slovacchia ci buttava fuori dal Mondiale del 2010; allenatore di quella squadra era suo padre, ma guai a dargli del raccomandato, perché ad appena vent'anni il giovane centrocampista faceva vedere numeri molto interessanti. Del resto, Weiss ha già alle spalle alcune esperienze importanti in giro per l'Europa nonostante la giovane età: acquistato giovanissimo nel Manchester City, ha giocato in Inghilterra, Scozia (con i Rangers di Glasgow) e Spagna (nell'Espanyol). Acquistato con uno sforzo importante dal Pescara, non aveva convinto tutti fino ad esso, tanto da andare in panchina nelle ultime gare. Contro il Palermo, però, è arrivato il suo momento di gloria: con il suo gol, infatti, il giovane slovacco ha regalato la prima vittoria del torneo agli abruzzesi, e forse si è riguadagnato la fiducia di mister e compagni. Di sicuro, può essere un valore aggiunto nella corsa alla salvezza del Pescara. Voto 7.
Edinson Cavani: Se a Napoli nessuno sembra rimpiangere l'addio dell'amatissimo Lavezzi è soprattutto per merito del bomber uruguaiano, che continua a segnare con medie impressionanti e si dimostra uno dei migliori talenti del nostro campionato. Nello scontro diretto con la Lazio, rivale per la corsa Champions e primo vero ostacolo verso lo scudetto, Cavani ha dato spettacolo con una tripletta, mostrando tutte le sue doti di bomber tecnico, potente e al tempo stesso spietato sotto porta. Con le reti di mercoledì ha superato due mostri sacri come Cané e Vinicio tra i bomber azzurri di sempre, salendo a 72 gol in poco più di due anni sotto il Vesuvio. Il tutto nonostante un lavoro di continuo e sfiancante pressing a tutto campo sugli avversari, il che dimostra le sue eccellenti doti fisiche. Meriterebbe una piccola tirata d'orecchi per il rigore sprecato, ma dopo una prestazione del genere chi avrebbe il coraggio di rimproverarlo per questo? Voto 8,5.
Stephan El Shaarawy: La maledizione di San Siro è finalmente sfatata, e il merito è del giovane attaccante rossonero, che ha messo a segno la sua prima doppietta in Serie A. Un segnale di continuità importante per il ragazzo, che già aveva messo a segno un gol (poi inutile) qualche giorno prima a Udine, e che si candida a un posto da titolare fisso, nonostante la concorrenza dei rientranti Robinho e Pato. Con la partenza di un uomo importante come Ibrahimovic, la società non ha mai fatto mistero di puntare su di lui come uno dei migliori giovani di prospettiva della formazione milanista. Dopo un inizio un po' timido, Stephan sta rispondendo presente con grinta e prestazioni sempre più convincenti, oltre a una rinnovata efficacia sotto porta. Contro il Cagliari ha dimostrato tutte le sue doti di realizzatore, sfruttando nel modo migliore gli assist dei suoi compagni e sfiorando addirittura la tripletta con una clamorosa traversa. Il Faraone è tornato, e il Milan potrebbe aver trovato l'uomo giusto per risalire la china. Voto 8.
Francesco Totti: Nella Roma dei tanti giovani di prospettiva, lui sembra tornato un ragazzino per la voglia e la grinta con cui insegue ogni pallone e partecipa alla manovra. A vederlo giocare, non si direbbe proprio che ha appena compiuto 36 anni e che alle spalle ha 21 stagioni, 505 partite e 216 gol in Serie A. Nonostante il passare degli anni e i sempre più frequenti acciacchi che hanno limitato le sue ultime stagioni, Francesco non ha nessuna intenzione di lasciare il calcio e la sua Roma, e lo dimostra in ogni partita con le sue giocate e con la sua classe, che rimane cristallina. Contro la Sampdoria ha giocato un'altro match di altissimo livello, coronando la sua prestazione con il gol che gli ha permesso di raggiungere Meazza e Altafini al terzo posto della classifica marcatori di tutti i tempi del nostro campionato. Peccato che la squadra non sia riuscita a portare a casa la vittoria alla fine, ma adesso arriva la Juve, una formazione contro cui Totti ha disputato ottime partite: i bianconeri sono avvisati. Voto 7.
I PEGGIORI
Andrea Pirlo: Alzi la mano chi, appena un paio di mesi fa, si sarebbe sognato di dire qualcosa contro il centrocampista juventino, che stava disputando una delle migliori stagioni della sua carriera e molti volevano in lotta per il Pallone d'Oro. L'arrivo alla Juventus aveva ridato linfa alla carriera di Pirlo, scaricato con troppa fretta dal Milan perché considerato vecchio e ormai pronto alla pensione e deciso perciò a prendersi la rivincita. La sua prima annata a Torino è stata fantastica, sotto la sua guida è arrivato uno scudetto a lungo atteso e sognato, e l'Europeo estivo ha confermato la grandissima qualità e classe del giocatore. Poi, con l'inizio del nuovo anno, qualcosa è accaduto a Pirlo, che sembra aver perso un po' di smalto e brillantezza, e non basta parlare della costante marcatura a uomo su di lui per giustificare questo calo. E' probabile che un calendario così fitto non abbia giovato al suo rendimento, e che forse avrebbe bisogno di un minutaggio diverso per rendere al meglio. Di sicuro, contro la Fiorentina si è visto un giocatore spento, a tratti quasi assente, e senza di lui la Juve non ha girato a dovere. Conte e Carrera devono fare di tutto per ridargli energia e lucidità, perché senza il miglior Pirlo non si va da nessuna parte. Voto 5.
Mariano Andujar: Se il Catania ha portato a casa tre punti contro l'Atalanta, il merito non è sicuramente del suo portiere argentino, che ha anzi rischiato di diventare il protagonista in negativo della sfida. Tornato in Sicilia dopo il clamoroso addio dello scorso gennaio, quando era stato messo fuori rosa e rispedito in Argentina fino a giugno per dissidi con la società, il portiere si è riguadagnato un posto da titolare e la fiducia del tecnico Maran con le sue prestazioni. Contro l'Atalanta, però, ha rischiato di perdere nuovamente tutta la stima che si era appena riguadagnato con un errore grossolano, sciagurato: al momento di rinviare, ha letteralmente passato il pallone a Moralez, che ha ringraziato e ha segnato il gol del vantaggio bergamasco. Una papera colossale, resa meno grave solo dai gol di Spolli e Barrientos, che hanno ribaltato il punteggio finale e probabilmente sono valsi ai due argentini una bella cena gratis, offerta ovviamente dallo sciagurato Andujar. Voto 4,5.
Michael Ciani: Al suo arrivo a Roma si è presentato dicendo di voler diventare il nuovo Thuram, e appena prima di lasciare il suo Bordeaux aveva disputato un ottimo match contro il PSG di Ancelotti, annullando in quell'occasione un certo Ibrahimovic. La Lazio ha puntato molto su questo esperto difensore francese per puntellare ulteriormente la sua retroguardia, ma purtroppo le prime gare non sono state all'attesa delle premesse. Con lui in campo, due sconfitte consecutive in campionato per i biancocelesti, e se non gli si può imputare molto nello 0-1 casalingo contro il Genoa, ben altro discorso merita la sua prestazione a Napoli. Protagonista sfortunato del vantaggio azzurro con la deviazione sul tiro di Cavani, non si è più ripreso e ha continuato a commettere errori, fino al goffo e inutile fallo da rigore su Insigne. Una partitaccia per Ciani, che sembra ancora lontanissimo dal poter essere il nuovo Thuram. Voto 4.
Maarten Stekelenburg: Che i portieri non abbiano mai vita facile nelle squadre di Zeman è ormai una storia nota, ma in questo caso è difficile dare colpe al boemo. L'errore dell'estremo difensore olandese nella sfida interna contro la Sampdoria è da insufficienza piena, perché rovina la prestazione di tutta la squadra e la priva di una vittoria che sembrava ormai alla portata, con l'avversario in dieci che non sembrava in grado di rendersi pericoloso. Solo due anni fa Stekelenburg era considerato uno dei migliori portieri al Mondo, reduce dal secondo posto ai Mondiali con la sua Olanda e da un torneo ad altissimo livello. Dal suo arrivo in italia, però, l'olandese non ha mai convinto del tutto, e forse si spiega anche in questo modo l'arrivo a Roma del giovane argentino Goicoechea, che piace molto a Zeman e che adesso potrebbe avere una chance da titolare. Voto 4.

giovedì 27 settembre 2012

IL MIO CAGLIARI / 5°T.

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net


I COMPLIMENTI STANNO A 2


La classifica del Cagliari è deficitaria, escludendo l' incontro perso 0-3 a tavolino con la Roma, siamo a 2 pareggi e 2 sconfitte. Terzultimo posto in graduatoria.
Ulteriore considerazione. I due pareggi sono arrivati con l' Atalanta ridotta in dieci dal 27' e con il Palermo, unico pareggio per i rosanero siciliani a fronte di 4 sconfitte. Aggiungiamo che in entrambi i match la squadra è passata in svantaggio e ha recuperato nei minuti finali, al 90° con Ekdal nel match casalingo con i bergamaschi e all' 87° con Sau nell' incontro esterno con i palermitani.
Nelle 4 partite disputate, il ritornello è sempre lo stesso. "Giochiamo bene ma non finalizziamo". 
Personalmente ritengo che il "giocare bene" del Cagliari, sia più frutto della pochezza avversaria che di meriti propri. Mi spiego. Il Milan ieri non era uno squadrone, nel primo quarto d' ora della ripresa il pareggio non sarebbe stato uno scandalo, ma solo perchè il centrocampo rossonero non era assolutamente all' altezza della storia dei milanesi. Nainggolan e Conti la facevano da padrone, recuperando tantissimi palloni, e sino all' espulsione (ingenua) del Capitano si era vista una buona reazione.
Con il Palermo, invece, nell' ultima apparizione del tecnico Sannino alle dipendenze di Zamparini, le azioni erano fioccate per un' incapacità evidente dei rosanero a costruire trame di gioco, vedere tre passaggi di fila era un' utopia.
Con l' Atalanta in dieci per 65 minuti, giocoforza c'era pressione, ma sterile, si giochicchiava lenti e impacciati. E la chiave del gioco fu la superiorità numerica.
A Marassi con il Genoa nell' esordio invece, il Cagliari dopo qualche bagliore iniziale era sparito, e nella ripresa ha abbozzato una reazione favorita dall' ancora frammentaria conoscenza tra i calciatori genoani, ma il trotterellare di passaggini tra metà campo e trequarti non ha portato ad alcun gol.
Il Cagliari non gioca bene. Il Cagliari del primo Ballardini, di Allegri, di Donadoni giocava bene. 
Ritmo veloce, idea di gioco, trequartista fulcro delle azioni, sovrapposizioni dei terzini.
Il Cagliari di Ficcadenti ricorda più quello stucchevole di Bisoli, passaggini al rallentatore e idee poche. Se non c'è Cossu le punte non vengono quasi mai innescate, e sono costrette, nel caso di Thiago Ribeiro soprattutto, a venire a raddoppiare e prendersi il pallone in zone improponibili per un attaccante. Vedere nel corso degli ultimi due match Pinilla sulla destra e Ibarbo al centro è allucinante. Il mister ci vende una squadra padrona del gioco e del campo in ogni intervista, ma com'è possibile essere andati sotto in tutte e 4 le partite allora?
E sorgono le domande e le considerazioni:
1. Perchè avendo due terzini sinistri di ruolo (Ariaudo ed Avelar) si insiste su Pisano a sinistra? Essendo destro naturale, il ragazzo è un pesce fuor d' acqua. Col Palermo non è riuscito ad anticipare con il sinistro Miccoli e da lì è scaturita la marcatura di Rios, con il Milan dopo 1 minuto si è fatto ammonire e l' uno a zero è originato da un suo errore sul fuorigioco.
E i pericoli arrivano tutti dalla sua parte. Non è il suo ruolo e si insiste. Perchè?
2. Perchè la squadra in ogni partita si dedica a un possesso palla lento e sterile tra i centrocampisti? Il resto della squadra non fa i movimenti giusti, i terzini non si sovrappongono, gli esterni d' attacco ciccano spesso i movimenti per consentire al gioco di velocizzarsi. 
3. Perchè insistere per forza sul tridente? Thiago Ribeiro è una seconda punta, così Sau. Cossu un trequartista puro. Pinilla al centro prende solo botte e arriva poco lucido a concludere. Cossu sulla trequarti ha una migliore visione del gioco, diventa punto di riferimento per la mediana e sa innescare meglio di ogni altro gli avanti.
4. In 25 partite in rossoblu, Ficcadenti ne ha vinte appena 5, tutte l' anno passato, contro Novara, Lecce, Cesena (le tre retrocesse) e contro Atalanta e Catania, ormai già salve e senza motivazioni. Ne ha perse 12, la metà, e non vince da nove partite oramai. 22 reti fatte, neppure la media di una a gara, e per una squadra che gioca con il tridente è un pò strano.
Evidentemente il mister non riesce a tirar fuori il meglio da una rosa comunque discreta, perchè i vari Agazzi, Astori, Conti, Nainggolan e Pinilla sono calciatori che dovrebbero consentire una salvezza tranquilla. Ma senza il gioco non si va da nessuna parte.
Con i finti complimenti non si va da nessuna parte. I complimenti stanno a zero.
Anzi, a due.

lunedì 24 settembre 2012

STELLA "CADENTE" BRUNO

La gara di Michael Schumacher ieri a Singapore si tirava avanti stancamente in decima posizione. 
Partito 9°, a causa di una partenza non felicissima e una sosta ai box più lunga del previsto, conduceva mestamente la oramai consueta gara nelle retrovie.
Ed ecco il fattaccio: al giro 40 Vergne è in lotta con Perez, i due sono appaiati e frenano un pò prima. Dietro di loro, incomprensibile manovra di Schumacher che sbaglia il punto di frenata ed arriva ad una velocità folle a tamponare il francesino della Toro Rosso.
Nelle interviste seguenti il 7 volte Campione del Mondo, non si prenderà le colpe dell' accaduto, come ha fatto altre volte in passato, ma dichiarerà che c'è stato un guasto alla vettura. Il suo punto di frenata ritiene esser stato addirittura anticipato, ma il pedale del freno si era come bloccato, e così la sua Mercedes ha centrato piena la Toro Rosso.
Ma nessuno poteva immaginare che tutto questo è stato creato ad arte dal nostro eroe per un motivo: l' umiliazione della giornalista Rai Stella Bruno e le sue domande stentate in inglese (soprattutto) ma decisamente anche in italiano.
E qui la risposta di Schumacher entra negli annali: "Lo so ma...cose diverse...difficile capire per te...ma io capisco".
Non è la prima volta infatti che la giornalista pone domande improponibili ai piloti. Ecco le perle della giornalista di F1 di punta della Rai in ordine sparso: dopo Monza chiede a Massa: "Felipe,che ne dici della strategia di Perez, che è partito con le medie?" e il ferrarista: "No, veramente lui ha fatto il contrario, noi siamo partiti con le medie".
Oppure, sempre a Monza, riesce a chiedere ad Alonso: "Beh, Perez secondo, buono, così toglie punti agli avversari" e il due volte campione le fa notare "In realtà ha tolto punti solo a noi".
A Spa uno dei capolavori, dopo il botto Grosjean-Hamilton-Alonso-Perez lei ferma Maldonado e gli chiede: "Com'è stato l' incidente al via, dato che l' hai visto da una posizione privilegiata?" e il venezuelano: "A dire il vero non ho visto niente perchè ero davanti" e lei: "Peccato!".
Sempre con Alonso nella scorsa stagione: "Dopo le qualifiche, com'è la nuova ala?" e lui scrollando le spalle: "Sono sesto..." e lei lo incalza: "E quindi?", e lui secco "Sono sesto".
E la saga con Rosberg? In Australia: "Nico, se prendessi soldi per ogni autografo che firmi, saresti miliardario" e lui: "Sono già miliardario".
E proseguendo: "Nico, domani parti 17°, punti al podio?", risposta: "Ahah, stai scherzando?". Oppure: "Oggi sei arrivato nonno, come giudichi la prestazione?" e lui sorridendo "Eh si, oggi sono arrivato nonno....".
Suzuka 2011. Hamilton dopo una lotta con Massa fora un pneumatico. Arriva la Stella nazionale: "A punch very early!" tradotto "Un pugno molto presto", utilizzando punch al posto di puncture (foratura). E Hamilton: "I can't really hear what you said" ossia "Non ho ben capito cosa hai detto..", scambio di battute che pure il traduttore simultaneo in diretta ha avuto la pietà di non tradurre.
A conti fatti, Sky non potrà esser peggio. Peggio di Stella Bruno chi c'è? Qui in basso vedete il team F1 Rai. Foto vera. Alè.
Immagine tratta da gpx.it: Ivan Capelli tiene le caviglie dell' ing.Bruno e Mazzoni in versione gelataio + infradito guarda divertito.

LA ZAMPATA DEL CAMPIONE

Immagine tratta da ilsole24ore.com
Abbiamo sperato per un po' che il podio di ieri si potesse finalmente tingere d'azzurro, quando i nostri hanno iniziato l'ultima salita del Mondiale di Valkenburg in testa al gruppo; è stata solo un'illusione purtroppo, perché a due chilometri dal traguardo è arrivata la zampata del vero campione, che si è andato a prendere la vittoria e la maglia iridata con un'azione di forza strepitosa, e così i sogni di vittoria italiana sono svaniti ancora una volta.
Il campione del Mondo 2012 ha il volto e il sorriso raggiante di Philippe Gilbert, belga di parte vallone, che sul percorso del mondiale aveva già fatto scintille in passato, visto che proprio a Valkenburg aveva trionfato nel 2010 e 2011 nell'Amstel Gold Race, una delle classiche primaverili del ciclismo. Un atleta di altissimo livello, che aveva già dimostrato di essere un corridore perfetto per le corse di un giorno, in cui devi unire alle doti fisiche la giusta cattiveria e la lucidità necessaria per capire quando e dove piazzare l'affondo decisivo. Ieri ha dimostrato di possedere tutte queste doti sull'ultima salita, quando è partito dalla ruota del nostro Nibali e con la sua sparata ha fatto il vuoto, avviandosi verso il trionfo e lasciando solo le briciole a tutti gli altri pretendenti alla vittoria. E dire che questa non era stata la miglior stagione del belga, che aveva vissuto il suo anno di grazia nel 2011, quando si era aggiudicato nell'ordine Freccia del Brabante Amstel Gold Race e Freccia Vallone in appena una settimana, la Liegi-Bastogne-Liegi subito dopo, la prima tappa al Tour de France e la conseguente maglia gialla, la Clasica di San Sebastian e la classifica finale della Coppa del Mondo. Quest'anno, invece, non si era visto praticamente mai in primavera e in estate, alle Olimpiadi ci aveva provato senza successo, ma poi si era aggiudicato due tappe alla Vuelta, dimostrando che la sua condizione era in crescita e il suo obiettivo era il Mondiale, ciò che gli mancava per completare una grande carriera. Ieri era uno dei favoriti insieme al connazionale, anche se di parte fiamminga, Tom Boonen, e con i compagni del Belgio ha interpretato alla perfezione la gara, meritandosi la vittoria.
Se Gilbert e il Belgio sono i vincitori indiscussi del Mondiale, gli sconfitti sono senza dubbio gli spagnoli, che si erano presentati per l'ennesima volta con una squadra estremamente competitiva ma sono rimasti anche in questo caso a bocca asciutta. Le punte iberiche erano tante, Contador, Purito Rodriguez, Samuel Sanchez, e soprattutto Oscar Freire, già tre volte campione del Mondo, e Alejandro Valverde, il più adatto a questo genere di percorso. Nonostante i grandi nomi, però, la Spagna non si è dimostrata una squadra vincente, perché non ha organizzato bene la sua azione e soprattutto ha lasciato scappare Gilbert con troppa facilità, cercando la rimonta con Valverde quando ormai era troppo tardi. E' proprio lui il grande sconfitto del giorno, beffato per la seconda volta da un belga dopo l'argento nel 2005 alle spalle di Boonen e sul circuito casalingo di Madrid. Alla Vuelta era apparso in gran forma, ma ancora una volta non è stato bravo a leggere la corsa e non si è messo alle spalle di Gilbert quando doveva, lasciandoselo scappare nel momento decisivo; con il bronzo di ieri, lo spagnolo raggiunge Poulidor per numero di piazzamento in un Mondiale, con due secondi e due terzi posti complessivi, il che rende bene l'idea di un corridore forte ma a cui manca probabilmente l'acuto giusto per essere un campione. Degli altri candidati al successo, merita una citazione il norvegese Boasson Hagen, uno dei pochi che ha provato a rispondere allo scatto di Gilbert, e che alla fine si è preso un meritato argento, mentre tra i più deludenti va nominato senza dubbio lo slovacco Sagan, che dopo un Tour da protagonista poteva fare molto meglio, invece ieri non si è mai visto.
E gli italiani? Sembra quasi di ripetere le stesse cose da un paio d'anni a questa parte: gara di testa per gli azzurri, protagonisti di ogni fase della corsa fino all'ultimo, ma proprio nel momento decisivo sono venuti a mancare, e sono rimasti lontani dal podio. L'uomo di punta e il capitano della squadra era Vincenzo Nibali, reduce dal terzo posto al Tour de France e probabilmente il più forte italiano del momento: tutti hanno lavorato per lui, l'hanno tirato avanti in vista dell'ultima salita, e lì il siciliano ha provato a scattare e a fare la differenza, ma gli sono mancate le gambe e dopo lo scatto di Gilbert è letteralmente sparito. Così, alla fine della corsa, il miglior piazzamento per un italiano è stato il tredicesimo posto di Oscar Gatto, ben lontano dunque dalle aspettative della vigilia. La nota positiva è che il commissario tecnico Bettini ha puntato su un gruppo molto giovane, con tanti ragazzi interessanti come Trentin, Ulissi, Malori, Capecchi, Nizzolo e Moreno Moser, nipote del celebre Francesco, che stanno maturando e saranno sicuramente protagonisti nei prossimi anni. Al di là di questo, il giudizio sulla condotta di gara dell'ex campione del Mondo è abbastanza negativo: è vero che l'Italia manca da anni di un vero uomo da corse di un giorno, ma forse la squadra poteva essere scelta in modo diverso. Nibali è un ottimo atleta, non ci sono dubbi, ma sembra più un uomo da corse a tappe e da grandi salite, che regge bene sulle pendenze più dure ma non ha nelle gambe lo scatto secco che fa la differenza; nelle classiche quest'anno ha ottenuto qualche buon piazzamento (terzo alla Milano-Sanremo, secondo alla Liegi), ma non è mai parso in grado di piazzare la zampata vincente. Forse con un circuito del genere si poteva puntare di più su atleti come Ballan, ultimo azzurro a vincere la maglia iridata nel 2008, visto che un altro uomo di punta come Gasparotto era rimasto tagliato fuori dal gruppo mondiale per un recente infortunio.
Insomma, diciamo che se Paolo Bettini come corridore è stato un vero campione, come tecnico ha ancora tanto lavoro da fare, perché è giusto lavorare per costruire un buon gruppo in prospettiva futura, ma è anche vero che il ciclismo italiano ha bisogno di risultati, e da tanti anni la squadra azzurra fa un gran lavoro in corsa ma viene a mancare nel momento decisivo. Anche se, lo ribadiamo, per fare la differenza in corse di questo genere non bastano la strategia e l'atletismo, bisogna avere la decisione e il carattere del vero campione. Proprio quello che è sempre stato, e non solo da ieri, Philippe Gilbert.

E' VETTEL?

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net
Due ore di Gp ci consegnano il rivale iridato del prode e fortunato Alonso: è Seb Vettel.
A Singapore si svela l' arcano: Vettel vince, Alonso fa la formichina giudiziosa e arriva . Hamilton totalizza uno 0 pesantissimo, frutto del cambio McLaren che si cuoce al giro 23.
Alonso 194, Vettel 165, Raikkonen 149, Hamilton 142.
Con la seconda vittoria stagionale Vettel (23sima in carriera) è l' unico rivale credibile, numeri alla mano, del rosso spagnolo. E la sua Red Bull nella classifica a squadre arriva a 297, con McLaren a 261, Ferrari a 245 e Lotus a 231.
Questi sono i freddi numeri. Ma la sensazione è un' altra. Senza il problema Hamilton avrebbe sicuramente vinto, e la McLaren è performante su ogni tracciato. La coppia Hamilton-McLaren è senza ombra di dubbio la migliore in termini di performance da qualche mese.
C'è un rischio. Enorme. Grande come una casa. Che Alonso, conscio di avere una macchina in difficoltà, ribadito anche dalle dichiarazioni post-gara odierne, faccia le sue restanti sei gare su Vettel. E così pure il biondino, che si accontenti di tenere negli scarichi il buon Nando. 
Se la mania del calcolo sfrenato colpirà Alonso e Vettel, considereranno piuttosto indolori le vittorie McLaren. Dando il via ad una escalation difficilmente arrestabile. Ora anche Button è tornato in palla e le frecce d'argento non potranno rompersi ad ogni Gp. 
Si continua ad avere la sensazione che i bei facciotti inglesi di Hamilton e Button possano piazzarsi da qui a fine anno sempre sul podio. E tirando le somme, potrebbe essere un problema.
E c'è un caso in casa McLaren, in quanto si legge da più parti che il box fosse al corrente delle noie al cambio di Hamilton sin da sabato, ma a rinunciato a sostituirlo per non incorrere in 5 posizioni di penalty. Pessima mossa.
Qui la Red Bull ha beneficiato di un tracciato atipico, con curve a bassa velocità e chicane, molto tortuoso. Ma solitamente è in difficoltà. Esce alla distanza dopo qualifiche solitamente insoddisfacenti.
E la Ferrari? Non sembra abbia pronte grandi evoluzioni del pacchetto aerodinamico o di motore, per cui dà la sensazione di dover sempre e comunque correre in difesa, con una costanza di punti che è la ragione che tiene Nando lassù.
La Lotus qui ha alzato bandiera bianca. Raikkonen raccimola un 6° posto più per grazia ricevuta che per meriti suoi e di vettura. La giallonera ha mancato lo step evolutivo proprio nel momento clou della stagione. Ed è sparita. 
Il resto? Miglior piazzamento in carriera per Di Resta (4°) e la Marussia (Glock 12°). Poi come da previsione doppia Safety Car e botte da orbi tra Massa e Senna, Webber e Kobayashi, Perez contro tutti, Schumacher versione tamponatore notturno su Vergne, e muro per Karthikeyan e Senna. In più Maldonado, più agnellino del solito, vittima di un cambio gomme di troppo e un problema idraulico che gli regala l' ormai consueto 0 nella casella punti.
Menzione d' onore per la manovra di Massa su Senna. Il sorpasso più spettacolare dell' anno, in sbandata controllata ed effetto pendolo annesso. Col rischio di produrre marmellata di F1. Peccato fosse per il fondo della zona punti. Come al solito.
Però bravo. E' stato fantasioso. Il suo 2012 lo ricorderemo così (anche se qua tira aria di svogliata riconferma).
E menzione anche per la direzione gara in versione penalizzatore pazzo: 10 posizioni in griglia in meno per zio Schumi (per la felicità dei commentatori Rai) per Suzuka e 20 secondi di penalità per Webber, per un sorpasso fuori pista a Kobayashi. Inoltre per tutta la gara e il post gara ha indagato mezza griglia al fine di ravvisare comportamenti scorretti, col suo ineffabile metro di giudizio variabile, come al solito.

Pagelline: 1°Vettel 8,5; 2°Button 6,5; 3°Alonso 6,5; 4°Di Resta 9; 5°Rosberg 7; 6°Raikkonen 5; 7°Grosjean 5; 8°Massa 6,5; 9°Ricciardo 7; 10°Perez 6; 11°Webber 4; 12°Glock 10; 13°Kobayashi 5; 14°Hulkenberg 5; 15°Kovalainen 6; 16°Pic 5; 17°De la Rosa 6; 18°Senna 5; 19°Petrov 5,5; RIT.Vergne 8; RIT.M.Schumacher 4 (?); RIT.Maldonado 6,5; RIT.Karthikeyan 5; RIT.Hamilton 8.

PAGELLARIO SERIE A: QUARTA GIORNATA

Immagine tratta da goal.com
Dopo il grande spettacolo della Champions League e dell'Europa League, torna il campionato di Serie A, e con lui il nostro pagellario sui migliori e i peggiori di ogni giornata. Vediamo chi abbiamo scelto in questo quarto turno.
I MIGLIORI
Fabio Quagliarella: Passare in pochi giorni da quinta punta della rosa ad attaccante titolare e decisivo della squadra: è proprio quello che è successo al centravanti della Juventus, che dopo il gol al Chelsea si è ripetuto sabato con la doppietta che ha steso il Chievo. Dato per partente in estate, poco considerato da Conte e Carrera, teoricamente chiuso dai vari Giovinco, Vucinic e Matri e dal nuovo arrivato Bendtner, Fabio alla fine è rimasto a Torino e ha deciso di giocarsi le sue carte sul campo. Chiamato in causa, ha risposto a modo suo, ovvero con due gol da campione, tanto movimento e una presenza costante in fase d'attacco, il che sicuramente gli ha fatto guadagnare punti nelle gerarchie della squadra. Chissà che il top player tanto cercato dalla Juve, alla fine, non possa essere proprio lui...Voto 8.
Ivan Pelizzoli: Essere chiamato in causa all'improvviso e diventare il protagonista della giornata con una sola parata, ma decisiva. Il rigore neutralizzato nella trasferta del Pescara a Bologna, oltre a regalare il primo punto del torneo agli abruzzesi, riporta tra i protagonisti una ex promessa del calcio italiano, considerato a inizio carriera un portiere molto promettente. Poi, per Pelizzoli era iniziato un lento ma inesorabile declino, che ormai l'aveva trasformato in una riserva d'esperienza, utile più a scaldare la panchina che a compiere parate in campo. Oggi ha avuto la sua grande chance e l'ha sfruttata, entrando a freddo dopo l'espulsione del collega Perin e respingendo il tiro dal dischetto di Diamanti. Nella prossima partita sarà ancora titolare, e chissà che un'altra buona prestazione non gli possa valere una conferma tra i pali anche per il resto della stagione. Voto 7,5.
Mathias Ranegie: Quando è stato acquistato dall'Udinese, nelle ultime ore del mercato estivo, in tanti hanno pensato a lui come ad uno dei tanti stranieri semisconosciuti che arrivano in serie A, giocano un paio di spezzoni di partita e vengono presto rispediti a casa, senza lasciare traccia. Invece questo ragazzo svedese di origine guadalupense ha dimostrato di poter essere un buon attaccante anche in Italia, dopo il buon numero di reti realizzate in patria nelle ultime stagioni. Non più giovanissimo visti i suoi ventotto anni compiuti, Ranegie è esploso piuttosto tardi come realizzatore, ma in questa settimana ha fatto vedere le sue qualità e si è candidato a giocarsi un ruolo da titolare con le altre punte della rosa. Ieri contro il Milan ha realizzato un gol da opportunista e si è procurato il rigore che ha deciso la sfida, meritandosi gli applausi del Friuli. Qualcuno ha azzardato un paragone piuttosto improbabile con il suo illustre connazionale Ibrahimovic, a lui va già bene non essere avvicinato a Goitom, un altro svedese che non ha lasciato un gran ricordo dalle parti di Udine. Voto 7,5.
Gianluca Pegolo: Parlando di portieri che sembravano avviati ad una brillante carriera ma non sono mai esplosi davvero, merita senza dubbio una citazione l'estremo difensore del Siena. Considerato una grande promessa quando era a Verona, questo portiere sembrava aver perso l'occasione dopo tanti anni trascorsi in serie B senza mai compiere il vero salto di qualità. In Toscana era arrivato per fare la riserva, ma il buon girone di ritorno disputato lo scorso anno gli è valso una maglia da titolare in questa stagione, e lui sta rispondendo bene. Ieri a San Siro ha letteralmente stregato gli attaccanti dell'Inter, compiendo alcune parate importantissime e decisive per la vittoria della sua squadra. La strada per la salvezza è ancora durissima, anche a causa della penalizzazione per il calcio-scommesse, ma Pegolo e il Siena hanno dimostrato di esserci e di voler lottare fino alla fine. Voto 8.
I PEGGIORI
Stevan Jovetic: Per una volta, dopo un inizio di stagione scoppiettante e in grande spolvero, il giovane talento montenegrino finisce dietro la lavagna dei cattivi. A Parma è scesa in campo la brutta copia del talento viola, che in tutta la partita non è mai riuscito a lasciare il segno con una giocata degna di nota. Per di più, sul suo giudizio pesa l'errore commesso dal dischetto, quando si è fatto respingere da Mirante il rigore che avrebbe di certo chiuso la partita, tirando male e senza la giusta convinzione. Risultato: in pieno recupero il Parma ha trovato il pareggio e ha tolto due punti che sembravano ormai certi alla Fiorentina. Una giornata storta può capitare a tutti, martedì ci sarà la grande sfida contro la Juventus per reagire subito e dimostrare che questa squadra ha i numeri e il talento per essere la vera rivelazione di questa stagione. Voto 4,5.
Massimo Cellino: Per una volta, siamo costretti a dare un brutto voto al protagonista di una partita che non è stata nemmeno disputata. La querelle del presidente del Cagliari con la Federcalcio sta diventando una vicenda grottesca, a tratti ridicola, visto che il problema dello stadio nel capoluogo sardo è una questione che già da molti anni andava risolta. Dopo l'ennesimo intervento della Prefettura, che obbligava i sardi a disputare la loro seconda partita casalinga consecutiva a porte chiuse, Cellino ha deciso di rifiutarsi di obbedire,  invitando i tifosi di casa a recarsi ugualmente allo stadio. Così, lo stesso Prefetto si è visto costretto a rinviare la sfida per evitare disordini, e adesso il Cagliari rischia anche la sconfitta a tavolino e una penalizzazione. Capiamo la rabbia di Cellino per questa situazione paradossale, ma sfidare la FIGC in questo modo e prendere tanto alla leggera la sicurezza delle persone ci sembra una mossa davvero sconsiderata. Speriamo che per la prossima sfida interna con il Pescara tutto sia finalmente a posto. Voto 3.
Kamil Glik: Domenica a dir poco difficile per il roccioso difensore polacco del Toro, che probabilmente cercherà di dimenticarsi della sfida contro la Sampdoria al più presto. Sarà stato l'orario insolito della partita, disputata alle dodici e mezza, sarà stata semplicemente una giornata storta, fatto sta che il povero Kamil non ne ha indovinata neanche una. Nel primo tempo ha perso un banalissimo pallone mentre era ultimo uomo, e solo una prodezza del portiere Gillet ha impedito il peggio. Nella ripresa poi, con la squadra in vantaggio, Glik ha pensato bene di stendere in area Eder e provocare il rigore del pareggio avversario. Insomma, una partita davvero insufficiente per lui, che già normalmente fatica a mettersi in mostra visto che gioca in coppia con un fenomeno come Ogbonna. Mercoledì a Torino arriverà l'Udinese, e tutti sperano che il polacco non ripeta la prestazione di ieri. Voto 5.
Le due milanesi: Vedere le due tifoserie che esultavano più per i gol di Udinese e Siena che per la prestazione delle rispettive squadre fa un po' tristezza. Abituata a dominare il calcio negli ultimi anni, prima con i nerazzurri e recentemente con i rossoneri, quest'anno Milano rischia davvero di rimanere a bocca asciutta. Due squadre con problemi piuttosto evidenti e con tanti dubbi ancora irrisolti: quella di Stramaccioni  cerca il modulo e gli uomini giusti e un po' di concretezza in più sotto porta, quella di Allegri ha bisogno di nuove idee e grinta per non far rimpiangere le partenze illustri dell'estate e restare grande. Una brutta domenica per entrambe le squadre meneghine, e non basta parlare di "maledizione San Siro" o di cattiva sorte per nascondere la realtà dei fatti: servono tempo e lavoro per rendere nuovamente competitive queste due formazioni, così diverse eppure così uguali in questi momenti di difficoltà. Insomma, come ha fatto giustamente notare qualcuno, se Atene piange Sparta di certo non ride. Voto 4.

sabato 22 settembre 2012

IL CATTIVO, IL BRUTTO, IL BUONO

Immagine tratta da f1fanatic.co.uk e modificata su cartoonize.net

Ecco la Top3 delle qualifiche di Singapore. Hamilton, Maldonado, Vettel.
Ovvero il cattivo, il brutto, il buono. In rigoroso ordine.
Il cattivo è Lewis Hamilton, alla pole numero 24 in carriera, al nono posto nella classifica di tutti i tempi. Zampata finale in Q3 con un tempo stratosferico. La McLaren è alla 4a pole consecutiva, può vincere ovunque, è sempre velocissima. E Lewis è concentrato ed infallibile. Il rivale di Alonso è lui. Fa paura. Parecchia. Il cattivo è lui.
Poi, inaspettatamente, nel sandwich degli aspiranti rimontanti, spunta lui. Il brutto. Pastor Maldonado. Molto brutto. Molto forte. Molto aggressivo. Ha degli spunti velocistici impressionanti, da top driver. E' vero, sbaglia ed è un casinista, ma quando becca un giro pulito il venezuelano è impressionante. Va al di là del mezzo che guida. Chapeau. 
Immagine tratta da sportmediaset.it
Il buono è Seb Vettel. Non per altro, ma perchè dopo aver ciccato clamorosamente il giro buono in Q3, fa meno paura. Ha rischiato di rimanere invischiato nelle retrovie dopo prove libere da primato. In Q3 è stato più lento della Q2. Non si fa. Se devi rimontare non si fa. Devi essere perfetto. Sei bi-campione del mondo mica per nulla. Oggi passa per quello che non ha affondato il colpo quando poteva, è il buono.
E dopo questi 3, arriva Jenson Button giusto giusto a tappare il muso a Fernandino Alonso, giunto 5°. Si becca i classici 8 decimi, ringrazia il soffio di vento che gli ha permesso di star davanti a Di Resta e per domani sarà solo contro tutti. Più che sull' aiuto di Massa, classicamente 13°, dovrà contare su preghierine, lotte da orbi di Maldonado con i suoi rivali e soprattutto sulla Safety Car. E aspettare, con tanta pazienza.
Affondano Webber, anonimo 7° come da qualche tempo a questa parte, e soprattutto Kimi Raikkonen, disastroso 12° che qui sembra far ciao ciao alle speranze iridate.
E dalla 12esima piazzola può solo sperare nella partenza scriteriata di Grosjean, che scatterà 8°. 
Se non ci sarà la Safety Car domani (impossibile), le scintille saranno assicurate da Maldonado, che con Hamilton ha avuto già più di una ruggine in passato, uno che è sempre pronto a cazzotti e sportellate senza pensare alle conseguenze. Cavallo pazzo, svegliaci dal torpore preannunciato.
Per la gara vince il Nero. Il Cattivo. Sicuro. 99%.

Pagelline: 1°Hamilton 10; 2°Maldonado 10; 3°Vettel 6,5; 4°Button 6; 5°Alonso 6,5; 6°Di Resta 7,5; 7°Webber 4,5; 8°Grosjean 6; 9°Schumacher 6; 10°Rosberg 6; 11°Hulkenberg 5; 12°Raikkonen 4; 13°Massa 4; 14°Perez 5,5; 15°Ricciardo 6; 16°Vergne 6; 17°Senna 4; 18°Kobayashi 5; 19°Petrov 6,5; 20°Kovalainen 5,5; 21°Glock 6,5; 22°Pic 6; 23°Karthikeyan 6,5; 24°De la Rosa 5.

PRONOSTICANDO NUOVA STAGIONE VOL. 4

Immagine tratta da betonlybet.com

Pronostici 4a giornata di SERIE A

Parma  -  Fiorentina  X2  1,44 
Diamo fiducia alla viola, che viaggia a buoni ritmi e con un buon gioco. Il Parma in casa non scherza, ma oggi potrebbe abbassare i "TONI"!

Juventus  -  Chievo  1 HANDICAP  1,9
I campioni, nonostante il turnover di questa giornata, troveranno comunque il gioco all'inizio e il risultato alla fine. Il Chievo non sembra più quello di una volta, per cui osiamo un po'.

Sampdoria  -  Torino  1  2,15
I padroni di casa potrebbero continuare con la loro striscia positiva, il Toro ha dalla sua un buon attacco che potrebbe consigliare l'over, ma noi ci fidiamo dei blucerchiati.

Atalanta  -  Palermo  1X  1,19
I rosanero sono in caduta libera, e i bergamaschi colpiranno facilmente con Denis. Solo l'arrivo del nuovo allenatore potrebbe portare in Sicilia un punto, ma è difficile...molto difficile...

Bologna  -  Pescara  1  1,7
Della domenica, questo è senz'altro il match che ci convince di più. Buon Bologna fino a questo momento, e Pescara piccolo piccolo: l'esito sembra scontato...

Cagliari  -  Roma  2  2,1
A sorpresa, noi crediamo che sarà la Roma a vincere. Ormai l'altalena di risultati è una costante del maestro Zeman. Il Cagliari ancora in rodaggio giocherà per cercare la vittoria, ma i giallorossi colpiranno in contropiede.

Catania  -  Napoli  GOL  1,7
Vediamo anche i partenopei favoriti, ma il gol sembra una quota interessante e sicura, perché i catanesi anche se sfavoriti venderanno di sicuro la pelle.

Inter  -  Siena  OVER 2,5  1,7
Si sbloccherà finalmente l'incantesimo di San Siro? Noi per stare tranquilli piazziamo un bell'over, viste le due difese ancora in vacanza e in fase di costruzione. Certo, il Siena la porta non la vede tantissimo...

Udinese  -  Milan  X  3,3
Anche se materialmente sono solo tre, i punti in ballo sono troppi. Entrambe le squadre vorrebbero vincere questa partita, ma probabilmente nessuna delle due alla fine la spunterà.

Lazio  -  Genoa  OVER 1,5  1,2
Anche qui ci sarebbe da giocare il gol, ma non rischiamo nulla giocando due gol in tutta la partita. Lazio sicuramente favorita, ma di certo il Genoa non resterà "IMMOBILE"!

(Pronostici dettati dal nostro Pro9, isolato su un monte in meditazione)

LA NOTTE DEI DESIDERI

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net
A Singapore, come da tradizione, al tramonto cala l' oscurità sulle vite dei comuni mortali e si accende la luce sui piloti di F1 che sfrecciano sul circuito cittadino di Marina Bay.
Sforzo enorme da parte dell' architetto Tilke per riuscire a tracciare una sorta di toboga con zero possibilità di sorpasso. Zero, niet, nada.
Come si parte si arriva. Con 1600 lampioni ad illuminare a giorno. Illuminare a giorno per correre di notte, sembra un controsenso, ma questa è la F1 moderna, bellezza.
Cala la notte e i piloti, dopo le prime prove libere disputate oggi, esprimono i loro desideri per il fine settimana.
Sebastian Vettel, relegato al freddo del -38 in classifica e fresco del ritiro di Monza, spera che i led luminosi intermittenti (manco fosse Babbo Natale)che ha piazzato sul casco, lo facciano sfrecciare come oggi, con una Red Bull che sembra davvero in palla. Manco l' avessero agitata. Distacchi importanti e vettura ben bilanciata. 
Lewis Hamilton, con tanto di dragone singaporegno sulla calotta, vuole cercare di chiudere il gap con Alonso, e sente di avere a disposizione una vettura davvero performante anche in questo circuito. Può essere l' occasione di bissare la vittoria del 2009.
Fernando Alonso, invece, si sente braccato. Tutti gli occhi sono su di lui, non può sbagliar nulla. E' nel momento chiave della stagione. Tutti dicono che è il favorito per il Mondiale, tutti gli stanno tirando i piedi, tutti che lo danno per vincente con percentuali bulgare. Ma lui mette le mani avanti, annunciando di non esser competitivo come a Monza. Dovrà massimizzare il pacchetto a disposizione, ma a occhio e croce combatterà x la seconda/terza fila. E sperare in gara in eventi imponderabili. Al solito, insomma.
Mark Webber, da par suo, ha una buona Red Bull sotto le mani, ma non così buona come quella di Seb. Sa che può andar forte, ma non come Seb. Cambia il casco per questa gara, ma non si nota come quello di Seb. Sa che è affascinante, ma non come Seb. Una notte da vorrei ma non posso. E spera che il ranocchio possa diventare principe. Un giorno. Ma 36 primavere è tosta.
Kimi Raikkonen è il più triste del gruppo. Stasera la cara e fidata Vodka finlandese è quel che ci vuole. Si cucca 2-secondini-2 da Vettel, e la macchina lo porta a spasso da una parte all' altra del circuito. Spera che domani sia migliore. O forse, preso dai deliri dell' alcool, spera che Grosjean faccia come Piquet Jr per Alonso nel 2008 sacrificandosi, magari con un bello strike al via ai danni questi avversari troppo veloci.
Ultimo ma non meno importante, colui che vede questo fine settimana come l' occasione giusta per mettersi finalmente in mostra. Bernd Maylander. Colui che il suo nome l' ha accostato in ogni edizione di questo Gp. Lui e la sua fantastica Mercedes SLS. La Safety Car scalda già i motori, vedendo il buon Maylander dar pacche di incoraggiamento, sorridendo sotto i baffi che non ha, ai vari Grosjean, Maldonado, Karthikeyan, Senna, Perez, Massa. Ed è l' unica speranza di successo per gli outsider di questa stagione.
Buonanotte. Sipario.

lunedì 17 settembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: TERZA GIORNATA

Immagine tratta da ecodellosport.it
Siamo al terzo appuntamento con la nostra rubrica che premia i migliori e i peggiori di ogni giornata della nostra Serie A. Ecco chi abbiamo scelto in quest'occasione.
I MIGLIORI
Hernanes: E' sempre stato un talento molto promettente per la nostra serie A, un giocatore con il potenziale per decidere ogni partita, ma spesso si è dimostrato troppo discontinuo. Con l'arrivo di Petkovic, il Profeta sembra aver trovato finalmente il luogo ideale per le sue prediche: arretrato dalla trequarti alla mediana, sta rendendo come mai aveva fatto prima. Due reti ieri contro il Chievo, una da fuori area e l'altra dopo un'incredibile incursione solitaria, e lo zampino anche sul gol del compagno di squadra Klose. Hernanes non manca di personalità e di tecnica, se mantiene questa continuità di rendimento la Lazio può cominciare a sognare un posto in alta classifica, forse addirittura la Champions. Voto 8.
Maxi Lopez: L'avevamo lasciato la scorsa stagione spesso in panchina, prima a Catania e poi a Milano, ad aspettare pazientemente il suo momento, che raramente è arrivato. Lo ritroviamo nuovamente titolare quest'anno alla Sampdoria, e la sua presenza si è fatta ampiamente notare. In gol all'esordio contro il Siena, ieri si è ripetuto a Pescara con una splendida doppietta, frutto delle sue doti da opportunista e attaccante da area di rigore qual è. Ferrara ha fiducia in lui, gli ha costruito intorno l'attacco blucerchiato, lui finora non ha tradito le attese, e vuole dimostrare che sa ancora fare la differenza nella nostra serie A, ovviamente a suon di gol. Voto 7,5.
Emanuele Giaccherini: E' vero che la gara di ieri contro il Genoa è cambiata con l'ingresso di Asamoah e Vucinic, ma noi vogliamo premiare la costanza e la tenacia dell'esterno toscano, che ha sfruttato la sua prima occasione da titolare per mettere in mostra tutte le sue capacità. Un po' interno di centrocampo, un po' esterno per sfruttare gli spazi sulle fasce, il Giacchero ha giocato una partita solida, di voglia e di decisione, e ha avuto il merito di pareggiare la sfida. Un gran gol il suo, da fuori area e di prima intenzione, un tiro che ad alcuni ha ricordato i tocchi e le pennellate di un tale Alessandro Del Piero, appena sbarcato a Sidney. Non è un titolare nelle idee di Conte e Carrera, ma può ritagliarsi i suoi spazi, soprattutto se continua a farti trovare pronto quando lo chiamano. Voto 7.
Luca Toni: Ultima citazione che sa un po' di romantico, e che per una volta non premia il migliore in campo, ma di sicuro il giocatore con la storia più bella della settimana. Tornato a Firenze dopo i fasti del 2006, quando con i suoi gol a raffica trascinava la Viola in Champions, Toni si è messo a completa disposizione del mister per dare una mano in caso di necessità. Accolto con un po' di diffidenza per quel periodo all'odiata Juve, ieri Luca è tornato in campo con la sua vecchia maglia, e grazie all'assist del solito Jovetic è tornato a segnare e ad esultare davanti alla Fiesole. Sa bene qual è il suo ruolo, ha rifiutato la fascia di capitano da JoJo perché è giusto che sia lui il capitano e il simbolo della squadra, e ha commosso tutti con la dedica del suo gol "a chi c'è e a chi non c'è più", ovvero alla compagna Marta Cecchetto e al loro figlio, nato morto a giugno. Insomma, in campo è stato ancora una volta Jovetic a decidere la gara, ma fuori il palcoscenico se l'è meritato lui. Voto 7.
I PEGGIORI
Maurizio Zamparini: Ormai non fa più nemmeno notizia quando decide di esonerare un allenatore, tante sono state le volte che l'ha fatto. Con quello di Sannino siamo arrivati al quindicesimo cambio in panchina a stagione in corso da quando è arrivato a Palermo, ovvero dal 2002 ad oggi; per darvi un'idea, solo Guidolin nel 2005 riuscì a tenersi stretto il posto dalla prima all'ultima giornata di campionato. Indubbiamente, il presidente ha tutto il diritto di prendere queste decisioni perché è lui a spendere soldi, ma restano molti dubbi: siamo sicuri che tutti questi ribaltoni facciano bene ad una squadra? E' sensato parlare di progetti a lungo termine quando un allenatore non è mai sicuro del suo posto? Il Palermo non è più quello dei Campioni del Mondo Zaccardo, Barzagli e Grosso, di Amauri, Pastore, Sirigu, Nocerino e Balzaretti, è una squadra che sembra molto ridimensionata, e se la rosa non è di livello è assurdo pretendere miracoli dall'allenatore. Soprattutto, è assurdo definirlo "il miglior acquisto" durante l'estate e "il primo errore" subito dopo l'esonero: quanto meno, un po' di coerenza. Voto 3.
Andrea Bertolacci: Per una volta, la Juventus non ha portato bene al giovane centrocampista, che nelle ultime stagioni a Lecce si era rivelato una spina nel fianco per i bianconeri: aveva segnato contro di loro sia nel 2011, in una sconfitta che aveva significato l'addio alla Champions, sia nel 2012 a Torino, sfruttando un regalo di Buffon e rimandando la festa per lo scudetto. Schierato forse anche per scaramanzia da De Canio, nel primo tempo ha fatto bene il suo compito, pressando senza sosta su Pirlo e le fonti di gioco della Juve, ma nel secondo ha macchiato la sua gara con un errore grossolano. Solo davanti a Buffon, non è stato freddo e deciso a sufficienza, facendosi ribattere la conclusione, e sul contropiede seguente è arrivato il pari di Giaccherini, che di fatto ha cambiato la partita. A conti fatti, dunque, la sua incertezza si è rivelata fatale per il Genoa, e per questo la citazione negativa è più che meritata. Voto 5.
Damiano Zanon: L'avevamo ammirato l'anno scorso in serie B con Zeman, quando macinava chilometri sulla fascia ed era una presenza importante in fase d'attacco. Purtroppo per lui, la massima serie è tutta un'altra cosa, e lo dimostrano le incertezze che continua a mostrare in ogni partita. Ieri il suo errore in occasione del primo gol della Samp è stato gravissimo: anziché fare fuorigioco con i compagni, ha seguito il taglio di Eder e ha favorito così la rete di Maxi Lopez. Mostra limiti preoccupanti per questa categoria, e con lui tutta la difesa del Pescara, come dimostrano i nove gol incassati nelle prime tre partite, una media preoccupante per una squadra che vuole salvarsi. Occorre trovare rimedi al più presto, altrimenti il sogno dei pescaresi sarà svanito già a dicembre. Voto 4,5.
Ivan Piris: A proposito di terzini destri delle squadre di Zeman, ieri non è stata una giornata difficile solo per Zanon, ma anche per il giovane paraguaiano appena arrivato a Roma. Sottotono anche nelle altre partite in maglia giallorossa, quando a molti aveva dato l'impressione di essere l'anello debole della difesa, ieri ha vissuto un vero e proprio incubo a metà ripresa. Mentre la squadra era comodamente in vantaggio e sembrava avviata al facile successo, lui si è colpevolmente rilassato, e nel giro di due minuti si è fatto beffare prima da Gilardino e poi da Diamanti, consentendo al Bologna un incredibile pareggio. Zeman non gli ha perdonato questa leggerezza, lo ha sostituito quasi subito, e c'è da scommettere che prenderà provvedimenti con lui, perché errori di questo genere non sono ammissibili, anche se il ragazzo è arrivato da poco in Italia e ha ancora bisogno di adattarsi a questo calcio. Possibile che il boema gli dia il tempo di farlo mandandolo in panchina nella prossima gara. Voto 4.

sabato 15 settembre 2012

PRONOSTICANDO NUOVA STAGIONE VOL. 3

Immagine tratta da betsblog.it

Pronostici 3a giornata di SERIE A:

Palermo  -  Cagliari  1  2,5
I siciliani hanno un disperato bisogno di punti e di vittorie per uscire dal tunnel, altrimenti si prospetta una stagione fallimentare per loro. In una sfida tra mangia-allenatori, Zamparini spera in un "aiuto" dall'amico Cellino, ma anche lui ha bisogno di punti importanti: difficile che faccia regali senza lottare.

Milan  -  Atalanta  RISULTATO ESATTO 1-0  7
Rossoneri in cerca di conferme dopo il successo di Bologna e in vista dell'esordio in Champions. I bergamaschi anche senza Schelotto e Peluso sono una squadra tosta, prevediamo dunque una vittoria di stretta misura. Per il marcatore, l'indiziato numero 1 sembra Pazzini, ma occhio a Boateng e El Shaarawy.

Chievo  -  Lazio  X2  1,34
Partita difficile per gli uomini da Petkovic, ma Klose è carico e di sicuro colpirà ancora. Prevedibile un match con pochi gol, il pareggio è un risultato probabile, ma si può osare qualcosa di più con questa Lazio...

Fiorentina  -  Catania  1  1,8
Subito sfida del cuore per mister Montella, contro quel Catania con cui lo scorso anno è diventato grande. Gara difficile per i viola, i siciliani hanno dimostrato di essere una squadra di tutto rispetto, ma JoJo è in forma e sa fare la differenza.

Genoa  -  Juventus  PARI  1,8
Prime prove di turnover per i Campioni d'Italia prima della sfida di Champions contro i Campioni d'Europa. Il Genoa ha dalla sua un Borriello che vuole rivincite e Immobile che cerca conferme. Vedremo dei gol, ne siamo sicuri, per cui osiamo...

Napoli  -  Parma  1 HANDICAP  2,35
Con il campo di nuovo in ottime condizioni, gli uomini di Mazzarri vogliono tornare a giocare il loro calcio, e gli emiliani sembrano la vittima giusta per arrivare alla terza vittoria di fila. In una situazione del genere, si può rischiare l'handicap per i padroni di casa.

Pescara  -  Sampdoria  2  2,5
Due gare, zero punti e sei gol subiti. Per Stroppa e i suoi è già tempo di sfide decisive, ma di fronte c'è la Samp di Ciro che vuole diventare "Grande". Proviamo a credere nel sogno dei blucerchiati di rimanere a punteggio pieno, e giochiamoci questa bella quota.

Roma  -  Bologna  OVER 2,5  1,4
Dopo l'exploit di San Siro, la banda di Zeman vuol deliziare i suoi tifosi anche in casa. Il Bologna si affida a Diamanti e spera nell'impatto di Gilardino in cerca di riscatto. Si prevedono 4-5 gol e tanto spettacolo.

Siena  -  Udinese  X  3,15
In Toscana cercano punti per recuperare la penalizzazione e arrivare alla salvezza, in Friuli vogliono arrestare la serie di sconfitte e risalire nelle zone alte della classifica. Un punto può servire ad entrambe, vedremo se Cosmi e Guidolin saranno d'accordo con noi...

Torino  -  Inter  GOL  1,73
In trasferta Zanetti & soci hanno fatto sempre bene, vogliono continuare così per rialzare subito la testa e guardare ancora alla vetta. Gli uomini di Ventura non sono un avversario facile, e la sfida si annuncia molto interessante. Attacchi dal grande potenziale e difese da rivedere: i gol non dovrebbero mancare.

(Pronostici suggeriti dal nostro Pro9 via telefono, causa assenza di connessione).

martedì 11 settembre 2012

IL RITORNO DI RE ALBERTO

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Fino a qualche anno fa, la Vuelta a Espana era considerata la minore delle tre grandi corse a tappe che caratterizzano una stagione di ciclismo; inferiore sulla carta a Giro d'Italia e Tour de France, snobbata spesso da molti grandi protagonisti delle due ruote, la competizione spagnola ha stentato a raggiungere lo status di importanza che desiderava, anche per via del Mondiale che si disputerà tra un mese appena. C'è da dire che nelle ultime stagioni, però, la Vuelta ha cominciato a conquistare sempre più consensi, e quest'anno in particolare si è rivelata la corsa più appassionante tra le tre in programma, e questo soprattutto per la bravura e la caparbietà dei suoi protagonisti; su tutti, ha brillato la stella del grande assente di inizio stagione, il protagonista indiscusso delle corse a tappe degli ultimi anni, tornato a riprendersi un trono che, a suo dire, gli era stato ingiustamente tolto: stiamo parlando di Alberto Contador.
Dopo la squalifica che gli era stata inflitta dal TAS per l'accusa di doping a suo carico, che gli era costata l'assenza a Giro e Tour di quest'anno e la perdita delle vittorie conseguite tra 2010 e 2011, il ciclista spagnolo aveva una grandissima fame di vittoria, voleva ribadire a tutti che il più forte è ancora lui, e si è gettato in questa Vuelta con una ferocia incredibile. Sulla sua strada, però, ha trovato degli avversari altrettanto determinati a vincere la corsa di casa: Joaquim "Purito" Rodriguez, alla miglior stagione della sua carriera, e Alejandro Valverde, anche lui tornato alle corse quest'anno dopo due stagioni di squalifica, sempre per doping. Grazie a questi tre campioni, si è assistito ad una sfida impressionante, avvincente, che si è ripetuta ogni volta che la strada cominciava a salire. Valverde è stato il primo a prendere la maglia di leader della corsa, ma dopo una sola tappa l'ha ceduta a Rodriguez, complice una caduta che lo ha fatto restare indietro, anche se Contador non è rimasto a guardare e ha provato sempre a rispondere e piazzare la zampata. Nelle tappe successive, il copione è stato quasi sempre lo stesso: Alberto all'attacco sulle salite, con scatti continui e violenti, e Purito e Alejandro pronti a rispondere, con il primo che spesso approfittava degli arrivi in volata per strappare secondi e abbuoni ai rivali. Al momento del secondo riposo, pareva che Rodriguez avesse la vittoria in pugno: tre vittorie di tappa per lui, un netto vantaggio su Valverde, e un margine di sicurezza su Contador; le sue immediate risposte ad ogni attacco gli davano una grande sicurezza, e l'aver resistito nella cronometro ai tentativi di rimonta degli avversari aveva ulteriormente galvanizzato Purito, che sembrava davvero imbattibile.
Invece, proprio in una tappa che non doveva dire nulla di speciale, si è consumato il capolavoro tattico di Contador. "Se non riesco a staccarlo in salita," avrà pensato Alberto, "allora proverò a sorprenderlo su un terreno misto, con una fuga da lontano, e a fargli spendere tutte le forze per inseguirmi." Detto-fatto: a una cinquantina di chilometri dall'arrivo, il madrileno è andato in fuga con parte del gruppo, poi si è staccato dalla compagnia ed è andato a vincere da solo, approfittando del gran lavoro dei compagni di squadra nel tenere a bada Rodriguez; quest'ultimo, abbandonato inspiegabilmente dai suoi compagni, è andato in crisi, ha preso un distacco abissale, e così si è trovato da primo a terzo in classifica, scavalcato anche da Valverde, arrivato a pochi secondi da Contador. Le ultime tappe, seppur combattute, non hanno cambiato le posizioni in classifica, e così per Alberto Contador è arrivata la seconda vittoria alla Vuelta dopo quella del 2008, e il quinto successo in nove grandi giri, il settimo se si considerano il Giro d'Italia 2011 e il Tour de France 2010 che gli sono stati revocati. Ottimo secondo Valverde, due volte vincitore di tappa, che ha dimostrato un'ottima condizione in vista del Campionato del Mondo, e che nell'ultima tappa ha strappato a Rodriguez anche la maglia verde della classifica a punti e quella bianca della combinata. Per Purito è stata una vera beffa, perché in una Vuelta perfetta ha pagato l'unico errore commesso, quello di lasciar spazio anche una sola volta a Contador; in questa che è stata senza dubbio la miglior stagione della sua carriera, con il secondo posto al Giro d'Italia, rimarrà senza dubbio il rimpianto per una vittoria ampiamente alla portata, e che vista la sua età non più verdissima potrebbe non ripresentarsi più.
Detto dei vincitori, non possiamo non citare il vero protagonista in negativo della corsa, ovvero Chris Froome. L'atleta britannico, già secondo al Tour e bronzo olimpico a cronometro quest'anno, sembrava il favorito numero uno della corsa, vista la forma strabiliante mostrata tutto l'anno, e almeno nelle prime tappe dava l'impressione di tenere bene il passo dei migliori, pur non arrivando mai al primo posto in classifica. Invece, da metà corsa in poi, per Chris è stato un vero e proprio calvario, con distacchi sempre più pesanti nelle tappe di salita, e un quarto posto finale a oltre dieci minuti dal vincitore che rende bene la sua difficoltà. Un vero crollo per lui, che l'anno scorso era arrivato secondo qui e sperava di vincere il suo primo grande giro dopo una grande stagione, invece dovrà aspettare il prossimo anno per riprovarci. Protagonisti in positivo sono stati invece il tedesco Degenkolb, che ad appena ventitre anni ha sorpreso tutti vincendo ben cinque tappe in volata, tra cui quella finale a Madrid, e il belga Gilbert, che con due successi d'autore ha dimostrato di essere in buona forma e di aspettare con ansia il Mondiale di ottobre. Per quanto riguarda gli italiani, bisogna dire che si sono comportati abbastanza bene, nonostante l'assenza di un uomo di punta per la vittoria finale; alla fine sono arrivati due successi di tappa, uno con lo splendido Dario Cataldo, al termine di una durissima frazione in salita, l'altro con l'inossidabile Daniele Bennati, che dopo un paio di piazzamenti in volata è riuscito a trovare l'acuto giusto. Un po' meno bene Eros Capecchi, che puntava ad arrivare tra i primi, Elia Viviani, che non ha mai trovato l'acuto vincente, anche dopo una stagione lunga e stancante, e Damiano Cunego, assente ingiustificato per tutta la corsa.
In conclusione, possiamo dire senza alcun dubbio che questa Vuelta è stata la migliore di sempre, probabilmente, e di sicuro la corsa più interessante dell'anno, nettamente più avvincente -ahinoi!- di Giro e Tour. In molti hanno sollevato critiche e dubbi per la presenza nei primi due posti del podio di Contador e Valverde, che hanno sulle spalle le precedenti accuse di doping e per questo sono sempre sospettati, e anche l'improvvisa esplosione di Rodriguez, fino a quest'anno mai a livelli tanto alti, ha suscitato parecchi dubbi. Noi vogliamo credere, fino a prova contraria, all'onestà di questi atleti, e speriamo di rivedere corse tanto avvincenti e combattute anche negli anni successivi, perché gare così fanno bene a chi ama il ciclismo e lo sport. Soprattutto, fa bene ritrovare un campione come Contador: con lui in gara, di sicuro, non ci si annoia mai.