venerdì 29 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE SEMIFINALI/2

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco le pagelle della semifinale di ieri sera, con l'ennesimo capitolo della sfida infinita tra Italia e Germania.
ITALIA
Tattica: Contro una squadra che macina gioco e in attacco fa paura, l'Italia bada al sodo, riduce il possesso palla ma in compenso è pronta a sfruttare la velocità dei suoi attaccanti contro i centrali tedeschi e a ripartire con veloci contropiedi. Con il doppio vantaggio controlla bene la gara, sfiora più volte il gol della sicurezza, soffre solo nel recupero dopo il rigore di Ozil. Un'altra impresa contro la Germania, e il sogno continua.
Buffon: Qualche incertezza di troppo nei primi minuti, quando rischia l'autorete con Barzagli, poi interventi importanti per salvare il risultato. Incolpevole sul rigore. Voto 6.
Balzaretti: Spostato a destra per necessità, non si tira indietro e fa il suo. Meno spinta, ma in copertura gioca alla grande, con alcune ottime diagonali, e nel finale attacca con più convinzione. Voto 6,5.
Barzagli: Il suo recupero è stato fondamentale, con lui la difesa è di un'altra pasta. Gomez prima e Klose poi non trovano spazi, chiude su tutti con sicurezza mostruosa, un baluardo. Voto 6,5.
Bonucci: Criticato alla vigilia del torneo, sta smentendo tutti a suon di grandi prestazioni. Alcuni salvataggi incredibili, una sicurezza mai vista, merita la maglia da titolare. Voto 6,5.
Chiellini: Schierato a sinistra, è un po' impacciato in alcune occasioni e fisicamente non al top, ma si sapeva. Gara diligente, chiude bene e sulle palle alte è sempre prezioso. Voto 6.
De Rossi: Anche lui non al meglio, ma la sua classe va oltre ogni difficoltà. Chiude bene a centrocampo, riparte sempre con classe, guida tutti con esempio e autorità. Voto 6,5.
Pirlo: Dopo il cucchiaio agli inglesi, una grande prestazione anche contro i tedeschi. Inventa gioco, smarca i compagni con facilità irrisoria, e fa anche un gran lavoro nel recuperare palloni. Da Pallone d'Oro. Voto 7.
Marchisio: I due gol sbagliati nel finale, soprattutto il secondo con il compagno libero, valgono un voto in meno. Per il resto, corre per tre ed è una spina nel fianco della difesa tedesca con i suoi movimenti. Voto 6.
Montolivo: Meglio della precedente partita, sembra essersi adattato al ruolo. Gioca con personalità, e inventa il lancio per il raddoppio di Balotelli. In crescita, ottima notizia. Voto 6,5.
Thiago Motta: Subentra per coprire e dare una mano dietro, lo fa con impegno e dedizione. Prezioso per reggere gli assalti finali dei tedeschi. Voto 6.
Cassano: Irride Hummels e consegna a Balotelli la palla del vantaggio, distribuisce assist per i compagni e con le sue giocate manda in crisi i difensori tedeschi. Una partita all'altezza della sua fama. Voto 7.
Diamanti: Non lascia il segno come nella precedente partita, anche perché stavolta deve soprattutto aiutare i compagni in copertura. Accetta il sacrificio, e in generale merita la sufficienza. Voto 6.
Balotelli (il migliore): Tutto il suo repertorio nei due gol segnati. Opportunista e scaltro sul primo, potente e letale sul secondo. Solo applausi per lui, nuovo eroe di una squadra che sta diventando grande. Voto 8.
Di Natale (il peggiore): Spiace dare un'insufficienza in una serata così, ma il gol che si mangia da solo davanti al portiere grida vendetta. Da uno come lui errori simili non sono accettabili. Voto 5,5.
Prandelli: Non abbandona il suo credo e soprattutto da sempre fiducia ai suoi ragazzi. La scelta è vincente, sono proprio i più criticati a dargli le risposte che cerca. Una vittoria strameritata, soprattutto per lui. Voto 7.
GERMANIA
Tattica: Rispetto alla sfida precedente, Low sorprende tutti preferendo Kroos, più difensivo, agli offensivi Schurrle, Reus e Muller, e riproponendo Podolski e Gomez. Le scelte non pagano, la sua difesa è troppo fragile contro i veloci e tecnici attaccanti azzurri, e in attacco la Germania non decolla. Cambia qualcosa nella ripresa, ma non abbastanza per meritare il pareggio e l'accesso alla finale.
I Migliori:
-Il rigore finale è un premio all'impegno e alla costanza. Ozil è stato il migliore in campo per i suoi, un lottatore instancabile per tutta la partita. Dai suoi piedi nascono i pericoli più grandi per la difesa azzurra, i compagni non lo supportano a dovere. Voto 6,5.
-Il lottatore del centrocampo tedesco è sempre lui, Khedira. Molto movimento, copre e riparte dovunque è necessario, e sfiora il gol con una bordata da fuori. Uno degli ultimi a mollare tra i teutonici, anche se il centrocampo azzurro lo mette talvolta in difficoltà. Voto 6.
-Vedendolo in campo nei primi minuti della ripresa, ci si chiede perché sia entrato così tardi. Reus crea subito alcuni pericoli con i suoi movimenti, è decisamente più incisivo di Podolski, nonostante la giovane età gioca con sicurezza da veterano. Si spegne un po' col passare dei minuti. Voto 6.
I Peggiori:
-L'attacco è sicuramente il reparto peggiore dei tedeschi, lo dimostra la pessima prova di Podolski. Timido, impreciso, si lascia anticipare da Balzaretti in più occasioni, e dopo appena un tempo viene sostituito. La bruttissima copia del talento acquistato dall'Arsenal. Voto 4,5.
-Insieme al collega di reparto, Gomez è un altro giocatore decisamente sottotono. Cercato poco e male dai compagni, ci mette del suo non riuscendo a tenere su la palla e finendo stritolato nella morsa dei centrali italiani per la sua estrema staticità. Anche lui dura appena un tempo. Voto 5.
-Tutta la difesa tedesca è censurabile, ma il peggiore in assoluto si dimostra Badstuber. Sbaglia nettamente posizione sul primo gol, quando Balotelli lo anticipa con estrema facilità, non è mai sicuro nei disimpegni e quando viene attaccato va sempre in difficoltà. Rimandato alla prossima occasione. Voto 5.
Curiosità: Pur essendo alla terza finale, quelli di Balotelli sono solo i primi due gol dell'Italia in una semifinale degli Europei. Nelle precedenti occasioni, gli Azzurri superarono infatti l'Urss grazie al sorteggio nel 1968 e l'Olanda ai rigori nel 2000, in entrambi i casi dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari.

giovedì 28 giugno 2012

TANTI AUGURI, FRECCIA DEL SUD!

Immagine tratta da paolomerenda.it

Con le Olimpiadi sempre più vicine, sono tanti i gloriosi ricordi di vittorie e imprese italiane che tornano alla mente. Nell'atletica leggera, che storicamente non ha mai riservato grandissime soddisfazioni agli atleti azzurri,  una delle immagini più belle è l'arrivo dei 200 metri piani di Mosca 1980, con l'incredibile rimonta di Pietro Mennea che vale un meritatissimo oro. Oggi la Freccia del Sud, come veniva soprannominato per le sue origini pugliesi, taglia un altro importante traguardo, i 60 anni di vita.
Nativo di Barletta, proveniente da una famiglia umile, Pietro Paolo Mennea si avvicina allo sport quasi subito, con la passione e con la voglia di chi viene dal nulla e ha una voglia disperata di emergere. La sua attività preferita è la corsa, con cui secondo la leggenda, appena quindicenne, si guadagna qualche soldo sfidando e battendo in velocità una Porsche e un'Alfa Romeo sulla distanza di 50 metri. Buona promessa dello sport italiano, il giovane Mennea fa il passo decisivo per diventare un grande atleta quando si trasferisce a Formia, ad appena 19 anni, e si affida agli allenamenti del professor Carlo Vittori, il maestro di tantissimi sprinter azzurri. La convivenza tra i due non è sempre facile, gli allenamenti a cui viene sottoposto Pietro sono estremamente duri e lunghi, ma i frutti di questo lavoro ben presto cominciano a farsi vedere; nel corso degli anni, l'italiano diventa uno dei migliori atleti nel panorama mondiale della velocità, soprattutto sulla distanza dei 200 metri, che diventeranno la sua specialità.
Dopo aver debuttato l'anno precedente ai Campionati Europei, vincendo un bronzo nella staffetta 4x100 metri, Mennea si mette in mostra nelle Olimpiadi di Monaco del 1972, appena ventenne, quando conquista la finale dei 200 metri e ottiene un altro terzo posto. Due anni dopo, nei Campionati Europei del 1974 che si disputano a Roma, sulla stessa distanza arriva la prima vittoria, mentre nei 100 metri e nella staffetta conquista l'argento, e la stagione successiva è ancora grande protagonista con la doppia vittoria nei 100 e 200 metri sia ai Giochi del Mediterraneo che alle Universiadi. Nel 1976 però, l'anno delle Olimpiadi di Montreal, vive un periodo di risultati deludenti, e al torneo a 5 cerchi ottiene solo il quarto posto nei "suoi" 200 metri. Superato il periodo difficile, la Freccia del Sud torna ai suoi livelli con un'altra doppietta agli Europei del 1978, ma è il biennio successivo che lo consegna alla storia.
Universiadi di Città del Messico, 1979: una data storica per l'atletica italiana. Mennea disputa la finale dei 200 metri e la vince con il tempo strepitoso di 19' e 72'', che gli vale il nuovo record del Mondo nella specialità, anche grazie all'altitudine particolare e al vento favorevole. Questo primato resisterà per 17 anni, prima di essere superato la prima volta da Michael Johnson nel 1996, ed è tuttora il record europeo su questa distanza, a oltre 33 anni di distanza. Con queste premesse, e anche grazie all'assenza degli americani, Pietro si presenta alle Olimpiadi di Mosca 1980 con i favori del pronostico, e non può fallire l'appuntamento con l'oro. Le premesse però non sembrano buone, visto che viene eliminato in semifinale nei 100 metri e nella finale dei 200 parte in ottava corsia, la peggiore. Ma con una gara intelligente e grazie ad una progressione micidiale, Mennea rimonta e sopravanza l'inglese Alan Wells, che sembrava destinato alla vittoria, e si prende con merito l'alloro olimpico. A completare una grande Olimpiade, arriverà anche il bronzo nella staffetta 4x400.
Con l'avanzare degli anni, Mennea si avvia lentamente verso la fine gloriosa della sua carriera. Dopo un primo ritiro per dedicarsi agli studi, torna alle corse e ottiene un bronzo nei 200 metri e un argento nella staffetta 4x100 ai Mondiali del 1983, mentre alle Olimpiadi di Los Angeles conquista la quarta finale consecutiva sempre nei 200 metri, record assoluto per un atleta olimpico. Non ha gloria, arriva solo settimo, e decide di ritirarsi nuovamente dalle corse, per poi fare marcia indietro e tornare a gareggiare nelle Olimpiadi di Seul 1988, dove non lascia il segno ma ha l'onore di portare la bandiera azzurra durante la cerimonia inaugurale. In totale, nella sua lunga carriera sportiva, Mennea vanta anche 3 titoli di campione nazionale nei 100 metri, 11 nei 200 e 1 nella staffetta 4x100.
Lasciata l'attività sportiva, Pietro si toglie molte soddisfazioni anche nella vita privata, conseguendo 4 lauree (in Scienze Politiche, Giurisprudenza, Scienze dell'Educazione Motoria e Lettere) e esercitando la professione di avvocato e dottore commercialista; viene anche eletto al Parlamento Europeo dal 1999 al 2004, e insieme alla moglie Manuela Olivieri da vita alla Fondazione Pietro Mennea, una Onlus che si occupa di aiuti umanitari, sensibilizzazione dei giovani allo sport e lotta al doping. Un personaggio a tutto tondo insomma, che si è fatto largo anche al di fuori dello sport, ma che per tanti appassionati italiani rimarrà sempre la Freccia Azzurra, il giovane ragazzo arrivato dal Sud e diventato grande a costo di sacrifici e fatica. Un atleta che oggi compie 60 anni, ma che non ha mai smesso di correre veloce per la sua strada.

EURO 2012: PAGELLE SEMIFINALI/1

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco il nostro giudizio sulla prima delle due semifinali di questo Europeo, il non certo irresistibile derby iberico tra Portogallo e Spagna.
PORTOGALLO
Tattica: Se fai ragionare i palleggiatori spagnoli è la fine, avrà pensato Paulo Bento. Così la sua scelta è quella di attaccare costantemente i portatori di palla con il pressing, cercando di togliere loro spazio e capacità di impostazione. La sua idea è giusta, l'avversario è bloccato, ma i portoghesi pagano lo sforzo in attacco, rendendosi pericolosi con il contagocce e sperando, invano, nella lotteria dei rigori.
I Migliori:
-In una partita sonnolenta, senza vere e proprie occasioni da gol, anche una singola parata può fare la differenza. Rui Patricio fa un vero e proprio miracolo su Iniesta durante i supplementari, tenendo in piedi la sua squadra. Para il rigore di Alonso, non può nulla sugli altri. Voto 7.
-La difesa portoghese è sembrata sempre più sicura e difficile da penetrare. Merito di Pepe, che in coppia con Bruno Alves si rivela uno scoglio insuperabile per tutti gli avversari. Bravo su tutti i palloni, meno "isterico" del giocatore visto a Madrid, tra i migliori della sua squadra nel torneo. Voto 6,5.
-Spiace per il rigore sbagliato per primo, perché per il resto Joao Moutinho aveva disputato un'ottima partita. E' il giocatore con più qualità tra i centrocampisti portoghesi, quello che cerca maggiormente la giocata vincente, e il suo lavoro in copertura è sempre encomiabile. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Nel tridente offensivo disegnato da Bento, il meno attivo dei tre è sicuramente Nani. L'esterno del Manchester non riesce mai ad essere davvero incisivo, si fa vedere raramente con le sue accelerazioni. Poteva fare la differenza, è mancato proprio nel momento decisivo. Voto 5.
-Quando hai di fronte un signore del calcio come Iniesta, far fatica è normale. Joao Pereira ha provato a tenere il passo dell'avversario, ma si è fatto spesso puntare e saltare con facilità dal centrocampista spagnolo. Meglio nel secondo tempo, ma meno sicuro delle precedenti partite. Voto 5,5.
-Spiace gettargli la croce sulle spalle, ma da Cristiano Ronaldo ci si aspetta sempre la giocata decisiva. Il capitano portoghese merita la sufficienza perché è l'unico dei suoi a rendersi davvero pericoloso, ma non trova la zampata vincente, e assiste impotente alla sconfitta dal dischetto. Addio Pallone d'Oro? Voto 6.
SPAGNA
Tattica: C'è un po' di confusione nella mente di Del Bosque, che ha mischiato ancora le carte proponendo Negredo titolare al posto di Torres e Fabregas. Esperimento non riuscito, con il ritorno al finto centravanti la squadra ha giocato meglio, ma la continua pressione portoghese ha evidenziato la stanchezza e la poca incisività della Roja. Per sua fortuna la lotteria dei rigori lo premia.
I Migliori:
-Con il suo acquisto, il Barcellona potrebbe aver fatto un grande colpo in difesa. Jordi Alba continua a far bene, anche ieri tanti affondi e una grande sicurezza sulla sinistra. Dalla sua parte, il Portogallo non sfonda mai, e nascono invece molte delle occasioni per gli spagnoli. Voto 7.
-Altro che Xavi o Xabi Alonso, il re del centrocampo della Roja è solo lui, Iniesta. Ancora una volta è l'unico ad accendere davvero la luce e creare le occasioni migliori, tutte le azioni pericolose passano dai suoi piedi. Rischia il bis ai supplementari dopo la finale del 2010, il portiere glielo nega. Voto 6,5.
-Paradossale, ma con l'ingresso di Fabregas e senza un vero centravanti la Spagna gioca un po' meglio e crea le occasioni migliori durante i supplementari. Tanto movimento e molti palloni giocati, riesce ad allargare la difesa avversaria e crea i presupposti per qualche inserimento pericoloso. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Continuiamo a ripeterlo, il punto debole di questa Spagna è sicuramente il suo terzino destro. Arbeloa prova a spingere, ma lo fa sempre con scarsa sicurezza, e in difesa va spesso in difficoltà quando viene affrontato. Se la cava solo con l'aiuto dei compagni, rivedibile. Voto 5.
-Incredibile a dirsi, ma per una volta Xavi ha deluso molto. Tantissimi palloni giocati, ma senza costrutto, anche a causa dello scarso movimento dei compagni. Lento, soffre molto il pressing asfissiante degli avversari, e quando viene sostituito la squadra ne trae beneficio. Voto 5.
-Ha l'occasione della vita, se la gioca piuttosto, anche se la colpa non è tutta sua. Negredo non è Torres, nemmeno adesso che il Nino si presenta in versione sbiadita. Tocca pochissimi palloni, i centrali avversari lo cancellano, la sua sostituzione è la conseguenza più naturale. Voto 5.
Curiosità: Per la terza volta nella storia degli Europei, la squadra campione uscente avrà la possibilità di difendere il titolo in Finale. E' successo nel 1964 con l'URSS e nel 1976 con la Germania Ovest. In entrambi i casi, la difesa del titolo non è riuscita: una buona notizia per l'Italia o per la Germania?

FURIE ROTTE

Immagine tratta da sportmediaset.it e modificata su cartoonize.net


La Spagna accede alla finale di Kiev. Domenica affronterà la vincente di Italia-Germania, ma dopo la partita di stasera, fa meno paura.
Massimo rispetto per i Campioni del Mondo e d' Europa in carica, però sembra che qualcosa cominci a scricchiolare tra le fila dell' invincibile armata spazzatutto che appariva la Spagna ad inizio torneo.
La vera Spagna si è vista solo contro l' Irlanda, che in fin dei conti ha fatto 3 sconfitte su 3, e con la Francia. Ma questa partita non fa molto testo, perchè i bleus hanno rinunciato totalmente ad ogni tentativo di offesa, più impauriti dal blasone che del gioco espresso dagli iberici. 
Con l' Italia all' esordio, l' equipo ha avuto più possesso palla ma ha sofferto le ripartenze azzurre e la tenacia dei centrocampisti azzurri, con la Croazia l' ha salvata un super Casillas e una rete su una delle sporadiche apparizioni nell' area avversaria.
Oggi nel derby con il Portogallo, la squadra non è riuscita a dettare il suo fraseggio stretto. Si è resa pericolosa ad inizio match e per pochi minuti nei supplementari.
Non ha mai dato l' idea di dominio assoluto, come era suo solito.
Xavi è stanco, si nota. La squadra si è un pò sfaldata, il Portogallo ben messo in campo ha costretto Casillas ai lanci lunghi e i delanteros spagnoli a soluzioni personali che sbattevano contro il muro difensivo lusitano.
La Spagna fa meno paura, non è più un' armata invincibile. E' sembrata addirittura meno squadra. Il ballottaggio Torres-Fabregas, poi vinto inaspettatamente da Negredo, fa capire che anche il paziente Del Bosque è ancora alla ricerca di una formula vincente soddisfacente.
Più che la difesa, indicata da tutti come il punto debole, è il centrocampo ora il tallone d' Achille. Non per uomini e qualità, ma piuttosto per stanchezza: Busquets, Xavi, Xavi Alonso son tornati sulla terra e hanno la lingua a penzoloni, dopo 60 partite stagionali.
I panzer tedeschi son pronti col ritmo e la freschezza a spazzarli via.
E così anche i frizzanti azzurri, che studiano il tichi-taque rivisto in salsa italiana, guidati dal maestro di calcio Pirlo.
Qualunque inno suonerà, oltre a quello spagnolo, domenica a Kiev, potrà giocarsela a testa alta, conscio che questa Spagna è sempre forte, ma forse meno invincibile delle ultime versioni che hanno affascinato il Mondo intero.

lunedì 25 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE QUARTI DI FINALE/4

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Eccoci ai voti dell'ultima, emozionante partita di questi Quarti di Finale. Questo il nostro giudizio sugli Azzurri e sulla loro sofferta ma meritatissima vittoria contro l'Inghilterra.
ITALIA
Tattica: Tanto possesso palla, in stile spagnolo, con accelerazioni sulle fasce e giocate strette per liberare al tiro il compagno di turno. L'Italia parte timida, ma poi schiaccia gli inglesi nella loro metà campo, mostrando un bel gioco e meritando la vittoria già nei tempi regolamentari. Manca solo un finalizzatore di questa manovra, ma nonostante tutto il successo arriva ed è il minimo, in una gara dominata in lungo e in largo.
Buffon: Due sole parate, decisive. Su Johnson da pochi passi, a inizio partita, e sul rigore di Cole. Carica i compagni, li guida in campo, un vero capitano. Voto 6,5.
Abate: Un po' timido nel primo tempo, in cui copre soprattutto, nella ripresa spinge molto e propone cross interessanti. Buona partita, esce stremato. Voto 6,5.
Maggio: Cerca di mantenere alta la spinta sulla destra, ma i suoi inserimenti non sono abbastanza incisivi. Ammonito, salterà la semifinale. Voto 6.
Barzagli: Il suo rientro ha dato sicurezza al reparto difensivo. Presidia l'area con autorità, non teme le accelerazioni avversarie, e se serve ricorre alle cattive. Voto 6,5.
Bonucci: Partita solida, non ha cali di concentrazione sia in copertura che in disimpegno. Non soffre gli scatti di Rooney e non teme la fisicità di Carroll, davvero positivo. Voto 6,5.
Balzaretti: Spinge tanto soprattutto nel primo tempo, anche se qualche volta si fa sorprendere dal fraseggio inglese. Meno attivo nella ripresa, ma in difesa non concede nulla. Voto 6.
De Rossi: Rischia di segnare il gol più bello del torneo, il palo glielo nega. Ne sbaglia uno facile nella ripresa, ma è l'unico errore di una grandissima partita. Serve all'Italia come il pane. Voto 7.
Nocerino: Entra nei minuti finali e gioca con grinta e cuore, rendendosi pericoloso con i suoi inserimenti. Dopo il gol annullato per fuorigioco, si prende la rivincita dal dischetto. Voto 6,5.
Pirlo: Il metronomo del centrocampo azzurro a volte sembra lento e affaticato, ma non sbaglia un pallone e dirige tutti con sicurezza. Mezzo voto in più per il cucchiaio, a dir poco coraggioso. Voto 7.
Marchisio: Non una prestazione scintillante, pochi inserimenti. Ha comunque il merito di essere sempre concentrato e di aiutare molto in copertura. Voto 6.
Montolivo (il peggiore): Trequartista al posto di Thiago Motta, non convince del tutto. Gioca molti palloni, ma non sempre in modo lucido. Partita sufficiente, fino al rigore sbagliato. Voto 5,5. 
Cassano: Ancora una volta parte bene, con tanti palloni toccati e giocate intelligenti nel primo tempo. Poi il solito calo, principalmente fisico, e l'inevitabile sostituzione. Voto 6.
Diamanti (il migliore): Segna il rigore decisivo e non solo. Da nuova vivacità in attacco, si vede molto soprattutto nei supplementari. Convince tutti, forse merita una chance da titolare. Voto 7.
Balotelli: A volte è troppo macchinoso, in altre arriva in ritardo sugli assist dei compagni. Resta però il più pericoloso in attacco, e l'unico che faccia salire la squadra. Rompe il ghiaccio dal dischetto. Voto 6,5.
Prandelli: Il suo calcio meritava questa vittoria. Contro i "maestri" inglesi, da lezioni di possesso palla e gioco d'attacco, tenendo quasi sotto assedio gli avversari per buona parte della gara. Comunque vada a finire, il suo lavoro sul gioco azzurro è più che positivo. Voto 6,5.
INGHILTERRA
Tattica: Tanti nomi importanti in squadra, ma nessun sistema di gioco valido. Hodgson si affida soprattutto alle ripartenze veloci dei suoi, sperando di sorprendere l'Italia con il contropiede. La differenza di tiri in porta e possesso palla tra le due squadre è imbarazzante, nemmeno i cambi riescono a modificare l'andamento della partita. Sconfitta meritata, anche se arriva solo dopo 120 minuti e dal dischetto.
I Migliori:
-Pericoloso in attacco e allo stesso tempo decisivo in difesa. Johnson ha sui piedi l'occasione che potrebbe cambiare subito la partita, Buffon lo ipnotizza. Poi corre e si sacrifica molto in difesa, con la ciliegina finale quando chiude la diagonale sul taglio di Nocerino. Il migliore, poco da aggiungere. Voto 6,5.
-Anche quando non è in giornata, il migliore del centrocampo inglese rimane sempre lui. Gerrard cerca di illuminare i compagni con le sue giocate, non tira mai indietro la gamba. Corre fino allo stremo, e questo lo penalizza un po' nell'ultima parte di gara. Voto 6,5.
-Alle sue notevoli doti fisiche, Carroll unisce tanta grinta e corsa per i compagni. Gioca spesso dietro Rooney, si muove molto e da una mano in copertura, anche con entrate un po' oltre il limite. Certo, con il suo ingresso era lecito attendersi qualche cross in più per sfruttare la sua altezza. Voto 6.
I Peggiori:
-Il rigore sbagliato è la conclusione degna di una partita giocata davvero male. Cole va costantemente in difficoltà sulla sua fascia, soprattutto quando Abate avanza il suo raggio d'azione, e non aiuta quasi mai Young nelle ripartenze. Non una gara degna delle sue qualità. Voto 5.
-Entra e dovrebbe spaccare il mondo, ma è solo fumo senza arrosto. Walcott non sfrutta mai a dovere il suo scatto bruciante e la sua velocità, restando a lungo fuori dalla manovra e facendosi chiudere con facilità dagli Azzurri nei rari contropiede. Doveva essere l'arma in più, ha fallito nel suo scopo. Voto 5.
-Era l'avversario più temuto, ma alla fine dei conti Rooney ha giocato decisamente al di sotto dei suoi standard. Fa salire la squadra, cerca di dare qualità all'attacco, ma in fase conclusiva è quasi assente. Prova qualche soluzione acrobatica, ma in definitiva non riesce proprio a incidere. Voto 5,5.
Curiosità: Sfida dal dischetto tra due squadre che, proprio ai rigori, erano state entrambe eliminate nella loro ultima partecipazione agli Europei. L'Inghilterra perse contro il Portogallo nel 2004, l'Italia contro la Spagna nel 2008. Stavolta, almeno per una delle due, la storia non si è ripetuta...

LA PARTITA DEL DECENNIO

Immgine tratta da corriere.it e modificata su cartoonize.net

Anche qui a Kiev, chapeau.
E' stata la partita del decennio (quello post 2006).
E' la miglior partita dopo il Mondiale tedesco, nessuna paura di dirlo. Brividi per tutti.
120 minuti di assoluto dominio, tichi-taque continuo, piedi buoni che mandano in bambola gli impauriti inglesi.
Due pali, conclusioni che superano la tripla decina. Cose mai viste nel passato recente. Hodgson si affida allo stile Chelsea, tutti dietro e speranza di arrivare ai rigori.
Puntava allo 0-0 affidandosi a portafortuna vari, e c'è riuscito.
Ma è proprio là che si rompe la cabala. Montolivo sbaglia, ma viene imitato da Young prima e Ashley Cole dopo. Al terzino inglese para sicuro il Capitano, Gigi Buffon. 
Tre diapositive dai rigori italiani, il cucchiaio irriverente di Pirlo, la parata di Buffon, che blocca sicuro e la rete di Diamanti, un nuovo Grosso alle prese con la sicurezza e la tranquillità di chi ha aspettato l' occasione di una vita.
Anche qui è successo di tutto, il solito Balotelli che vorrebbe spaccare il mondo, ma che si rende solamente irritante, che fa evocare la mancanza di vecchi bomber rustici come Schillaci, Inzaghi e Bobone VIeri, il palo di De Rossi, il palo di Diamanti. Inglesi non pervenuti.
Pirlo è un maestro di calcio, Buffon una leggenda vivente. De Rossi dà quantità e qualità come pochi al mondo. Marchisio crescerà ancora, e ha margini elevatissimi. 
La difesa prende il meglio della tradizione italiana, Bonucci e Barzagli insuperabili e senza sbavature. Montolivo è bravo, anche se quando tira in porta lo fa con palloni della velocità di un bradipo. Abate e Balzaretti giocano belli alti, come i bei terzini di una squadra di gran possesso palla. 
I ricambi son stati all' altezza: Maggio molto alto, anche se carente nei cross, Nocerino aggressivo e notevole negli inserimenti e Diamanti che tenta di accendere la lampadina ogni 2 minuti.
68% di possesso, roba che neanche Italia-Nuova Zelanda di recenti memorie.
Ora, sotto con i tedeschi. Semifinale. Le prime quattro squadre d'Europa. Ci siamo.
E meritiamo di esserci. Pareggio senza demeritare con la Spagna, Inghilterra rasa al suolo.
Chi è più forte di noi?
Ci vediamo in campo.


Immagine tratta da gazzetta.it e modificata su cartoonize.net


domenica 24 giugno 2012

LA GARA DEL DECENNIO

Immagine tratta da sportmediaset.it e modificata su cartoonize.net


Giù il cappello, tutti senza fiato.
E' stata la gara del decennio.
Senza paura di dirlo, con i brividi ancora che scorrono.
Amarcord rosso. Podio rosso. Presente passato e storia della Ferrari. Fernando Kimi e Schumi. 
Fernando, sei il più forte. Sorpassi, grinta, talento, determinazione, vince quando la vettura non è la migliore, non sbaglia niente. Mai. Partito 11° vince il Gp di Valencia, a casa sua. Nella sua Spagna. Clamoroso.
Kimi Raikkonen fa una gara regolare ed attenta e sale sul podio grazie al sorpasso nelle battute finali su Hamilton, in crisi di pneumatici.
E 3° il meraviglioso 43enne Michael Schumacher, al suo primo podio dal 2006. Finalmente la fortuna gli rende un pò ciò che gli aveva tolto, stavolta il jolly in mano lo ha lui, gomme più fresche nel finale e negli ultimi sei giri passa da 9° a 3°, approfittando anche dell' autoscontro tra Hamilton e cavallo pazzo Maldonado.
E' successo di tutto, Vettel in fuga solitaria ed irragiungibile rompe la macchina. Lo imita Grosjean a 16 giri dalla fine mentre era 2°, Hamilton in crisi di gomme prova a resistere all' ovvio sorpasso di Maldonado e finisce contro il guard rail, Maldonado a quel punto butta via un podio facile facile rompendo l' alettone anteriore in quel sorpasso al limite e si classifica 10°.
In più aggiungiamo botte da orbi tra Senna e Kobayashi, Vergne e Kovalainen, la vettura di Hamilton che ai box cade dal cavalletto, Safety Car, ancora Kobayashi questa volta con Massa in un contatto molto duro.
E la rimonta finale della premiata ditta Schumacher- Webber, che partiti rispettivamente 12° e 19°, si ritrovano 11° e 12° negli ultimi dieci giri e sorpassano tutti, arrivando 3° e 4°, approfittando delle botte tra Maldonado e Hamilton.
E Alonso è in testa al Mondiale, +20 su Webber. Inaspettato e magnifico. Già per queste 8 gare merita il titolo. Ha tutto e non sbaglia nulla. E' un cannibale talentuoso.
Hamilton nel suo stenuo tentativo di resistere a Maldonado spegne il cervello e la modalità formichina e sbatte al penultimo giro buttando via ottimi punti. Poi Maldonado conferma enormi limiti nel tenere a bada la sua irruenza. Sarebbe arrivato a podio sicuramente, aspettando qualche curva in più.
Attenzione però, perchè Adrian Newey ha messo pesantemente mano al retrotreno della Red Bull e Vettel andava nettamente meglio di tutti gli altri. 


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Voti: 1°Alonso 10 e lode; 2°Raikkonen 8; 3°Schumacher 9; 4°Webber 9; 5°Hulkenberg 8; 6°Rosberg 6; 7°Di Resta 6,5; 8°Button 5; 9°Perez 6; 10°Maldonado 5; 11°Senna 5; 12°Ricciardo 5,5; 13°Petrov 6; 14° Kovalainen 6; 15°Pic 6; 16°Massa 4,5; 17°De la Rosa 6; 18°Karthikeyan 5,5; 19°Hamilton 4; RIT.Vergne 4; RIT.Kobayashi 5; RIT.Vettel 8; RIT.Grosjean 8.



EURO 2012: PAGELLE QUARTI DI FINALE/3

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco i nostri giudizi sulla sfida tra Spagna e Francia, terza partita dei Quarti di Finale di questi Europei.
SPAGNA
Tattica: Il solito possesso di palla per mantenere sempre il controllo del gioco, e le giocate dei suoi talentuosi centrocampisti per inventare la giocata che decide la sfida. Del Bosque rinuncia ancora una volta al centravanti per inserire Fabregas, la sua squadra non convince del tutto, ma la pochezza e l'eccessivo timore degli avversari gli consentono di portare a casa la vittoria senza troppi patemi.
I Migliori:
-Nel giorno della sua centesima partita con la Spagna, Xabi Alonso si prende meritatamente il proscenio. Gestisce alla grande il centrocampo, corre e copre più di tutti, e ha il merito di sbloccare la gara con un perfetto colpo di testa, prima di togliersi lo sfizio della doppietta dal dischetto. La perfezione. Voto 8.
-L'assist per la rete di Alonso e una spinta costante sulla sua corsia. Jordi Alba sta convincendo sempre di più in questo torneo. Partita di grande sostanza per il terzino sinistro spagnolo, che gioca sempre in pressione e quando viene attaccato non va mai in difficoltà. Voto 7.
-Tra i tanti piedi buoni del centrocampo spagnolo, i suoi sanno sempre fare una giocata più degli altri. Iniesta è sempre nel vivo della manovra iberica, avvia tutte le azioni pericolose e con i suoi inserimenti sfiora anche la rete in alcune occasioni. Merita solo applausi. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Al suo ingresso in campo si capisce perché il suo allenatore preferisca giocare senza punte. Torres continua a non convincere tecnico e tifosi, anche se il suo ingresso in campo alza il baricentro della squadra. Tanto movimento, ma spesso a vuoto, e poca incisività sotto porta. Voto 5,5.
-Veste ancora una volta i panni del finto centravanti, ma stavolta non riesce a lasciare il segno. Fabregas svolge il compito che il suo allenatore gli aveva assegnato, svariando su tutto il fronte e non dando punti di riferimento all'avversario, partecipa poco alla manovra dei compagni. Voto 5,5.
-Con le praterie che ha a disposizione, forse Arbeloa potrebbe osare qualcosa in più. Non approfitta molto dell'ampia libertà che gli viene concessa, e si fa puntare qualche volta di troppo da Ribery in fase difensiva. Forse è quello il punto debole di questa Spagna che sembra perfetta. Voto 5,5.
FRANCIA
Tattica: Tante belle parole e propositi di gioco offensivo, poi il clamoroso dietrofront. Blanc decide di coprirsi, avanza un difensore come Debuchy a centrocampo, con i suoi che in fase di non possesso sono a 5 dietro. Fa il gioco del suo avversario, che quando sblocca la gara poi controlla senza problemi. Poteva e doveva osare di più, avrà molti rimpianti per questa occasione persa.
I Migliori:
-In teoria la squalifica di Mexes rappresentava un problema, invece Koscielny non lo fa assolutamente rimpiangere. Gioca con personalità e sicurezza, tiene bene in coppia con Rami e si fa notare per alcune uscite palla al piede. Una partita senza errori, strano per uno come lui...Voto 6.
-Dopo la buona prova contro la Svezia, quando era stato praticamente l'unico a salvarsi, Lloris si merita anche oggi la sufficienza. Incolpevole sui gol spagnoli, fa quello che può per tenere in piedi la squadra, salva su Fabregas e Torres, nelle uscite è sicuro e trasmette tranquillità ai compagni. Voto 6.
-Va a corrente un po' troppo alternata, ma quando si accende diventa l'unica arma dei suoi per cambiare la partita. Ribery è il giocatore più talentuoso e incisivo dei suoi, sguscia alla marcatura degli avversari e cerca di inventare qualcosa. A volte pecca di leziosismo e tiene troppo palla. Voto 6.
I Peggiori:
-Tanti proclami, poca sostanza. Blanc dà l'addio alla Francia nel peggiore dei modi, con una partita preparata male e giocata peggio. Con una squadra senza centravanti, sceglie di coprirsi anziché attaccare, alla faccia dei tanti proclami sul calcio offensivo e spumeggiante. Voto 4.
-Più che positivo nelle altre gare da terzino, disastroso oggi nell'inedito ruolo di centrocampista esterno. Debuchy si fa sorprendere da Alba sulla rete spagnola, soffre le giocate avversarie e in fase di attacco è troppo timido. Gioca fuori ruolo, e questo lo giustifica in parte. Voto 5.
-Sul gol pesa tantissimo la sua assenza in copertura. Malouda non protegge la difesa, lascia troppi spazi ad Arbeloa e agli inserimenti dei centrocampisti, e in attacco si perde per cercare giocate difficili e senza senso. Decisamente inutile, andava sostituito molto prima. Voto 5.
Curiosità: Primo successo per gli spagnoli in 4 confronti tra Mondiali ed Europei. In precedenza, solo un pareggio e tre sconfitte per la "roja", nella finale di Euro 1984, ai quarti di Euro 2000 e agli ottavi del Mondiale 2006, in quella che rimane l'ultima eliminazione della Spagna prima dei grandi trionfi.

sabato 23 giugno 2012

DICA 33

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net


Il terzo pilota della storia della Formula Uno per numero di pole position. Sebastian Vettel, signori.
Partenza al palo numero 33 per il tedesco della Red Bull, che vede davanti nella all times delle pole solamente due leggende come Ayrton Senna (65) e Michael Schumacher (69).
Qualifiche bellissime ed appassionanti, specie nella Q2, dove tutte le vetture erano vicinissime, ed entrare nella Q3 è stata un' impresa. 13 piloti in meno di 3 decimi. Con due decimi e mezzo di gap dal primo si è rimasti fuori dalla Top 10.
Webber addirittura 19esimo, frenato da mille problemi tecnici, saluta il gruppo in Q1, sopravanzato anche dalla brillantissima prestazione di Heikki Kovalainen, che porta la Caterham al 17esimo posto in Q2.
Nomi eccellenti eliminati anche nella Q2, Massa non va oltre il 13° tempo, Schumacher 12°, Alonso 11°, con il presidente Montezemolo che scuoteva il capo ai box.
La prestazione della Rossa di Maranello nella Q2 non è stata malvagia, il distacco di Alonso dal primo era solamente di 0.218 secondi, quello di Massa 0.291, però non è bastata.
Nella Q1 i valori si sono parzialmente ristabiliti, quantomeno in prima fila.
Tempone di Vettel, che lascia Hamilton a 0.324. Poi troviamo cavallo pazzo Maldonado, pronto a giocare il jolly in partenza. Brutto, cattivo e quando è in giornata, forte. Quarta e quinta piazza per le Lotus, sempre più convincente il francesino Grosjean, che precede Raikkonen. Mine vaganti, per la loro consistenza in gara, ed uniche candidate per il titolo di ottavo vincitore in otto gare.
Chiudono la top 10 Rosberg, Kobayashi, Hulkenberg, Button e Di Resta.
L' unico capace di trovare la medicina in questa F1 super ingarbugliata, quindi, è stato il biondo bi-Campione del Mondo, l' unico che ha risposto alle domande sulla salute della sua Red Bull con un perentorio "Dreiunddreißig!".


Voti: 1°Vettel 10; 2°Hamilton 7,5; 3°Maldonado 9; 4°Grosjean 8; 5°Raikkonen 7; 6°Rosberg 6,5; 7°Kobayashi 7; 8°Hulkenberg 7; 9°Button 6; 10°Di Resta 6,5; 11°Alonso 5,5; 12°Schumacher 5; 13°Massa 5,5; 14°Senna 5; 15°Perez 5; 16°Kovalainen 10; 17°Ricciardo 5,5; 18°Vergne 5; 19°Webber 4; 20°Petrov 6; 21°De la Rosa 8; 22°Karthikeyan 6,5; 23°Pic 4; 24°Glock sv.


Per domani, si preannuncia gara trenino da super pennichella pomeridiana, a meno che decida di guidare il gruppo il buon Bernd Maylander, al secolo il pilota della Safety Car, l' unico che potrebbe ulteriormente mischiare le carte e chi si troverà davanti, a quel punto, avrà fatto il colpo grosso.
Uniche sorprese le Lotus, ma non si prevedono fughe in testa, quindi gara molto serrata, con soste anticipate ed eventuali Safety Car da sfruttare per chi è nelle retrovie.

EURO 2012: PAGELLE QUARTI DI FINALE/2

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco le nostre opinioni sull'attesissima partita Germania-Grecia, non tanto per la spettacolarità dell'incontro quanto per il suo particolare significato politico ed economico.
GERMANIA
Tattica: Loew dimostra di avere grande fiducia nella sua rosa e nei suoi giovani terribili; rinuncia a Podolski e Muller (non certo due Matusalemme) per Schurrle e Reus, con il chiaro intento di dare maggiore velocità sugli esterni e attaccare costantemente la difesa greca. La Germania mette sotto l'avversario più nettamente di quanto non dica il punteggio, e ribadisce il suo ruolo di favorita al successo finale.
I Migliori:
-In una serata in cui Schweinsteiger fatica e non poco, ci pensa un grande Khedira a togliere le castagne dal fuoco. Domina il centrocampo con grande sicurezza, copre tutti i buchi e si propone molto anche in fase offensiva, segnando un gol meritatissimo che scaccia via le paure. Voto 7,5.
-Ha visto la Champions sollevata da un altro capitano al posto suo e a casa sua. Lahm non ha intenzione di fare ancora secondo, e si vede. In coppia con Schurrle gioca un gran primo tempo e realizza la rete del vantaggio, poi continua a trascinare i compagni con l'esempio. Voto 7.
-Lanciato titolare dal suo allenatore, Reus dimostra che l'ottima annata in Bundesliga non è stata un caso. Svaria su tutto il fronte d'attacco, attacca con continuità l'area di rigore, aiuta in copertura e si toglie anche lo sfizio di un gol. Ha solo 23 anni, è un campione più che potenziale. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Se il suo collega di reparto brilla, Schweinsteiger al contrario incappa in una serata decisamente storta. Impreciso nel giocare i palloni, impacciato, sembra l'ombra dello splendido metronomo del Bayern. Troppi e inusuali i suoi errori, forse non è al 100% atleticamente, ma da lui ci si attende ben altro. Voto 5.
-Sarà anche fratello di Kevin-Prince, ma con il trequartista del Milan Jerome Boateng ha in comune davvero poco. Disattento in fase di copertura, è in ritardo sul pareggio di Samaras, e nel finale è ingenuo nel causare il rigore per un fallo di mani. Può essere il punto debole di questa Germania. Voto 5,5.
-Dei quattro giocatori offensivi, il più in ombra è sembrato sicuramente Ozil. Il trequartista di origine turca si è acceso troppo ad intermittenza, alternando belle giocate a momenti di appannamento. Poco pericoloso sotto porta, più bravo nel gestire il pallone a centrocampo. Imperfetto. Voto 5,5.
GRECIA
Tattica: Contro una potenza offensiva come la Germania, l'unica tattica possibile per gli uomini di Santos è stata la difesa a oltranza, con alcuni rapidi tentativi di ripartenza in contropiede. La velocità e le giocate degli uomini di Loew sono troppo per questa Grecia, volenterosa e orgogliosa, ma assolutamente incapace di articolare una manovra convincente. Il sogno dura 6 minuti dopo il pareggio, poi Khedira risveglia tutti.
I Migliori:
-Il suo omonimo, il nuovo premier greco, era assente, lui invece ha fatto notare la sua presenza. Samaras ha coronato con la rete del pari una partita di grande lotta e sacrificio, con coperture da terzino e un gioco a tutto campo sulle fasce. L'ultimo a mollare tra i suoi, un vero guerriero. Voto 6,5.
-Con la squadra tutta sulla difensiva, è difficile fare l'attaccante e cercare gloria. Salpingidis non si è fatto intimidire, ha giocato una buona partita, sacrificandosi per i compagni e regalando a Samaras il pallone del pareggio. Nel finale, la giusta soddisfazione di una rete su rigore. Voto 6,5.
-Sostituire un leader come Karagounis non è facile, oggi Makos è riuscito a non farlo rimpiangere troppo. Tra i più positivi nel centrocampo greco, contrasta con efficacia Schweinsteiger e rende difficile la giocata a tutti coloro che lo affrontano. Gara più che positiva. Voto 6,5. 
I Peggiori:
-Arrivava imbattuto a questa partita, si è letteralmente sciolto di fronte agli assalti dei tedeschi. Sifakis è incerto sul gol di Lahm e in uscita su Klose, e in tutta la gara pecca di insicurezza. Esce spesso in modo imperfetto, e non blocca un pallone da fuori area. Da colonna di marmo a vaso di coccio. Voto 4.
-Sognerà più volte Schurrle e Lahm questa notte. Torosidis va costantemente in difficoltà sulla fascia destra, puntato con troppa facilità dai tedeschi, che spesso si propongono al cross o al tiro. Prova ad aiutarsi con l'esperienza, ma non ottiene granché di positivo. Voto 5.
-Quando Lahm lo salta e va a segnare, lui sembra quasi un turista di passaggio. Ninis dovrebbe essere una delle poche luci nel fronte offensivo greco, invece non si vede praticamente mai. Come nella gara d'esordio, la sua sostituzione all'intervallo porta solo benefici alla squadra ellenica. Voto 5.
Curiosità: Quella realizzata oggi è solo la quinta rete per Lahm in 90 presenze con la maglia della Germania. Delle quattro precedenti, una aveva inaugurato il Mondiale del 2006, un'altra aveva deciso la semifinale contro la Turchia negli Europei del 2008. Poche gemme, ma tutte di altissimo valore...

venerdì 22 giugno 2012

CHI E' IL MAGGIORDOMO?

Immagine tratta da f1grandprix.motorionline.com e modificata su cartoonize.net
In tema di Europei, ecco il Gp d' Europa, ottava prova del Mondiale di Formula Uno.
Nella suggestiva cornice del porto di Valencia, si sono svolte le prime prove libere, nella sessione 1 miglior tempo di Maldonado, tallonato dalle due Red Bull di Vettel, Webber poi Button e Alonso. Nella sessione 2 miglior crono di Vettel, incalzato da Hulkenberg, Kobayashi, Schumacher e Senna.
Come accade solitamente, una giornata indecifrabile, con più di mezza griglia racchiusa nello spazio di un secondo. Dato che le analisi vanno fatte a sensazioni, lasciamo la parola ai diretti intervistati, i piloti.
Alonso sistema il mirino: "Giornata positiva, ma l' obiettivo è battere Hamilton in gara". Come per dire, tanto vince sempre uno diverso, tanto vale tirare i piedi solo al nero.
L' anglo-caraibico, da parte sua dichiara: "Abbiamo sbagliato il setup, non sono contento della vettura di oggi", mentre Button sente di "essere veloce sul giro singolo, ma sono preoccupato del passo gara". Quindi la Mc Laren è in alto mare? Difficile crederlo.
Pasqua in anticipo in casa Williams, dove Maldonado dice che "possiamo ancora migliorare, la macchina è ok", sempre che non decida di fare piroette o botti. Un redivivo Bruno Senna gli fa eco: "Siamo contenti, siamo vicini al nostro obiettivo". Che tutti ignorano quale sia.
La Force India si sbilancia, Hulk dice "siamo veloci con entrambe le mescole", persino quella verde,  Di Resta punta "la Top 10 in qualifica". Nuova sorpresa spagnola in vista, stile Maldonado a Barcellona?
Pompiere Schumi prova ad ingannare la sfortuna volando basso: "Sarà molto difficile per noi lottare per pole e vittoria qui". Ormai le tenta tutte, oggi tenta lo specchio riflesso. Per domenica è pronto un "Occhio malocchio prezzemolo e finocchio", con tanto di Lino Banfi ai box di fianco a Ross Brawn.
Peccato che sarà tutto inutile, infatti è stato preceduto da Paul Hembery, il responsabile Pirelli, che memore di una sfuriata dell' eptacampione, decide di tirargliela a inizio settimana: "Schumacher sarà l' ottavo vincitore, possibile una pole come a Montecarlo". La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Webber invece è in un angolo del box, sconsolato con una lattina in mano che ci informa che "Il passo della mia Red Bull è frustrante", proprio mentre Vettel sfoggia il sorriso da bicampione puntando a "pole e vittoria". E la vettura è la stessa.
Voi riuscireste a risolvere il rebus, indovinare chi bara, chi è sincero, chi è l' assassino e, soprattutto, chi è il maggiordomo?
E mentre ci poniamo il quesito, sentiamo Massa sussurrare timidamente: "Grande lavoro in pista, il bilanciamento della F2012 mi soddisfa". Dopo di che, si leva la tuta, indossa un frac e va a servire un drink ghiacciato ad Alonso. Sarà mica che......?

KING JAMES, FINALMENTE!

Immagine tratta da latinospost.com

Se vieni indicato come un grande, un fenomeno, un campionissimo da quando hai solo 17 anni, è normale che vincere sia l'unica cosa che tutti si aspettano da te. Se poi hai l'occasione di farlo ma fallisci, è altrettanto normale che molti comincino a criticarti e a dubitare delle tue reali capacità. Lebron James, in questi nove anni di carriera nella NBA, ha vissuto tutto questo e molto di più, perché quella che si è scatenata contro di lui è stata una vera e propria guerra mediatica, con gruppi di "haters" (coloro che odiano una determinata persona e cercano di sminuire ogni sua impresa) pronti a puntare il dito su ogni suo errore, su ogni sconfitta e su ogni fallimento. Da questa notte, però, anche lui finalmente può festeggiare con merito quel titolo che ha a lungo atteso, ed entrare finalmente a testa alta nell'Olimpo del basket americano.
Con la vittoria di questa notte in gara 5 contro gli Oklahoma City Thunder, Lebron e i suoi Miami Heat si sono laureati campioni NBA con pieno merito, concludendo alla grande una stagione giocata su alti livelli e che li ha portati forse alla definitiva maturazione, a fare quel passo che porta un gruppo di ottimi giocatori a diventare una squadra. E James ha finalmente colmato il gap che lo separava dal diventare un leader e un vincente, cancellando in un colpo solo le critiche che gli sono piovute addosso in tutti questi anni. Dopo la sua scelta di lasciare Cleveland per passare agli Heat, e la successiva sconfitta (con prestazioni deludenti) nelle Finali NBA dello scorso anno, tutti lo etichettavano come un perdente, come un finto campione, che aveva bisogno di un vero fenomeno come Wade per vincere finalmente qualcosa. Quest'anno Lebron ha fatto vedere di essere diverso, molto più maturo e consapevole della sua forza, e soprattutto ha fatto capire a tutti che il vero leader della squadra è diventato lui. Dopo un'ottima stagione regolare, condita dal terzo titolo di MVP, nei playoff James è salito gradualmente di livello e qualità, prendendosi più volte la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà. Contro Indiana e Boston ha fatto la differenza, sopperendo all'assenza di Bosh infortunato e alle prestazioni troppo altalenanti di Wade, e i 45 punti segnati in gara 6 a Boston, con l'eliminazione che sembrava già scritta, sono la dimostrazione più grande della sua forza.
Nelle finali contro Oklahoma, dopo una prima gara giocata bene ma in cui è un po' mancato nel finale di partita, le critiche sono nuovamente piovute sulla sua testa. Lui però stavolta ha risposto in modo diverso, con prestazioni sempre più concrete, coinvolgendo molto di più i compagni in attacco, dannandosi l'anima in difesa, e prendendosi le sue responsabilità nei momenti decisivi delle partite. Ha vinto da assoluto protagonista, non da semplice comprimario di Wade come malignavano in tanti. Stanotte ha chiuso la gara con 26 punti, 11 rimbalzi e 13 assist a referto, in media ha viaggiato ad oltre 28 punti segnati in queste finali, e si è conquistato con merito il titolo di MVP, insieme con il tanto atteso anello. Una rivincita meritata, per lui e per tutti gli Heat, etichettati come una squadra composta solo da 3 presunti campioni, e dal coach Eric Spoelstra, considerato succube delle sue stelle e incapace di leggere le partite. Rispetto all'anno scorso, l'allenatore ha dimostrato di aver imparato la lezione, ha saputo gestire meglio il gruppo e cambiare le rotazioni quando serviva, e ha ribaltato con merito la situazione che vedeva la sua squadra come sfavorita. Inoltre, i comprimari hanno fatto davvero la differenza, fornendo il giusto supporto alle stelle con giocate importanti, e in ogni partita c'è stato un protagonista diverso: nelle prime sfide Battier ha brillato, poi è toccato a Chalmers in gara 4, infine nella sfida per il titolo è stato decisivo Miller, con 7 triple a segno su 8 nonostante una schiena malandata.
Ora, tutti aspettano con ansia le prossime stagioni per vedere se questo successo sbloccherà definitivamente Lebron James e lo porterà a diventare uno dei più grandi campioni di sempre nella NBA. Michael Jordan, suo illustre predecessore, attese 7 stagioni prima di ottenere il suo primo titolo nel 1991, a 28 anni, e da allora ne conquistò altri 5 tra il 1992 e il 1998, con un anno di pausa per il ritiro e un secondo in cui rientrò a campionato in corso; soprattutto, MJ fece vedere il meglio della sua pallacanestro proprio dopo quel successo, costruendo insieme ai suoi Bulls una squadra che è entrata ormai nella leggenda. Lebron ha 27 anni, è arrivato alla sua piena maturazione cestistica, e può ancora regalare molto agli amanti del basket e della NBA, per cui non resta che attendere il prossimo anno per vedere se King James, dopo aver conquistato finalmente il suo trono, saprà gettare le basi per una lunga e solida dinastia.

giovedì 21 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE QUARTI DI FINALE/1

Immagine tratta europei-di-calcio-2012.com

Ecco il nostro giudizio sul primo dei Quarti di Finale di questi Europei. Rispetto al girone, abbiamo deciso di dedicare un po' di attenzione in più alla tattica adottata dalle due squadre e di ampliare il numero di valutazioni sui protagonisti, in positivo e in negativo, della partita.
REPUBBLICA CECA
Tattica: Il credo della squadra di Bilek è sembrato lo stesso per tutta la gara: primo, non prenderle! Terzini meno offensivi e più attenti, squadra corta con ali pronte a raddoppiare sulle fasce, e palla verso gli esterni Pilar e Jiracek, gli unici in grado di dare una scossa in contropiede. L'assenza di Rosicky ha pesato tantissimo, senza gli interventi di Cech il passivo sarebbe stato molto più pesante.
I Migliori:
-Sicuramente il portiere Cech è il giocatore che merita il voto più alto tra i cechi. Salva il salvabile su Ronaldo e Nani, non può nulla sulla rete decisiva dei portoghesi. Dopo le incertezze nel girone, è tornato quello di sempre, ma non è bastato. Voto 7.
-Partita molto solida oggi per i due centrali difensivi e in particolare per Kadlec. Presente su tutte le palle alte insieme al compagno di squadra Kadlec, si danna l'anima per stoppare le numerose avanzate portoghesi, compie alcuni salvataggi importanti. Voto 6,5.
-Gran lavoro, come detto, per gli esterni offensivi della squadra di Bilek. Dei due, Jiracek è sicuramente quello che è riuscito a mettersi maggiormente in mostra. Agisce dalla parte di Ronaldo, la più difficile; se la cava bene e quando può riparte in contropiede con le sue accelerazioni. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Nemmeno l'inizio delle gare a eliminazione diretta è servito a risvegliarlo. Baros ha chiuso il suo Europeo come l'aveva iniziato, con una prestazione a dir poco anonima. Non si vede mai, non tira in porta e non aiuta la squadra a salire quando è in difficoltà. In pratica, inesistente. Voto 5.
-Sulla rete decisiva pesa come un macigno l'errore di Gebre Selassie. Pur essendo in anticipo, si fa prendere il tempo da Ronaldo con troppa facilità. Nel resto della partita, soffre troppo quando viene puntato e non è lucido nelle fasi di ripartenza. Voto 5.
-Con Rosicky assente, la manovra offensiva aveva necessariamente bisogno di un suo degno sostituto. Invece Plasil non ha mai inciso nel match, rimanendo schiacciato spesso tra i tre centrocampisti portoghesi e non riuscendo mai a fare una giocata importante. Voto 5,5.
PORTOGALLO
Tattica: La manovra della squadra di Bento poggia inevitabilmente sulle giocate degli esterni, dai terzini alle ali Nani e, soprattutto, Ronaldo. L'allenatore punta molto sui piedi buoni dei centrocampisti per innescare in velocità il contropiede, e chiede più cross con l'ingresso in campo di Almeida. Domina la partita dall'inizio alla fine, con un po' di fortuna e un vero centravanti l'avrebbe chiusa molto prima.
I Migliori:
-La gara contro l'Olanda l'ha davvero sbloccato. Cristiano Ronaldo è tornato quello del Real Madrid, si vede dall'atteggiamento che ha è dal modo in cui cerca ossessivamente il gol. Segna, prende altri due pali, regala giocate da applausi. Porta la squadra in Semifinale quasi da solo. Voto 7,5.
-Tra i tre centrocampisti di manovra, Moutinho è sicuramente quello che fa vedere le cose migliori. Pennella l'assist per la rete di Ronaldo, dirige con personalità il gioco dei compagni e non si tira indietro quando c'è da lottare per il pallone. Voto 7.
-Una delle vere sorprese di questo Portogallo è sicuramente Joao Pereira. Terzino destro a dir poco sconosciuto prima degli Europei, si sta facendo notare per la continuità delle sue prestazioni. Anche oggi bella gara sia in difesa che in appoggio a Nani. Voto 6,5.
I Peggiori:
-Dispiace girare il dito nella piaga, ma francamente non è semplice giustificare la presenza di Postiga al centro dell'attacco portoghese. Si vede solo quando cade a terra e chiede il cambio, per il resto non pervenuto. Chissà che la sua assenza non influisca addirittura in positivo sulla squadra...Voto 5.
-All'esordio in questo torneo, Hugo Almeida non ha certamente lasciato il segno. Centravanti molto fisico, non sfrutta a dovere i cross e non riesce a dialogare bene con i compagni. Se l'infortunio di Postiga sarà serio, avrà un'altra chance per rifarsi. Voto 5,5.
-Con i terzini avversari costretti sulla difensiva, ci si aspetta molto di più da un giocatore di talento come Fabio Coentrao. Il difensore del Madrid non si fa vedere quasi mai in attacco, e soffre più volte le incursioni di Jirasek dal suo lato. Può e deve fare meglio. Voto 5,5.
Curiosità: Terzo incontro tra cechi e portoghesi in un Europeo, secondo in occasione dei Quarti di Finale. Il precedente risale al 1996, e anche in quel caso la sfida finì 1-0, ma stavolta in favore dei boemi, grazie ad una rete di Poborsky, visto poi in Italia con la maglia della Lazio.

mercoledì 20 giugno 2012

PrOnOsTiCaNdO i quarti di finale POLAND- UKRAINE 2012





Immagine tratta da affarando.it

GERMANIA - GRECIA 4-0
Parliamoci chiaro, non penseremo mica che i tedeschi compiano passi falsi?
Partita dal chiaro sapore di 1 fisso e over 1,5! Magari scarica di gol, la Grecia
penserà solo a difendersi e non farà la cosa giusta.

REPUBBLICA CECA - PORTOGALLO 0-1
Diamo favoriti i portoghesi che arrivano da un buon girone dove hanno perso solo
la prima,giocando comunque una buona gara contro la Germania.

SPAGNA - FRANCIA 3-1
I Campioni del Mondo contro le grandi soffrono, ma alla fine vincono...
Azzardiamo un 1handicap perchè la Francia in difesa è poca roba e manca
pure Mexes!!!

ITALIA - INGHILTERRA 0-0
Forse forse e dico forse l'Italia sta anche meglio, ma nei match ad eliminazione diretta
ogni errore può essere fatale. L'Inghilterra dalla sua ha il ritorno di un affamato
Rooney. Vedremo una bella gara sicuramente, ma può darsi non si decida nei
90 minuti regolamentari.

Tra i marcatori, visto che quest'anno si può giocare chi segna o chi no, proviamo:
Marchisio non è ancora andato a segno e ci è andato spesso vicino.
Rooney ha ritrovato subito il gol e calcia anche da casa sua, se vuole.
C. Ronaldo si ritrova ad inseguire Mario Gomez per il titolo di capocannoniere.
Gomez, se parte titolare rischia addirittura una doppietta decisiva.
Torres anche lui è bomber in questo Europeo e, come dicevamo, la difesa francese non è delle migliori.
Balotelli può dare continuità alla sua sforbiciata, magari stavolta con un bel tiro da 30 mt.
Iniesta o Xavi o Muller o Schweinsteiger o Pirlo metteranno la loro firma in caso di minimo
due gol  in partita.
Attenzione anche ai colpi di testa di Pepe, Bonucci, Lescott, Piquè su calcio d'angolo.

martedì 19 giugno 2012

EURO 2012: PAGELLE DODICESIMA GIORNATA

Immagine tratta europei-di-calcio-2012.com

Ecco i giudizi e le curiosità sulle partite che hanno chiuso la fase a gironi di questo Europeo.
INGHILTERRA
Il Migliore: Un leader si riconosce quando fa la giocata decisiva. Gerrard impreziosisce una gara di sacrificio e lotta con il dribbling e il cross da cui nasce il gol di Rooney. Capitano e trascinatore, illumina il centrocampo con i suoi tocchi di palla e inventa assist per i compagni. Da tenere d'occhio. Voto 7.
Il Peggiore: Contro la Svezia ha fatto bene, oggi invece Welbeck non ha lasciato il segno. Troppo simile a Rooney per caratteristiche e movimenti, non riesce a ritagliarsi lo spazio giusto per mettersi in mostra. Nemmeno un'occasione da segnalare, sottotono. Voto 5,5.
UCRAINA
Il Migliore: Con tanti vecchi lasciati fuori, toccava alle giovani promesse del calcio ucraino fare il miracolo. Chi non ha deluso è stato Konoplyanka, esterno offensivo che è reso spesso pericoloso con giocate e tiri da fuori. Non ha nemmeno 23 anni, può fare molta strada. Voto 6,5.
Il Peggiore: Sulla rete decisiva Pyatov ha delle gravi responsabilità, perché nonostante le varie deviazioni il suo intervento appare goffo e scoordinato. Si riabilita in parte con alcune belle parate nel finale di partita, ma l'errore pesa come un macigno perché decide la partita. Voto 5.
Curiosità: Dopo il caso Muntari, ecco un altro gol fantasma che farà discutere a lungo. Tiro di Devic e salvataggio di Terry ben oltre la linea, con il giudice di porta che però non concede la rete. Davvero quattro occhi in più sono meglio della tecnologia? Riflettete, cari Blatter e Platini...
SVEZIA
Il Migliore: In ombra nelle precedenti partite, oggi finalmente Larsson ha dimostrato il suo vero talento. Un'ira di Dio nel secondo tempo, quando sfiora il gol, da a Ibra il pallone che lui trasforma in oro e si toglie anche lo sfizio di segnare il raddoppio. Voto 7.
Il Peggiore: La vera svolta del match è stata la sua sostituzione alla fine del primo tempo. Bajrami era all'esordio in questo Europeo, ma ha fatto di tutto per non rendere indimenticabile la sua partita. Un fantasma, la vera nota stonata in una gara perfetta è proprio lui. Voto 5.
FRANCIA
Il Migliore: Da vero capitano, Lloris tiene in piedi la baracca anche quando la situazione si fa critica. Compie alcuni interventi importanti su Larsson e Wilhelmsson, non può nulla sulla prodezza di Ibra e sul raddoppio svedese. Ha solo 25 anni, può interessare a molte grandi squadre. Voto 6,5.
Il Peggiore: Lo specchio della serataccia francese è nella pessima prova del suo leader difensivo, Mexes. Si fa scappare Toivonen nel primo tempo, lascia metri a Ibra che segna la rete dell'1-0, e non contento si fa ammonire. Diffidato, salterà il Quarto contro la Spagna. Un vero disastro. Voto 4,5.
Curiosità: Con la splendida rete di questa sera, Ibrahimovic diventa il terzo miglior marcatore nella storia degli Europei, raggiungendo Henry, Kluivert, Van Nistelrooy e Nuno Gomes a quota 6 gol. Lo svedese è andato a segno 2 volte negli Europei del 2004, 2008 e 2012, quando si dice essere regolari...
Appuntamento a giovedì con le pagelle e le curiosità dei Quarti di Finale. Ci saranno interessanti novità, per cui non mancate!

EURO 2012: PAGELLE UNDICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da europei-di-calcio-2012.com

Ecco le tanto attese pagelle degli azzurri e i giudizi sull'altra partita che si è giocata ieri sera, la tanto temuta Croazia-Spagna.
ITALIA
Buffon: Si sporca i guantoni un paio di volte, ma in generale non deve compiere interventi straordinari. Ha la sicurezza e la voglia di un leader. Voto 6.
Abate: Esordiente nel torneo, copre la fascia destra con attenzione, limitando un po' la fase offensiva. Diligente, concede poco agli esterni irlandesi. Voto 6.
Barzagli: Al rientro dopo un infortunio, fa vedere che c'è. Preciso e attento nelle chiusure, dimostra chi è il miglior difensore italiano in circolazione. Voto 6,5.
Chiellini: Con il ritorno alla difesa a 4 ritrova sicurezza, e accanto a Barzagli soffre meno di amnesie. Fa il suo, poi un infortunio lo toglie dalla contesa. Speriamo si riprenda. Voto 6.
Bonucci: Entrato a freddo per Chiellini, si fa trovare pronto e non concede nulla alle punte irlandesi. Avrà la responsabilità di non far sentire la mancanza del compagno. Voto 6.
Balzaretti: Viene da chiedersi come abbia fatto Prandelli a dimenticarlo in panchina per due gare. Spinge e difende, fa impazzire O'Shea e mette lo zampino in tante azioni pericolose. Voto 6,5.
Marchisio: Capitan Futuro si conferma in gran forma. Corre per tutti, imposta e cerca gli inserimenti per creare pericoli all'avversario. Definitivamente maturato. Voto 6,5.
Pirlo: Una guida meno lucida rispetto alle altre partite, si prende delle licenze eccessive. Gira palla con maggiore lentezza, ma resta il punto centrale del centrocampo azzurro. Voto 6.
De Rossi: In difesa o a centrocampo, fa poca differenza. E' in condizioni ottime, e ha una sicurezza incredibile. Sempre presente in copertura o in fase di attacco. Voto 6,5.
Thiago Motta (il peggiore): Forse non è tutta colpa sua, perché quella del trequartista non è certo la sua posizione. Lui però ci mette del suo con la lentezza e la scarsa lucidità. Voto 5.
Cassano: Lascia i panni dell'assist-man e sblocca la partita nel modo meno atteso, di testa. Va ancora un po' a sprazzi, ma se la forma fisica migliora può fare davvero la differenza. Voto 6.
Diamanti: Subentrato per gestire il risultato, cerca di farsi vedere con qualche giocata delle sue, anche su punizione. Trequartista naturale, potrebbe meritare una chance da titolare. Voto 6.
Di Natale: Fa il bello e il cattivo tempo, diventa una spina nel fianco nella difesa irlandese, si trova bene con Cassano. Unica pecca, non riesce a piazzare la zampata sotto porta, ma non demerita. Voto 6,5.
Balotelli (il migliore): Attenti, a farlo arrabbiare si corre un brutto rischio. Si scrolla di dosso le critiche con un grande gol, cattivo e deciso sotto porta. Finalmente il vero Supermario. Voto 7.
Prandelli: Cambia modulo e uomini, e finalmente vince una partita. Motta trequartista non convince, e contro la modesta Irlanda soffriamo troppo nel finale. Per ora è andata bene, vedremo in futuro. Voto 6.
IRLANDA
Il Migliore: Nel giorno della sua centesima con l'Irlanda, Duff decide di ritornare per un po' il giocatore fantastico che incantava nel Chelsea. Dribbling, corsa e tante giocate di alto livello. Si spegne a lungo andare, ma dimostra che la classe non è acqua. Voto 6,5.
Il Peggiore: La sua folle espulsione rovina del tutto una partita già negativa. Andrews soffre tantissimo in mezzo al campo, e nel finale perde completamente la testa facendosi cacciare per insulti all'arbitro. Nervoso e poco lucido, l'uomo in meno per i suoi. Voto 4,5.
Curiosità: Con la vittoria ieri, l'Italia sfata una ricorrenza a dir poco infausta. Il 18 giugno non portava bene alla Nazionale azzurra, che in quell'occasione ha perso due volte ai Mondiali 1994 (0-1 proprio contro l'Irlanda) e nei quarti del Mondiale 2002, contro la Corea e l'ineffabile arbitro Moreno.
CROAZIA
Il Migliore: Il suo allenatore ha detto che è meglio di Pirlo. Forse è un'esagerazione, ma di certo Modric ha le qualità per essere uno dei migliori centrocampisti d'Europa. Dirige con ordine i compagni, gestisce i ritmi, inventa assist che purtroppo non vengono sfruttati. Il futuro è suo. Voto 6,5.
Il Peggiore: Partito bene con la rete all'Irlanda, Jelavic si è spento nelle successive partite. Già sotto tono contro l'Italia, ieri è partito in panchina ma quando è entrato non ha minimamente lasciato il segno. Un'assenza pesante e ingiustificata nel momento di difficoltà. Voto 5.
SPAGNA
Il Migliore: Come contro l'Italia, anche ieri nei momenti di difficoltà la palla passava sempre e solo dai suoi piedi. Iniesta è il più lucido in mezzo al campo, sfugge ai raddoppi di marcatura e crea gioco, consegnando anche a Navas l'assist per il gol partita. E' l'uomo che fa la differenza. Voto 6,5.
Il Peggiore: In un centrocampo tutto tecnica e fantasia, l'utilità di Busquets sarebbe quella di coprire e correre al posto dei compagni. Non svolge benissimo il suo compito, e continua ad esagerare nei falli subiti. Forse meriterebbe una squalifica, almeno una volta. Voto 5,5.
Curiosità: Quello contro la Croazia è il nono risultato utile consecutivo per la Spagna agli Europei. Dopo la sconfitta contro il Portogallo nel 2004, sette vittorie e due pareggi per gli iberici. La bestia nera è stata l'Italia, che l'ha costretta allo 0-0 nel 2008 (poi la Spagna vinse ai rigori) e all'1-1 in questo torneo.
A domani, con le ultime partite della fase a girone di questi Europei!