sabato 31 marzo 2012

GLI AZULGRANA DELLA TRINACRIA

Dopo il meritato pareggio per 1-1 con i capoclassifica del Milan (reti di Robinho e Spolli) nel primo anticipo della 31esima giornata, il Catania consolida il settimo posto nella graduatoria della Serie A.
Settima posizione veritiera di una squadra che si sta ponendo all' attenzione di tutti per il bel gioco orchestrato dalla panchina dal giovane mister Vincenzo Montella, già nell'orbita di qualche team blasonato (voci di corridoio lo vedono osservato da Lazio e Napoli).
Sono ora 8 i risultati utili consecutivi del team etneo, e ciò che più colpisce, anche alla luce di questo anticipo, è che il Catania ricerchi sempre il gioco, il fraseggio stretto, la tecnica, è una squadra che fa pressing e tiene in modo perfetto le posizioni in campo.
Ci sono sempre 2 o 3 soluzioni a disposizione del portatore di palla, o l' attaccante-boa che viene a dare il dai-e-vai per il compagno, o le veloci e piccole ali, pronte a puntare l' uomo e ad accentrarsi, o il passaggio illuminante, ora del regista, ora del difensore che imposta, ora dell' ala dai piedi buoni.
Il cross lungo è cercato raramente, solo nelle situazioni di difficoltà e a squadra avversaria tutta schierata nella metà campo difensiva.
Lo schema base è un 4-3-3 che in fase di ripiego si trasforma in un 4-5-1 con le ali mobili Gomez a sinistra e Barrientos a destra che scendono spesso a raddoppiare sull' ala avversaria.
In porta troviamo Carrizo, vecchia conoscenza argentina del nostro campionato, che in questo scorcio di stagione ha acquistato la fiducia dell' ambiente e garantisce prestazioni solide ed affidabili.
Il terzino destro è Marco Motta, in cerca di rilancio dopo l' esperienza juventina, spinge molto, sbaglia qualche cross di troppo e mostra qualche lacuna in fase difensiva, dove è fallace nel trovare i giusti tempi di intervento.
Il suo contraltare a sinistra è Marchese, tecnicamente non eccelso, ma fisicamente quadrato, pochi cross e molta gamba, generosissimo e che non sfigura affatto quando deve marcare l' uomo.
I due difensori centrali sono di stazza notevole: l' argentino Spolli e l' esperto Legrottaglie, entrambi pericolossissimi nelle situazioni di calcio da fermo, l' italiano ha qualche licenza in più di impostare le azioni da dietro, grazie ai piedi un pò più educati del compagno di reparto, che sta migliorando a vista d' occhio però. Sono due ossi duri difficili da saltare e molto concentrati.
A centrocampo troviamo il trio Lodi-Almiron e Izco.
Il regista basso è Lodi, che gioca alla Xavi o alla Pirlo, passaggi illuminanti e mai sbagliati o banali, visione di gioco e piedi eccelsi.
Almiron è la mezzala sinistra, che corre tantissimo e unisce qualità e quantità, arriva sempre stremato a fine gara. Izco è il capitano e uomo di quantità, corre, contrasta e riparte, imprescindibile per i rosso-azzurri.
Le ali offensive sono anch'esse argentine: il Papu Gomez e il Pitu Barrientos, più ala classica e dribblomane la prima, più trequartista dall' ottima visione di gioco l' altro, sono pronti a sfruttare i traversoni sul secondo palo quando si inseriscono.
Il centravanti boa è Bergessio, importantissimo per i meccanismi, è colui sul quale la squadra si basa per tener palla e dare gli uno-due alle ali o al centrocampista che si inserisce. Magari meno appariscente in zona gol, ma fa un preziosissimo lavoro di pressing per novanta minuti.
Senza dimenticare il sempre misurato direttore d' orchestra, maestro nel trovare gli equilibri in una squadra molto tecnica: Vincenzo Montella.
Ecco il quadro della squadra catanese, che mai come quest' anno sta emergendo.
Il piccolo Barcellona della Sicilia, orgoglio di una regione.

LA SCOMPARSA DI MANCHIGUITA

La sua morte ieri è stata un vero fulmine a ciel sereno: Francesco Mancini, storico ex-portiere del Foggia di Zeman e del Bari, soprannominato Manchiguita per la somiglianza giovanile con il portiere colombiano René Higuita, e attualmente allenatore dei portieri nel Pescara del boemo, è venuto a mancare all'improvviso, stroncato da un infarto a 43 anni.
Da giocatore, Mancini ha disputato oltre 200 partite in serie A con le maglie di Foggia, Lazio, Bari e Napoli, contro di lui Del Piero ha esordito nella massima serie e Totti ha realizzato il primo gol della carriera. E' stato uno dei giocatori storici della prima Zemanlandia, quel Foggia dei miracoli capace di incantare tutti con il suo gioco spregiudicato e sempre offensivo, una squadra capace di ottenere grandi vittorie contro Juventus e Napoli o di perdere 8-2 tra le mura amiche contro il Milan di Sacchi. Dopo aver lasciato il segno in altre squadre importanti come Bari e Napoli, Mancini è andato a giocare nelle categorie minori e, arrivato a 40 anni, ha deciso di appendere i guantoni al chiodo, senza uscire tuttavia dal mondo del calcio, e senza allontanarsi dal suo mentore Zeman; nel ruolo di allenatore dei portieri, ha seguito il boemo prima a Foggia, nel suo ritorno alla squadra con cui aveva fatto miracoli, e in seguito al Pescara, con cui ugualmente sta disputando una stagione strepitosa, giocando il miglior calcio della serie B e non solo. Ieri, la tragica notizia, che ha gettato tutti nello sconforto e ha stretto la squadra in una profonda commozione, con tanto di richiesta (respinta) alla FIGC di non disputare il match contro il Bari.
La morte di Mancini arriva in un periodo non particolarmente felice per lo sport: neanche una settimana prima, è venuto a mancare il pallavolista Vigor Bovolenta, colpito da un malore durante una partita nelle serie minori, mentre due settimane fa il calciatore Fabrice Muamba è stato salvato per miracolo dopo che era crollato a terra nell'incontro Tottenham-Bolton di FA Cup. Volgendo lo sguardo al passato, non si possono dimenticare i decessi di Marc-Vivien Foé, Miklos Feher, Antonio Puerta e Daniel Jarque, tutti stroncati da problemi cardiaci e malori improvvisi mentre erano nel pieno della forma e della giovinezza.
Questo impone secondo me una riflessione: com'è possibile che, nonostante i controlli approfonditi cui vengono sottoposti periodicamente questi atleti, si stiano verificando ancora tanti casi di malori improvvisi e, nella maggior parte dei casi, letali? Si tratta davvero di problemi rari e praticamente impossibili da diagnosticare, oppure c'è qualcos'altro dietro? Mancini aveva lasciato lo sport professionistico, è vero, ma solo quattro anni fa, e a 43 era comunque giovane e si era sottoposto a visite mediche per molte stagioni, per cui la sua morte sembra ugualmente strana. Chiariamo, non è intenzione di nessuno lanciare accuse e sospetti gratuiti, abbiamo massima fiducia nelle istituzioni sportive e nelle perizie di medici specializzati in queste malattie. Il nostro scopo è solo ricordare i tanti decessi misteriosi che continuano a verificarsi nello sport, nonostante la medicina e gli studi relativi siano in continuo aggiornamento, e che finiscono puntualmente nel dimenticatoio pochi giorni dopo. Tifosi e famiglie chiedono risposte, e soprattutto sperano che queste morti dolorose e imprevedibili possano arrestarsi e sparire dalla storia dello sport il prima possibile.

venerdì 30 marzo 2012

LA GIALLA JORDAN

La premiazione postuma di Fisichella nell' ultima vittoria Jordan del 2003.


Compie oggi 74 anni l' irlandese Eddie Jordan. Imprenditore e fondatore della scuderia di F1 Jordan, uno degli ultimi costruttori privati di successo apparsi nella massima formula dell' automobilismo negli ultimi vent' anni. 
Giusto ieri, è stato nominato dalla Regina Elisabetta, membro dell' Ordine dell' Impero Britannico, a dimostrazione del prestigio raggiunto nel corso degli anni grazie alla sua attività nel mondo dei motori e anche grazie alle sue attività di carità.
Jordan inizia a far gareggiare una vettura con il suo nome sul finire degli anni 80 nelle formule minori, in Formula Tre e Formula 3000 in particolare, alfieri della scuderia in quegli anni saranno piloti con un brillante futuro in F1: Martin Brundle, Johnny Herbert (che conquista il titolo nel 1987) e Jean Alesi (campione del 1989 di Formula 3000).
Nel 1990 ottiene l' iscrizione al Mondiale di F1 per l' anno successivo dalla FIA, assume Gary Anderson come progettista, acquista un motore Ford, e la sua prima line-up di piloti sarà composta dall' esperto Andrea De Cesaris e la promessa belga Bertrand Gachot.
Il Gp del Canada 1991 porta i primi punti alla vettura color verde: De Cesaris 4. e Gachot 5., la stagione su un altalenante susseguirsi di buone prove e gare con problemi di affidabilità.
Al Gp d' Ungheria 1991 Gachot segnò il primo giro veloce in gara della scuderia, ma pochi giorni dopo incappò in un' incredibile vicenda giudiziaria, che lo portò in carcere. Al suo posto, grazie a 150000 dollari sborsati dalla Mercedes, andò in macchina un certo Michael Schumacher per la gara di Spa. Settimo in griglia il giovane tedesco attira lo sguardo di molti team manager, e, grazie ad una piega del contratto, Flavio Briatore, lo mise sulla Benetton sin dal Gp successivo.
Finirono la stagione il brasiliano Roberto Moreno e l' italiano Alex Zanardi.
Solo un punto per la Jordan Yamaha del 1992, frutto di un 6. posto nella gara di chiusura dell' italiano Modena, al quale venne affiancato il brasiliano Mauricio Gugelmin.
Nel biennio 1993-1994, arrivò l' esordiente Rubens Barrichello a guidare la Jordan Hart di colore blu, binomio particolarmente fortunato: il pilota e la vettura crebbero insieme e giunse il primo podio, nel Gp del Pacifico 1994.
Come secondi piloti ricordiamo Ivan Capelli, Aguri Suzuki, Thierry Boutsen e l' irlandese Eddie Irvine.
Con l' arrivo dei propulsori Peugeot (1995-1996-1997), la scuderia consoliderà il suo classico 5. posto tra i costruttori, nel 1995 sarà guidata da Barrichello e Irvine (con un 2. e 3. posto nel Gp del Canada 1995), nel 1996 sempre da Rubens affiancato da Martin Brundle (nessun podio), e nel 1997 i piloti saranno Ralf Schumacher e Fisichella (un podio per il tedesco, due per l' italiano, 2. nel Belgio 1997).
I tempi sono ormai maturi per un salto di qualità: nel 1998 la Jordan monta i motori Mugen Honda, arriva Damon Hill in scuderia, dapprima affiancato dal piccolo Schumacher, poi da Heinz Harald Frentzen.
Il fortunato Gp del Belgio 1998, porta la prima vittoria ed assieme la prima doppietta per la gialla Jordan, 1.Hill  2.Frentzen.
Il 1999 è il migliore anno per la scuderia, infatti chiude al 3. posto tra i costruttori, con Frentzen terzo anche tra i piloti, che si ritrova a battagliare per il Mondiale grazie a brillantissimi piazzamenti.
In Francia e in Italia il tedesco conseguì le 2 vittorie di quella stagione, ed altri 4 podi. Ottimi risultati per la squadra, ai quali fecero da contraltare quelli di Hill, avviato ad un apparente declino (solo 4. a San Marino).
Dal 2000 un rapido declino, due quinti e un sesto posto tra i costruttori, motori passati dal Mugen Honda all' Honda ufficiale. Solo due podi nel 2000, nessuno nel 2001 e nel 2002.
Viene assunto Trulli, si consuma il divorzio da Frentzen, per qualche gara corre Jean Alesi, ritorna Fisichella e a lui viene affiancato il pupillo Honda Sato.
Il 2003 è l' anno che segna l' ultima vittoria della Jordan, e segna paradossalmente, la fine dei sogni di gloria della scuderia. Cominciano a mancare i soldi per proseguire, come motore si acquista un vecchio Ford, al fianco di Fisichella ci sono solamente piloti paganti come Firman, Baumgartner, Wirdheim e Motoyama.
Ma il romano Fisichella riesce nell' impresa di conquistare una vittoria inaspettata nel Gp del Brasile, sotto una pioggia torrenziale, che mandò in confusione perfino i cronometristi, che assegnarono a lui a vittoria solo qualche giorno dopo.
Il 2004 e il 2005 furono gli ultimi due per la Jordan, che si assestò tra le ultime scuderie del lotto, in due stagioni alla guida si alternarono 9 piloti (Heidfeld, Pantano, Glock, Doornbos, Monteiro, Karthikeyan, Montagny, Kiesa, Yamamoto).
Ma nell' ultima stagione giunse clamorosamente anche l' ultimo podio: il 3. posto di Thiago Monteiro nel Gp degli Stati Uniti (che vide solo 6 partecipanti causa pneumatici Michelin cedevoli). L' ultimo punto arrivò invece nel sempre fortunato per la Jordan, Gp del Belgio, con l'8. posto sempre del portoghese.
Una bella storia di un costruttore privato, che ha fatto esordire molti piloti dal brillante futuro, che ha costituito, specie negli anni 90, un personaggio caratteristico e di riferimento per la F1.



ESPANA LEAGUE

L'anno scorso abbiamo assistito al dominio delle squadre portoghesi, con tre formazioni in semifinale e il confronto decisivo tutto lusitano vinto dal Porto di Villas Boas sulla sorpresa Sporting Braga. Quest'anno invece sembra che la Nazione favorita per portare un suo team al successo sarà la Spagna, anche alla luce dei risultati di ieri nell'andata dei quarti di finale. Delle otto formazioni ancora in corsa per la vittoria, infatti, ben tre sono spagnole (Atletico Madrid, Athletic Bilbao e Valencia), e tutte hanno un palmares invidiabile e un organico estremamente competitivo per puntare alla coppa. Nelle partite di ieri, i "fratelli poveri" di Madrid hanno avuto la meglio sull'Hannover per 2-1, i baschi hanno ottenuto un altro scalpo eccellente dopo il Manchester United, andando a vincere 4-2 in casa dello Schalke 04 di Raul e Huntelaar, mentre i valenciani, pur cedendo 2-1 in Olanda contro l'AZ Alkmaar, hanno tutte le chance per portarsi a casa la qualificazione nel ritorno. Se tutte e tre le formazioni passeranno il turno, si assisterà ad un derby tra Madrid e Valencia in semifinale, mentre il Bilbao si troverà di fronte la vincente tra Sporting Lisbona e Metalist Kharkiv (2-1 per i portoghesi l'andata), partendo quindi con il favore del pronostico. Il calcio iberico, già Campione d'Europa e del Mondo a livello di club e di nazionale negli ultimi anni, potrebbe dunque sancire il suo dominio assoluto in questa stagione, con una finale tutta spagnola sia in Europa League sia in Champions League, visto che Real Madrid e Barcellona sono capitate ai lati opposti del tabellone. Un ottimo biglietto da visita per le Furie Rosse, che a giugno cercheranno di difendere il titolo europeo conquistato quattro anni fa in Austria, per dare continuità ad un movimento che, oggi come non mai, sembra garanzia di vittoria e bel calcio.

mercoledì 28 marzo 2012

TU SEI TROPPO INTELLETTUALE PER ME


http://controcampo.sportmediaset.it/wpmu/2012/03/28/e-sempre-lora-dei-ricchi-scemi/#more-2458

Ed ecco che in una tranquilla mattina di fine marzo, mi imbatto in un articolo del signor Maurizio Pistocchi (trovate quassù il link).
Il moviolista ed opinionista di Sport Mediaset, scrive un editoriale sul sito della sua redazione, apostrofando brillantemente i presidenti calcistici come ricchi e scemi.
E fa di più, va sul personale e sullo specifico, ascrivendo in questa categoria una sorta di podio: Zamparini primo, Cellino secondo e Moratti terzo.
Zamparini è simpaticamente bollato come estemporaneo e superficiale, Cellino viene descritto erede di una fortuna, che è riuscito ad incrementare grazie ad abilità e qualche problema giudiziario, ed è descritto come esagerato e sgradevole, Moratti invece, pur indicato anche lui come erede di una grande fortuna, viene descritto come sperperatore di 1,5 miliardi di euro. Il patron nerazzurro è ondivago e Pistocchi costruisce i giudizi sul si dice. Si dice che abbia già ingaggiato Villas-Boas, si narra che scelga i giocatori di notte con il figlio maggiore, e che un calciatore entrato nel suo studio per una rescissione ne sia uscito con un triennale, si dice che voglia mollare.
Giudizi taglienti, dati dall' alto di un uomo che pare non aver rispetto dei personaggi che in fin dei conti, son grandi protagonisti dello spettacolo che gli dà da mangiare.
Pur potendo condividere a grandissime linee le critiche a questi tre presidentissimi, è assolutamente eccessivo andare sul personale, lasciandosi andare ad offese gratuite,e affidandosi a ciò che si è sentito dire, specie in un sito molto seguito come quello di Sport Mediaset.
Un Pistocchi che, andando a ritroso, non riesce a non essere sempre sgradevole ed estremo, ricordiamo che si prese un querela da Moggi, accusato dei fallimenti del Torino e del Napoli, dello scandalo coca di Maradona, della strana concomitanza tra le sue militanze laziali e toriniste e gli scandali calcioscommesse e prostitute degli anni 90.
Ma non si ferma qui, bolla Krasic con la simpatica frase non razzista "Credevo fosse serio, invece è solo serbo".
Si dice che due indizi facciano una prova, ma Pistocchi dissemina indizi un pò ovunque, come la lite con Mourinho per l' esultanza dello Special One in Siena-Inter al gol di Maicon.
Ora non sappiamo quanto sia ricco Pistocchi, ma come dice nel suo pezzo, quella definizione è ancora attuale, certo, ma prima di riferirla agli altri, avrebbe fatto bene a valutare la fattibilità di indirizzarla dapprima a sè stesso.


P.s.  mi sento di concludere apostrofando il Pistocchi come fece Mourinho durante la famosa lite su Mediaset, "Pistocchi, tu sei troppo intellettuale per me"!

IL PESO DI MASSA O UNA MASSA DI PESOS?


Il recente Gran Premio della Malesia ha contribuito ad ingigantire la ridda di voci attorno a Felipe Massa ed una sua possibile sostituzione a stagione in corso, colpevole di un 2010 e 2011 sottotono e un inizio 2012 addirittura disastroso.
Non ci sono giustificazioni se dopo due appuntamenti iridati il tuo compagno di box è in testa al mondiale con 35 punti e tu sei miseramente a 0, con un palmares che conta un 15esimo posto in Malesia ed un ritiro quando ti trovavi fuori dalla zona punti.
Se a questo aggiungiamo che nella scorsa stagione le sue migliori prestazioni in gara son stati sei quinti posti, ci rendiamo conto che il buon Felipe proprio non riesce a regalare più prestazioni all' altezza del team di Maranello.
Per trovare l' ultimo podio dobbiamo risalire alla Corea 2010, è chiaro che la situazione è critica.
Eppure parliamo di un pilota che ha i numeri dalla sua parte: 11 vittorie, 15 pole position, 33 podi, 14 giri veloci in gara. Nel 2008 Campione del Mondo sino a 3 curve dalla fine.
Ed è proprio quel 2 Novembre 2008 in cui muoiono i sogni iridati del brasiliano per il sorpasso in extremis di Hamilton sulla Toyota-bradipo di Glock, che segna uno dei tre punti di svolta, in negativo, del driver di San Paolo.
Infatti il Gp di Interlagos 2008 è l' ultima vittoria in carriera di Massa, che si ritrova a chiudere il mondiale in seconda posizione ad 1 solo punto dall' anglo-caraibico. E' uno dei punti di svolta della carriera, Massa liberatosi dell' ingombrante presenza di Michael Schumacher, nel 2007 si gioca il ruolo di prima guida con Raikkonen, con quest' ultimo che la spunta diventando campione all' ultima gara, ma nel 2008 ha la meglio sul discontinuo finlandese e si merita i galloni di prima guida. Dopo aver sfiorato il mondiale, affronta il 2009 con l' ambizione di riprovarci.
Ma il 2009 è l' anno delle Brawn Gp, e la Ferrari produce una monoposto non competitiva, ed arriva, dopo il buon podio della Germania, la maledetta molla dell' Ungheria. 26 Luglio 2009. Il brasiliano è vittima della molla del connazionale Barrichello, che lo colpisce sul casco. Il pilota riesce a riprendersi dall' infortunio e dopo una lunga convalescenza, nel 2010 è pronto a scendere nell' abitacolo della sua Rossa.
Secondo punto di svolta: la Ferrari ingaggia l' ingombrante Alonso, e deve scegliere chi affiancargli tra il Campione 2007 Kimi Raikkonen e il convalescente Felipe Massa.
La Ferrari opta per pagare un' esosa buonuscita al finnico pur di confermare Felipe, a cui è legata da un rapporto pluriennale (sin dagli esordi del 2001 in Sauber e dal 2003 dapprima come collaudatore e due stagioni dopo come pilota ufficiale) e per preservare la propria immagine, data l' impossibilità di mettere alla porta un pilota dopo un incidente così grave.
Ma il Felipe Massa che torna nel 2010 è diverso, e chiude con due secondi posti e un sesto posto nel mondiale, subisce oltremodo il compagno Alonso e non riesce quasi mai ad essere un uomo squadra.
Terzo punto di svolta: 6 Febbraio 2011, Robert Kubica, alfiere della Lotus, rimane ferito in un gravissimo incidente rallystico che lo costringe tuttora ad una lunghissima riabilitazione.
Da più parti il pilota polacco è considerato il favorito al sedile del brasiliano nella stagione successiva, ma Kubica, grande amico di Alonso, si salva per miracolo, e ad oggi non sa ancora quando potrà riprendere a guidare una monoposto di F1. Nel 2011 Massa arriva sesto nel mondiale ad una siderale distanza di oltre 100 punti da Alonso. Più per mancanza di alternative che per i risultati dunque, Massa affronta anche il 2012 come driver Ferrari. Le uniche alternative sarebbero i piloti del Ferrari Driver Accademy, con Sergio Perez e Jules Bianchi sugli scudi, ma sono ancora acerbi.
Inoltre Massa ha una positiva rendita per l' immagine Fiat in Sud America.
Ma al Gp della Malesia accade qualcosa che spariglia le carte: l' esplosione del giovane messicano Perez, che sfiora la vittoria sotto le condizioni meteo incerte, con la modesta Sauber. Massa annaspa, Perez brilla.
Perez è giovane, aggressivo, affamato, talentuoso, è sostenuto economicamente dai pesos di Carlos Slim, messicano, tra gli uomini più ricchi del mondo.
Non gli manca niente.
Siamo alle sliding doors, Massa diventa un peso, la massa di pesos di Perez un' alternativa allettante.
Le occasioni per Felipe diminuiscono sempre più, e la figura di Perez è sempre più minacciosa alle sue spalle.
11 vittorie, 15 pole position, 33 podi, 14 giri veloci: sono un anno e mezzo che Massa non rinverdisce questi dati. Ma sono dati importanti, che non possono esser svaniti per una sorpasso su Glock, una molla o una demoralizzazione.
Ci sono ancora 18 occasioni per dimostrare chi è stato per la Rossa Felipe Massa, anche con una vettura non all' altezza, anche con il fiato di Perez sul collo, che con tutto il rispetto, non è ancora nè Schumacher nè Raikkonen, ai quali Massa è riuscito a dar la paga numerose volte in qualifica e un pò meno in gara. 
Massa non era un fermo, non era un peso.
Sta a lui, perchè questa sua copia sbiadita faticherà a trovare un sedile in F1 nel 2013, e quei dati lo meriterebbero.
Qualunque opinione si abbia di lui, sono dati oggettivi, che a 30 anni, non dicono che sei un fermo o sei finito.



STRAFALCIONI NERAZZURRI VOL.2- TUTTA COLPA DI GASP



E la proverbiale signorilità di Moratti andò ad aggiungersi agli strafalcioni nerazzurri di quest' anno.
In un' intervista odierna il patron dell' Inter riserva un trattamento speciale al primo allenatore di questa stagione, Gian Piero Gasperini.
Probabilmente irritato dalle precedenti dichiarazioni del tecnico piemontese, che dichiarò alla Gazzetta dello Sport dei dissapori sia in sede di mercato, che di modulo e di vedute sulla rosa, il primo tifoso nerazzurro si è così espresso: "La colpa per il disastro di questa stagione è di Gasperini, ha rovinato tutto, ha tolto la grinta all'ambiente e si lamentava in continuazione contro i giocatori, davvero pessimo".
Critiche che francamente paiono eccessive, specie di fronte a una disfatta totale, che non si è frenata neppure con l' avvento del mite Ranieri. Gasperini nasce come cultore del 3-4-3 e ciò era di dominio pubblico, le sue squadre facevano della duttilità, dello scambio di posizioni in campo e del pressing forsennato, il loro marchio di fabbrica. Ed invece fu accolto come soluzione di ripiego, terza scelta dopo Villas Boas e Bielsa, in una squadra, secondo quanto riferì in quella intervista il Gasp, considerata dalla stessa società con "giocatori logori che formano però una grande squadra, se giocano come hanno sempre fatto".
Pare conseguenza logica che il 4-2-3-1 di stampo mourinhano ed il 4-3-1-2 della premiata ditta Benitez-Leonardo, poco si sposassero con un tecnico devoto alla difesa a tre, all' attacco a tre con le ali, e al continuo movimento senza palla dei calciatori in campo, specie considerando i componenti della rosa calciatori oramai logori.
Scaricare la colpa su Gasperini può essere giusto se non si conosceva Gasperini, se fosse stato imposto da un' entità superiore, ma non dopo averlo scelto liberamente, dopo averlo seguito ed aver raccolto informazioni e resoconti sulla suo profilo lavorativo.
Per quanto riguarda la grinta dell' ambiente, non è stata tolta da Gasperini, ma piuttosto è derivante dalla dipartita madridista dello Special One, ed è scemata giorno dopo giorno, sino all' incapacità di reagire alle avversità tipica del 2012 targato Ranieri.
E' giusto non riconoscere le scelte sbagliate di una dirigenza, in sede di tecnici e di mercato, di scelte in generale e gettare la croce addosso al povero Gasperini, che ha trovato l' ambiente più ostile possibile alle sue idee di gioco?
Sarebbe giusto e corretto nei confronti dei tifosi nerazzurri, che sempre saranno grati al patron nerazzurro per i successi di questi anni, ammettere di aver sbagliato, che la stagione è storta non solo per colpa del fato, e ricostruire da questi errori.
Meno riconoscenza, un progetto e un' impronta di gioco precisa.
Di questo ha bisogno l' Inter, e l' augurio sia che parta da Stramaccioni, uno che pare avere le idee chiare.



martedì 27 marzo 2012

UNA FAVOLA SENZA LIETO FINE

Per un tempo, anche oggi avevano cullato il sogno di continuare la loro favola e mantenere vivo il sogno di un'intera isola, che in questi mesi li ha seguiti ed incitati con calore sempre più grande. Purtroppo però di fronte a loro c'era il Real Madrid di Mourinho, affamato di vittorie e di tituli in Europa, e così per i pur grintosi e determinati giocatori dell'APOEL Nicosia è arrivata una sconfitta casalinga per 3-0 che sembra compromettere definitivamente le loro possibilità di superare i Quarti di finale della Champions League. La favola dei ciprioti era iniziata molti mesi fa, ovvero il 13 luglio del 2011, con l'andata del Secondo turno di qualificazione in casa degli albanesi dello Skenderbeu, ed era proseguita poi contro gli slovacchi dello Slovan Bratislava e i polacchi del Wisla Cracovia; dopo aver eliminato questi ultimi, l'APOEL si era guadagnato l'accesso al tabellone principale della Champions League, ma il sorteggio con i freschi campioni di Europa League del Porto, lo Zenit di Luciano Spalletti e lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu sembrava decisamente proibitivo per i sorprendenti ciprioti.
Invece, la squadra allenata dal serbo Ivan Jovanovic ha smentito ancora una volta tutti, riuscendo a chiudere al primo posto il suo girone e ottenendo il pass per gli Ottavi di finale della competizione, risultato storico per una formazione dell'isola che, secondo il mito, ha dato i natali alla dea della bellezza, Afrodite. Nella fase a eliminazione diretta, l'APOEL si è trovato di fronte i temibili francesi dell'Olympique Lione, e ancora una volta è partita come squadra sfavorita, ma i grintosi ciprioti non si sono scoraggiati neanche questa volta; dopo una sconfitta di misura per 1-0 in trasferta, si sono giocati il passaggio del turno in casa, e alla fine l'hanno spuntata ai calci di rigore, dopo aver pareggiato nei tempi regolamentari il risultato dell'andata, riscrivendo ancora una volta la storia delle squadre cipriote nella massima competizione europea per club.
Dopo essere entrata tra le prime 8 squadre del continente, però, l'APOEL si è trovato di fronte un avversario decisamente fuori portata: il Real Madrid dello Special One Mourinho e della Scarpa d'Oro Cristiano Ronaldo. Forti del calore del loro pubblico e della grande organizzazione difensiva, i ciprioti hanno resistito ai continui assalti degli spagnoli per oltre 70 minuti, poi un Kakà finalmente decisivo e il bomber Benzema hanno ispirato il 3-0 finale in favore del Madrid, un risultato che sembra obbiettivamente impossibile da ribaltare al Bernabeu la prossima settimana. Fine della corsa dunque per la squadra di Nicosia, ma gli applausi della gente al termine del match rappresentano certamente una vittoria per giocatori e allenatore, consapevoli di aver lasciato comunque il segno in questo torneo e di aver regalato un'emozione unica e difficilmente ripetibile ad un'intera isola. Ora, l'APOEL si augura almeno di affrontare nel migliore dei modi la trasferta spagnola della prossima settimana, perché un'altra sconfitta sarebbe davvero un modo triste per concludere la favola più bella di quest'edizione della Champions League.

STRAFALCIONI NERAZZURRI


Da poche ore, il patron dell' Inter Massimo Moratti, ha dato il benservito a Claudio Ranieri, colpevole di un girone di ritorno orribile (6 punti sinora), il giorno dopo la sconfitta contro la rivale storica della Juventus per 2-0.
E' il terzo cambio di allenatore per la squadra nerazzurra in questa stagione, sintomo di totale confusione nel progetto tattico e di una squadra ormai svuotata e difficile da rivitalizzare.
Dopo Mourinho il nulla: una squadra che è invecchiata progressivamente, un ricambio generazionale fallito o abortito (basti pensare alle cessioni di Santon e Balotelli, un Ranocchia in piena involuzione, Coutinho spedito all' Espanyol a maturare). Un undici di base molto simile a quello del triplete, con i soli Nagatomo al posto di Chivu (ancora in rosa), e Pazzini o Forlan al posto di Eto'o, che già nel magnifico 2010 sarebbe stato più debole di quello titolare, e in più con due anni sul groppone.
Non è Sneijder il problema, è un problema generale, di concentrazione, di fame, di una difesa che si imbambola troppo spesso, di un centrocampo che rincorre a vuoto gli avversari, di attaccanti dalle polveri bagnate.
Il problema non era Gasperini, anche se con il suo 3-4-3 mal digerito dalla squadra ci ha messo molto di suo, e non è neppure Ranieri, che con il suo fare da gentleman non è riuscito a dare uno straccio di gioco nè di anima ai nerazzurri.
L'Inter si avvia stancamente alla fine di questa stagione, e la ricostruzione dovrà partire da un progetto tattico convincente, e da una rosa che non dovrà risentire della riconoscenza agli eroi del passato recente. Molti giocatori sono oltre i 30, bisognerà ridare linfa vitale a giocatori ormai sconsolati e demoralizzati, che al primo gol subito non sanno più reagire.
E dovranno restare solo calciatori integri e convinti dal progetto, non disposti ad abbandonare la nave alla prima offerta milionaria araba o francese.
Ora arriva il tecnico della Primavera, neo-campione della Champions giovanile, che gode della stima di tutti, ma quel che potrà fare non sarà niente più che traghettare la squadra a fine stagione. Miracoli all' orizzonte non se ne vedono. Come le idee chiare di ricostruzione.
Senza basi solide si rischiano di ripetere gli errori di fine anni novanta.
Per Stramaccioni si preannuncia un arduo compito. Le referenze sono ottime da più parti, è portatore sano di 4-2-3-1 (Mourinho docet), vedremo come potrà adeguarsi ad una rosa con calciatori coetanei o quasi (J.Zanetti, Castellazzi, Orlandoni più anziani di lui, Cordoba del '76 come il neo allenatore nerazzurro).
E l' unico triplete di questa stagione sarà quello degli allenatori, con il rischio per Stramaccioni di essere l' ennesimo degli strafalcioni nerazzurri di questa stagione.

domenica 25 marzo 2012

PAGELLINE PIOGGERELLINE MALESI OLE'



Con qualche ora legale di ritardo causa connessione Internet da italiano medio, tornano le pagelline di F1, round 2: Malesia.
Andiamo in ordine inverso oggi, un pò com'è stata la gara, cioè sottosopra!
3,5 Grosjean: il francesino della Lotus azzecca solo la partenza, che lo porta immediatamente nelle posizioni nobili della classifica, ma tre secondi dopo perde il navigatore: prima prende in pieno la Mercedes di Schumacher e poi decide di fare una sabbiatura poche curve dopo. Morale: giri completati in due gp, zero! Annegato.
4 Kobayashi: 47 giri per il giapponese, compagno di squadra di Perez. Ma di tutt' altro spessore rispetto al messicano. Peccato, perchè si scioglie sotto l' acqua proprio quando la sua vettura sembrava truccata da quanto volava oggi! Nippo dalle polveri bagnate.
3 De la Rosa: riesce ad arrivare in fondo a 2 giri da Alonso, ma riesce anche ad arrivare dietro al compagno di squadra, impresa titanica, dato l' autoscontro a cui Kathikeyan ha deciso di dar vita oggi. Acqua cheta, ma anche stagnante.
8-4+ = Karthikeyan: il suo voto è una media tra il divertente decimo posto di gara uno e la disastrosa gara 2, dov'è coinvolto senza colpe nell'ala rotta da Button, e dove fa scendere imprecazioni a più non posso a Vettel per averlo tamponato e forato la posteriore. Ma arriva davanti a De la Rosa, nonostante tutto. E' il massimo a cui può aspirare. Bicchiere (di pioggia) mezzo vuoto.
5 Pic: non si vede mai, chiude a 2 giri, mentre il suo compagno, unico metro di giudizio realistico ne prende solo uno. Annacquato.
5,5 Maldonado: il venezuelano nel turbillon acquatico si perde un pò, naviga sempre dietro a Senna e puntuale come un orologio subacqueo malese, a un giro dalla fine sventola fumata bianca. Motore alle cozze, e seconda gara sfumata, peccato perchè era comunque risalito sino all' undicesimo posto. Riuscirà a finire la prossima gara? Piove ancora sul bagnato.
5 Kovalainen: senza infamia nè lode, chiude 18esimo dietro una Marussia ed anche al suo compagno di box, poteva far meglio. Come un pesce fuor d'acqua. Piovana.
6,5 Glock: per la stessa motivazione, in condizioni estreme riesce a sopravanzare una Caterham. E non è poco. Bravo. Tira l' acqua al suo mulino.
6,5 Petrov: si posiziona nella miglior casella possibile con questa vettura. Ottimo, anche se pagante. Quando piove alla buon' ora, prendi i bovi, va e lavora...
2 Massa: pessima gara del ferrarista, che riesce a tenere dietro solo Caterham, Marussia, Hrt, prende 1 minuto e 39 di distacco dal compagno di team, senza apparentemente nessun problema, uscita di pista o incidenti, monta pure gli pneumatici al momento più opportuno. Inspiegabile lentezza. Ha l'acqua alla gola.
5 Button: si rovina da solo rompendosi il muso sul posteriore di Karthikeyan. E non è uno scherzo. Tenta un recupero ma non va oltre il 14esimo posto, attardato dalla sosta supplementare, perde punti preziosi. Per tutta la gara in cattive acque.
5 Rosberg: ad un certo punto si trova quarto, ma la Mercedes in ogni condizione inspiegabilmente distrugge le gomme, wet, intermedie e slick che siano. Poche colpe del pilota, se non quella di finire dietro a Schumacher. Per la seconda gara consecutiva è un autista della propria vettura, che non riesce a farlo esprimere da pilota come meriterebbe. Chiude 13esimo. Piove sul bagnato.
6 Ricciardo: di lui ricordiamo la perfetta tempistica del cambio gomme slick, e l' immancabile sorpasso a Massa, chiude negli scarichi di Vettel, nella gara sbagliata però. Deve passare ancora tanta pioggia sotto i ponti.
6 Vettel: gara giudiziosa del tedesco, che nella confusione, mirava a raccogliere punti preziosi non disponendo di una vettura granchè performante. Ci pensa Karthikeyan a saggiare il suo proverbiale posteriore, con esiti disastrosi. Simpatico vederlo gesticolare come un italiano al semaforo. Gavettonato dall' indiano.
6 Schumacher: gara abbastanza ingiudicabile del tedesco. Parte malino, nelle prime curve finisce speronato da Grosjean, costretto a ripartire dal fondo, deve anche lottare con il degrado delle sue Pirelli, chiude 30 secondi davanti a Rosberg, unico dato positivo. Grazie al ritiro di Maldonado artiglia il primo punto iridato. Tenace, ma il terzo posto delle prove è uno specchio per le allodole. Urge far gruppo e trovare una spiegazione a questo problema. I panni sporchi di pioggia si lavano in famiglia.
7 Hulkenberg: bravo il tedesco a marcare i primi 2 punti della stagione, battagliero e consistente, chiude però dietro Di Resta. Facile come bere un bicchier d'acqua.
7,5 Vergne: ottavo posto frutto della decisione in Gara 1 di rimanere fuori con le intermedie mentre tutti avevano le wet, sperando nell' interruzione, puntualmente arrivata. Consistente, segna i primi punti in carriera. Talentuoso. A goccia a goccia si scava la pietra.
8 Di Resta: nessun numero particolare per lui, ordinato e veloce per tutto il gp, meritatissimo settimo posto. Scende la pioggia, ma che fa...
8,5 Senna: parte in sordina ma pian piano risale la china, mettendo in mostra sensibilità di guida, molta concentrazione (dote che ha difettato in gare passate), bei sorpassi e centra la miglior posizione in carriera. Sul bagnato è bravo, come nella qualifica del Belgio 2011. Gara soprendente. Ora deve essere più continuo. Buon sangue non mente, soprattutto nella pioggia.
8 Raikkonen: seconda gara molto solida del finlandese, marca il giro più veloce in gara come ai bei tempi. Splendida gara, però dalla prossimo vogliamo vederlo partire più avanti in griglia. Per niente appannato dal rally. Nell' acqua ordine, nel vino disordine.
6,5 Webber: anche lui si accontenta di portare a termine una gara strana senza prendersi particolari rischi. Va bene così, nel mondiale è davanti a Vettel. Formichina acquatica.
6 Hamilton: per la seconda gara terzo partendo dalla pole. E' un Hamilton diverso, per certi versi più maturo, che si prende meno rischi e ci appare più giudizioso, quasi ragioniere. I corpo a corpo li lascia ora agli altri. E' un bene? Se ne lava le mani (con acqua piovana si intende).
9 Perez: impressionante, aveva la miglior macchina in pista, sembrava spinto da un ardore soprannaturale, allo stop di Gara 1 si ritrova terzo, ma non per caso, perchè quando scala al secondo posto recupera la bellezza di 7 secondi ad Alonso, ritarda il momento di montare le slick ed è costretto a risalire di altri 5 secondi per tornare negli scarichi dell' asturiano. Arrivato a 1 secondo dallo spagnolo commette l'errore decisivo a 5 giri dalla fine che lo esclude dalla lotta per una vittoria incredibile. Farsi notare nelle situazioni estreme è una dote dei campioni veri, ultimo in ordine di tempo il Vettel a Monza con la Toro Rosso. Sposo (rosso) bagnato, sposo fortunato.
10 Alonso: mette in pista un vero capolavoro. Da campione vero. Domina la gara, è fortunato quando Perez si autodisinnesca. E' incredibilmente in testa al mondiale con una vettura che è 1,5 secondi dietro alle Mc Laren. E' il miglior Alonso della sua carriera, in uno stato di grazia che prosegue dal 2011, però non ha una vettura all' altezza. Butta l' acqua (piovana) sul fuoco (della critica).


Citazioni speciali: un ringraziamento speciale alla Rai tutta, che riesce in un salto triplo degno di un' Olimpiade, iniziamo su Raiuno, ci spostiamo su Raidue e interviste dal podio su Raitre, roba mai vista. Per la serie valorizziamo il prodotto.
Però, il commento è all' altezza, considerando la pioggia: confondere i piloti meno di 10 volte è stato un ottimo risultato, così come parlare nel frattempo dei team radio è una scelta tattica, tanto nessuno sa l' inglese.
E' fondamentale poi, sapere che Button, tra Gara1 e Gara2, ha mangiato un piatto di pennette al pomodoro. 
Sarebbe stato meglio se i commentatori avessero seguito un pò di più il detto....acqua in bocca!!!


Ps. e se vi ho annacquato i cosiddetti, perdonatemi!

sabato 24 marzo 2012

PAGELLINE DI PROVA DELLA F1 ALE'



Direttamente dal nostro inviato davanti allo schermo di una tv sintonizzata con Sepang, le pagelline volanti del dopo qualifiche malesi.
1 Hamilton 9 - Se non avesse fatto l'errorino nel giro buono diventava un puntino lontano, almeno 2/3 decimi buttati là. Ma è pole. Peccato, avrebbe potuto occupare in solitudine tutta la prima fila.
2 Button 7,5 - Classica qualifica da Button, conservativa e sorniona. Vedremo domani.
3 Schumacher 8 - In qualifica il potenziale c'è, pilota e macchina sono ok, ma il capolavoro è la distruzione psicologica progressiva di Rosberg, stile Schumi cannibale dei tempi d'oro.
4 Webber 7- Per la seconda qualifica consecutiva davanti a Vettel. Poche speranze di ripetere l' exploit in gara.
5(10) Raikkonen 7- Ottimo quinto, anzi decimo. Ancora veloce, non ha perso smalto, e neanche la sua sfortuna tipica del periodo Mc Laren. Nuova gara in rimonta.
6(5) Vettel 7- E' costantemente lo spauracchio di commentatori, analisti e team principal. Fa il miglior giro con le gomme meno performanti, che saranno più resistenti in gara. E' stato un azzardo ma non parte troppo dietro.
7(6) Grosjean 6,5
8(7) Rosberg 4,5 - Rosberg, o quel che rimane psicologicamente di lui, per la seconda volta sbaglia in pieno il giro buono in Q3, perde almeno 4-5 decimi spiattellando lo pneumatico anteriore e compromettendo il giro. L' anno passato il parziale in qualifica con l' eptacampione citava 16-3 e ora già uno 0-2, non appena la macchina ha consentito di lottare per le prime file il suo volante ha cominciato a scottare. 
9(8) Alonso 7- Fa ciò che può, danza della pioggia compresa per domani.
10(9) Perez 7,5 - In Q3 entrano 2 Mc Laren, 2 Mercedes, 2 Red Bull, 2 Lotus, Alonso e Perez. Dov'è l'errore? Che Perez non è ancora pilota Ferrari. Per quanto?
11 Maldonado
12 Massa 5,5 - Un pochino meglio, ma ci si aspettano ben altre prestazioni, pur avendo una macchina poco performante, la Q3 al posto di Perez era una aspettativa ragionevole per il Massa rapidissimo in qualifica di qualche tempo fa.
13 Senna 5,5- Le prende sempre da Maldonado, anche se va un pochino meglio dell' Australia.
14 Di Resta 6- Il range della Force India attualmente è quello.
15 Ricciardo 5,5- Dalle libere ci si aspettava un pochino meglio.
16 Hulkenberg 5
17 Kobayashi 5- Ne esce con le ossa rotte nel confronto col messicano Perez.
18 Vergne 5- Non si può sbagliare niente con le prestazioni così ravvicinate, lui spiattella e pare guidare un trattore dalle vibrazioni che ne son derivate.
19(24) Kovalainen 6,5
20(19) Petrov 6
21(20) Glock 6
22(21) Pic 6
23(22) De la Rosa 10- Parteciperà alla gara! Un bel 10 per l' età, la vettura, il coraggio ed il compagno di team.
24(23) Karthikeyan 10-- -Anche per lui prima gara dell' anno. Prende solo 5 decimi dal compagno. Prende solo 5 secondi e 3 dalla Q2. Prende solo 7 secondi e 7 dalla pole. Prendersi una dorata pensione in India no eh?


Telecronaca Rai VOTO "MASSA"
1. Mazzoni che saluta in malese a inizio collegamento, fa sperare che siano i buoni commentatori malesi a raccontarci le qualifiche. Proprio no.
2. Mazzoni riesce a raccontare qualsiasi voce o gossip dal paddock, senza mai nominare le voci di sostituzione di Massa sempre più insistenti.
3. Mazzoni durante il giro buono di Schumacher ha iniziato a sciorinare tutte le statistiche esistenti sulle qualifiche degli over 40 in F1, effetto gufaccio garantito: il tedesco prima è secondo e poi scivola fuori dalla prima fila. 
4. Premio simpatia a Ivan Capelli. Chi vince Ivan? Beh Schumacher alla prima curva è primo, tiene tutti venti giri dietro senza farsi sorpassare. E giù di risate a crepapelle del trio Capelli, Antonini e Bortuzzo. Manco avesse detto che alla prima curva sarà primo Massa. Mah.


Pronostico: Hamilton e Button si faranno la guerra attaccandosi alla prima curva, attenzione al DRS+FDUCT della Mercedes di Schumacher. Detto questo, piove e tutti dietro alla safety sino a che non smette e niente partenza. 50%Hamilton, 20%Button, 20%Vettel, 10%Schumacher.

venerdì 23 marzo 2012

ARRIVEDERCI PIACENZA!

Scompare ufficialmente oggi, dopo 93 anni di storia gloriosa, il Piacenza Calcio; la squadra, che era sprofondata dalla scorsa estate nel girone A della Lega Pro Prima Divisione, è stata dichiarata fallita questa mattina, e al termine della stagione sportiva 2012 il suo titolo sportivo sarà negoziabile. Davvero una triste notizia per gli appassionati di calcio, che avevano vissuto la favola del Piacenza soprattutto tra metà anni 90 e primi anni 2000, con la squadra che ha militato per diverse stagioni in serie A e in cui hanno esordito o hanno giocato atleti importanti come i fratelli Inzaghi, Alberto Gilardino, Giovanni Stroppa, Ruggiero Rizzitelli, Dario Hubner e Pietro Vierchowood. Dopo oltre vent'anni nel calcio che conta, a partire dalla promozione in serie B del 1991, e ben 8 stagioni in serie A, nell'estate del 2011 la squadra emiliana era precipitata nell'inferno sportivo della Lega Pro, e da lì il crollo non si è più arrestato: problemi finanziari e societari, il coinvolgimento nello scandalo del calcio-scommesse per via dei suoi giocatori Gervasoni e Cassano, e infine la sentenza di oggi del tribunale di Piacenza, che ha dichiarato il fallimento ufficiale. Il nostro augurio è che in estate nasca una nuova società, più determinata e agguerrita che mai, in grado di riportare il Piacenza Calcio ai fasti di qualche stagione fa. E' proprio il caso di dire, visto lo stemma della città: in bocca al lupo!

F1 IPSE DIXIT PRE-SEPANG



Ecco una piccola raccolta di frasi dette da piloti e team principal in vista del Gp della Malesia in programma a Sepang domenica 25 Marzo.
Chi avrà ragione? Ai posteri l'ardua sentenza.
Livello 1: Alonso "Nessun miracolo per la Ferrari a Sepang", per la serie se non basterà la pioggia ci penso io a gettare altra acqua sul fuoco!
Livello2: Hamilton "In Malesia dovrebbe andare meglio", in qualifica quindi occuperà da solo la prima fila.
Livello 3: Felipe Massa ci regala due perle: "Per quanto riguarda Melbourne, è vero che non ho mai vissuto in carriera un weekend dove la macchina andasse così male sin dal primo giorno", infatti per quanto riguarda l' ultimo abbiamo numerosi esempi, vedi le 6 piroette di Silverstone 2008 con la pioggia, e rincara la dose con un "La stampa italiana prevede tempi duri per me? A essere onesti, non mi interessa" per la serie le ultime parole famose, vedremo chi avrà ragione.
Livello 4: esce Tonino Guerra ed entra Maldonado l' ottimista: "Siamo stati molto vicini alla Red Bull di Webber, e siamo più veloci di Ferrari, Sauber e Force India". Basta una gara a muro per renderlo così ottimista, e se fosse arrivato sesto? Era in lizza per il mondiale?
Livello 5: l'eptacampione Schumacher: "Dopo la delusione dell' andamento della prima gara, andiamo in Malesia con molta fiducia, perchè abbiamo visto in Australia che la nostra vettura è capace di metterci in buone condizioni", per la conferma delle sue parole chiedere a Rosberg e alle sue gomme posteriori di formaggio svizzero.
Livello 6: Button il prudente: "Entrambi i piloti Red Bull sono stati velocissimi, ma credo che anche Mercedes e Lotus potranno essere pericolose", paracarro in versione para-culo?
Livello 7: Raikkonen prevede: "Voglio il podio in Malesia", dichiarazioni realistiche o astinenza da champagne ed alcoolici vari?
Livello 8: Nico Rosberg: "Sono fiducioso che possiamo migliorare qui e che avremmo un weekend di successo di fronte a tutti i nostri sostenitori malesi", uscirà dall' anonimato australiano per tirare giù un gran botto per i maxischermi di Sepang?
Livello 9: Hrt, Pedro De La Rosa: "Le nostre priorità in Malesia saranno servosterzo e DRS", e chissenefrega di libere, qualifiche e gara!
Livello 10: Sergio Perez, che si lancia in lodi sperticate e decisamente argomentate per la sua Sauber: "la C31 è una grande macchina" e meno male che non ha detto una macchina grande.
Ora vedremo chi ha bluffato, chi mentito di proposito e chi non aveva idea di ciò che diceva. Da queste dichiarazioni emerge che un pò tutti avranno successo in questo Gp della Malesia, che la Ferrari non fa promesse e che l'Hrt non sa che si va a fare una gara.
Il mio pronostico? Qualifiche a Hamilton o Rosberg, gara a Button, Hamilton o Vettel.
Possibili sorprese: Mercedes in qualifica, specialisti delle condizioni misto-bagnate in gara: Vettel, Button o Schumacher o il redivivo Raikkonen.
Sempre che Maldonado non mantenga le promesse...
Dimenticavo: Livello 58. La prima gara a Sepang dopo l' incidente di Simoncelli.  E non c'è niente che strappa un facile sorriso.

giovedì 22 marzo 2012

RIVELAZIONI LOW-COST...BRAVI I PRESIDENTI?



Ora passiamo in rassegna invece i giocatori che guadagnando relativamente poco, hanno reso oltre le più rosee previsioni.
All' Atalanta segnaliamo l' ottima stagione del terzino sinistro Peluso, a discapito dei 0.3M di ingaggio, o i 0.2M della promessa Gabbiadini, già nel mirino di alcuni club di altissimo livello.
A Bologna si sta rilanciando da difensore centrale nella difesa a 3 Raggi, che guadagna "solo" 0,23M, mentre si sta facendo notare un ragazzino scuola francese, Taider, che fattura 0,16M.
Nicola Legrottaglie è in una fase della carriera molto spirituale, il Dio Denaro per lui non è così al centro del mondo, 0,3M per prestazioni altissime condite pure da qualche gol che hanno ingolosito Catania. In maglia rossoazzurra è titolarissimo anche Marchese, che è tra i meno pagati della sua squadra con 0,23M.
Nel Cesena nonno Antonioli assicura ancora prestazioni all' altezza per 0,3M, così come capitan Colucci, con lo stesso stipendio, pilastro della cenerentola della Serie A è Guana, titolarissimo per 0,27M l' anno. Lauro, che ha conquistato il ruolo di terzino sinistro è a quota 0,21M e la promessa Martinho è un super low-cost a 0,15M.
Nel Chievo troviamo la sorpresa Thereau che guadagna 0,18M nonostante il suo status di titolare intoccabile ed alcuni gol pesanti in questa stagione, anche Sammarco, Moscardelli e Acerbi hanno uno stipendio basso nonostante le loro presenza, rispettivamente 0,25M, 0,23M e 0,25M.
Il Genoa corrisponde a Jankovic 0,3M, e lui ripaga con ottime prestazioni al rientro dall' infortunio che l' ha tenuto lontano per mesi dai campi di gioco.
Nella Lazio questa stagione Diakitè ha calcato numerose volte il campo da gioco, ma ha tra gli stipendi più bassi della squadra: 0,3M, come il compagno Kozak, già a quota 2 reti in poche apparizioni.
Capitolo Lecce: le sorprese Cuadrado e Muriel sono super low-cost, rispettivamente 0,27M e 0,1 M per le loro folate offensive, che risultano decisive nella rincorsa salvezza giallorossa. Anche lo specialista delle punizioni Brivio ha uno stipendio molto competitivo da 0,26M.
Nel Novara troviamo Porcari, protagonista della vittoriosa trasferta di Siena, che guadagna 0,3M, così come Marco Rigoni, rivelazione degli azzurri piemontesi. Buona stagione anche per il giovane portiere albanese Ujkani, 0,20M per lui.
Nel Parma sta emergendo il giovane centrocampista, ex Sassuolo, Musacci, 0,08M a fronte di un crescendo di prestazioni alla prima stagione nella massima serie.
E anche in questa analisi, l' oscar va all' Udinese. Le zebrette corrispondono 0,3M a Basta e Danilo, rivelazioni del campionato: in pochi anni, se decideranno di calcare palcoscenici prestigiosi prenderanno sicuramente molti più zeri dei loro salari attuali.
Ovviamente bravi i presidenti. 
Ma, dopo aver visto gli sperperi per giocatori spesso inutilizzati o quasi, siamo sicuri che queste rivelazioni low-cost siano frutto di bravura o solo e puramente del caso?


mercoledì 21 marzo 2012

PANFORTE AMARO

A Siena potrebbero designare il 21 marzo come giornata di lutto cittadino, almeno dal punto di vista sportivo: quasi contemporaneamente, infatti, sono arrivate ben due sconfitte, una nel calcio e l'altra nel basket. Nel primo caso, l'impresa era piuttosto difficile, perché si giocava al San Paolo di Napoli e il risultato dell'andata (2-1 per i bianconeri) non costituiva affatto un margine di sicurezza. Inoltre, il tecnico Sannino aveva fatto capito di non dare molta importanza alla coppa, anche se c'era in palio la conquista della finale, e l'autorete di Vergassola dopo pochi minuti ha subito complicato le cose; il raddoppio di Cavani, poi, è stata la mazzata definitiva, e la reazione pur generosa del Siena non ha portato al gol che sarebbe valso almeno i supplementari. Niente finale tutta bianconera con la Juve, dunque, e addio anche ai sogni di Europa League.
Ben diverso il discorso per la Mens Sana di basket, che ha giocato in casa da favorita il primo incontro dei quarti con l'Olympiakos. Dopo aver controllato l'incontro per tre quarti di partita, e in vantaggio di 10 punti, i biancoverdi però hanno avuto un calo di concentrazione e si sono bloccati, segnando solo 9 punti e subendone 24 dai greci, che così hanno portato a casa la partita. In questo caso niente è perduto, perché la qualificazione si ottiene dopo 3 vittorie, ma sicuramente il cammino è più difficile per Siena, che adesso giocherà ancora in casa e poi volerà in Grecia per giocarsi lì l'accesso alle semifinali della coppa.
Insomma, una serata davvero da dimenticare al più presto per la città del Palio. L'unica consolazione è che questo tragico 21 marzo è ormai finito e che, come diceva Vivien Leigh, "domani è un altro giorno"...

CHI LI HA VISTI IN SERIE A? /4

Stipendi della Serie A 2011/12 fonte GdS: cliccare per ingrandire.

A Palermo c'è il terzino uruguayano Aguirregaray che prende 0,3M per le sue 7 partite, Tzorvas ormai riserva dopo 11 match da titolare da 0,6M, Alvarez 0,4M e 8 partite, Lores Varela 0,3M e 5 partite.
In Emilia a Parma, la riserva Pavarini registra a referto 6 partite per 0,35M, Santacroce eterna promessa mai mantenuta solamente 7 presenze e 0,45M, Brandao 0,35M per 2 presenze, Palladino invece guadagna 0,9M come Giovinco, ma per lui solo 5 impalpabili apparizioni. Complimenti al procuratore.
Nella Roma di Luis Enrique spiccano i 2,28M di Cicinho, impiegato solo 2 volte, Curci 0,63M per essere declassato a terzo portiere mai partecipante, ed anche Cassetti è ben pagato, 1M per 6 presenze.
Capitolo Siena: rientrerebbe nella Top11 degli stipendi ma in campo non c'è quasi mai, parliamo di A.Rossi, il terzino prende 0,4M e 5 sole presenze per lui, Contini 7 presenze e terzo stipendio di squadra per lui, 0,6M, ma se la cava bene anche Sestu, nessuna presenza e 0,37M.
Nella virtuosa Udinese sono poche le incongruenze stipendi/apparizioni in campo, notiamole: l' eterno infortunato Barreto DS prende 0,5M nonostante pochissime presenze nell' ultimo anno tra Bari e Udinese, 3 sole con i colori bianconeri. Coda 0,5M, stipendio tra i più alti, per 1 sola partita stagionale.
Ecco in tempi di crisi il "capitale immobile" di questa Serie A, giocatori inutilizzati o quasi, a volte solamente per scelta tecnica, che percepiscono stipendi ampiamente sopra la media. E il fair-play finanziario non dovrebbe premiare il merito anche in rapporto agli stipendi?
Beh non c'è che dire...
Procuratori voto 10. Furbissimi!
Presidenti voto 1. Cuori d'oro in tutti i sensi!



CHI LI HA VISTI IN SERIE A? /3

Stipendi della Serie A 2011/12 fonte GdS: cliccare per ingrandire.

A Roma, sponda biancoceleste, il buon Bizzarri porta a casa 0,5M per 4 presenze, inaspettatamente l'esperto Zauri con le sue 7 partite guadagna 1,2 M, Garrido 0,8M per 4 gettoni, l' albanese Cana 1,7M per 8 apparizioni, Kozak 0,3 per 9 partite.
Nel Lecce il calciatore più pagato è addirittura Corvia (0,4M per 17p. quasi mai titolari ) e l' argentino Piatti è sugli stessi standard (0,36M e 10p. ), così come Julio Sergio (0,35M e 10p.). Un altro desaparecido è Edward Ofere (0,24M e  6 sono le sue discese in campo).
Al Milan l'emblema è l'infortunato storico Flamini, nessuna presenza sinora e 4,5M di ingaggio, molto costosa anche la degenza ospedaliera di Gattuso (4M e 2p.). Amelia intasca 1,5M (assieme a Storari la riserva di lusso della Serie A) a fronte di 7 presenze, Zambrotta 8 apparizioni e 3,5M, Yepes 6p. a 1M, Mexes 9p. a 4M, Cassano 9 presenze e 3M, e chiude la lista rossonera l'ormai economico Pippo Inzaghi, 0,8M per 6 gettoni.
A Napoli De Laurentiis deve fare i conti col milione sborsato a Donadel per una stagione in infermeria, 0 presenze. La riserva Rosati percepisce 0,5M per 1p., Britos 0,9M per 7 p., Grava 0,3M per 4p., Fideleff 0,2M per 4p.; in rosa figura anche l'ormai dimenticato Cristiano Lucarelli: 0,5M per 3p..
Il Novara è la squadra più economica in ingaggi della Serie A, pochi sprechi, e il rapporto emolumenti/presenze è tra i migliori, possiamo segnalare infatti solo le 9p. di Ludi e i suoi 0,2M percepiti, e forse il samurai Morimoto, 12 presenze, raramente dal primo minuto, e 0,3M, tra gli ingaggi più alti della squadra.

CHI LI HA VISTI IN SERIE A? /2

Stipendi della Serie A 2011/12 fonte GdS: cliccare per ingrandire. 


Nel Chievo il terzo portiere Squizzi (0,2M), guadagna più del secondo Puggioni (0,18M), Mandelli è il quinto giocatore più pagato (0,35M), ma con sole 7 presenze, e in difesa c'è anche Morero, ultimamente mai convocato, con 8 gettoni e 0,25 M, in attacco invece troviamo il peruviano Uribe, 1 presenza e 0,2 M.
A Firenze dopo Montolivo, il meglio retribuito è Marchionni, letteralmente sparito da un paio d'anni, 3 presenze per 1,2M; Romulo piazza 9 presenze a 0,4M, poi i difensori con 0 presenze Kroldrup a 0,75M, e Felipe a 0,8M.
Al Genoa annata travagliata da infortuni per Bovo, 5 presenze e 0,6 M, la delusione Birsa inanella solamente 5 presenze a 0,5 M, e il triste brasiliano Zè Eduardo guadagna 0.6M per le sue 8 partite.
Capitolo Inter: il sempre generoso Moratti ha a libro paga per 1,2M Jonathan, in prestito al Parma, sborsa 1M al secondo portiere Castellazzi (3p.), 3M al vecchietto Cordoba (4p.), 3.5M per le 10 presenze di Chivu, e 0,4M per Castaignos e le sue 6 presenze, che in confronto, sono bruscolini.
La Juventus in estate voleva le ali e le ali ci sono nei milioni percepiti da Krasic (1.8 e 7p.) e Elia (1.5 e 3p.). In porta troviamo il secondo ed il terzo portiere più pagati della A: Storari (1.5M e 2p.) e Manninger (0p. e 0.8M), e in difesa pagate a peso d'oro le due apparizioni di Fabio Grosso a 1,5M complessivi.

CHI LI HA VISTI IN SERIE A? /1

Stipendi della Serie A 2011/12 fonte GdS: cliccare per ingrandire.


Ecco una piccola ricerca squadra per squadra dei giocatori poco utilizzati, i classici e costosi desaparecidos.
Partiamo da Bergamo, sponda Atalanta, dove tra i giocatori misteriosamente spariti o poco utilizzati troviamo lo squalificato Cristiano Doni, ancora sotto contratto con la squadra nerazzurra, a cui viene corrisposto un introito netto di 450 mila euro, con lui è sparito tra interrogatori e sospetti di combine A.Masiello (ingaggio da 0.8 M),  mentre ha appena marcato la miseria di 4 presenze Ferreira Pinto (0.45 M), e il vecchio Tir, al secolo Tiribocchi, è la quarta scelta tra le punte, ma ha un ingaggio di tutto rispetto: 0,5 M.
A Bologna troviamo una rosa vasta, dove balza agli occhi che la riserva di lusso Acquafresca sia il giocatore più pagato (0,8 M), mentre il terzino Vitale marca 0 presenze e intasca 0,2 M, come la punta Paponi (1p. 0,2 M), ottimi euro per gli allenamenti per Vantaggiato (0,47 M per 2 miseri gettoni subentranti).
A Cagliari c'è il marocchino-olandese El Kabir, che prende 0,35 M per 7 presenze, il portoghese Rui Sampaio, 6 apparizioni per 0,30 M, ben pagati anche Gozzi, 2 presenze a 0,3 M e lo svedese Eriksson, infortunato sin da luglio che guadagna 0,3 M ma non ha ancora svolto un allenamento col gruppo.
In Sicilia, a Catania, il simbolo è David Suazo, 0,40 M per la miseria di 4 presenze come subentrato, anche la riserva Campagnolo strappa un ottimo contratto da 0,4 M per 2 presenze sinora, Lanzafame, ultimamente mai convocato e che con sole 6 presenze guadagna 0,3 M, ammiriamo infine il mediano Paglialunga, 0.3 M per nessuna presenza e nessun infortunio.
Il Cesena ha in rosa Benalouane, 6p. per 0,23 M, Malonga (9p. e 0,18M) e Rennella (7p. e 0,18M); nota di merito infine per Martinez: 13 impalpabili presenze per un corrispettivo dal Cesena di 0,55 M e dalla Juventus di 0,95M.

martedì 20 marzo 2012

Pagelline Juve-Milan



Migliore in campo Juve: Poche discussioni, il premio è del capitano, Alessandro Del Piero (voto 7). Il fisico non è più quello di una volta, le gambe girano di meno, ma il colpo del campione non manca mai, anche quando gioca titolare solo in Coppa Italia. Lotta in campo, calma i compagni nervosi, dalla panchina incita ed esulta, insomma un esempio di Juventinità. Nota di merito per Mirko Vucinic (voto 6,5), che spreca molto e talvolta si perde troppo nei suoi dribbling, ma è indubbiamente un giocatore che fa la differenza con la sua tecnica, oltre a segnare il gol decisivo per ottenere la finale.
Peggiore in campo Juve: Sulla partita di Simone Pepe (voto 5) pesa l'errore sul gol di Mesbah che riapre la partita, anche se in concomitanza con Lichtsteiner. Partita comunque piuttosto anonima per l'esterno bianconero,  che ancora non ha recuperato la forma di qualche mese fa. Manca in fase offensiva e fatica a tenere la posizione in copertura. Deludente anche Marco Borriello (voto 5,5), che si fa notare per un calcione su Mexes (vecchie ruggini tra i due ex compagni alla Roma...) e per una clamorosa occasione mancata che poteva evitare i supplementari. L'impegno c'è, i movimenti e la precisione sottoporta non ancora, e il tempo per rimediare è sempre meno.
Migliore in campo Milan: Non sarà Carlos Tevez, però Maxi Lopez (voto 6,5) si sta specializzando sempre di più in gol importanti. A Udine ha dato il via al recupero rossonero in campionato, a Torino ridicolizza Bonucci e Chiellini (coppia da Nazionale, brividi...) e manda le squadre all'overtime. Chiamato a sostituire Ibra, non si tira mai indietro e lotta come un leone in area. Bravo anche Marco Amelia (voto 6,5), forse in ritardo nell'uscita sul gol di Del Piero, ma assolutamente decisivo con un paio di parate importanti su Borriello nei regolamentari e su Giaccherini nel primo supplementare. Deve arrendersi alla prodezza di Vucinic, ma dimostra comunque di essere sempre pronto quando c'è bisogno di lui.
Peggiore in campo Milan: Spiace dirlo, ma oggi Clarence Seedorf (voto 5) ha profondamente deluso. E' reduce da un infortunio, ma questo non può giustificare del tutto la sua eccessiva lentezza e la sua impalpabilità in mezzo al campo. Con la sua classe dovrebbe prendere in mano il centrocampo, soprattutto dopo la sostituzione di Aquilani, invece non riesce mai a lasciare il segno e anzi perde palloni importanti in mezzo al campo. Negativa, gol a parte, anche la prova di Djamel Mesbah (voto 5,5): uccellato dal lancio di Pirlo sull' 1-0, ci mette troppa foga in molti dei suoi interventi, provocando falli inutili e punizioni pericolose, oltre a mancare di continuità in fase di spinta e in difesa. Come rinforzo di gennaio si poteva fare decisamente meglio.
Premio terza età: Menzione speciale creata per Pippo Inzaghi, che potrebbe anche chiamarsi Premio Fantozzi per la sfortuna che ultimamente sembra perseguitare il bomber. Riserva anche in Coppa Italia, ha finalmente l'opportunità di giocare qualche minuto, ma appena in campo rischia di essere messo KO dal...mal di pancia! Costretto a correre in bagno prima dei supplementari, si fa notare soprattutto per la corsa dietro gli avversari e perché finisce la partita zoppicando. Peggio di così...

PAGELLINE AUSTRALIANE ALE'

10 per Button, da quando è stato definito un paracarro è diventato un signor pilota, non è un fulmine in qualifica, ma in gara fa la differenza come acume tattico e capacità di gestire gli pneumatici. Chapeau.
10 per HRT, De La Rosa, Karthikeyan: ci vuol coraggio a presentarsi in quelle condizioni, con quella vettura e questa coppia di piloti, ai minimi storici. Grazie alla FIA di non averli fatti partecipare alla gara. Chicanes mobili.
9 per Alonso, che lotta contro tutti e contro la macchina, e ne esce sempre bene. Leon! 
9 per Kobayashi, Perez, Ricciardo e Vergne, le sorprese in positivo di questa prima gara, consistenti, veloci, aggressivi. Punti meritati per gli alfieri di Sauber e Toro Rosso. Il nuovo che avanza.
7 per Vettel, qualifica non buona per un errorino, si riscatta in gara, con fortuna e tattica. Indomito.
6,5 per Raikkonen, Grosjean, Schumacher, Hulkenberg il primo rimedia in gara dopo una qualifica deludente, compiendo una gara solida e veloce, gli altri tre sorprendono in prova ma non son giudicabili per i pochi metri o giri di gara. Positivi ma li aspettiamo a Sepang.
6 per Hamilton e Webber, gara senza acuti per entrambi. Lewis spreca una fantastica pole in partenza e viene beffato dalla safety car nel sorpasso di Vettel, ma riesce a contenere i suoi proverbiali eccessi, che l' anno passato l' avrebbero privato anche di questi 15 punti. Webber svolge il compitino nella gara di casa, veloce ma senza lo spunto per i sorpassi. Deludenti. Gara da secondi piloti.
5,5 per Di Resta, buon punticino ma dà l' impressione che questa Force India sia un passo indietro rispetto allo scorso anno. Involuto.
5 per i deludenti Rosberg e Senna. Rosberg disputa forse le peggiori qualifiche e gara da quando è in Mercedes, Senna le prende sonoramente dal buon Maldonado. Ombrosi.
6 o s.v. per Kovalainen, Petrov, Glock, Pic, che disputano la classica gara nelle retrovie, senza infamia nè gloria, ma le vetture così inferiori rispetto alla concorrenza vanno ad inficiare ogni possibile giudizio, non si dimostrano però ostacoli in movimento, nonostante la Marussia sia veramente lenta. Tartarughe non Ninja.
10 o 0 o Premio Asino Felice per Maldonado, dopo Montecarlo 2011 anche qui in Australia riesce a non portare a termine la miglior gara in carriera. Veloce in prova, al livello della Ferrari (!) in gara, ritmo impressionante per la Williams del 2011, ma si stampa a 3 curve dalla fine. Pollo ma ben allevato.
Voto "Massa" per Massa. Ci vorrebbe una nuova categoria per identificare la classica gara di Massa del dopo 2008, abulico in prova, irritante in gara, superato da gran parte delle monoposto in pista. Almeno quest'anno non avrà l' alibi dei crash con Hamilton, dato che per immaginarlo fianco a fianco in un duello con Lewis, che non sia un doppiaggio, richiede ora un grosso sforzo di immaginazione. Gemello col bilancio costantemente in rosso.