domenica 30 dicembre 2012

GORDON BANKS, 75 ANNI NELLA LEGGENDA

Immagine tratta da linkiesta.it
7 giugno 1970, Guadalajara, Messico. Si sta disputando la seconda partita del terzo gruppo della Coppa "Jules Rimet" (dall'anno seguente Coppa del Mondo), che vede di fronte l'Inghilterra di Moore e Bobby Charlton, campione uscente, e il Brasile dei fenomeni Pelé, Jairzinho, Rivelino e Tostao. Sono passati appena dieci minuti dal fischio d'inizio, i Sudamericani stanno attaccando senza sosta, il capitano Carlos Alberto imposta un'azione sulla destra, serve l'ala Jairzinho che salta il marcatore Cooper e dal fondo crossa al centro per Pelé, che brucia sul tempo il marcatore Wright e schiaccia la palla nell'angolo di testa. Lo stadio grida "Goal!", il centravanti è già pronto a esultare, ma all'ultimo istante una mano respinge il pallone proprio sulla linea di porta, alzandolo oltre la traversa. L'autore di quella prodezza si chiama Gordon Banks, uno dei più grandi portieri nella storia del calcio, di certo il più amato dagli inglesi, e oggi festeggia 75 anni.
Come per molti ragazzi della sua epoca, anche per Banks il calcio all'inizio è una semplice passione da alternare con le dure ore di lavoro: portiere fin da giovane, gioca in una squadra di minatori quando lascia la scuola e inizia a lavorare, come portatore di carbone prima, e muratore poi. Per caso, viene notato da un osservatore del Chesterfield, squadra di seconda categoria inglese, che gli offre uno stage di tirocinio e, a seguito delle sue buone prestazioni, lo inserisce prima nella squadra giovanile, e poi in quella delle riserve. Dopo il servizio militare in Germania, durante il quale vince un torneo amatoriale con il suo reggimento, Banks riceve il primo contratto da professionista nel Chesterfield, con cui arriva in finale di Coppa d'Inghilterra giovanile, persa contro il fortissimo Manchester United, e debutta in prima squadra nel 1958, nella Terza Divisione del calcio inglese.
Nell'estate del 1959, il Leicester decide di puntare su di lui e lo porta in Prima Divisione, facendolo esordire in campionato quasi subito e consegnandogli la maglia da titolare già nella seconda parte della stagione. Con il suo nuovo club, Banks disputa due finali di Coppa d'Inghilterra (1961 e 1963), entrambe perse, e altre due di Coppa di Lega, con una vittoria nel 1964 e una sconfitta l'anno seguente, e si afferma lentamente come uno dei portieri più forti d'Inghilterra. Già nel giro della Nazionale dal 1962, quando viene convocato per i Mondiali in Cile come terzo portiere, ottiene la fiducia del nuovo tecnico Alf Ramsey, che vuole puntare su di lui per costruire una squadra vincente in vista del Mondiale casalingo. Banks esordisce in Nazionale nel 1963, in una sconfitta casalinga contro la Scozia, e da allora è sempre considerato il titolare nel ruolo del portiere, scelta confermata dalle sue prestazioni in continua crescita. Nel 1966, durante il Mondiale disputato in casa, l'Inghilterra riesce nell'impresa di laurearsi per la prima, e finora unica volta nella storia, Campione del Mondo. Banks si distingue soprattutto nella seconda parte del torneo, disputando due buone partite in semifinale contro il Portogallo di Eusebio e nella finalissima contro la Germania Ovest di Haller, Seeler e Beckenbauer. In tutto il torneo, gli inglesi subiscono appena tre reti, e Banks è uno degli eroi di questo grande trionfo sportivo, che quattro anni più tardi gli varrà il titolo di baronetto.
Dopo il Mondiale, il portiere è tuttavia costretto a cambiare club, perché nelle giovanili del Leicester si mette in mostra un ragazzo, Peter Shilton, su cui il club intende investire molto per il futuro. Banks passa allo Stoke, con cui vince un'altra Coppa di Lega, e intanto continua a difendere egregiamente i pali della sua Nazionale. Negli Europei del 1968, l'Inghilterra si deve accontentare del terzo posto, sconfitta in semifinale dalla sorprendente Jugoslavia, e due anni dopo arriva in Messico per difendere il titolo conquistato in casa quattro anni prima. Durante il girone, è protagonista dello straordinario intervento che abbiamo descritto all'inizio, quando manda il pallone in angolo con un colpo di reni incredibile, tanto da meritarsi i complimenti di Bobby Moore e, dopo la rabbia iniziale, dello stesso Pelé, che dirà in seguito: "In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore, non potevo crederci. Ma quando è passata l'ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto." Per la cronaca, il Brasile vincerà comunque la partita con un gol di Jairzinho, ma sarà l'unica rete subita da Banks, imbattuto nelle altre due gare del gruppo. Prima dell'attesa sfida dei quarti di finale, la rivincita della finale del 1966 tra Germania Ovest e Inghilterra, un problema intestinale blocca Banks e lo costringe ad assistere alla partita dall'albergo. Gli inglesi vanno in vantaggio per 2-0, ma un errore del portiere di riserva Bonetti ridà speranza ai tedeschi, che pareggiano e vincono nei supplementari. Il tecnico Ramsey commenterà con rammarico: "Di tutti i giocatori che potevamo perdere, abbiamo perso proprio lui."
La carriera di Banks dura solo un altro paio di anni dopo i Mondiali messicani: nell'ottobre del 1972, mentre torna a casa dopo un allenamento, ha un piccolo incidente con la sua auto. All'inizio non sembra niente di grave, invece il colpo subito danneggia il suo occhio destro, compromettendo così la sua visione bioculare e rivelandosi un ostacolo insormontabile per permettergli di giocare ancora ad alti livelli. Il portiere è costretto a lasciare il club e la Nazionale, con cui ha giocato 73 partite, l'ultima disputata in Scozia, contro la stessa avversaria con cui aveva debuttato, e lo sostituisce proprio quel Peter Shilton che aveva preso il suo posto nel Leicester. Dopo il ritiro forzato, Banks si dedica al ruolo di talent scout e di allenatore per club minori, ritorna anche in porta in alcune occasioni, in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma ormai si tratta di prestazioni sporadiche, ben lontane dai suoi anni d'oro.
La sua fama è rimasta inalterata in tutti questi anni, i britannici ancora lo considerano il miglior portiere inglese  di tutti i tempi, e di recente l'IFFHS (Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio) l'ha nominato secondo miglior portiere della storia, dietro solo al mitico Lev Jasin e davanti ad un altro mostro sacro come Dino Zoff. Al di là delle statistiche e delle classifiche di esperti e tifosi, rimarrà sempre famoso per la sua straordinaria agilità, per i riflessi e per la concentrazione con cui riusciva a compiere interventi che molti ritenevano impossibili. Proprio come in quel pomeriggio a Guadalajara, quando si superò davanti agli occhi del mondo intero, in quella che è forse la parata più bella nella storia del calcio.

venerdì 28 dicembre 2012

TITOLONI E BUFALONE

Immagine tratta dal twitter di Nainggolan @OfficialRadja
Calma e gesso. Sangue freddo e si ragioni.
Ieri il Dg del Cagliari Marroccu ha dichiarato che per la prima volta la società è in difficoltà a pagare gli stipendi alla squadra, e che, se le istituzioni non saranno vicine alla squadra, sarà difficile trattenere i big.
E giù di titoloni: comincia la Gazzetta con un "Il Cagliari è nella bufera. Calciatori senza stipendi", a ruota il Corriere dello Sport: "In vendita i migliori. Cagliari choc. Niente soldi per gli stipendi", e il sempre sobrio Tuttosport rincara la dose: "Caos Cagliari: via Astori, Nainggolan, Pinilla?", e non è da meno Sportmediaset.it che oggi apre con un cauto: "Cagliari, i big se ne vanno. Società in crisi: valigie pronte per Pinilla, Astori, Ibarbo, Nainggolan".
E' chiaro che si è facilmente persa la bussola. 
Basti andare sul profilo di Nainggolan su Twitter, il quale, taggato sulla notizia del mancato ricevimento degli ultimi stipendi, ha risposto con un: "Chi ha detto sta cazzata?", taggando i compagni Astori e Pinilla nella discussione. C'è qualcosa che non quadra. 
Imm. tratta da calcioblog.it
Non si aspetta altro che fare i titoloni, Sportmediaset.it si avventura ad affermare che: "il monte ingaggi della società sarda, infatti, non è bassissimo". Basta prendere una calcolatrice e fare due conti. 
Questi a lato sono gli stipendi della società, ai quali bisogna sottrarre quelli di Larrivey (0,3) e Ragatzu (0,05) che hanno rescisso il contratto un mese fa.
Il monte stipendi, secondo solo a quello del Pescara, ammonta a 7,6 milioni netti all' anno. Se dividiamo per dodici questa cifra, avremo l' ammonto mensile: 633 mila euro al mese.
Ora, ammesso e non concesso che manchino le ultime due mensilità (dato che Nainngolan ha bollato il tutto come "cazzata"), l' ammanco sarebbe di 1,2 milioni di euro.
Al lordo sarebbero 2,4 milioni. 
Nella conferenza stampa di ieri si è detto che la Regione Sardegna, per la sponsorizzazione su maglia e stadio è debitrice di 6 milioni di euro (3 per la stagione passata e 3 per l' attuale), e che il Comune di Cagliari ha pignorato gli introiti di Sky per debiti pregressi alla gestione Cellino, anni '70- '80, per una questione di affitto dello stadio.
Si parla di un debito della società di 2,7 milioni di euro, e di un pignoramento di diritti Sky che ammontano a 42 milioni, secondo le dichiarazioni del soggetto pignoratore, il sindaco Zedda.
Contiamoci pure i mancati incassi dello stadio, aperto solo 6 delle 9 gare casalinghe, con piena capienza solo per 3 match, e che il pienone con la Juventus avrebbe portato 300 mila euro nelle casse, possiamo capire molto facilmente come tutti quei titoloni sono solo delle bufalone colossali.
Il cosiddetto "buco" non arriverebbe neppure a 3 milioni di euro, a fronte di 6 milioni di ammanco della Regione e al pignoramento degli ingenti introiti Sky.
L' appello del Dg Marroccu alle autorità politiche locali era infatti orientato in questo senso.
Sono la Regione e il Comune di Cagliari a mettere i bastoni tra le ruote alla società.
Ma i titoloni bufaloni non vedono oltre il proprio naso.

lunedì 24 dicembre 2012

IL MIO CAGLIARI/18°T.

Immagine tratta da cagliacalcio.net e modificata su cartoonize.net
CORRERE COME MAYA NON BASTA, QUINTO K.O. CONSECUTIVO

Venerdì 23 Dicembre, in concomitanza con la fine del mondo preannunciata dai Maya, il Titanic rossoblù di fine anno incassa la quinta sconfitta consecutiva, ammarando malinconicamente in solitudine al quartultimo posto in classifica.
Ma c'è una buona notizia: la grinta
E per ritrovare la grinta è servito il misterioso esilio a Parma, in quanto il sindaco Contini di Quartu (capro espiatorio di Cagliari, Juve e Lega Calcio per questa vicenda) avrebbe firmato i documenti di agibilità fuori tempo massimo.
Tutti a Parma quindi, tutti si fa per dire, si passa dall' annunciato pienone di Is Arenas a 48 tifosi sardi a fronte di 2800 biglietti venduti, scherniti per tutto il match della tifoseria bianconera, con tanto di fischi all' ingresso in campo della squadra di "casa".
Il particolare comico è che la Roma (in quello 0-3 a tavolino) e la Juventus venerdì si son dichiarati parte lesa e son state leste a trarre vantaggio da una situazione molto particolare. I media sono subito pronti a parlare di campionato falsato per Scudetto e zona Champions.
E questo è un particolare buffo, perchè la squadra più danneggiata è proprio il Cagliari, costretta già su 9 incontri casalinghi a giocarne in casa effettivamente solo 7, e tra questi 7 incontri annoveriamo un Cagliari-Atalanta a porte chiuse e solo 3 match a piena agibilità dello stadio. Regalare 2 partite e mezzo (quella a porte chiuse), per una squadra che lotta per la permanenza in Serie A, è davvero troppo. La classifica che si sta falsando è quella della zona retrocessione, altro che storie.
Sorge un dubbio: perchè proprio con Roma e Juventus, le squadre di maggior blasone, si è arrivati a soluzioni estreme? E perchè l' Atalanta a inizio stagione è venuta a Is Arenas a giocare una partita a porte chiuse con una tribuna in costruzione e la Lega non ha imposto campo neutro o regalato 3 punti ai nerazzurri?
Effettivamente la Lega sta facendo figli e figliastri in questa vicenda.
La partita: arriva la Juve lanciatissima in campionato e incontra un Cagliari lanciatissimo verso il basso. Pulga e Lopez ci mettono del loro: si comincia con Thiago Ribeiro in campo e Cossu in panca. Cossu contro la Juventus ha disputato le migliori partite della sua carriera, ma i tecnici lo escludono a favore del brasiliano fantasma, che marcherà Pirlo per tutto il primo tempo (nel secondo non lo vede mai e non lo si vede mai), lavoro ben svolto anche da Cossu la passata stagione nell' 1-1 di Torino.
Il Cagliari stavolta almeno lotta, coltello tra i denti e in campo come se fosse la finale di Champions. Pressing alto e contrasti decisi. Risultato: la Juve nel primo tempo corre di meno e non tira mai dalle parti di Agazzi, ma 3/4 della difesa è già ammonita al 45'.
I rossoblù chiudono clamorosamente in vantaggio, con un rigore procurato da Sau e realizzato da Pinilla, nell' unica sortita pericolosa.
Poi nel secondo tempo succede il finimondo, ad un certo punto se fosse entrato un Maya in campo non avrebbe destato scalpore: Cagliari pesantemente in trincea (per non dire in un catenaccio d' altri tempi), con un Nainggolan maestoso, che fa i miracoli per non subire reti.
Al 64' resta in dieci per l' espulsione di Astori, poi la mossa di Pulga-Lopez assolutamente incomprensibile, affossa definitivamente la squadra: entra Del Fabro, esordiente in A, classe 1995, al posto dell' unico uomo pericoloso, Sau. Mossa incredibile, avendo Rossettini in panchina in piena efficienza fisica, che vanta 85 presenze in Serie A.
Il povero Del Fabro appena capita nei paraggi di Giovinco, causa un rigore che Vidal calcia alto. Arrivano tiri da tutte le parti, Agazzi fa il gatto un paio di volte e la papera quando non blocca un tiro di Pirlo e respinge centrale che più centrale non si può sui piedi di Matri che ringrazia e insacca. A 15 dalla fine.
La Juventus attacca con tutti i suoi effettivi ed il Cagliari già in inferiorità numerica, ha Ekdal in campo solo per onor di firma, spedito in avanti solo per far numero, a sostituzioni terminate.
Arrivano tiri da ogni dove e al 90' si resiste (clamorosamente) sull' 1-1. 
Ma il signor Damato, probabilmente dispiaciuto per il mancato arrivo dei Maya, decide di aspettarli ancora un pò, dando mezzo tempo supplementare di recupero: 6 minuti.
In questi 6 minuti la Juventus segnerà 2 reti e fisserà l' 1-3 finale e si scopre che il vero Maya in campo era il brasiliano Nenè, che volendo spazzare la propria area, spazza proprio contro Vidal che si proteggeva e consegna la sfera a Matri, smarcato davanti ad Agazzi, che al 91' sigla il vantaggio bianconero. Solo per la cronaca l' 1-3 di Vucinic al 94'.

Pagelline: Agazzi 6; Pisano 5, Ariaudo 5,5, Astori 5, Murru 5,5 (53'Perico 5,5); Dessena 6, Nainggolan 7,5, Ekdal 6,5; Thiago Ribeiro 5; Sau 6,5 (67'Del Fabro 5); Pinilla 6 (75'Nenè 5).
Pulga-Lopez 5.

domenica 23 dicembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: DICIOTTESIMA GIORNATA

Immagine tratta da epicfootball.org
La serie A è quasi arrivata al giro di boa, con le partite di ieri si chiude ufficialmente l'anno solare 2012, e nella ripresa di gennaio si giocherà l'ultima partita di questo interessante girone di andata. Vediamo un po' chi sono i migliori e i peggiori di quest'ultima giornata di campionato.
MIGLIORI
Romulo Eugenio Togni: Da perfetto Carneade, ad eroe per una notte. Il brasiliano del Pescara è l'autore del gol che decide la sfida contro il Catania a tempo ampiamente scaduto, e che regala tre punti preziosissimi alla formazione abruzzese. Non più giovanissimo visti i suoi trent'anni da poco compiuti, Togni ha giocato a lungo nelle serie minori del calcio italiano, con una brevissima puntata in serie B ad Arezzo, senza successo. L'anno scorso, Zeman l'ha portato a Pescara per farlo diventare il regista del suo centrocampo, ma l'esplosione di Verratti l'ha relegato in secondo piano. Questa stagione era iniziata male, Stroppa non lo vedeva e lo mandava regolarmente in tribuna, la cessione nel mercato di gennaio sembrava più che una certezza. Poi, con l'arrivo di Bergodi è diventato titolare inamovibile del centrocampo biancoazzurro, e dopo il gol di sabato sera difficilmente lascerà il suo posto. Voto 7.
Alessandro Matri: Nel valzer delle punte bianconere, stavolta tocca al centravanti di scuola Milan prendersi il proscenio per una notte e diventare il protagonista della vittoriosa rimonta della Juve sul Cagliari, sua ex squadra. Lo scorso anno, anche se con prestazioni altalenanti e con un lungo digiuno nella seconda parte di stagione, era stato il capocannoniere dei torinesi in campionato, e aveva segnato gol pesanti nella vittoria dello scudetto. In questa stagione, con il ritorno di Giovinco e le buone prestazioni di Quagliarella, è diventato di fatto la quarta punta della formazione di Conte, e si è accontentato di poche apparizioni, spesso deludenti. Sabato sera, con il suo ingresso in campo ha dato in qualche modo la scossa alla squadra, e con la sua doppietta ha ribaltato il risultato, regalando altri tre punti alla capolista. Qualcuno dice che a gennaio potrebbe partire, ma se recupera fiducia e continuità è probabile che la Juve decida di tenerlo e dargli ancora qualche opportunità. Voto 8.
Stevan Jovetic: Era da un po' che il talento montenegrino non si meritava una citazione nel nostro pagellario, anche per via di alcuni infortuni che lo avevano tenuto lontano dal campo di gioco. JoJo è la stella indiscussa di una squadra che a ogni partita regala gol e spettacolo ai suoi tifosi, esempio perfetto di un mercato equilibrato e giudizioso e di un calcio che cerca il risultato attraverso il bel gioco. A Palermo, Jovetic ha fatto vedere di essere molto vicino alla forma migliore, giocando un'ottima partita e impreziosendola con due gol, il secondo con un preciso "cucchiaio" su calcio di rigore. Oltre alle reti, colpisce il grande lavoro che il ragazzo fa per la sua squadra, con movimenti e giocate che creano sempre pericoli alle difese avversarie e propiziano  le reti dei suoi compagni. Con lui, la Fiorentina si mantiene tra le grandi di questo campionato, e lo fa con pieno merito. Voto 7,5.
Daniele De Rossi: Dopo tante polemiche in questi ultimi mesi, con panchine mai digerite e prestazioni in campo poco convincenti, il centrocampista della Roma torna finalmente protagonista nel suo stadio. Il suo rapporto con Zeman non è stato idilliaco in questa stagione, con il giocatore che non si è adattato facilmente ai dettami tattici del boemo, che per contro gli ha spesso preferito il giovane Tachtsidis o Bradley. Le voci di mercato sul conto di Capitan Futuro si sono sprecate, nonostante un rinnovo di contratto appena firmato e l'amore incondizionato dei suoi tifosi, ma la risposta migliore poteva arrivare solo dal campo. Finalmente titolare contro il Milan, De Rossi ha giocato una partita solida e concreta, con tanto lavoro in copertura e ottime verticalizzazioni in attacco, come quella che ha regalato il 3-0 a Lamela. Se rimane a questi livelli può essere la ciliegina sulla torta di una squadra che sta diventando sempre più sicura e concreta. Voto 7,5.
PEGGIORI
Marko Livaja:
Dopo le buone prestazioni in Europa League, che gli sono valse in qualche modo il ruolo di vice-Milito, difficilmente il giovane attaccante croato dell'Inter dimenticherà la partita contro il Genoa. Ragazzo di ottime prospettive, che ha fatto vedere più volte di avere buone qualità e un ottimo fiuto del gol, Marko si è messo in luce già nella scorsa stagione, quando ha conquistato il Campionato Primavera e la NextGen Series, una sorta di Coppa dei Campioni per Under 19, con la squadra giovanile dei nerazzurri. Promosso in prima squadra da Stramaccioni, ha dato buone risposte in Europa League, quando ha spesso giocato da titolare, ma in campionato non ha ancora trovato la gioia del suo primo gol. Contro il Genoa ha avuto sui piedi il pallone della vittoria, ma ha clamorosamente fallito l'occasione colpendo il palo a pochi passi dalla porta sguarnita. Se vuole diventare un grande attaccante, dovrà evitare di ripetere simili errori. Voto 5.
Anselmo: Nella stessa partita in cui Livaja fallisce il più clamoroso dei gol, un altro giocatore sale alla ribalta per una prestazione non certo memorabile. Il centrocampista brasiliano del Genoa, infatti, riesce nella difficile impresa di entrare in campo, farsi ammonire dopo pochi secondi per una goffa simulazione, e giocare poi talmente male da essere sostituito prima della fine. Primo colpo di mercato nella breve esperienza ligure di Lo Monaco, che lo aveva notato in Brasile già quando lavorava a Catania, Anselmo viene dal Palmeiras, anche se non è mai stato un titolare di questa squadra e viene da due stagioni in prestito in formazioni minori. A Genova non ha lasciato grandi tracce della sua presenza fino a questo momento, con De Canio ha trovato poco spazio e spesso da subentrante, con Delneri i suoi minuti si sono ulteriormente ridotti. Il mercato di gennaio potrebbe sancire la fine della sua esperienza italiana, tutt'altro che memorabile. Voto 4,5.
Emanuele Calaiò: Le grandi prestazioni della scorsa stagione sembrano un lontano ricordo per il centravanti palermitano del Siena, che sta vivendo un periodo piuttosto difficile. Alla sua quinta stagione con la formazione toscana, l'attaccante ha con il tempo conquistato la fiducia e il rispetto dei suoi tifosi a suon di gol e prestazioni di cuore e grinta, confermando quanto di buono aveva fatto vedere a Pescara e a Napoli. Lo scorso anno formava una temibile coppia d'attacco con Mattia Destro, ed è stato a lungo capocannoniere della squadra prima di fermarsi per infortunio. Quest'anno non sta vivendo un grande momento, poche le reti messe a segno, e soprattutto una lunga astinenza che dura ormai da otto partite consecutive. Nell'ultima partita, contro il Napoli, è rimasto ancora una volta a secco, con pochissimi palloni giocabili, e ha completato la pessima giornata rimediando un'espulsione evitabilissima. Senza i suoi gol, la salvezza sarà un miraggio per questo Siena. Voto 5.
Mario Yepes: I ragazzini terribili della Roma di Zeman fanno girare la testa all'esperto difensore del Milan, che trascorre una vera e propria serata da incubo. Schierato al centro della difesa con Mexes, in quella che Allegri ritiene la coppia più affidabile di centrali vista l'assenza dell'infortunato Bonera, il colombiano non risponde nel modo migliore alle aspettative del suo tecnico. C'è il suo zampino praticamente in tutti i gol subit dai rossoneri: perde Burdisso su calcio d'angolo, si fa sovrastare da Osvaldo, tiene in gioco Lamela sul passaggio di De Rossi e infine concede ancora troppa libertà al giovane argentino. Se si pensa che fino alla scorsa stagione al centro della difesa milanista giganteggiavano Nesta e Thiago Silva, il confronto è davvero impietoso. Se la difesa non da sicurezza, i sogni di rimonta in campionato rischiano di rimanere tali. Voto 4.
Auguri di un felice Natale e di un buon inizio di 2013 a tutti i lettori!

martedì 18 dicembre 2012

IL MIO CAGLIARI/ 17°T

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net
21.12.2012: FINE DEL MONDO O INIZIO DI UNA NUOVA ERA?

La nefasta magia del numero 17 ha colpito: modem con l' influenza e rapporto con il pc in pausa di riflessione. Il 17° turno della Serie A ha visto (per gli altri, e non per il sottoscritto) affrontarsi al Tardini i padroni di casa del Parma contro il Titanic rossoblù.
4-1 per il Parma e a casa. Al solito.
Non avendo assistito al match con i miei occhi, mi limiterò a fare delle considerazioni generali derivanti dalle (poche) azioni mostrate dalle emittenti televisive e da una (faziosa) cronaca radiofonica.
Pronti via e prima sorpresa: non pago del turno di riposo concesso ai titolari nell' incontro di Coppa contro la Juve, Pulga e Lopez decidono di lasciare in panchina Avelar e Nainggolan, quest' ultimo, probabilmente, per via di una diffida. Al loro posto Murru e Dessena, con Nenè a completare l' attacco al fianco di Sau, vista la squalifica di Pinilla.
4 mori sardi dunque in campo: Pisano, Murru, Cossu e Sau. 
La squadra inizia benino, va in vantaggio con una bella azione: delizioso tocco di Nenè che mette Sau defilato sulla destra, davanti a Pavarini, che viene superato da un abile pallonetto.
Subito dopo arriva il pareggio parmense messo a referto dal giovane Belfodil, che sovrasta Ariaudo, in un pomeriggio disastrosissimo, e insacca di testa.
Si va al riposo sull' 1-1, con i rossoblù che recriminano per una mancata espulsione di Parolo per doppia ammonizione. Ma ad inizio ripresa è ancora Belfodil che indirizza il match in Emilia, geniale pallonetto su marcatura "fantasiosa" di Ariaudo, che si stampa sul palo lontano, lesto è Biabiany ad insaccare. Meno lesto sulla ribattuta è Astori, irritante nel suo camminare sconsolato in attesa della respinta a rete del francese. Magari non poteva far nulla, però un difensore già rassegnato a subire il gol non si può proprio vedere.
Nainggolan, subentrato, sfiora il pareggio con un tiro dal limite deviato da Pavarini. Sul contropiede seguente all' angolo Parolo si presenta davanti ad Agazzi e si procura il rigore.
Le immagini mostreranno come il contatto sia stato simulato dal parmense.
Ma tant'è. 3-1 di Valdes dagli 11 metri e partita a mare. Arriverà anche il 4-1 finale grazie a super-Belfodil, in un classico gol alla Bobo Vieri, tenendo l' impotente Ariaudo lontano con le braccia e sfondando in area indisturbato.
Peggior prestazione del centrale rossoblù da quando è sbarcato in Sardegna. Assolutamente inguardabile.
Terzo 4-1 esterno, la squadra ha il 2° peggior attacco e la 2a peggior difesa. Come solo 2 sono i punti di vantaggio sulla terzultima. Le sconfitte consecutive sono oramai 4. E i prossimi incontri sono con Juventus (all' Is Arenas) e Lazio (all' Olimpico). La squadra prende gol alle prime azioni subite. E' inaccettabile. Non c'è reazione. Ci si difende malissimo. Domenica Ariaudo era già in vacanza, e Astori non sta confermando la classe mostrata negli anni precedenti, non riesce a guidare la difesa. Agazzi non dà sicurezza, ogni pallone nell' area piccola non è matematicamente mai suo. Pisano corre e corre ma non sa crossare e non difende bene. Arrivano brutte sensazioni dal Tardini anche dai senatori, con Cossu sottotono, e Conti che non infonde la giusta grinta alla squadra.
A quanto si dice il 21-12-2012 si avvererà la profezia Maya: fine del mondo o inizio di una nuova era?
Di per certo il 21-12-2012 a Quartu si presenterà la lanciatissima Juventus: fine del mondo o inizio di una nuova era?

lunedì 17 dicembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: DICIASSETTESIMA GIORNATA

Immagine tratta da calcioshop.it
Siamo arrivati al penultimo turno di questo 2012, la serie A si avvia ad osservare il meritato riposo in vista delle festività natalizie (e noi con lei). Vediamo ancora una volta i migliori e i peggiori di questa diciassettesima giornata di campionato.
MIGLIORI
Miroslav Klose: Un rigore reclamato ma poco probabile, un'occasione clamorosamente sciupata a tu per tu con il portiere, e poi il guizzo che decide una partita. E' questa, in sintesi, la fotografia del match del centravanti della Lazio, che contro l'Inter sembra a lungo appannato e poco incisivo, ma al momento decisivo dimostra ancora una volta tutta la sua classe e si fa trovare pronto per regalare tre punti pesantissimi alla sua squadra. Attaccante di razza purissima, Miro è il punto fermo dell'attacco biancoceleste, l'uomo intorno a cui ruota tutto il resto della squadra, che mette corsa e fantasia al servizio dei suoi gol. Con buona pace dei vari Floccari, Kozak, Rocchi e Zarate, con lui in campo non c'è spazio per nessuno di loro, e se qualcuno ha parlato di un'eccessiva Klose-dipendenza per la squadra di Petkovic, di certo è una dipendenza che per ora vale un posto in Champions League. Voto 7.
David Pizarro: Torna in campo lui, e la Fiorentina ritrova la vittoria dopo tre partite, e soprattutto torna a mostrare a tutti lo splendido calcio con cui ha incantato in questa prima parte di stagione. Metronomo e uomo indispensabile in mezzo al campo per la squadra Viola, il cileno disegna geometrie perfette durante il match contro il Siena, meritandosi tanti applausi ad ogni tocco di palla. Un ritorno indimenticabile per lui, colpito da un grave dubbio famigliare (la perdita di una sorella) e accolto con grandissimo affetto da tifosi e compagni di squadra. A suggellare la partita, il rigore trasformato e le successive lacrime, oltre ad una meritata standing ovation alla sua uscita dal campo. Voto 7,5.
Ishak Belfodil: In assenza di Amauri, i tifosi del Parma possono dirsi contenti di aver trovato in questo giovanissimo attaccante franco-algerino il suo degno sostituto. Cresciuto nelle giovanili del Lione, e paragonato a tratti a Benzema per caratteristiche tecniche e struttura fisica, il ragazzo è considerato una buona promessa per il calcio francese, anche se finora non aveva lasciato tracce memorabili nel nostro campionato. Nessun gol lo scorso anno nella sua parentesi bolognese, quest'anno invece sta mostrando notevoli miglioramenti sotto la gestione di Donadoni. La partita contro il Cagliari ne è la prova: due gol realizzati, una gran giocata che da origine alla rete di Biabiany, e in sintesi un'ottima gara per lui. Ad appena vent'anni, ha tutto il potenziale per diventare un buon attaccante. Voto 8.
Daniele Portanova: Tornare in campo dopo quattro mesi di tribunali, processi e accuse, con la fascia di capitano al braccio, e realizzare il gol decisivo al San Paolo. Quella del difensore del Bologna è la seconda favola di giornata, anche se di certo non possiamo avvicinare la spinosa questione del calcioscommesse al dramma familiare di Pizarro. Al rientro da titolare dopo una lunga squalifica, l'esperto giocatore dimostra di non aver dimenticato il suo mestiere, e dopo essersi tolto di dosso un po' di ruggine sfodera una prestazione di grande sostanza. Buona la prova dietro a contenere Cavani e gli altri attaccanti del Napoli, decisivo il suo inserimento a pochi minuti dalla fine, quando di testa realizza il gol che regala tre punti alla formazione di Pioli. Un ritorno migliore non si poteva davvero immaginare. Voto 7.
PEGGIORI
Massimo Paci: Nella sua partita, pessima e decisamente sottotono, si può fotografare il pessimo momento del Siena, che dopo aver recuperato in fretta i punti di penalità sembra essersi arenato in maniera preoccupante. E' l'uomo di maggior esperienza nel reparto arretrato della squadra di Cosmi, eppure è quello che più di tutti va in difficoltà di fronte allo strapotere dell'attacco della Fiorentina. In ritardo nelle chiusure, si fa sistematicamente beffare da Luca Toni, che grazie a lui sembra quello dei 31 gol del 2006, e non contento procura un rigore più che evitabile, che gli costa anche l'espulsione. Brutta prestazione davvero, per lui e per tutta la retroguardia dei bianconeri di toscana, che stanno vivendo il periodo più difficile della loro stagione. Per ora ha pagato l'allenatore con l'esonero, vedremo se qualche giocatore lo seguirà nel mercato. Voto 4.
Elvis Abbruscato: Di solito, un grande attaccante si fa notare per la sua capacità di inquadrare la porta anche in situazioni difficili, a patto ovviamente che si tratti la porta avversaria, non la propria. La pessima gara del centravanti del Pescara è racchiusa proprio nel goffo colpo di testa con cui regala al Milan il raddoppio, infilando l'incolpevole Perin, ormai abituato a raccogliere palloni dal fondo della retina. In generale, l'attaccante non sta certo vivendo una grande stagione in Abruzzo, viste le sue difficoltà ad andare a segno e la scarsa qualità offensiva della squadra. Il guaio per i pescaresi è che anche il suo sostituto, Jonathas, è riuscito nella poco nobile impresa di infilare il suo stesso portiere. Se anche i tuoi centravanti segnano contro di te, davvero le speranze di salvezza si riducono al lumicino...Voto 4,5.
Jonathan Rossini: A dispetto del cognome illustre, dai piedi di questo difensore svizzero non arriva nessuna sinfonia, ma solo un paio di preoccupanti stonature. Titolare in questa stagione al fianco del più esperto Gastaldello, il suo rendimento è uno specchio piuttosto fedele della stagione altalenante che sta vivendo la Sampdoria: sicuro e molto affidabile nella prima parte dell'anno, in netta involuzione e continuamente in difficoltà nelle ultime partite. Contro il Catania, orfano del suo compagno di reparto e capitano, fatica in modo particolare, e si macchia di un paio di disattenzioni da brividi, soprattutto il liscio con cui regala a Castro il gol che chiude la partita. E' vero che Ferrara crede molto in lui e nei tantissimi giovani che compongono la sua rosa, ma c'è bisogno di una maggiore maturità, altrimenti la situazione in classifica potrebbe tornare a farsi preoccupante per i doriani. Voto 4,5.
Ciro Immobile: Parlando di attaccanti del Pescara in difficoltà, è inevitabile rivolgere un pensiero a quello che solo un anno fa, proprio in riva all'Adriatico, aveva vinto il titolo di capocannoniere della serie B, trascinando a suon di gol la squadra allora di Zeman. Dopo un buon esordio, la stagione di Ciro Immobile al Genoa si sta rivelando estremamente deludente, con poche luci e tantissime ombre, che l'hanno portato anche in panchina in qualcuna delle ultime partite. Anche nell'ultima sfida, contro il Torino, il giovane centravanti non ha vissuto una gran giornata, non sfruttando le pochissime occasioni a disposizione e venendo inevitabilmente sostituito prima della fine. Forse è disturbato dalle tante voci di mercato che lo accostano a diverse squadre, deve rimanere calmo e concentrato, perché ha tutto il potenziale per far bene anche in serie A. Voto 5.

mercoledì 12 dicembre 2012

IL MIO CAGLIARI/ COPPA ITALIA

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net
SCONFITTA COL MINIMO SFORZO

Basta. Basta dire che si gioca bene anche se si perde.
Basta recriminare sulla sfortuna, su Rossettini che fa l' unico errore del match e si perde.
Non si è bravi. Si è in un periodo in cui non si è all' altezza. Stop.
Giocatori, idee e panchina. Oggi l' ottavo di finale della Coppa Italia era onestamente un impegno proibitivo. Partita secca con la Juventus, per giunta a Torino (poi ci spiegheranno perchè i più forti debbano giocare la gara unica in casa, piuttosto che sorteggiarla).
Il duo al timone del Titanic rossoblù di dicembre decide di lasciare a casa i titolari, e varare il cambio di modulo: 4-2-3-1 per esaltare le qualità di Ibarbo.
Che puntualmente scompare nel nulla per tutto il match. Non un dribbling, solo qualche numero poco assecondato dai compagni. 
Il canovaccio della partita è semplice, la Juve tiene il pallino del gioco per 90' senza mai rischiare, il Cagliari è schierato male, con 4 uomini offensivi completamente avulsi dalla manovra. Al primo errore Giovinco colpisce, al 56' Rossettini si addormenta con la palla in area e ne approfitta il nano bianconero. Partita finita.
Non credete a chi dice che la squadra ha tenuto botta e che non ha demeritato (Pulga incluso). Non c'erano idee neppure oggi. L' idea e l' impronta di gioco non c'è. Sempre lenti, compassati e piuttosto molli. Sembra il classico Cagliari che ha già raggiunto i 40 punti. 
Peccato che siamo a dicembre e i punti sono 16. Solo 16.
Pagelline per tutti i rossoblù:
Avramov 6- Una buona parata su Bendtner e puntuale nelle uscite.
Perico 6- Insolitamente capitano, non demerita. Partita completamente difensiva la sua.
Del Fabro 6- Il più giovane in campo non commette nessuna sbavatura. Intimorito, ma regge.
Rossettini 5- Ottimo per un' ora di gioco, clamorosa incertezza sulla rete bianconera. Imperdonabile.
Murru 6,5- Contro Isla, ne esce a testa alta. In crescita costante. Ottimo elemento.
Eriksson 6- Prima mezzora da incubo, poi cresce. Inaspettata ripresa sugli scudi, mostra addirittura un' insospettabile personalità.
Ekdal 6- Nel duo di mediana del primo tempo fa bene. Qualche buona apertura. (Dal 46' Dessena 6,5- L' unico che mette grinta e contrasti nel match. Deficitario nelle conclusioni).
Ibarbo 5- Ha i numeri, ma restano nel taschino. Nel modulo fatto su misura per lui, lui si eclissa.
Ceppelini 5,5- Sbaglia il primo tempo, non aiuta mai il centrocampo. Ripresa un pochino meglio. (Dal 76' Piredda 6- Conferma le buone impressioni, piedino educato).
Thiago Ribeiro 5- Fa una cosa, parte dalla sinistra, rientra e tira. La fa da 1 anno e mezzo. Mai bene. E basta. Una colletta per farlo tornare in Brasile no eh?
Pinilla 6- Lotta, si sbatte e le prende. Ma la squadra dietro non c'è. Domenica squalificato. Periodo duro per lui.
Pulga-Lopez 5- Poco rispettoso per i tifosi presentarsi a Torino con due titolari in campo, la squadra è schierata male, scollata nei reparti e poco armonica. Poi il tempismo nei cambi (questi sconosciuti..) sono un capitolo a parte.

martedì 11 dicembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: SEDICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da jbfl.blogspot.com
Le vacanze di Natale si avvicinano, e con loro la fine del girone di andata. Siamo arrivati alla sedicesima giornata di campionato, vediamo chi sono stati i migliori e i peggiori di questo turno.
MIGLIORI
Zdenek Zeman: Dopo alcune critiche a inizio stagione e qualche dubbio sulla reale efficacia del suo modulo, oltre alle grandi perplessità per il suo rapporto non proprio idilliaco con De Rossi, ora il tecnico boemo si sta prendendo ampiamente la sua rivincita. Il tempo degli esperimenti sembra finito, i ruoli dei titolari sono quasi tutti definiti, e soprattutto il gruppo sembra compatto nel seguire il credo calcistico di Zeman, che ha in Totti il suo primo e più accanito sostenitore. Dopo la sconfitta nel derby, i giallorossi hanno inanellato quattro vittorie consecutive, risalendo nelle zone alte della classifica, perfezionando la fase difensiva e soprattutto regalando momenti di ottimo calcio ai propri tifosi. L'ultima vittoria contro la Fiorentina dell'amato ex Montella è stata un vero e proprio inno al calcio, una partita con continui capovolgimenti di fronte, tanti gol ed emozioni. Come nello stile di Zeman, che adesso non ha intenzione di fermarsi. Voto 8.
Stefano Sorrentino: E' da anni ormai un punto di riferimento per la retroguardia del Chievo, che anche grazie alle sue straordinarie parate è riuscito a strappare spesso la salvezza senza grandi patemi. Figlio d'arte, con una buona esperienza nei campionati esteri e una particolare abilità nel parare i calci di rigore (l'anno scorso ne respinse quattro), Stefano ha scelto di restare a Verona nonostante le molte voci di mercato, una scelta di cuore. A inizio stagione non era sembrato perfetto in qualche occasione, ma nelle ultime partite il suo rendimento è tornato a crescere. A Cagliari gran merito della vittoria va alle sue parate: nel momento di massima difficoltà della sua squadra, con un paio di ottimi interventi ha salvato il risultato, permettendo poi ai suoi compagni di segnare e vincere. Con un estremo difensore così in forma, sarà certamente più facile per Corini e i suoi ragazzi compiere l'ennesima impresa e ottenere la salvezza. Voto 7,5.
Gonzalo Bergessio: C'è poco da fare, la sua presenza in campo cambia la fisionomia dell'attacco catanese. Senza di lui, la squadra ha mostrato notevoli difficoltà in fase realizzativa, e i suoi gol erano indispensabili per rialzare la testa dopo le due sconfitte consecutive nel derby contro il Palermo e in casa contro il Milan. Dopo aver già lasciato il segno con una doppietta contro il Cittadella in Coppa Italia, Gonzalo si è ripetuto anche a Siena, segnando i due gol che hanno ribaltato il risultato e regalato i tre punti alla sua squadra. Attaccante molto solido e tecnicamente ben dotato, Bergessio è il centravanti ideale per la formazione catanese, l'uomo giusto per finalizzare il lavoro del centrocampo e degli esterni. Montella, suo allenatore lo scorso anno, lo vorrebbe a Firenze, ma lui per il momento sta bene sotto l'Etna, dove spera di continuare a lasciare il segno a suon di gol. Voto 7,5.
Fredy Guarin: E' arrivato in Italia da quasi un anno, ma la sua prima stagione è stata piuttosto travagliata per un lungo infortunio, che l'ha fatto esordire solo nelle ultime partite. In estate, l'Inter ha creduto in lui e ne ha confermato l'acquisto dal Porto, e adesso Fredy sta facendo vedere che i soldi per lui sono stati spesi più che bene. Centrocampista fisicamente molto dotato, con una grande abilità negli inserimenti e un tiro molto potente, è un'arma tattica preziosa per mister Stramaccioni, sia che parta dalla panchina, sia che venga schierato come titolare. La vittoria contro il Napoli è in gran parte merito suo: splendido l'inserimento su schema da calcio d'angolo con cui ha segnato il vantaggio, ottima la giocata con assist per Milito in occasione del raddoppio. Elemento sempre più importante nel centrocampo dell'Inter, è un giocatore che sta crescendo sempre di più, e che può diventare una colonna di questa squadra, per il presente e per il futuro. Voto 8.
PEGGIORI
Ruben Olivera: In una partita che è stata un vero e proprio spot per il calcio, l'unica nota stonata arriva del centrocampista viola, schierato titolare per sostituire lo sfortunato Pizarro. Occasione sprecata dall'uruguaiano, che non solo gioca una partita sottotono, ma si macchia anche di un bruttissimo gesto: al ventesimo del primo tempo, dopo aver commesso un duro fallo su Pjanic, pesta volontariamente il polpaccio dell'avversario. Il suo comportamento scatena una piccola rissa, ma l'arbitro non si accorge del fattaccio e gli da solo il cartellino giallo, permettendogli di terminare almeno il primo tempo, poi ci pensa Montella a sostituirlo. Oggi presumibilmente arriverà la squalifica del giudice sportivo, che tende a non lasciare impunite simili azioni, così il giocatore avrà modo di riflettere sulla sua pessima condotta. Voto 4.
Jean Francois Gillet: Non è sicuramente il periodo migliore per il portiere belga del Torino, che già nel derby contro la Juventus aveva mostrato qualche incertezza, anche se poi non aveva avuto particolari colpe sul risultato finale. Contro il Milan, invece, parte delle responsabilità della sconfitta ricade soprattutto sulle sue spalle. Non è perfetto sul tiro-cross da cui nasce il gol del vantaggio di Nocerino, fa ancora peggio quando si lascia sfuggire un pallone innocuo e lo regala a El Shaarawy per la rete che chiude definitivamente la gara. Voluto da Ventura che già lo aveva allenato al Bari, fino a questo momento Gillet si era comportato bene, ma nelle ultime giornate è apparso molto insicuro e impreciso, e una squadra che lotta per arrivare alla salvezza ha bisogno di un portiere sempre affidabile. Da ritrovare al più presto. Voto 4,5.
Christian Maggio: Ma che fine ha fatto il calciatore che fino a un anno fa arava la fascia destra, sfornava assist preziosi per i compagni e con i suoi inserimenti metteva in crisi le difese avversarie? L'annata dell'esterno difensivo del Napoli e della Nazionale non sta andando molto bene, Maggio non ha reso come suo solito in questo inizio di stagione, e la sua assenza sulla fascia destra si fa sentire. Contro l'Inter ha responsabilità su entrambi i gol, chiudendo in ritardo su Guarin prima e poi facendosi saltare con facilità da Pereira nell'azione che porta al raddoppio, ma soprattutto si divora letteralmente il gol del pari, appoggiando di fatto la palla ad Handanovic da ottima posizione. L'anno scorso a San Siro aveva mandato in crisi la difesa nerazzurra, stavolta è stato lui ad uscire con le ossa rotte da questa sfida. Voto 4.
Nicola Pozzi: L'attacco della Sampdoria è stato letteralmente martoriato dagli infortuni in questo inizio di campionato, con il solo Icardi che sta sostenendo nelle ultime gare il peso offensivo della squadra. Il suo rientro contro l'Udinese è sembrato un'ottima notizia, ma il giocatore ha dimostrato di essere ancora molto lontano dalla sua forma migliore. In un tempo, non riesce quasi mai a rendersi pericoloso, e soprattutto ha la grave responsabilità di fallire il rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. L'anno scorso la sua presenza in squadra era stata fondamentale, con i suoi venti gol complessivi tra campionato e playoff aveva trascinato la Samp all'immediata promozione dopo un solo anno di serie B. La squadra di Ferrara si aspetta molto di più da lui, soprattutto ora che Maxi Lopez ed Eder sono infortunati. Voto 4,5.

IL VECCHIO E IL NUOVO RE DEL GOL

Immagine tratta da dailymail.co.uk
Gerd Muller e Lionel Messi, due calciatori che sono stati più volte ricordati e accostati da domenica sera, e non solo. Il primo deteneva fino a un paio di giorni fa il record di gol realizzati in un singolo anno solare, con 85 centri nell'ormai lontano 1972 tra club e nazionale; il secondo, a distanza di quarant'anni, è riuscito a migliorare questo score invidiabile arrivando a 86 reti, e con la possibilità di migliorarsi ulteriormente. Tanto vicini per questo incredibile exploit realizzati, altrettanto lontani per tantissime altre cose, dal tipo di calcio giocato al ruolo in campo, dalla nazionalità alle caratteristiche tecniche. In molti hanno azzardato confronti alquanto improbabili e fantasiosi, chiedendosi chi dei due abbia compiuto l'impresa più grande e perché. Noi non vogliamo gettarci in paragoni che sembrano fuori dal tempo e impossibili, preferiamo ricordare in breve chi sono i due protagonisti e quelle che sono state le loro imprese sul campo da calcio, al di là dei numeri e dei record.
Gerhard "Gerd" Muller, classe 1945, è bavarese di nascita e di credo calcistico. Esordisce con il Bayern Monaco nella serie B dell'epoca a diciannove anni, in una squadra con poche luci e tante ombre nel passato, ma con alcuni giovani molto interessanti come lui, Beckenbauer, Maier, Roth e Schwartzenbeck. Indossa la maglia del club bavarese per quindici stagioni, realizzando l'incredibile cifra di 398 gol in 453 partite, di cui 365 nella Bundesliga, record tuttora imbattuto e imbattibile (il secondo in classifica, Fisher, è a quota 268) e 69 nelle Coppe Europee, un altro primato che ha detenuto a lungo. E' lui uno degli artefici del periodo d'oro del club di Monaco, che domina in Germania prima e in Europa poi, conquistando quattro Scudetti, quattro Coppe nazionali, tre Coppe dei Campioni consecutive, una Coppa delle Coppe e un'Intercontinentale. Attaccante dal fisico in apparenza minuto, Muller ha un senso del gol incredibile, e le sue medie realizzative lo dimostrano. E' un centravanti vecchia maniera, partecipa pochissimo alla manovra della squadra, non pressa e raramente si sposta dall'area di rigore, ma gli basta un pallone per diventare letale. Pallone d'Oro nel 1970, con la Nazionale di Schon è protagonista del quadriennio d'oro 1970-74, in cui vince l'Europeo del '72 (l'anno del suo record di gol) e i Mondiali del 1974, oltre ad ottenere un terzo posto nel Mondiale del 1970, di cui è capocannoniere con dieci reti, due nella mitica partita persa 4-3 contro l'Italia. Con 68 gol in 62 partite, è il bomber principe della Nazionale tedesca, avvicinato solo di recente da Miroslav Klose, che però ha giocato il doppio delle partite rispetto a lui. Lasciato il Bayern nel 1979, ha giocato un paio di anni negli Stati Uniti, poi dopo il ritiro ha avuto un periodo difficile cadendo nella depressione e nell'alcolismo, da cui l'hanno salvato i vecchi compagni e dirigenti del Bayern; ripresosi, è da vent'anni allenatore delle giovanili della squadra bavarese. E' tuttora riconosciuto come uno degli attaccanti più prolifici e più forti di tutti i tempi.
Lionel Andres "Leo" Messi nasce in Argentina, a Rosario, nel 1987, ma a soli undici anni si trasferisce a Barcellona, in Spagna, per curare una grave disfunzione corporea che limita la sua crescita. Aggregato alle giovanili del club catalano, che gli paga le cure proprio perché intravede in lui grandi qualità, esordisce in prima squadra giovanissimo nel 2004, in un gruppo che vanta grandi campioni come Ronaldinho, Puyol, Cocu e i giovani Xavi e Iniesta, e che si appresta a diventare ancora più forte sotto la guida di Rijkaard. Dapprima riserva, poi titolare nell'attacco blaugrana, fatica un po' ad imporsi per continui problemi fisici, ma con l'arrivo in panchina di Guardiola diventa titolare inamovibile e punto di riferimento insostituibile. Cambia la posizione da esterno e seconda punta ad attaccante centrale, e le sue medie realizzative crescono in maniera incredibile. Ad oggi, ha realizzato 192 gol in 229 partite nella Liga con il Barça, record assoluto, e 56 in 74 partite di Champions League, quarto nella classifica di tutti i tempi. Il suo palmares è invidiabile: cinque Campionati, due Coppe di Spagna, cinque Supercoppe, tre Champions League, due Supercoppe Europee e due Mondiali per Club. Primo argentino della storia a vincere il Pallone d'Oro nel 2009, detiene il trofeo da tre anni consecutivamente, e se dovesse essere confermato ancora (cosa molto probabile), otterrebbe l'ennesimo record, abbandonando la compagnia di campioni come Cruijff, Platini e Van Basten. Erede secondo molti di Diego Armando Maradona, che ricorda moltissimo per le caratteristiche tecniche e per la genialità in campo, Messi ha un controllo di palla incredibile, e sa svariare su tutto il fronte d'attacco, unendo all'abilità sotto porta un'ottima visione di gioco e una perfetta intesa con i compagni di squadra. In Nazionale, a differenza del suo grande maestro, non è riuscito a lasciare il segno, ottenendo come unico successo l'oro olimpico del 2008; tra Mondiali e Coppe America, solo delusioni e sconfitte, con pochi lampi degni di nota. A venticinque anni, però, avrà ancora occasioni per mettersi in mostra e far grande la sua Argentina, così da avvicinare nel cuore dei suoi connazionali il grande e inimitabile Diego.
Alla luce di questo lungo confronto tra i due, chi è il migliore? Come potrete intuire da quanto è stato detto, non è possibile fare un vero paragone tra due calciatori tanto diversi nel ruolo, nella tecnica, della nazionalità, nel modo di giocare, nel periodo e nel tipo di calcio giocato. In comune hanno solo l'altezza, vicina al metro e settanta, e questo incredibile fiuto del gol, che li ha portati a scrivere e migliorare diversi record, e ad entrare definitivamente nella leggenda di questo sport. E se per Muller abbiamo solo filmati d'epoca, visto che ha smesso di giocare da tempo, Messi ha solo venticinque anni, e ha ancora davanti una lunga carriera, che sarà certamente ricca di gol, trofei e grandi giocate. Lasciamo da parte ogni paragone dunque, sediamoci comodamente in poltrona, e godiamoci lo spettacolo offerto da questi grandi campioni, che ci hanno fatto amare e continuano a farci amare il calcio.

lunedì 10 dicembre 2012

IL MIO CAGLIARI /16°T.

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net
DOPO IL POKER DI VITTORIE ARRIVA IL TRIS...DI SCONFITTE

La "cura" Pulga-Lopez, come era stata ribattezzata da tutti i media nazionali, sta avendo effetti collaterali imprevisti.
Crisi di rigetto acuta, terzo k.o. consecutivo, il secondo di fila in casa, e un ruolino di marcia "ficcadentiano" di due pareggi e quattro sconfitte nelle ultime sei esibizioni.
In questi match si sono palesati problemi in ogni zona del campo, dato che, numeri alla mano, 4 reti fatte e 13 subite in questa spirale negativa, esprimono una netta fragilità arretrata e avanzata.
Ieri anche il Chievo (dopo Pescara e Napoli) espugna il nefasto Is Arenas.
Par chiaro che il nuovo impianto non sia circondato da un fascio di luce di buona sorte. Anche ieri i rossoblù hanno da recriminare, se non altro per i due pali (esterni), il 12-1 sui corner, e per le uniche due occasioni da rete dei clivensi, entrambe finalizzate. 0-2 e amen.
Il Chievo nei primi minuti pare giocarsela a viso aperto, ma è solo un' illusione. Lontani parenti di Zeman e Montella (che hanno messo in scena in Roma-Fiorentina 4-2 la migliore partita di calcio degli ultimi anni), Pulga-Lopez e Corini decidono di trotterellare in campo per la prima mezzora. Risultato: il Cagliari in possesso palla e il Chievo su un catenaccio memorabile. Qualche buona occasione, di Pinilla e due volte Sau, che esaltano i riflessi dell' ottimo Sorrentino. La ripresa è sullo stesso canovaccio, i sardi vanno al piccolo trotto, con passaggini spesso orizzontali, con i gialloblù veronesi schierati in dieci dietro la linea della palla. Arrivano i due pali tra il 53' e il 62' con i due sardi Pisano e Sau, uno con un tiro dal limite e uno su colpo di testa, ma è il Chievo a segnare, alla prima sortita offensiva. Minuto 67, cross dalla destra di Hetemaj che pesca Paloschi ultra solo in area (rete molto simile a quella dell' udinese Danilo domenica scorsa): colpo di testa che infila Agazzi, in colpevole ritardo. 
Il duo in panca, come infelice consuetudine, aspetta il quarto d'ora finale per fare i cambi: Ibarbo e Thiago Ribeiro per Sau e Casarini. Ma è un assalto sterilissimo. Tanto che all' 87' Thereau su punizione, con uno splendido destro nel sette, fissa lo 0-2.
Ok appellarsi alla cattiva sorte, ma il Cagliari di questi ultimi mesi è lento, prevedibile, offensivamente impalpabile e difensivamente poco attento. Ogni azione subita è una rete avversaria. Colpe specifiche è difficile trovarne, ma gli avversari hanno sempre un uomo solo nell' area rossoblù. Il centrocampo ieri ha perso molti contrasti, e i continui falli tattici dei veronesi, han indirizzato il match sul loro binario.
La manovra offensiva poi è lenta, non c'è un briciolo di fantasia. Cossu ieri malino, non è quell' apriscatole di qualche stagione fa, e la mediana ha i soliti difetti di costruzione e ritmo.
Ibarbo, entrato troppo tardi, è stato steso ad ogni tocco di palla. Thiago Ribeiro non ha toccato palla, al suo solito. Urgono correttivi. Domenica si va a Parma, contro una squadra che corre, aggredisce e riparte. Aiuto.
E mercoledì si va allo Juventus Stadium per la sfida secca degli ottavi di Coppa Italia.
Aiuto bis.

Pagelline: Agazzi 5; Pisano 6,5, Ariaudo 6, Astori 6, Avelar 6; Casarini 5 (74'Ibarbo 5), Conti 5, Nainggolan 6; Cossu 5; Pinilla 6, Sau 5,5 (73'Thiago Ribeiro 5).
Pulga-Lopez 4,5.

venerdì 7 dicembre 2012

PAGELLE EUROPEE: QUINTO EPISODIO

Immagine tratta da corrieredellosport.it
La fase a gironi è terminata sia in Champions sia in Europa League, ora la parola ripassa al sorteggio per decidere gli accoppiamenti dei turni ad eliminazione diretta. Vediamo come si sono comportate le squadre italiane in quest'ultimo turno di coppa.
PROMOSSI
Juventus: Era l'unica squadra che doveva ancora conoscere il suo destino, e gli uomini dell'ormai rientrante Conte non ci hanno messo molto a chiarire che volevano restare tra le grandi d'Europa. In casa del temibile Shakhtar di Lucescu, che finora aveva sorpreso tutti in positivo, i bianconeri strappano vittoria e primo posto nel girone, che significa avversari sulla carta più abbordabili e gara di ritorno in casa negli ottavi. Buona prova della difesa, che tiene bene gli attaccanti avversari, in ripresa Lichtsteiner e confortante Pogba che sostituisce degnamente lo squalificato Marchisio, in crescita anche la coppia d'attacco con Giovinco che provoca l'autorete decisiva e Vucinic che, se è in giornata, può creare grattacapi a chiunque. Ora il sorteggio: lo spauracchio è il Real Madrid di Mourinho, le rivali più abbordabili in teoria i Celtic Glasgow e il Galatasaray. Per ora, la Juve si gode il passaggio del turno e il ritorno in panchina del suo allenatore. Voto 7.
Lazio: Partita inutile ai fini della qualificazione per gli uomini di Petkovic, che pure regalano una prestazione molto convincente sul campo del Maribor, un avversario non proprio morbido. Quattro gol segnati in poco più di un tempo, con Floccari sugli scudi con una doppietta e Kozak che finalmente infila la porta anziché mancarla. Bene in difesa Radu e Ciani, in continua crescita, e Ederson convince ancora in coppa, stavolta nel ruolo di esterno d'attacco. Il modulo della serata, un 3-4-3, convince a tratti e può essere un'ulteriore soluzione anche in campionato. Primo posto assicurato, ora il sorteggio dirà qual è il prossimo ostacolo: i più ostici Newcastle, Atletico Madrid, Anzhi e Leverkusen, Basilea e Bate Borisov potrebbero essere ben gradite. Comunque, biancocelesti promossi a pieni voti. Voto 7.
RIMANDATI
Inter: La linea giovane è ancora protagonista in coppa, visto che contro il Nefci Baku schiera tanti ragazzi interessanti come Benassi, Romanò, Pasa, Garritano, Belec e Bandini. Il migliore tra loro è ancora Livaja, che sta diventando il vero attaccante di coppa della squadra di Stramaccioni: una bella doppietta per lui, e un terzo gol non visto dal giudice di porta (che è lì per questo...), in totale 4 gol per lui. Buona prova di Jonathan, finora deludente, ottimo l'ingresso di Nagatomo che prende anche una traversa, Cambiasso continua a far bene come centrale e guida della difesa. L'unico neo, in una partita stradominata, è stato non chiuderla prima, così che gli azeri sono riusciti a pareggiare nelle uniche due azioni avute in tutta la gara. Al sorteggio si spera di evitare Liverpool, Chelsea, Zenit e Benfica, più abbordabili Steaua Bucarest, Genk e Viktoria Plzen. Con qualche titolare in più, nessuna di queste squadre sarà imbattibile. Voto 6.
BOCCIATI
Milan: Niente da fare, i rossoneri proprio non riescono a esorcizzare la maledizione dell'ultima sfida del girone, che li ha visti più volte sconfitti. Contro lo Zenit di Spalletti, Allegri schiera molte riserve e alcuni titolari squalificati in campionato o al rientro da infortuni, e in fondo meriterebbe almeno un pareggio per quanto fatto vedere. Buona prova dei centrali difensivi di riserva Zapata e Acerbi, rimandato ancora l'attacco con Bojan e Pazzini a secco nonostante l'impegno, all'ultima spiaggia probabilmente Mesbah, che verosimilmente lascerà la squadra a gennaio. Sconfitta comunque indolore, il secondo posto e la qualificazione erano già in cassaforte, e ora attenzione al sorteggio. Lo Schalke sembra la squadra più debole tra le prime, Barcellona e Paris Saint Germain sarebbero di certo le avversarie più suggestive. Voto 5,5.
Udinese: Chiude la sua avventura europea la squadra di Guidolin, unica tra le italiane a non centrare il passaggio del turno in un girone che si è comunque rivelato molto duro. Contro un avversario di prestigio, il Liverpool, arriva una prestazione altalenante, con i bianconeri che perdono ma con onore e sfiorando il pareggio all'ultimo assalto. Di Natale viene risparmiato, Fabbrini è il più attivo nel cercare di non farlo rimpiangere, mentre Ranegie continua a non incidere e a lasciare molti dubbi. Ottimo il secondo portiere Padelli, che da ex dei Reds sfodera alcune ottime parate, in ombra Armero, che non somiglia nemmeno al giocatore degli ultimi anni, male Pasquale che si fa espellere ingenuamente e complica la gara dei compagni. La favola europea di Udine è finita, speriamo che possa ricominciare già nel prossimo anno. Voto 5,5.
Napoli: E' ormai assodato, tra i titolari e le riserve partenopee passa un abisso. Contro il PSV Eindhoven Mazzarri regala un'altra chance alle sue seconde linee, e tiene in campo il solo Cavani, che ha fame di gol europei. Il Matador è la nota lieta, con il suo settimo centro che lo colloca in testa alla classifica marcatori di Europa League, meno bene i suoi compagni. Delude ancora Vargas, a secco nonostante alcune buone occasioni, non convincono Dossena e Fernandez, ma più di tutti fa male Rosati, che regala due gol agli avversari e non da la minima sicurezza alla difesa. Curiosità: l'autore dei tre gol, Matavz, era stato a lungo inseguito dal Napoli un paio di anni fa, che si sia voluto vendicare per il mancato acquisto? Ora sotto con i prossimi, con il Chelsea ci potrebbe essere la rivincita dello scorso anno, ma ci vorrà in campo un'altra squadra per sperare di andare avanti. Voto 5.

mercoledì 5 dicembre 2012

IL MIO CAGLIARI/ C.ITALIA

Immagine tratta da cagliaricalcio.net e modificata su cartoonize.net
DOPO LA TRIPLETTA DI THIAGO RIBEIRO...I MAYA???

Sì. E' tutto vero. Il Cagliari elimina il Pescara con un perentorio 4-2 e vola negli ottavi dove incontrerà la Juventus. E tripletta di Thiago Ribeiro. 
O Diablo.
Thiago Ribery.
Proprio lui. 
Ora ci aspettiamo pure i Maya tra qualche settimana.
Partita gradevole, con il Cagliari schierato con le seconde linee (ad eccezione di Ekdal e Dessena in squalifica per domenica) che si dispone in contropiede per sfruttare le folate offensive di un Ibarbo in giornata di grazia. Primo tempo chiuso sul 2-1. Date le numerose new entry di giornata, pagelle approfondite per tutti:
Avramov 6- Il serbo, alla sua seconda apparizione stagionale, non demerita. Causa il rigore, ma la colpa va divisa con un fuorigioco scattato in colpevole ritardo da parte della difesa.
Perico 6,5- Riemerge dopo il periodo ficcadentiano e si fa notare per sicurezza e qualche sgroppata. Suo il buon traversone per la rete del 3-1. 
Rossettini 6- Non si fa notare nè in bene nè in male. Gli si perdoni l' immobilismo sul 4-2 di Weiss, ma la partita era in congelatore. (Dall' 80'Camilleri sv- Finalmente in campo dopo il grave infortunio subito nella preparazione estiva).
Del Fabro 6- Il giovane difensore centrale di Alghero (classe 1995) dimostra personalità nel suo debutto in prima squadra. Può essere un prospetto interessante, non si ricordano sbavature.
Murru 7- Considerando l' età (18) e che questa era la presenza numero 2 in maglia sarda, questo giovane terzino sinistro dal buon fisico e ottima corsa, sarà sicuramente un punto fermo del Cagliari del futuro. Mette anche qualche buon cross e riesce a recuperare più di un pallone grazie al suo fisico.
Dessena 5,5- Uno dei due titolari di giornata. Dovrebbe dominare il centrocampo, invece è spesso insicuro e impreciso. Impreciso anche nelle conclusioni a rete, due, che avrebbero meritato miglior sorte.
Ekdal 6,5- Primo tempo un pò stentato, ripresa di gran sostanza. (Dal 65' Piredda 6- Il cagliaritano classe 1994 si mette in cabina di regia, nel ruolo di capitan Conti e non sfigura per niente, qualche buona apertura e discreta personalità).
Eriksson 4,5- Disastroso. Non azzecca un passaggio che sia uno, tranne quelli per lanciare gli avversari, come nella rete di Weiss, e non riesce a recuperare il pallone. Costantemente ad inseguire gli avversari senza mai prenderli. Clamoroso bidone. Ma come fa ad avere 5 presenza nella nazionale svedese? Mistero.
Ceppelini 6- Primo tempo molto timido, nella ripresa acquista fiducia sino a fare un buon numero e mettere un delizioso cross sulla testa di Pinilla. I suoi 2,3 milioni per l' acquisto implorano che si insista su questo trequartista uruguayano di 21 anni. Rimandato.
Thiago Ribeiro 7,5- Thiago Ribery. Eccolo! Se tanto ci dà tanto, il buon Larrivey, dopo la tripletta al Napoli, tempo 6 mesi ed è finito in Messico. Gli auguriamo altrettanta fortuna. (Dal 70' Pinilla 6,5- Si nota sin dal suo ingresso in campo la grinta e la voglia di segnare per rispondere alle troppe critiche ricevute. La sua rete è la notizia migliore di serata).
Ibarbo 8- Imprendibile. Un giocatore come quello di stasera farebbe la fortuna di 2/3 delle squadre di Serie A, non lo prendono mai. Fa fare due reti a T.Ribeiro (grossa impresa) e mostra tutte le sue qualità. Peccato che un' ala pura sia di difficile collocazione del modulo sardo. In un 4-4-2 o 4-3-3 stile Zeman andrebbe a nozze.
Pulga-Lopez 6,5- Impostano una squadra d' attesa e ripartenza e leggono bene il match. D' altronde, se i titolari del Pescara sono impresentabili, le riserve saranno anche peggio.
Ricordiamo che i titolari del Pescara espugnarono l' Is Arenas nella gestione Ficcadenti, il che dà una chiara situazione dello stato in cui versasse la compagine rossoblù sino a qualche mese fa.
Curva Nord 8- In un anonimo mercoledì pomeriggio, per un turno di Coppa, e con il maltempo di questi giorni, dà un grossissimo apporto alla squadra di casa. Non smettono di sostenere i ragazzi in tutti i 95 minuti. Chapeau.

lunedì 3 dicembre 2012

PAGELLARIO SERIE A: QUINDICESIMA GIORNATA

Immagine tratta da laprovinciadivarese.it
Torna, dopo una settimana di assenza, la nostra rubrica dedicata ai giocatori che si sono messi in luce in positivo e in negativo in ogni turno di serie A. Vediamo chi sono i migliori e i peggiori di questo quindicesimo turno di campionato.
MIGLIORI
Claudio Marchisio: Aveva detto di sentire questa partita in modo particolare, lui che è nato e cresciuto a Torino ed ha da sempre indossato i colori bianconeri. Un gol nel derby gli mancava, ne aveva segnati nelle giovanili e in primavera ma mai in serie A. Sabato sera si è tolto anche questa soddisfazione, sbloccando la gara di testa con uno dei suoi inserimenti e chiudendola con un perfetto sinistro a incrociare. Dopo alcune prove un po' opache e sottotono, il Principino si riprende d'autorità il palcoscenico, dimostrandosi di gran lunga il migliore nel centrocampo juventino e non facendo pesare la brutta giornata di Pirlo. Fondamentale in mezzo al campo, leader del presente e del futuro bianconero, se torna quello della scorsa stagione tutta la squadra avrà una marcia in più, in campionato e nelle coppe. Voto 8.
Gokhan Inler: Si era presentato lo scorso anno con una maschera da leone e grandi aspettative, ma non sempre le sue prestazioni in campo avevano convinto il pubblico di Napoli e il tecnico Mazzarri. Il regista svizzero di origine turca si è lentamente guadagnato la fiducia di tutti, e soprattutto in questa seconda stagione è diventato un intoccabile nel centrocampo partenopeo. La gara contro il Pescara è stata un esempio delle grandi qualità, tecniche e fisiche, di questo giocatore: corsa e recuperi tutta la partita, ottima gestione dei tempi di gioco, e due gol con altrettante bordate da fuori area, uno più bello dell'altro. Se il suo regista mantiene questo livello di gioco, il Napoli può davvero sognare quello scudetto tanto desiderato e atteso dai tempi di Maradona. Voto 7,5.
Alberto Paloschi: All'esordio in serie A con il Milan nel 2008, ci aveva messo una manciata di secondi a trovare il gol, e tutti avevano previsto un luminoso futuro per questo attaccante, che a molti ricordava per caratteristiche e senso del gol un certo Pippo Inzaghi. Gli infortuni e alcune annate poco positive hanno rallentato notevolmente la sua carriera e non gli hanno permesso di giocare con regolarità ad alti livelli. Con il Chievo sta cercando di ritrovare un posto da titolare in attacco e la continuità sotto porta, e le ultime prestazioni in questo senso sono state incoraggianti. In casa del Genoa ha realizzato la sua prima tripletta in serie A, mettendo in mostra tutto il suo repertorio e regalando tre punti preziosissimi alla sua squadra. A ventidue anni è ancora considerato una promessa, se fisico e fiducia lo sostengono può diventare un bomber interessante nel campionato italiano. Voto 8.
Simone Perrotta: Destro è stato sicuramente decisivo nella vittoria della Roma a Siena con la sua doppietta, ma noi vogliamo premiare un simbolo della squadra, uno dei pochi superstiti del gruppo che con Spalletti e Ranieri ha sfiorato almeno due volte lo scudetto. Non più titolare inamovibile nella squadra giallorossa, in calo di prestazioni negli ultimi anni, Perrotta si è adattato al ruolo di riserva, pronto ad entrare e dare una mano quando viene chiamato in causa. Il gol segnato a Siena è stato decisivo per indirizzare definitivamente la gara, e dare continuità alla serie positiva della squadra di Zeman, lanciata nella sua rincorsa alla Champions League. E in questa rincorsa, due grandi vecchi come lui e Totti possono essere fondamentali per guidare e motivare un gruppo pieno di giovani e nuovi arrivati. Voto 7.
PEGGIORI
Kamil Glik: Questo derby della Mole resterà certamente nella memoria come quello della sua folle espulsione, che ha decisamente indirizzato una gara che sembrava incerta e combattuta. Il robusto difensore polacco si era distinto spesso per essere un marcatore arcigno, talvolta un po' duro e deciso nei suoi interventi, ma comunque corretto. Contro la Juve però, dopo un buon inizio di partita, si è macchiato di un errore gravissimo, con un'entrata killer su Giaccherini, per di più a metà campo, che gli è costata l'espulsione e ha inevitabilmente condizionato la gara del Toro. La foga agonistica e la grinta c'entrano poco con interventi del genere, falli del genere possono anche rovinare una carriera, e meritano di essere sanzionati con punizioni pesanti. Speriamo che impari presto la lezione. Voto 4.
Gli striscioni offensivi: La scorsa settimana erano stati i "tifosi" del Milan a scatenare le polemiche con uno striscione di pessimo gusto su Pessotto, sabato sera i bianconeri non sono stati da meno con un riferimento a dir poco fuori posto e immotivato al Grande Torino, scomparso in un tragico disastro aereo. Questi sono solo gli ultimi due casi in cui lo sfottò e la provocazione sportiva vengono confusi con ignoranza, cattivo gusto e assenza di rispetto per avversari e amanti dello sport. Il rispetto, appunto, una delle componenti fondamentali del calcio e dello sport in genere, un valore che troppe volte viene messo in secondo piano. E' ora che la Lega e le società intervengano in modo deciso contro questa gentaglia, che infliggano punizioni esemplari e applichino maggiori controlli, perché scene del genere sono indegni del mondo sportivo, e un pessimo esempio per tutti. Voto 2.
Mario Sampirisi: In una difesa, quella genoana, che già in altre occasioni ha ricevuto citazioni in negativo nella nostra rubrica, oggi spicca per demeriti questo ragazzo del '92, che nonostante la giovane età sta giocando con grande continuità in questa stagione. Considerato una buona promessa, non solo per la squadra del Grifone ma anche per la Nazionale azzurra del futuro, ha alternato prestazioni molto positive ad altre decisamente meno convincenti, in cui la sua inesperienza è apparsa piuttosto palese. L'ultima gara contro il Chievo rientra proprio in questa categoria: sempre incerto e in ritardo, ha provocato il rigore del vantaggio ospite e sbagliato il fuorigioco sul successivo raddoppio dei veronesi. Bisogna essere pazienti con lui, è giovane e può ancora crescere molto, anche se il momento difficile del Genoa non concede molto tempo e altri errori. Voto 4,5.
Santiago Garcia: Appena sei mesi fa, in quella stessa porta, il difensore argentino che all'epoca giocava nel Novara si era tolto la soddisfazione di segnare il suo primo gol in serie A, tra l'altro contro un avversario di prestigio come il Milan. Ieri, nella sfida del suo Palermo contro l'Inter, Garcia è andato ancora a segno, ma questa volta non ricorderà certo con piacere la rete, visto che l'ha realizzata nella porta sbagliata. E dire che fino a quel momento si era reso protagonista di una buona partita, insieme a tutti i suoi compagni, imbrigliando la manovra della squadra di Stramaccioni e concedendo pochissime occasioni. Poi, su un cross innocuo da destra, ha realizzato il clamoroso autogol che ha deciso la sfida con un intervento goffo e per nulla necessario. Peccato per la squadra e per lui, che dopo un errore simile finisce inevitabilmente tra i cattivi della settimana. Voto 4.